martedì 12 luglio 2022

RECENSIONE | "Il mistero delle Amazzoni" di Hannah Lynn

Dopo “Il segreto di  Medusa” e “La vendetta degli dei”, la scrittrice Hannah Lynn conclude la sua trilogia Greek Women con “Il mistero delle Amazzoni” edito da Newton Compton. Questo terzo volume guida il lettore all’interno dell’affascinante e variegato mondo delle Amazzoni. Hannah Lynn intreccia versioni spesso contraddittorie dei miti e ne ricava, grazie alla sua inesauribile fantasia, una storia in cui forza e fragilità si intrecciano per colpa di un incontro che si fa destino. Nell’incanto del suo narrare si annida il lato oscuro di una civiltà fondata sulla violenza. Sono violente le donne guerriere che fanno della guerra un vessillo d’orgoglio, è violento Teseo quando rapisce e seduce e abbandona le donne, violenti sono gli dèi capaci di maligne trame per ingannare, violento è il Minotauro quando esige come pasto carne umana per quietare la sua fame, è violento Eracle punito con la condanna a compiere le famose dodici Fatiche per espiare la colpa dell’uccisione dei suoi figli.

“Il mistero delle Amazzoni” è un gran bel romanzo, un racconto straordinario che pervade l’animo del lettore di un senso di stupore e di mistero. I miti narrano di un tempo lontano che sembra ormai perduto ma il loro fascino è innegabile.

STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 7
Il mistero delle Amazzoni
(Serie Greek Women #3) 
Hannah Lynn

Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo: € 9,90
Sinossi

L'antica città di Temiscira ha una sovrana leggendaria: Ippolita, regina delle amazzoni. Il suo è un popolo di guerriere, temute in tutta la Grecia per lo straordinario valore in battaglia: si dice che sottomettano gli uomini e li utilizzino per la procreazione, che si amputino il seno destro per tirare meglio con l'arco e siano formidabili a cavalcare e con le armi. Ma ci sono pericoli che nessuna arma, per quanto letale, può scongiurare. E quando una nave giunge sulla costa dove Ippolita domina incontrastata, il destino ha già iniziato a tessere la sua tela. Travolta da un amore inatteso e proibito, tanto impetuoso quanto contrario ai doveri di amazzone – ancora prima che di sovrana –, Ippolita fa una scelta dalle conseguenze irreversibili. Sentendosi tradita dalla propria sorella, Pentesilea sarà costretta a salire sul trono al suo posto e lavare via la sciagura che Ippolita ha gettato sul popolo delle guerriere. Dimostrerà al mondo intero, se necessario, che le amazzoni non conoscono alcuna debolezza. E che sfidare la loro ira vuol dire prepararsi a combattere.



La sua lama sibilò nell’aria, sicura e inesorabile, attraversando prima l’armatura di cuoio del guerriero e poi la morbida carne del ventre. Un getto di sangue schizzò verso l’alto tracciando un arco mentre l’uomo cadeva da cavallo. Già pronta a volgersi altrove, Ippolita non gli prestò la minima attenzione.

L’antica città di Temiscira ha una sovrana leggendaria: Ippolita, regina delle Amazzoni. Il suo è un popolo di guerriere, temute in tutta la Grecia per lo straordinario valore in battaglia: si dice che sottomettano gli uomini e li utilizzino per la procreazione, che si amputino il seno destro per tirare meglio con l’arco e siano formidabili a cavalcare e con le armi. Ma ci sono pericoli che nessun’arma, per quanto letale sia, può scongiurare. E quando una nave giunge sulla costa dove Ippolita domina incontrastata, il destino ha già iniziato a tessere la sua tela. Travolta da un amore inatteso e proibito, tanto impetuoso quanto contrario ai doveri di una sovrana amazzone, Ippolita fa una scelta dalle conseguenze irreversibili. Sentendosi tradita dalla propria sorella, Pentesilea sarà costretta a salire sul trono al suo posto e lavare via la sciagura che Ippolita ha gettato sul popolo delle guerriere. Dimostrerà al mondo intero, se necessario, che le amazzoni non conoscono alcuna debolezza e che sfidare la loro ira vuol dire prepararsi a combattere.

Erano formidabili. Erano invincibili. Erano le Amazzoni.

Il mito greco faceva discendere dal dio Ares le Amazzoni. Ippolita, Pentesilea, Antiope e Melanippe erano le figlie di Ares, dio della guerra. Vivevano nella citta di Temiscira, nella regione del Ponto, sulla costa meridionale del  Mar Nero, Ippolita era la loro regina. Le donne guerriere erano famose per le loro abilità equestri, il loro coraggio e il loro orgoglio. Combattevano prevalentemente a cavallo e le loro armi erano l’arco, l’ascia bipenne e la spada. Le Amazzoni erano una società in cui vigeva il matriarcato e rappresentavano una minaccia per le donne greche educate ad obbedire agli uomini. Erano viste come un mondo alla rovescia e rappresentavano la barbarie che si contrapponeva all’ordine della civiltà ellenica.

