venerdì 16 dicembre 2022

RECENSIONE | "Vittime Innocenti" di Angela Marsons

“Vittime innocenti” è un gran bel thriller scritto da Angela Marsons e pubblicato da Newton Compton Editori nella collana Nuova narrativa. Ritroviamo, con mio gran piacere, il personaggio seriale della detective Kim Stone e con lei iniziamo un viaggio che ci porterà oltre la linea immaginaria che divide il bene dal male. Il crimine sarà il nostro punto di partenza, in un attimo oltrepasseremo la soglia dell’incubo più nero e fate molta attenzione perché la Morte sarà nostra fedele compagna. Qualcuno potrebbe non tornare indietro!


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 6
Vittime Innocenti (Serie di Kim Stone #8)
Angela Marsons (traduzione di E. Farsetti)

Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo: € 9,90
Sinossi
La giovane Sadie Winters era un’adolescente “problematica”. Per questo il suo salto nel vuoto dal tetto dell’esclusiva scuola privata che frequentava viene rapidamente classificato come suicidio. L’ultimo gesto disperato di una ragazza fragile. Quando però un altro studente resta vittima di un fatale incidente nella stessa scuola, la detective Kim Stone fatica a credere che possa trattarsi di una tragica coincidenza. Tanto più che, nel corso delle indagini, Kim si rende conto che sull’istituto aleggia una pesante cappa di segreti e omertà, che non risparmia neppure gli insegnanti. Nessuno parla, nessuno sa nulla. Solo una professoressa sembra disposta a rompere il muro di silenzio, ma proprio quando Kim crede di essere vicina a ottenere le risposte che cerca, la donna viene trovata morta. Ormai è chiaro che, finché l’assassino non verrà fermato, nessuno dei ragazzi della scuola sarà al sicuro. Possibile che il responsabile di quegli efferati delitti si nasconda tra loro?


La perfezione non è reale. È solo lo stato esteriore, sotto al quale si nascondono le brutture.

La giovane Sadie Winters era un’adolescente “problematica”. Per questo il suo salto nel vuoto dal tetto dell’esclusiva scuola privata che frequentava viene rapidamente classificata come suicidio. L’ultimo gesto disperato di una ragazza fragile. Quando però un altro studente resta vittima di un fatale incidente nella stessa scuola, la detective Kim Stone fatica a credere che possa trattarsi di una tragica coincidenza. Neppure i genitori di Sadie credono in un omicidio ma continuano a sostenere l’ipotesi del suicidio. Nessuno vuole credere ai sospetti di Kim, malgrado dall’autopsia siano emerse prove di una caduta non accidentale dalla torre. Durante le indagini, Kim si rende conto che sull’istituto aleggia una pesante cappa di segreti e omertà, che non risparmia nemmeno gli insegnanti. Nessuno parla, nessuno sa niente. Solo una professoressa sembra disposta a collaborare con la polizia, ma proprio quando Kim crede di essere vicina a ottenere le risposte che cerca, la donna viene trovata morta. Nella scuola nessuno è al sicuro. Un assassino seriale si muove nel buio e tende sempre più la sua ragnatela. Per chi come me ha letto tutti i romanzi precedenti, vi segnalo il ritorno di un personaggio già incontrato, una figura inquietante, una psichiatra molto particolare.

“Vittime innocenti”non è solo un thriller ma anche un noir psicologico che racconta il lato oscuro della mente umana, la paura del fallimento e il disagio di chi non può essere come la società lo vuole. È l’ottavo volume della serie di Kim Stone. Ambientato in una scuola d’élite, dove avvengono una serie di delitti e dove nulla è ciò che sembra. Un ambiente dove nessuno vede o sente qualcosa, un muro d’omertà rende l’indagine, di Kim Stone e della sua squadra, alquanto complicata soprattutto quando, per determinati comportamenti, si comincerà a parlare di sociopatia.

Angela Marsons, in questo romanzo, pone l’attenzione sulle scuole private di prestigio inglesi con rette elevatissime. Scuole dove le famiglie ricche e potenti, iscrivono i loro figli che formeranno le èlite che governeranno la nazione. Ma attenzione, non è tutto oro ciò che luccica. I ragazzi frequentano queste scuole nella convinzione di essere superiori a chi non ha una famiglia potente alle spalle. Il bullismo regna rigoglioso, i segreti si nascondono nelle aule e nei corridoi. L’ipocrisia regna sovrana e i meriti sono cartastraccia mentre contano competizione e posizione sociale. Su tutto aleggia l’ombra delle confraternite che ricoprono un ruolo importante condizionando i vari aspetti della società. Nella scuola dove Kim indaga, la Heathcrest Academy, ci sono quattro società segrete. Cuori e quadri per le ragazze, fiori e picche per i ragazzi. Per farvi parte occorre eccellere in ambito sportivo o scolastico oppure avere genitori molto famosi. È qui che si forma la futura classe dirigente della Black County. Gli studenti sono pronti ad affrontare con coraggio i riti d’iniziazione pur di entrare a far parte di una cerchia ristretta di eletti. Kim dovrà muoversi su un terreno minato, tra luci e ombre, paure e tormenti, segreti e vendette.

 Il passato non rimane mai nel passato.

