lunedì 16 febbraio 2015

RECENSIONE IN ANTEPRIMA + INTERVISTA | "Il libro del male" di James Oswald

Buongiorno carissimi lettori :)
Iniziamo la settimana nel migliore dei modi perché, oggi, vi parlerò di un libro che uscirà in Italia il 25 febbraio. Grazie al gentile omaggio della casa editrice Giunti, ho avuto la possibilità di leggere in anteprima “Il Libro Del Male” ( The Book of Souls) di James Oswald: un romanzo che ha suscitato grande entusiasmo di critica e pubblico.



Il libro del male


     Saga dell'ispettore McLean      
#1 Nel nome del male 
#2 Il libro del male 

Autore: James Oswald

Editore: Giunti
Data di uscita: 25 febbraio 2015


Pagine: 320
Prezzo: € 9,90 (cartaceo)

Sinossi:  Dieci anni. Dieci donne. L’ultima è stata Kirsty, la fidanzata dell’ispettore Tony McLean. Finché Donald Anderson, il killer di Edimburgo, non ha commesso un grave errore consentendo a McLean di porre fine a quella catena di ferocia. Dodici anni dopo Anderson è morto, è stato ammazzato in cella, ma il tempo di assaporare la vendetta per McLean non è ancora arrivato. 
Con l’avvicinarsi del Natale, infatti, un altro corpo viene rinvenuto: una ragazza nuda, legata a un ponte, e sottoposta allo stesso brutale rituale di anni addietro. Un killer che emula le gesta di Anderson? O l’uomo messo in prigione era quello sbagliato? O forse Il libro del male, un antico e oscuro manoscritto, sta guidando la mano di assassini diversi? McLean è costretto a riaprire il capitolo più doloroso di tutta la sua carriera e scoprire il tassello mancante prima che l’assassino colpisca ancora”




STILE: 9
STORIA: 8
COPERTINA: 7


INCIPIT DEL ROMANZO

Edimburgo. Dieci donne. Nude. Sgozzate. Il povero corpo deterso, dopo lo scempio: un macabro rito che si ripete, da dieci anni, la vigilia di Natale. L’ultima vittima è stata Kirsty, la fidanzata dell’ispettore Tony McLean. Indagini serrate porteranno all’arresto di Donald Anderson: il killer di Natale. 
Passano gli anni, Anderson è stato ammazzato in cella, ma non c’è pace per McLean. All’avvicinarsi del Natale, un altro corpo viene ritrovato vicino a un ponte. Una giovane donna. Nuda. La gola tagliata. Il modus operandi è quello di Anderson. 
Per McLean l’incubo si ripresenta: chi sta emulando le gesta di Anderson? Le indagini hanno tralasciato qualcosa? Forse non tutto è stato svelato? Chi è il misterioso monaco che bussa alla porta dell’ispettore farneticando di un libro antichissimo capace di scatenare il Male? Esiste una relazione tra l’antico manoscritto e gli omicidi? Riuscirà McLean a  risolvere questo inquietante rebus? Per catturare il Killer l’ispettore dovrà riaprire il capitolo più doloroso della sua esistenza e guardare nell’abisso che è in lui. E’ una sfida contro il tempo per fermare la mano dell’assassino prima che colpisca ancora.
Una pioggia gelida sferza il cimitero, trasformando la neve in una poltiglia grigiastra. Il cielo è plumbeo, le nubi si rincorrono come onde. Lui è in piedi sul bordo della fossa e scruta il buio, mentre un religioso mormora qualche banalità. Uomini forti afferrano le corde che avvolgono il feretro. Lei è lì dentro, immobile e fredda, nel vestito preferito di sua madre. Lui vuole aprire il coperchio e vedere quel viso, un’ultima volta. Vuole stringerla tra le braccia e far sì che il passato scompaia, che tutto questo non sia mai successo. Cosa avrebbe dato pur di tornare indietro di un paio di mesi? L’anima? Di sicuro. 

Portatemi il contratto e firmerò con il sangue. Non mi serve un’anima, ora che lei non c’è più.