“Il mistero delle Amazzoni” inizia con Eracle, inviato dal re Euristeo, che sbarca sulla spiaggia vicino a Temiscira. Ha una missione da compiere: prendere la cintura della regina Ippolita, donatale dal padre come segno del suo potere e della sua autorità sulle Amazzoni.  L’arrivo di Eracle, figlio di Zeus, segna l’inizio della fine per la regina. L’attenzione di Ippolita era stata catturata da un uomo che faceva parte della delegazione che accompagnava Eracle, il suo nome era Teseo, figlio di Egeo, re di Atene. Ippolita fu disposta a cedere pacificamente la cintura. Alcuni miti narrano di come Teseo abbia sedotto e rapito Ippolita conducendola ad Atene. Ella diede a Teseo un figlio, di nome Ippolito. Dopo alcuni anni Teseo, uomo crudele e manipolatore, bugiardo e narcisista, mise da parte Ippolita per sposare Fedra. Così la regina attaccò, con le sue Amazzoni, la città di Atene nel giorno della cerimonia nuziale.

Ippolita era disgustata da sé stessa. Era disgustata dal fatto di aver creduto alle bugie di Teseo, ai suoi inganni e alle sue dolci parole d’amore. Era disgustata dalla donna piagnucolona che era diventata. Era disgustata da quella vita pigra che era stata così contenta di condurre, lontana dalle sue donne, dalle sue sorelle e dalle steppe.

Le Amazzoni sono un mistero che affascina ancor oggi, uno dei miti più potenti dell’immaginario antico e moderno ma tutti i racconti giunti fino a noi, le vedono protagoniste di un epilogo infelice. Gli uomini alla fine vincono sempre sia che le Amazzoni perdano in battaglia annientate da un esercito di opliti, o cadano innamorate di un eroe greco. Ciò dimostra come la dominazione femminile, anche nei miti, non poteva essere accettata da un mondo comandato solo da uomini.

“Il mistero delle Amazzoni” narra di regine e principesse guerriere, di lealtà fraterna e dovere famigliare. Mi è piaciuto perché è un libro che parla delle eroine della mitologia greca, del loro mondo interiore, con le tante contraddizioni e gli stati d’animo contrastanti: la violenza delle passioni, la dedizione, l’amore materno, la tenerezza. È un libro in cui ogni personaggio è vivido e reale. Pentesilea mi ha conquistata: una regina dalle mani sporche di sangue in cerca di riscatto. Anche lei, come la sorella, sarà travolta da un amore che finirà in tragedia.

Con uno stile semplice e incisivo, mai monotono e ripetitivo, Hannah Lynn ti cattura fino all’ultima pagina trasportandoti in epoche lontane e facendoti immedesimare nelle avventure di personaggi straordinari appartenuti al mondo antico. La storia narrata copre un periodo di circa trent’anni e incontreremo alcuni protagonisti della mitologia greca. Eracle, Teseo, il Minotauro,  Priamo e Achille, per giungere fino alla guerra di Troia. Ogni evento è visto attraverso gli occhi delle donne. È una storia epica di amore e perdita, lealtà e tradimento, pace e guerra.

Le Amazzoni: donne, sorelle, madri, amanti e guerriere.

I miti sono in noi, sono un respiro senza tempo, sono le voci di donne che si riappropriano delle loro vite e permettono a chi legge di entrare nei loro cuori, scoprire i loro pensieri e capire cosa le ha motivate a comportarsi in un determinato modo. Ippolita e Pentesilea, insieme a Medusa e a Clitennestra, con le loro parole riescono a mostrarsi senza alcuna maschera a noi lettori. Sono storie di donne e dei loro destini che ritornano al centro della narrazione, diventano protagoniste e mostrano le innumerevoli sfumature dei comportamenti umani, sia nel bene che nel male. E poi c’è l’amore. Chiedete a Medusa e a Clitennestra, a Ippolita e a Pentesilea, cosa ne pensano dell’amore. Le loro risposte vi sorprenderanno perché il volto dell’amore nei miti greci è molto simile al volto che aleggia nel nostro vivere. Così, ancor oggi, ci sentiamo vicini agli dei, agli eroi, ma soprattutto alle nostre eroine, alle loro debolezze, ai loro difetti e alla loro inesauribile forza. In balia delle proprie emozioni, delle scelte fatte, delle priorità date, portiamo una cicatrice sul nostro cuore perché amare è sempre complicato.  Occorre coraggio, rispetto, fiducia, passione, sentimenti sinceri e un pizzico di follia. Si dice che l’amore sia cieco e che la follia lo accompagni sempre, ma questa è un’altra storia.

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