Angela Marsons è tra le mie autrici preferite del genere thriller, non delude mai le mie aspettative e mi piace il modo in cui caratterizza i personaggi. Nei libri della serie trovi segreti, intimidazioni, intrighi e bugie. Nessuno è mai veramente al sicuro o al di sopra di ogni sospetto. Kim, con la sua determinazione, riesce a svelare orribili verità e non ha pace finchè non rende giustizia alle povere vittime. Inoltre ogni romanzo affronta un aspetto diverso della società inglese e descrive dinamiche diverse in cui il lato oscuro della vita viene alla luce. Adoro entrare nella mente dei malvagi, comprendere le loro motivazioni, il loro passato, le radici da cui deriva il loro dolore che spesso si trasforma in violenza. È interessante scorgere il percorso che conduce alcune persone a commettere azioni orribili. Proprio a causa del suo tragico passato, Kim è stata abbandonata durante l’infanzia, la detective sente il bisogno di proteggere i vulnerabili.

Quando inizio a leggere un thriller di Angela Marsons, io perdo la cognizione del tempo. Non riesco a smettere prima di giungere alla resa dei conti. In “Vittime innocenti” il finale mi ha colta del tutto impreparata non tanto per la scoperta del colpevole quanto per il risvolto drammatico che mi ha lasciata in balia di un forte impatto emotivo.

Forse questa volta la verità è più spaventosa di ogni immaginazione, districare un’oscura rete di segreti sepolta nel passato di coloro che frequentano la Heathcrest  e delle loro famiglie potrebbe essere la chiave per risolvere questo caso intriso di suspense. La selezione naturale del male diventa, nel romanzo, una realtà. Anime inquiete lottano per il potere, il più forte e crudele si fa strada. Un gioco mortale rasenta la follia, il jolly è la vendetta, una pulsione orribile che spalanca le porte dell’inferno. Un libro da non perdere.

martedì 22 novembre 2022

RECENSIONE | "La fotografa degli spiriti" di Desy Icardi

Desy Icardi prosegue la sua pentalogia sensoriale con un nuovo romanzo dedicato alla vista e alla capacità di saper cogliere le occasioni. “La fotografa degli spiriti”, Fazi Editore nella collana Le strade, pone al centro del racconto l’arte della fotografia in tutte le sue manifestazioni e una ragazza con una fervente curiosità che sarà in grado di cambiare per sempre il corso della sua vita e di trovare la propria strada inseguendo le passioni più vere. 

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
La fotografa degli spiriti
Desy Icardi

Editore: Fazi
Pagine: 360
Prezzo: € 16,00
Sinossi

Nella Torino di inizio Novecento, il giovane Edmondo Ferro ha cominciato da poco la sua carriera di avvocato mentre nelle campagne piemontesi, dove regnano incontrastati duro lavoro e povertà, una ragazza è costretta a imbarcarsi per terre lontane: due destini paralleli che si incontreranno sorprendentemente in una storia sulla capacità di assecondare le proprie inclinazioni nella ricerca della vera felicità. L’avvocato Ferro lavora svogliatamente nel prestigioso studio di famiglia quando in realtà vorrebbe solo dedicarsi alla lettura dei romanzi, sua unica vera passione. Nei salotti dell’alta borghesia cittadina, che è costretto a frequentare, stanno facendo parlare di sé alcune medium trattate come dive e spesso accompagnate da fotografi che si dicono in grado di immortalare gli spiriti dell’aldilà: un’attività molto alla moda ma altrettanto sospetta sulla quale l’avvocato si ritrova suo malgrado a dover fare chiarezza. Nelle campagne circostanti, intanto, sono in molti a decidere di emigrare; è anche il caso di Pia, un’umile ragazza che, con la speranza di aiutare la propria famiglia, viene convinta da un intraprendente fotografo a imbarcarsi per l’Argentina insieme ad altre giovani contadine, nell’illusione di raggiungere un promesso sposo che non ha mai visto e che non vedrà mai. Il viaggio infatti riserverà a tutte ben altre sorprese e, tra pericoli inaspettati e gravi disavventure, Pia avrà l’occasione di scoprire una vocazione che prima non conosceva.







Nella Torino di inizio Novecento, il giovane Edmondo Ferro ha cominciato da poco la sua carriera di avvocato mentre nelle campagne piemontesi, dove regnano incontrastati duro lavoro e povertà, una ragazza è costretta a imbarcarsi per terre lontane: due destini paralleli che si incontreranno sorprendentemente in una storia sulla capacità di assecondare le proprie inclinazioni nella ricerca della vera felicità.
Fotografie Bardella: ritratti di famiglia, ricordi della cresima e della leva militare, fidanzamenti, matrimoni!