“Il Libro del Male” è un thriller serrato e imprevedibile, fin dalle prime pagine cattura l’attenzione del lettore e non smette mai di affascinare. 
La voce narrante di questo romanzo è Tony McLean, ispettore della polizia di Edimburgo. Egli è un uomo gentile, buono, testardo, non ama sottostare a rigide procedure, è il paladino dei più deboli. Delle sue caratteristiche fisiche non sappiamo nulla, evidentemente l’autore lascia libero il lettore di immaginarlo come vuole, eppure si mostra subito simpatico e viene naturale schierarsi con lui. 
C’è subito empatia tra i vari personaggi del thriller e il lettore. Mi sono sentita fin dall’inizio coinvolta nell’indagine, presente, se non fisicamente almeno mentalmente, nelle stanze della Centrale di Polizia di Edimburgo a indagare anch’io sul Killer di Natale. 
Ho molto apprezzato l’attenzione con cui viene descritta l’indagine. L’ispettore ha a disposizione una piccola squadra, Bob il Burbero e Mac Bride, elementi tutti validi ma con pochi mezzi. Così passo dopo passo, superando numerose difficoltà, le prove cominciano a prender corpo indirizzando l’ispettore verso una terribile verità. Con vari flashback, l’autore ci mostra il passato, il processo a cui Anderson, il mostro assassino, è stato sottoposto, la sua assurda difesa:
Non l’ho uccisa. Forse queste cose terribili le ha fatto il mio corpo, ma io non lo controllavo...

Nel romanzo la razionalità incontra il mondo dell’occulto e può succedere di tutto. Non aspettatevi però un ruolo predominante del sovrannaturale: è un’ombra che avvolge l’uomo debole e insicuro. E’ un chinare la testa dell’essere umano davanti al Male che riesce a fagocitare coloro che hanno dei punti deboli su cui far leva. La religione, la vendetta, il potere, sono terreno fertile per le forze dell’occulto. L’uomo non è un essere perfetto, tutti desideriamo più di quanto abbiamo. Questi “difetti” possono coincidere con il desiderio di far carriera a tutti i costi, la voglia di notorietà che prevarica la più semplice morale, la fede cieca che può diventare violenza. Alcuni uomini vivono con il buio nel cuore e diventano preda del Male.

“Il Libro del Male” è un thriller colmo di colpi di scena, è un viaggio alla ricerca della verità, è una corsa contro il tempo per fermare l’assassino. Il ritmo incalzante incatena il lettore fino alla fine. Pagina dopo pagina il mistero diventa sempre più fitto, le indagini incalzanti, la lettura al cardiopalma, il finale inaspettato. L’autore riesce ad accostare razionalità e sovrannaturale in un perfetto equilibrio, dimostrando che i misteri troppo oscuri possono trovare una spiegazione solo nelle forze dell’occulto.

“Il Libro del Male” è il secondo thriller della serie dell’ispettore McLean. Io leggerò sicuramente anche il primo libro “Nel Nome del Male” per ritrovare l’atmosfera inquietante che ha caratterizzato il secondo. 

Forse vi chiederete: “Chi è James Oswald?” Eccovi alcune notizie sullo scrittore.

James Oswald vive in una fattoria in Scozia, dove nel tempo libero si dedica all’allevamento. Per vent’anni ha scritto solo per passione, finché un giorno ha deciso di auto pubblicare su Amazon il thriller “Nel Nome Del Male”: nel giro di pochi mesi l’ebook è stato scaricato da oltre 350.000 lettori. Questo incredibile successo ha attirato l’attenzione di Penguin, che con un’offerta altissima ha acquistato i diritti di tutta la serie, poi venduta in 12 Paesi. Il successo arride a Oswald entrato a pieno titolo nella cerchia dei maggiori scrittori britannici contemporanei.



Quindi vi suggerisco vivamente di leggere “Il Libro Del Male”, in libreria dal  25 febbraio 2015.

Nel salutarvi vi lascio con una citazione di Terry Pratchett:
La luce crede di viaggiare più veloce di ogni altra cosa, ma si sbaglia. Per quanto veloce viaggi, la luce scopre che l’oscurità arriva sempre prima, ed è lì che l’aspetta. 

Per approfondire la conoscenza di James Oswald, eccovi un'intervista rilasciata dallo scrittore.

 1. James Oswald, scrittore per passione e contadino, in pochi mesi è passato dall’autopubblicazione a essere autore di punta per alcune delle più importanti case editrici del mondo. Perché ha iniziato ad autopubblicare i suoi racconti? Avrebbe mai immaginato un tale risultato/riscontro?

