Buongiorno a tutti voi, amati lettori :) Continuo, con mio
grande piacere, a interessarmi a thriller che si presentano con cover
accattivanti e titoli intriganti. Oggi facciamo due chiacchiere sul romanzo
d’esordio di Susan Crawford che Harper Collins si è aggiudicato per una cifra a
sei zeri in America facendone un bestseller.
La moglie bugiarda
Susan Crawford (traduzione di Cantoni E.)
Susan Crawford (traduzione di Cantoni E.)
Editore: Piemme
Pagine: 309
Prezzo: € 18,50
Sinossi: Dana Catrell pensava di sapere tutto della sua vicina Celia: nel quartiere elegante dove vivono, nella sonnolenta provincia americana, sembrano non esserci segreti e tutti conoscono tutti. Fino al giorno in cui Celia viene trovata morta in casa sua, uccisa con un vaso molto pesante. Lo stesso giorno in cui Dana ha passato l'intero pomeriggio a casa della povera Celia, bevendo decisamente un po' troppo.
Celia doveva confidarle un segreto, per questo l'aveva chiamata. Un segreto che ora Dana, per colpa dell'alcol e degli psicofarmaci di cui spesso fa uso per tenere a bada l'ansia, non riesce a ricordare. Ma quando il detective Jack Moss comincia a indagare, quella memoria che non torna diventerà la cosa più importante, se Dana non vuole essere la sospettata numero uno. Peccato che suo marito Peter non l'aiuti affatto: specie quando Dana trova nel suo telefono un numero registrato come "C.", che risponde alla segreteria telefonica di Celia...
Incerta se credere alla propria, inaffidabile mente, al suo istinto, o ai sospetti che si fanno strada dentro di lei, Dana cercherà di ritrovare la verità di quel pomeriggio, e quel segreto che Celia doveva confidarle: sapendo che ciò che scoprirà potrebbe rovinare per sempre la sua vita. E il suo matrimonio.
STILE: 7 | STORIA: 8 | COPERTINA: 7
L’amore è un tale pasticcio, pensa Dana, soprattutto per gente come lei e Peter, con un matrimonio lungo e problematico e già abbastanza difficile anche senza l’intromissione di una vicina di casa impicciona, che adesso è morta.
La vicina di casa, ora defunta, è Celia. Dana è una donna
affetta da un disturbo bipolare che spesso prende dei psicofarmaci e che non
ricorda cosa sia successo il pomeriggio in cui Celia è stata uccisa. L’unica
cosa che ricorda è che l’amica l’aveva invitata a casa sua per parlarle di una
questione di vita o di morte. Le due donne avevano trascorso il pomeriggio
insieme, avevano bevuto e discusso di una questione importante. Ma i ricordi di
Dana si interrompono bruscamente, la donna è nel panico non sapendo se ha
svolto un ruolo nell’omicidio dell’amica. Suo marito Peter non l’aiuta per
niente, anzi le ripete continuamente : “Tu non stai bene, fatti curare.” Dana
sprofonda sempre più nella confusione, sente di essere la sospettata numero
uno. Quando il detective Jack Moss comincia a indagare, Dana capisce che il
cerchio si stringe attorno a lei. Cerca disperatamente un aiuto che suo marito
le nega. Le cose si complicano quando Dana trova nel telefonino del marito un
numero registrato come “C”. Incuriosita la donna digita il numero e scopre che
corrisponde alla segreteria telefonica di Celia. Tra sospetti, falsi indizi,
mezze verità, la donna cercherà di ricostruire la dinamica di quel maledetto
pomeriggio. La memoria si fa beffa di lei. Tra la nebbia della follia, che sta
già bussando alle porte del suo cervello, dovrà trovare il coraggio per
scoprire se è davvero un’assassina.
“La moglie bugiarda” è un thriller ben scritto e avvincente.
L’autrice non perde tempo e ci conduce subito sulla scena del crimine
presentendoci i protagonisti della sua storia. Conosciamo subito Dana e appare
evidente lo stato confusionale in cui si trova. Ed è proprio questa confusione,
le maglie larghe della sua memoria, che conquista immediatamente il lettore.
Niente di nuovo, mi direte, ma la storia si ingarbuglia a tal punto che
difficilmente riuscirete a scoprire il colpevole prima del gran finale. Andando
avanti con la lettura quel che più mi ha colpita è il tormento interiore di
Dana. Nel tentativo di ricordare, la donna rivede la sua vita e condivide con
noi i momenti più salienti della sua vita. Ne vien fuori il ritratto di una
donna complessa che deve convivere con la sua malattia. Accanto a lei troviamo
il marito Peter, un uomo che ho profondamente odiato. Egli è caratterizzato
dalla sterilità emotiva, dalla mancanza di valori morali. È un uomo vuoto
(ricorderete sicuramente la poesia di Eliot “Gli uomini vuoti”) che per
esistere ha bisogno dell’ammirazione, del sostegno degli altri. Celia, donna
enigmatica non virtuosamente sincera, ricopre il molteplice ruolo di vittima,
istigatrice, moglie non propriamente esemplare, amica dall’anima nera. Il
marito di Celia è un personaggio incolore, inodore, insapore. Il suo ruolo
nella vicenda è irrilevante. Chi invece svolge un ruolo primario è il detective
Jack Moss che ha un debole per le anime perse. È un uomo dal passato tragico
che vive un rapporto conflittuale con il figlio Kyle, ragazzo sfuggente dal
comportamento non proprio cristallino. Anche il modo di fare di Moss è, in
alcuni momenti, non condivisibile. In questo romanzo non ci sono certezze ma
una marea di dubbi e sospetti. Nessuno è innocente al cento per cento. Tutto
però ruota attorno a lei, a Dana, il cui tormento interiore diventa palpabile.