L’avvocato Ferro lavora svogliatamente nel prestigioso studio di famiglia quando in realtà vorrebbe solo dedicarsi alla lettura dei romanzi, sua unica vera passione.
Il giovane avvocato Ferro camminava verso lo studio legale a passo lento e strascicato. “Giovane avvocato” era un eufemismo; Edmondo Ferro, unico discendente maschio della sua famiglia, aveva già trentasette anni ed era in ritardo su tutto, o almeno così sostenevano i suoi parenti. Non era ancora un professionista affermato, non aveva preso moglie né, di conseguenza, prodotto un erede ma, soprattutto, non aveva ancora deciso se il diventare un avvocato di grido, un buon marito e un padre di famiglia erano cose che davvero desiderava.
Nei salotti dell’alta borghesia cittadina, che è costretto a frequentare, stanno facendo parlare di sé alcune medium trattate come dive e spesso accompagnate da fotografi che si dicono in grado di immortalare gli spiriti dell’aldilà: un’attività molto alla moda ma altrettanto sospetta sulla quale l’avvocato si ritrova suo malgrado a dover fare chiarezza. Ferro non aveva alcun dubbio: le avventure cartacee erano più sicure di quelle in cui toccava esporsi in prima persona. Nelle campagne circostanti, intanto, sono in molti a decidere di emigrare, è il caso di Pia, un’umile ragazza che, con la speranza di aiutare la propria famiglia, viene convinta da un intraprendente fotografo a imbarcarsi per l’Argentina insieme ad altre giovani contadine, nell’illusione di raggiungere un promesso sposo che non ha mai visto. Il viaggio riserverà a tutte delle sorprese e, tra pericoli inaspettati e gravi disavventure, Pia avrà l’occasione di scoprire una vocazione che prima non conosceva.

“La fotografa degli spiriti” è un viaggio narrativo-sensoriale che ha la sua guida nel personaggio straordinario dell’avvocato Ferro che rappresenta tutti noi lettori. Ha una grande cultura e umanità, vorrebbe leggere tutti i libri del mondo: un desiderio impossibile ma che comprendiamo bene noi amanti dei libri. Edmondo è la nostra guida attraverso un mondo sensoriale fatto da tanti dettagli, come le briciole di Pollicino, che possiamo seguire per “annusare, toccare, ascoltare e vedere ciò che Desy Icardi ci mostra nei suoi scritti. 

L’avventura è iniziata con “L’annusatrice di libri”, è proseguita con  “La ragazza con la macchina da scrivere” e con “La biblioteca dei sussurri”, per approdare a “La fotografa degli spiriti”. La fotografia, nelle pagine del romanzo, diventa un linguaggio espressivo. Con uno scatto si può catturare un mondo e trasmettere un’infinità di emozioni e di istanti di vita.

Per munsù Bardella, sensale senza scrupoli, che si aggirava tra le colline e i paesi più sperduti per fotografare le ragazze da accasare con “ricchi” uomini emigrati in Argentina, la fotografia è un mezzo che permette di guadagnare. 

Per la medium, la signorina Garelli, la fotografia spiritica, per ritrarre le anime trapassate, è menzogna? Nasconde una truffa? 

Per Pia la fotografia è scoperta, emozione, è un momento per catturare la vera essenza delle persone davanti all’obiettivo. La fotografia è verità.
Con mano tremante, scattò, un brivido le corse lungo la schiena ed ebbe l’impressione che fossero stati i suoi stessi occhi, e non la macchina fotografica, a rubare al presente quell’istante per consegnarlo al futuro. Pia si sentì pervadere da una sensazione di forza, pace ed euforia, simile ma più intensa a quella che provava quando teneva un libro tra le mani.

Guadagno, menzogna e verità, tre aspetti della fotografia che raccontano una realtà brutta e bella, ma pur sempre realtà. I futuri mariti argentini immaginano le loro spose guardando le fotografie e pensano a come sfruttarle. La medium racconta una sua verità un po’ ritoccata. Pia scopre la bellezza interiore delle persone, i loro crucci e le loro paure, trasforma e nobilita i soggetti. Per tutte le foto, comunque, il denominatore comune è il tempo. 

Per le future spose è tempo di abbandonare la famiglia d’origine per scoprire il loro destino.

Per coloro che frequentano le sedute spiritiche che la contessa Székely organizza nella sua villa in collina, è tempo di rivedere i propri cari che la morte ha condotto via.

Per Pia è il tempo per realizzare i propri sogni, le proprie passioni.

È come se la macchina fotografica assumesse il carattere di chi la usa, vede al di là delle apparenze e scopre il bello che alberga in noi.

“La fotografa degli spiriti” è anche un momento di riflessione sulla condizione femminile agli inizi del Novecento. Le protagoniste della storia sono ragazza semplici pronte ad accettare una vita di soprusi all’ombra di un uomo, ma compaiono anche figure che non accettano passivamente il loro destino. Eloisa, la cugina dell’avvocato Ferro, è una ragazza che non accetta le regole crudeli della società che voleva la donna relegata in casa a prendersi cura dei figli. Lei ha un’indole fiera e indipendente, ma deve sottostare al volere del padre: non le è stato permesso né di studiare né di lavorare.
Il mondo cambia e gli uomini si affannano per stare al passo, mentre alle donne tocca rimanere indietro. Prenda l’istruzione scolastica: le scuole maschili hanno l’obiettivo di aprire la mente dei ragazzi a ogni novità tecnica o scientifica, mentre quelle femminili insegnano alle fanciulle a mantenersi innocenti e sprovvedute, tali e quali alle loro madri e nonne.

Io ho letto con molto piacere i quattro libri della pentalogia, aspetterò con interesse il quinto, e ho ritrovato elementi comuni tra i romanzi. In tutti predomina l’amore per i libri e la lettura, l’ambientazione novecentesca, un pizzico di mistero e di magia e, ovviamente l’avvocato Ferro. 