 Ho pubblicato da solo i primi due romanzi dell’Ispettore McLean perché nessun altro li avrebbe pubblicati. Ho scritto Nel nome del male nel 2006 ed è stato nominato per il premio della CWA Debut Dagger nel 2007, ma gli editori non hanno apprezzato il mix di procedure poliziesche e indizi di influenza sovrannaturale. Ho avuto lo stesso problema con il sequel, Il libro del male, anch’esso nominato per il Debut Dagger l’anno successivo.

Non conoscevo la possibilità di autopubblicare un ebook fino al 2011, quando un amico, lo scrittore Allan Guthrie, mi raccontò quanto questa esperienza si fosse rivelata efficace per lui. Così ho pubblicato entrambi i racconti aspettandomi di vendere qualche centinaia di copia all’anno e fare un po’ di soldi, ma il loro successo mi ha letteralmente sorpreso!

 2. Lei vive nella bella e tranquilla campagna scozzese ma nel suo libro descrive scenari urbani caotici, oscuri e violenti: da dove nasce questo contrasto e qual è la sua fonte d’ispirazione?

 Sono cresciuto in campagna, questo ambiente mi è sempre stato familiare, ma ho vissuto e lavorato anche in città. Ho sempre desiderato scrivere racconti dove la possibilità che gli spiriti maligni esistano davvero si scontrasse con una visione più razionale del mondo. Penso che questo funzioni meglio in un contesto urbano, in particolar modo in una città con una lunga storia. Londra sarebbe andata bene, ma Edimburgo è anche meglio.

Per quanto riguarda da dove traggo l’ispirazione, la risposta è ovunque. Il segreto è riconoscere che qualcosa di quello che leggi, o che qualcun altro ti dice, merita di essere tenuta a mente. Devi sempre fare attenzione quando parli con uno scrittore – non puoi mai sapere dove potranno andare a finire le tue parole!

 3. Cos’è il male per lei al mondo d’oggi?

 Il male coincide con molte cose nel mondo moderno, ma per me assume sempre il valore di aggettivo più che di sostantivo. Le persone commettono atti di violenza per motivi strettamente egoistici, ma non penso che siano cattivi per natura. Non credo neppure a spiriti maligni, demoni e cose del genere, anche se me ne servo per le mie storie. La misoginia, il razzismo, l’intolleranza religiosa (all’interno e fra le religioni), la fede cieca…tutti questi elementi sono difetti della natura umana che ci portano a compiere il male.

 4. La stampa inglese l’ha acclamato come il nuovo Ian Rankin: cosa pensa di questo paragone?

 La stampa è sempre molto brava a etichettare cose e persone. Dal momento che i miei gialli sono ambientati a Edimburgo, i paragoni con Ian Rankin erano inevitabili. Ne sono lusingato – adoro i romanzi di Ian e aspiro a scrivere bene come lui – ma non penso che il confronto regga. Penso anche che Rebus e Tony McLean non andrebbero molto d’accordo tra loro.

 5. Accade sempre più di frequente che le serie narrative vengano trasposte in serie televisive: sarebbe felice se l’ispettore McLean diventasse un personaggio di culto anche in tv? Chi vedrebbe bene nei sui panni?

 Sarei onorato di vedere i miei racconti in una serie televisiva, ma non saprei proprio dire chi potrebbe interpretare il ruolo di Tony McLean. Le ragioni sono due: per prima cosa, non ho davvero idea di come Tony sia fatto fisicamente. Non viene mai descritto all’interno dei romanzi, perché sono scritti dal suo punto di vista. Questo artificio narrativo è abbastanza voluto in quanto dà la possibilità al lettore di immaginarselo come meglio crede.

La seconda ragione coincide con il fatto che, essendo un contadino a tempo pieno e scrivendo due o tre romanzi l’anno (scrivo anche fantasy sotto il nome di J D Oswald), raramente riesco a guardare la tv, di conseguenza non conosco i nomi degli attori che potrebbero interpretare questo ruolo.
Se mai tale serie televisiva venisse prodotta, ciò che sarebbe interessante sarebbe vedere come reagirei ad avere un volto fisico-l'attore scelto- nella mia testa quando scriverò il prossimo libro della serie. Sarebbe un bel problema!

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