martedì 5 luglio 2022

RECENSIONE | "Che razza di libro!" di Jason Mott

“Che razza di libro!”(NN Editore, traduzione di Valentina Daniele) di Jason Mott, “è la storia, basata sui fatti e in completa buona fede, di un ragazzo matto, autenticamente americano, dai grandi sogni e dalla sorte avversa”. Vincitore del National Book Award 2021, il romanzo mette a nudo discriminazione e pregiudizi, mostrandoci la possibilità di un mondo dove il colore della pelle non è più un confine.


STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 8
Che razza di libro!
Jason Mott

Editore: NN Editore
Pagine: 320
Prezzo: € 19,00
Sinossi

Uno scrittore americano ha appena pubblicato un libro di successo: durante il tour promozionale, fra interviste, avventure amorose e sbronze colossali, incontra un ragazzino dalla pelle nerissima che da quel momento in poi lo segue come un’ombra. A ogni tappa il Ragazzino racconta qualcosa di sé, affermando che i suoi genitori gli hanno insegnato a diventare invisibile, per proteggersi dalla brutalità del mondo. E in effetti, lo scrittore è l’unico in grado di vederlo, ma poiché è affetto da una strana malattia che gli impedisce di distinguere la realtà dal sogno è certo che si tratti di una semplice allucinazione. Ben presto, però, le sue visioni hanno il sopravvento, mettendolo di fronte a un passato che da sempre cerca di sfuggire, una verità che preme per liberarsi e ritrovare corpo e voce.


Quando ti guardi allo specchio ti piace ciò che vedi? 

Cerco di non guardarmi. Credo che molte persone come me facciano così. 

Quando dici “persone come me” che cosa intendi?

Uno scrittore americano ha appena pubblicato un libro di successo: durante il tour promozionale, fra interviste, avventure amorose e sbronze colossali, incontra un ragazzino dalla pelle nerissima che da quel momento in poi lo segue come un’ombra. 

Mi volto e vedo un ragazzino in piedi accanto al mio tavolo. Avrà dieci anni. Un po’ dinoccolato, timido e con l’aria da secchione, si potrebbe dire. Quel tipo di ragazzino che ha passato troppo tempo sui libri e non abbastanza a prendere la vita per il bavero. A volte coi ragazzini basta uno sguardo per capire. Gli vedi negli occhi tutto il futuro. Ecco chi è questo ragazzino: tutto il suo futuro in una sola occhiata.

A ogni tappa il bambino, soprannominato dai bulli della scuola Nerofumo, racconta qualcosa di sé, affermando che i suoi genitori gli hanno insegnato a essere invisibile, per proteggersi dalla brutalità del mondo. 

Lo sai che sei nero, no? Nerofumo rimpianse di non essere invisibile. Ancora e ancora, colpevolmente, insisteva non solo a non essere invisibile ma a rimanere lo stesso bambino dalla pelle assurdamente scura. Certo che sapeva di essere nero. Non scuro di pelle, ma nero. Nero come gli occhi chiusi. Nero come una notte senza stelle. Nero come il nerofumo della stufa.

E in effetti, lo scrittore è l’unico in grado di vederlo, ma poiché è affetto da una strana malattia che gli impedisce di distinguere la realtà dal sogno è certo che si tratti di una semplice allucinazione. Ben presto, però, le sue visioni hanno il sopravvento, mettendolo di fronte a un passato che da sempre cerca di sfuggire, una verità che preme per liberarsi e ritrovare corpo e voce. 

Nel romanzo “Che razza di libro!”, l’autore afroamericano Jason Mott, narra la storia di un bambino che vede nell’invisibilità una promessa di vita, e di un uomo che vorrebbe uscire dalla propria pelle, per sottrarsi alla violenza. Le vicende di uno scrittore senza nome, impegnato in un tour per promuovere il suo romanzo, si intrecciano con la storia di Nerofumo. I genitori del bambino volevano proteggerlo dalla violenza e dalla cattiveria del mondo. Non volevano eliminare in lui l’ottimismo per il futuro ma metterlo in guardia sulla realtà, perché il fardello da portare, per chi ha la pelle nera, è davvero pesante. 