Leggere i romanzi di Desy Icardi è come entrare a far parte di un mondo in cui ci si può rispecchiare identificando tanti temi su cui riflettere. Adoro la presenza costante dei libri che hanno una loro voce e con discrezione compaiono al fianco dei personaggi che vivono, sbagliano e tentano di riscattarsi dagli errori commessi. Guardare al futuro è farsi carico di progetti, emozioni e di passioni. Scoprire la propria vocazione e trovare il coraggio per scegliere la propria strada, è davvero importante. Spesso occorre dissipare le convinzioni negative, i modelli di comportamento condizionati. Fare ciò che piace può segnare la differenza tra un essere umano frustrato e un essere umano felice. Pia è felice facendo la fotografa, l’avvocato Ferro è felice quando legge. Per tutti noi vale lo stesso principio: la forza per realizzare i nostri sogni è dentro di noi, dobbiamo solo permetterle di emergere.

mercoledì 16 novembre 2022

BLOGTOUR | "La ragazza che viene dal buio" di Michael Robotham | I 5 motivi per leggere il romanzo

“La ragazza che viene dal buio” è un bel thriller firmato da Michael Robotham, scrittore australiano di grande successo e indiscutibile talento. Il romanzo è il secondo volume della serie con lo psicologo forense Cyrus Haven e l’inarrivabile Evie Cormac. Abbiamo fatto la loro conoscenza in “Brava ragazza, cattiva ragazza”, entrambi i romanzi editi da Fazi nella collana Darkside, con cui l’autore ha dato inizio a una lunga e angosciante indagine che ha il compito di ricostruire, un pezzetto alla volta, il quadro della vera identità di Evie.

Di motivi per leggere questo thriller psicologico mozzafiato, intrigante e avvincente, ce ne sono molti. Eccone cinque.





La ragazza che viene dal buio
(Serie di Cyrus ed Evie #2)
Michael Robotham

Editore: Fazi
Pagine: 446
Prezzo: € 18,50
Sinossi
Chi è Evie, la ragazza senza passato? Da cosa fugge? Da bambina è stata trovata nascosta in una stanza segreta all’indomani di un terribile delitto avvenuto proprio sotto i suoi occhi. Grazie alla dote che la contraddistingue, un’istintiva abilità nel capire quando qualcuno sta mentendo, ha aiutato Cyrus a risolvere un caso apparentemente impenetrabile. Ora per lo psicologo è il momento di sciogliere l’enigma più complesso di tutti e fare luce sul passato di Evie. Prende così il via una lunga e angosciante indagine, durante la quale, passo dopo passo, il velo di mistero si squarcia e si compone il quadro della vera identità della ragazza. Ma più Cyrus si avvicina alla verità, più espone Evie al pericolo, non lasciandole altra scelta che scappare. Entrambi si troveranno di fronte a un’amara verità: a volte è meglio che alcuni segreti rimangano sepolti e alcuni mostri non vengano evocati.



I 5 motivi per leggere il romanzo

1. Perchè questa nuova, travolgente serie merita di essere letta. È una lettura avvincente, a tratti angosciante, in un concatenarsi di storie nere e orribili incontri. Ombre inafferrabili vanno a caccia di prede per spingerle in un gorgo di violenza, tragedia e perversione. Cammineremo, siatene certi, per vie tortuose come le menti dei due protagonisti e giungeremo in luoghi agghiaccianti sotto lo sguardo di perversioni gravemente traumatizzanti. Nulla sarà facile, ogni scelta avrà terribili conseguenze, ma Evie e Cyrus non possono rimanere inermi davanti a tanto dolore. Lo stesso passato di Evie è segnato da crudeltà, dietro alla sua sofferenza c’è la malignità umana. È allora che i nostri due amati protagonisti, privi di certezze e sospesi come funamboli sul baratro dell’esistenza, proveranno a cambiare le cose. E all’improvviso, proprio quando i giochi sembrano ormai decisi, è di nuovo partita aperta.

Le tre più grandi bugie del mondo sono queste: “Andrà meglio”, “Finirà tutto bene” e “Sono qui per te”.

2. Perché la trama è una sorta di filo di Arianna per noi lettori, una ragnatela bellissima e inafferrabile che cattura con una summa di misteri e sprigiona “loro”, gli “uomini senza volto” di Evie. Le creature dei suoi e dei nostri incubi, i mostri sotto il letto.

Sei anni prima, Evie Cormac è stata trovata nascosta in una stanza segreta all’indomani di un brutale omicidio avvenuto proprio sotto i suoi occhi. Nessuno ha mai scoperto il suo vero nome, per tutti è “Faccia d’Angelo”, nessuno conosce il suo passato perché tutti quelli che ci provano finiscono per morire. Lo psicologo forense Cyrus Haven crede che la verità renderà Evie libera. Ignorando gli avvertimenti della ragazza, inizia a scavare nel suo passato che assomiglia a un enorme buco nero, finendo per disturbare un vespaio di persone corrotte e potenti, che stavano aspettando di trovare Evie, l’ultima testimone dei loro spregevoli desideri. A sua insaputa, Cyrus li sta conducendo direttamente dalla ragazza. La verità  non la renderà libera. Più si avvicina alla verità, più espone Evie al pericolo, non lasciandole altra scelta che scappare. Entrambi si troveranno di fronte a un’amara verità: a volte è meglio che alcuni segreti rimangano sepolti e alcuni mostri non vengano evocati.