L’assassinio di Celia, l’amnesia parziale, il comportamento di Peter, fungono
da catalizzatori per le sue crisi. Con destrezza il demone della follia si
impossessa della sua mente in cui ogni cosa si confonde: il dolore, i sogni, i
ricordi, il passato. La follia appare quasi tangibile, indossa le vesti di una
dama del tempo che fu, una dama che reca in dono l’amnesia. In questo
precipitare degli eventi Dana è al centro di un girotondo di demoni. Omicidio.
Celia. Amnesia. Tradimento. Suicidio. Per interi capitoli assistiamo al
fluttuare dei ricordi, delle immagini, dei volti, poi tutto trova un ordine,
prende forma. Il puzzle si ricompone, gli animi si chetano. Un ultimo sussulto
ci guida verso un finale sorprendente. Soddisfatta chiudo il libro e penso che
le donne, in questo thriller, non son state solo vittime ma hanno svolto ruoli
importanti nel bene e nel male. Hanno dato vita a un mondo dilaniato dalle
emozioni ma, proprio per questo, vivo e
intramontabile.
PICCOLA DIVAGAZIONE:
Ultimamente ho letto ben due romanzi, “Dimmi la verità tutta
la verità” (recensione) e “La moglie bugiarda”, che sono stati definiti coinvolgenti come
“La ragazza del treno” (recensione). Anzi per essere più precisi la scritta recita: "Per
tutti quelli che hanno amato La ragazza del treno." Oh povera me, ho
inizialmente pensato, io non ho particolarmente apprezzato il thriller di Paula
Hawkins, forse non apprezzerò neanche queste letture. Mi sbagliavo. A dir il
vero non amo molto quando si accostano romanzi sottolineando che se piace l’uno
inevitabilmente piacerà l’altro. Nell’alchimia delle emozioni ogni lettura è un
caso a sé.
Sarà sicuramente nei miei prossimi acquisti! E dopo la tua recensione sono ancora più curiosa *-*
RispondiEliminaAllora non mi resta che augurarti buona lettura :)
EliminaPurtroppo non mi ha conquistato, ho avuto qualche difficoltà a procedere nella lettura...mi fa piacere scoprire la tua opinione e sapere che per te si è rivelato una lettura gradevole :)
RispondiEliminaL'elemento che ho apprezzato e che mi ha coinvolta è l'inquietudine interiore di Dana. Il personaggio, ombre e luci fin dall'inizio, rispecchia una donna con mille contraddizioni dovute alla sua malattia. La sua sofferenza interiore è la parte più intensa e avvincente della storia :)
Eliminaconcordo! è l'elemento che anch'io ho apprezzato maggiormente :)
EliminaSinceramente la trama mi sembrava banale :/ ultimamente sto vedendo parecchi thriller in cui la protagonista dimentica proprio il momento dell'omicidio. Non so perché, ma mi sembra una storia già sentita. Magari mi sbaglio.
RispondiEliminaHai ragione, la trama non brilla per originalità ma i personaggi che le danno vita hanno delle caratteristiche che attirano l'attenzione del lettore. Le donne sono le colone portanti degli avvenimenti. Gli uomini, principalmente i due mariti, sono uomini vuoti. Il detective si schiera fin da subito con i più deboli, con le anime perse e ha una situazione familiare complessa. Ciò che ho apprezzato è la caratterizzazione dei protagonisti :)
Eliminacome sai, condividiamola passione per questo tipo di letture; devo ricordarmene, anche se ho una WL infinita >_<
RispondiEliminaEvviva le WL infinite, le adoro anche perchè la mia vive ormai di vita propria :)
EliminaFantastica recensione come sempre!
RispondiEliminaMesso in lista subito!! :D
Buona lettura :)
EliminaCiao! Questo libro mi ha subito attirata per trama e titolo, la tua recensione è stata una conferma e lo prenderò di sicuro =)
RispondiEliminaOttima scelta :)
EliminaBellissima recensione! L'ho visto in libreria e mi ha intrigato, penso che adesso lo prenderò di sicuro
RispondiEliminaLa cover attira sicuramente l'attenzione per un libro che offre piacevoli ore di lettura :)
EliminaMi incuriosiva già quando ho letto la sinossi per la prima volta, la tua recensione mi fa ben sperare che sia davvero un'ottima lettura :)
RispondiEliminaLa trama non è originale ma è un libro ben scritto in cui i personaggi offrono un variegato mondo di comportamenti ed emozioni :)
EliminaMi hai incuriosito con questa recensione! Mi sa che il tuo blog è ricco di spunti libreschi che fanno per me! A presto :)
RispondiEliminaSe ami il genere thriller troverai sicuramente molte proposte per le tue prossime letture :)
EliminaCiao Aquila, come sempre le tue recensioni sanno conquistarmi, e se dalla trama, avrei pensato all'ennesimo thriller fotocopia, ora sono sicura che non lo è! Lo leggerò sicuramente, grazie! ^_^
RispondiEliminaIl thriller ha la sua sostanza, mi sembra discretamente scritto ma non un capolavoro. Alcuni capitoli per descrivere la Dana bipolare mi sono sembrati fiumi di parole per arrivare a 300 pagine, quelli che ti tengono attaccato al libro e divorarlo ci sono ma non sono poi così tanti. La scrittrice c'è, nel tempo spero possa diventare più snella e avvincente,l'esordio da sei milioni mi sembra eccessivo se penso a Conan Doyle.
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