Il padre avrebbe voluto dirgli: “Tratta le persone come persone. Non guardare il colore. Ama apertamente. Ama tutti.” 

Poi, però, avrebbe dovuto dirgli: “Verrai trattato in modo diverso per via della tua pelle. Le regole per te sono diverse. Ecco come ti devi comportare se incontri la polizia. Ecco come ti devi comportare se sei nato nel Sud. Questa è la realtà del tuo mondo.” 

Il padre di Nerofumo verrà ucciso da un poliziotto sotto gli occhi di suo figlio. 

È difficile spiegare perché queste cose accadono, ma accadono. Ecco perché volevano insegnargli a svanire. A essere Non Visto. A essere Protetto. 

Allo scrittore senza nome e a Nerofumo, si aggiunge un terzo protagonista: un Ragazzino assassinato dalla polizia in North Carolina. Uno, nessuno e centomila, il fantasma di un bambino che rappresenta tutti i bambini neri la cui vita è stata fermata dalle pallottole dei poliziotti. 

Ogni bambino crescendo scoprirà che la vita non è facile, l’Eden sulla Terra non esiste. Essere neri in America vuol dire vivere in costante compagnia del pericolo. I genitori insegnano ai figli a essere invisibili per non diventare il centro delle attenzioni della polizia che, invece, vede sempre le persone di colore. Essere invisibili però ha il difetto di far perdere la propria identità, nessuno vorrebbe non essere visto e si può arrivare a odiare il colore della propria pelle. 

Il romanzo, commovente e dolorosamente attuale, si arricchisce di più punti di vista che poi convergeranno nel finale dove tutte le paure, le ossessioni, le tensioni razziali, i segreti verranno alla luce in una società fatta di dolore e ingiustizie. 

“Che razza di libro!” è un libro brillante, a tratti malinconico, che coinvolge emotivamente. Vi troverete rabbia e dolore, illusione e amore, ma anche un messaggio di speranza per poter spezzare il ciclo della violenza. È difficile imparare ad amare se stessi “in un paese dove ti dicono che sei una piaga per l’economia, che non sei altro che un potenziale carcerato, che la tua vita ti può essere tolta in qualsiasi momento senza che tu possa farci niente … imparare a volersi bene in tutto questo? Cazzo, è un miracolo.” 

“Che razza di libro!” parla al nostro cuore, fa appello alle nostre emozioni, ci proietta in un limbo dove realtà e immaginazione si fondono. Jason Mott semina il terreno narrativo con semi da cui nascono amici immaginari, malattie mentali, alcolismo e tanto dolore. Eppure c’è amore in questo romanzo: l’amore dei genitori afroamericani verso i figli. A loro spetta il compito di proteggerli ma anche di prepararli a un mondo severo fatto di ostacoli che cancellano la giustizia per chi ha il colore di pelle “sbagliato”. 

Il Non Visto, lo scrittore senza nome e il Ragazzino si fondono per diventare un’unica identità, attraversando una fitta schiera di fantasmi degli omicidi, dei pestaggi e delle battaglie per i diritti civili, nell’America ancora dilaniata da conflitti razziali e sociali. Si può cambiare il mondo? Proviamo a fermare questo virus del razzismo che semina odio e soffoca l’amore. Proviamoci!

2 commenti:

  1. quanto mi attira questo libro, mi sono ripromessa di leggerlo a breve perché la tematiche del pregiudizio razziale mi interessa sempre molto!! bella recensione, Aquila (come sempre!!)

    RispondiElimina
  2. Mai, come nei mesi passati, il tema razziale e il comportamento della polizia è ritornato ad essere elemento di forti diatribe. "Che razza di libro!" ci porta a riflettere, se vogliamo cambiare il mondo iniziamo a comprendere i nostri errori. Un passo alla volta per migliorare la società amando noi stessi :)

    RispondiElimina