3. Perchè l’autore ha creato dei personaggi che sono ben caratterizzati pur rimanendo in ombra nel bozzolo della vita. Sono dei sopravvissuti, delle anime ferite che fanno della solitudine la loro protezione. Evie ha un passato da scoprire e anche Cyrus è  stato un bambino traumatizzato da una tragedia che lo ha segnato per sempre. L’empatia con i protagonisti imperfetti nasce spontanea. Sono affascinanti, con tanti scheletri nell’armadio, ed è emozionante vederli in pericolo. Trattieni il respiro e fai il tifo per loro camminando un passo dietro le loro ombre fino all’ultima pagina. Con loro si va in un territorio oscuro dove l’orrore è di casa. Si respira subito un’aria ricca di aspettativa, possibili rivelazioni, pericoli, azione e intrighi. In un rincorrersi di flashback scoprirete i temi che caratterizzano questo romanzo: la famiglia, la tragedia, il crimine, la corruzione, il potere, l’identità, la fiducia e le azioni malvagie. I protagonisti assistono a un ritorno inesorabile del Male. Dal Male nasce altro Male, i “mostri” sembrano vivere in una terra grigia dove la giustizia degli uomini non riesce ad arrivare. Preparatevi a scoprire verità agghiaccianti scivolando su diversi livelli di tempo e realtà all’interno della stessa cornice narrativa.

Non mi fido della verità. La verità è una storia. La verità è un’abitudine. La verità è un compromesso. La verità è una vittima. La verità è morta molto tempo fa.

4. Perché questo romanzo mostra la realtà come un sistema complesso nel quale esistono tante verità perché ogni personaggio ha strati di personalità che tiene nascosti al mondo. Le loro relazioni sono raramente semplici e non è detto che siano anche giuste. Non esiste quasi mai una verità che vale per tutti. Ognuno ha la sua verità, indossa la sua maschera, si muove tra mille sfumature e definisce la verità grazie alla contrapposizione con la bugia e la menzogna. Intrecciano il vero e il falso creando una mappatura delle relazioni che mette in evidenza come le persone mentono quando credono di poter trarre qualche vantaggio e si appellano alla verità quando vogliono che si abbia in loro maggiore fiducia. Evie, la ragazza enigma, e Cyrus, sopravvissuto a un incubo reale, riusciranno a dare un nome agli “uomini senza volto”? Le anime perse vinceranno ancora?

5. Perché lo stile di Robotham conquista per la sua fluidità che fa dell’essenziale il suo punto di forza. L’autore, con pazienza certosina, ci mostra un tassello alla volta componendo il quadro della vera identità di “Faccia d’Angelo”. È una realtà crudele quella che si svela ai nostri occhi. Attraverso una struttura narrativa che vede alternarsi il racconto dei due protagonisti, si entra subito nelle loro menti grazie a un approccio introspettivo che riesce a fornire un’immagine accurata di Evie e Cyrus. Capitolo dopo capitolo si delinea un duro ritratto della società ed emergono le voci della solitudine e della sofferenza che pervadono tante vite. L’autore penetra nell’anima dei suoi personaggi e ne mette a nudo il lato oscuro. Basta aprire il nero volume della Fazi e iniziare a leggere per ritrovarsi catapultati su una giostra di eventi, di soprusi, di complicità, di silenzi. Una storia complessa, su più livelli, che non si perde in vicende marginali. Verranno scoperte tutte le carte?

“La ragazza che viene dal buio” è un romanzo che inchioda il lettore come solo i grandi thriller sanno fare. Sarete risucchiati in una spirale di segreti, bugie, rivelazioni e colpi di scena: se state cercando una lettura che non dà tregua, l’avete trovata. Nessuno è al sicuro, in particolare quando cala l’ora “degli uomini senza volto”, l’ora in cui siamo tutti più vulnerabili.



venerdì 11 novembre 2022

RECENSIONE | “Il Re del Grano e la Regina della Primavera” di Naomi Mitchison

Dopo  “Il viaggio di Halla”, Naomi Mitchison torna nelle librerie italiane, sempre con Fazi Editore e nella traduzione di Sabina Terziani, con “Il Re del Grano e la Regina della Primavera”. Il romanzo, dato alle stampe una sessantina di anni fa, conserva intatto il fascino dell’epica. È un viaggio ideale, perché parla della storia dell’uomo, sempre pronto a nuove avventure per scoprire nuove culture e luoghi straordinari. Le ricchezze delle pagine scritte dalla Mitchison ci permettono di avere a portata di mano tragedie e trionfi, gioie e dolori, amori e vendette. Tornare indietro nel tempo ci permetterà di esplorare gli aspetti di un mondo antico. La storia inizia in un luogo imprecisato sulle rive del Mar Nero. Le popolazioni che vivevano da quelle parti sono conosciute come “Sciti”, una cultura di cui sappiamo ben poco.

“Il Re del Grano e la Regina della Primavera” è la storia delle popolazioni che vivevano oltre i confini della cultura mediterranea e di come queste civiltà reagivano entrando in contatto con altre idee.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il Re del Grano e la Regina della Primavera
Naomi Mitchison

Editore: Fazi
Pagine: 790
Prezzo: € 20.00
Sinossi

Nel regno immaginario di Marob, sulla costa del Mar Nero, una giovane maga di nome Erif Der è costretta a sposare il potente rivale politico del padre, Tarrik, il Re del Grano e Capo di Marob, diventando così la Regina della Primavera. Il suo compito sarà proteggere l’avvicendarsi delle stagioni e la fertilità della terra. Erif, suo malgrado una pedina al centro dei giochi di potere tra il padre e il marito, dovrebbe condizionare il consorte attraverso la magia; i suoi poteri, però, non sortiscono gli effetti sperati perché il Re del Grano, dopo aver salvato da un naufragio un filosofo greco di nome Sfero, che inizia a condividere con lui il suo sapere, diventa immune agli incantesimi e decide di recarsi in Grecia di persona per approfondire le sue conoscenze  di filosofia e politica. Anche Erif, dal canto suo, si dovrà imbarcare in un lungo viaggio per mare, che la porterà nella battagliera Sparta, dove il re Cleomene III vuole provare a cambiare le cose, e poi nell’Egitto opulento e pieno di piaceri: un’avventura complessa che la aiuterà a comprendere più a fondo il suo ruolo di Regina della Primavera, ampliare i suoi orizzonti e sfidare le norme precostituite.


Erif Der, seduta sui ciottoli, lanciava sassi tra le onde del Mar Nero; tirava molto bene per essere una ragazza. A cosa stava pensando? Un po’ alla magia, ma soprattutto a niente in particolare.

Presentato da Naomi Mitchison, il romanzo, ambientato oltre duemila anni fa sulle rive del Mar Nero nell’insediamento immaginario di Marob, racconta di antiche civiltà in cui tenerezza, bellezza e amore competono con brutalità e magia. Erif Der, una giovane strega, è costretta  a sposare il potente rivale del padre, Tarrik il Re del Grano, diventando così la Regina della Primavera. Il suo compito sarà proteggere l’avvicendarsi delle stagioni e la fertilità della terra. Erif, suo malgrado, è una pedina al centro dei giochi di potere tra il padre e il marito. Obbligata dal padre, la giovane sposa usa i suoi incantesimi per cercare di spezzare il potere di Tarrik, ma i suoi poteri non sortiscono l’effetto sperato. Una notte Tarrik salva da un naufragio un filosofo greco di nome Sfero, che inizia a condividere con lui il suo sapere. Così il Re del Grano decide di recarsi in Grecia di persona per approfondire le sue conoscenze di filosofia e politica. Anche Erif affronterà un lungo viaggio per mare, che la porterà nella battaglia di Sparta, dove il re Cleomene III vuole provare a cambiare le cose, e poi nell’Egitto opulento e pieno di piaceri: un’avventura complessa che la aiuterà a comprendere meglio il suo ruolo di Regina della Primavera, ampliare i suoi orizzonti e sfidare le norme precostituite.

Immergersi nella lettura di questo libro è stato un gran piacere che deriva dall’entrare nel mondo creato dalla scrittrice e dal linguaggio che usa per descriverlo. È un’esplorazione filosofica della vita, del potere e del tempo. Gli eventi narrati sono un mezzo per esplorare i ruoli che i re svolgevano per i loro popoli, i ruoli delle donne nel matrimonio e nella comunità, sempre comunque sottomesse al potere degli uomini, i rapporti delle persone con la natura attraverso rituali e magie per poter avere raccolti sani e bestiame fertile. È una perpetua ricerca del sé interiore, ricerca alimentata da una sofferenza dovuta a situazioni esistenziali importanti. Sia Tarrik che Erif combattevano, giorno dopo giorno, una guerra interiore sulla differenza fra Bene e Male, sulla convinzione che faceva parte dell’ordine della Natura operare magie per favorire i raccolti. È sicuramente una bella lotta interiore. Il Re del Grano e la Regina della Primavera guardavano le cose in modo mistico, la parte magica del loro essere non ammetteva il pensiero razionale. Divinità, magia e superstizione sfidavano conoscenza, politica e nuove idee.

Le popolazioni che vivevano oltre i confini della cultura mediterranea  affrontavano i problemi della vita con la magia, ma cosa succederà quando questi uomini entreranno in contatto con una serie di idee filosofiche e politiche che per loro erano nuove e che cercavano di comprendere?

La prima parte del libro esplora la lotta tra Tarrik e Harn Der (il padre di Erif) su chi sarà il re del Grano. Erif diventa una pedina di questo gioco ma alla fine sceglierà da che parte stare. Intanto Tarrik , essendo il re, si sente responsabile del benessere del suo popolo. Durante un viaggio con Sfero si reca a Sparta e incontra il re di Sparta qui ha inizio la seconda parte del romanzo. Siamo al tempo della rivoluzione degli ultimi re della dinastia degli Agiadi.

È stato interessante, per me che amo la storia e l’archeologia, scoprire la storia del coraggioso Cleomene, re di Sparta, e il suo nuovo progetto politico. Il re vorrebbe eliminare la povertà e la schiavitù per dare a tutti la possibilità di essere cittadini e dividere equamente la ricchezza. Non tutti condividevano queste idee e i potenti Spartani si unirono ad altre città-stato della Grecia per dichiarare guerra a Sparta.

Così, nel nostro pellegrinare da lettori, abbiamo lasciato Marob e il suo mondo magico per andare a esplorare la civiltà mediterranea culla di idee e di sistemi religiosi che inaugureranno l’era moderna. Seguire Erif  e Tarrik vuol dire percorrere la via del tempo verso il nostro presente.

La terza e ultima parte del libro segue i pochi sopravvissuti spartani ad Alessandria dove Cleomene cercherà l’aiuto del giovane Tolomeo IV d’Egitto per riportare Sparta all’antico splendore. Tolomeo rappresenta un lato della regalità che delega l’amministrazione del suo regno a un funzionario pubblico mentre si abbandona ai piaceri sensuali. L’Egitto viene descritto come un impero dissoluto dove quasi nulla è veramente sacro. Con Tolomeo IV comincia già a declinare la potenza e la prosperità del regno.

Pur essendo un libro pubblicato nel 1931, l’autrice descrive le varie forme dell’amore e della sessualità. Leggeremo di rituali di fertilità, di desideri delle donne per gli uomini, degli uomini per le donne, degli uomini per gli uomini e delle donne per le donne. Il tutto è narrato con sensualità, desiderio e commozione.

Questo libro è affascinante nella sua profondità e complessità. La collisione tra il mondo di Marob e il realismo di Sparta, la magia e le divinità, la crudeltà del mondo antico, sono piani narrativi in cui i personaggi si muovono. Incantesimi magici, tenerezza, brutalità, riti primitivi, bellezza e amore sono elementi che caratterizzano una trama che ha come fine l’osservazione e la conoscenza per il bene comune. Il libro presenta infatti tre modelli di società del mondo antico, alcuni reali altri inventati, e ne descrive i rapporti tra una società periferica e apparentemente poco civilizzata come Marob con la Grecia classica e la decadente corte di Tolomeo ad Alessandria.

“Il Re del Grano e la Regina della Primavera”  è la straordinaria storia di una donna che si libera del ruolo che le è stato assegnato per sperimentare la vita in tutti i suoi aspetti. Erif Der che è contemporaneamente regina, strega e sacerdotessa, in un mondo utopico di amore libero, potrà esercitare il suo libero arbitrio.

“Il Re del Grano e la Regina della Primavera” è un libro corposo, un mix di magia, epica mito e storia. I protagonisti vanno oltre le apparenze, mettono in discussione ciò in cui hanno sempre creduto affrontando le nuove sfide sul loro cammino. Temi immortali che traghettano il mondo antico al nostro presente e ci fanno assaporare un’epoca piena di suggestioni e fascino tra passato e presente.

sabato 5 novembre 2022

BOOKTOUR | "A cena con l'assassino" di Alexandra Benedict | Recensione

“A cena con l’assassino” è un romanzo di Alexandra Benedict, edito da Newton Compton Editori. La protagonista, in occasione del Gioco di Natale che si tiene ogni anno nella casa di famiglia, dovrà seguire un filo d’Arianna formato da indovinelli e anagrammi da risolvere che la condurranno alla soluzione del mistero attorno alla morte di sua madre. La scrittrice ha creato dei giochi per coinvolgere anche noi lettori. È una bella sfida per noi e le nostre celluline grigie sono chiamate a dare il meglio di sé. 



STILE: 7 | STORIA: 7 | COVER: 7
A cena con l'assassino
Alexandra Benedict

Editore: Newton Compton
Pagine: 288
Prezzo: € 9,90
Sinossi

Lily Armitage ha deciso che non metterà mai più piede a Endgame House, la grande dimora di famiglia in cui sua madre è morta ventuno anni prima. I suoi propositi, però, vacillano quando riceve una lettera dalla zia, che la invita alla sfida tradizionale che si tiene ogni anno: il Gioco di Natale. In cosa consiste? I partecipanti dovranno trovare dodici chiavi con i dodici indizi a disposizione. Quest’anno c’è un premio speciale: l’atto di proprietà di Endgame House. A Lily non interessa nulla della casa, ma nel biglietto c’è un dettaglio che basta da solo a convincerla: durante i giochi verranno rivelati gli indizi per scoprire finalmente la verità sulla morte di sua madre. Ma è davvero così o si tratta di uno scherzo di pessimo gusto? Per scoprirlo, Lily deve trascorrere dodici giorni nella grande casa insieme ai cugini, risolvendo enigmi e indovinelli per rivelare, uno a uno, i segreti più oscuri della famiglia Armitage. Quando una tempesta di neve isola la casa da ogni contatto con l’esterno, tutto può succedere...



Cara famiglia Armitage, cari ospiti. Be’, alla fine sono morta. Il che è un peccato dato che stavo preparando un magnifico Natale con tutti voi e non vedevo l’ora di potervi vedere intenti a risolvere i miei indizi, e al contempo dare un futuro a Endgame. Sarebbe stato un gran divertimento, soprattutto perché molti di voi sono così scarsi con gli indovinelli…

Lily Armitage ha deciso che non metterà più piede a Endgame House, la grande dimora di famiglia in cui sua madre è morta ventuno anni prima. I suoi propositi, però, vacillano quando riceve una lettera della zia che la invita alla sfida tradizionale che si tiene ogni anno: il Gioco di Natale. In cosa consiste? I partecipanti dovranno trovare dodici chiavi con i dodici indizi a disposizione. Quest’anno c’è un premio speciale: l’atto di proprietà di Endgame House. A Lily non interessa nulla della casa, ma nel biglietto c’è un dettaglio che basta da solo a convincerla: durante i giochi verranno rivelati gli indizi per scoprire finalmente la verità sulla morte di sua madre e si scoprirà la stanza segreta di Endgame House. Ma è davvero così o si tratta di uno scherzo di pessimo gusto? Per scoprirlo, Lily deve trascorrere dodici giorni nella grande casa insieme ai cugini, risolvendo enigmi e indovinelli per rivelare, uno a uno, i segreti più oscuri della famiglia Armitage. Quando una tempesta di neve isola la casa da ogni contatto con l’esterno, tutto può succedere.

Per me, investigatrice da poltrona, questo libro ha rappresentato subito una sfida. Non posso negare che nel mio cervello, ma soprattutto nel mio cuore, si sono risvegliati i meravigliosi ricordi di “Dieci piccoli indiani”. Agatha Christie è insuperabile ma, devo riconoscerlo, Alexandra Benedict è sulla buona strada per diventare un’acclamata autrice.

“A cena con l’assassino” è un mistero natalizio ambientato in una casa di campagna che ben presto sarà isolata causa tempesta di neve. Nel famoso labirinto di Endgame House, dove Lily ha ritrovato il corpo senza vita di sua madre, si cela parte della verità. Lily e i suoi cugini, accuditi dalla governante Castle, dovranno lasciare i loro telefonini e potranno fare affidamento solo su loro stessi per cercare di risolvere gli enigmi e vincere l’atto di proprietà della casa. La famiglia è riunita per l’ultima partita e a controllare che tutto si svolga secondo le volontà testamentarie della zia c’è l’avvocatessa Isabelle, amica d’infanzia di Lily. Inizialmente tutto procede in modo più o meno tranquillo, ma poi le cose si complicano e strani avvenimenti sconvolgono la quiete di Endgame House e tra un gioco e l’altro, emergono ricordi legati all’infanzia. Lily non può più sfuggire alla verità, deve combattere per sopravvivere e affrontare il volto della tragedia. È arrivato il momento di abbattere il suo personale labirinto dove nessuno entra e da dove, lei, non esce mai.

E così la vede, come la vede ogni notte nei sogni che la fanno attorcigliare tra le lenzuola: mamma accasciata contro la siepe, il collo tutto storto, gli occhi fissi davanti a sé, le palpebre immobili.

“A cena con l’assassino” è un romanzo in perfetto stile britannico: un’antica dimora, una fidata governante, la tempesta di neve, l’immancabile mistero. È un romanzo frenetico, agghiacciante nella sua crudeltà, sorprendente nei suoi enigmi. Immaginatevi un albero di Natale addobbato e una gran quantità di pacchetti avvolti in carta colorata. Il fuoco che scoppietta nel camino mentre fuori fiocchi di neve cadono fitti, una riunione di famiglia nella dimora isolata. Sarà con timore che leggerete l’evolversi della storia perché è Natale il giorno in cui possono succedere le cose più strane. Sarà un Natale di riconciliazione? Malgrado i canti e gli addobbi, la crudele realtà penetra silenziosa. La tradizione natalizia fa da impalcatura solida e familiare su cui viene costruito il nuovo e ultimo gioco della famiglia Armitage. Ognuno di loro è pronto a tutto pur di vincere e questo porterà ad una faida familiare che aprirà una capsula del tempo che contiene odi e rancori, soprusi e vendette. Tutti sembrano in trappola. Chissà se ne usciranno. Il lato oscuro del 25 dicembre vi aspetta!


SOLUZIONE GIORNO 6 DEL GIOCO “GLI ANAGRAMMI DEI DODICI GIORNI”

La scrittrice Alexandra Benedict ha preparato per noi lettori alcuni giochi da risolvere mentre leggiamo il romanzo. Il primo gioco è “GLI ANAGRAMMI DEI DODICI GIORNI”. In questo libro gli indizi sono rivelati in ciascuno dei dodici giorni che vanno da Natale al 5 gennaio. La scrittrice ha deciso di anagrammare tutti i dodici doni che, in una canzoncina natalizia popolare in Inghilterra, sono associati ai rispettivi giorni e ha quindi nascosto nei vari capitoli questi anagrammi.  La mia tappa è la sesta quindi è legata al sesto giorno. Nella canzone il dono del sesto giorno è “sei papere che covano” e il suo anagramma all’interno del romanzo è “evochi panacee, spero”.

venerdì 28 ottobre 2022

BLOGTOUR | “Puzzle" di Franck Thilliez | I 5 motivi per leggere il romanzo

Dopo “Il manoscritto”, “Il sogno” e “C’era due volte”, il 31 ottobre Franck Thilliez tornerà nelle librerie con un nuovo enigma che si preannuncia una sfida per il lettore costretto a muoversi costantemente sul filo del rasoio tra realtà, finzione e deliri paranoici.  Si tratta di “Puzzle”, pubblicato da Fazi nella collana Darkside.

Un romanzo psicologicamente intrigante, a cominciare dal titolo, che vi conquisterà portandovi a dubitare di tutto e di tutti ma soprattutto vi  trasporterà nella complessità dei misteri del cervello e della memoria.  Se ciò non vi basta, ecco cinque motivi per leggere “Puzzle”.



Puzzle
Franck Thilliez

Editore: Fazi
Pagine: 430
Prezzo: € 18,50
Sinossi
Lucas Chardon è rinchiuso in un ospedale psichiatrico e per la prima volta chiede di raccontare come sono andate le cose il giorno in cui la sua vita è cambiata per sempre. Quel giorno, la polizia ha rinvenuto otto cadaveri trucidati in un rifugio. Insieme a loro c’era lui, in lacrime, ricoperto di sangue e privo di memoria. Altrove, Ilan Dieduset riceve una telefonata: è la sua ex ragazza, Chloé. Dice di aver trovato l’ingresso a Paranoia, un ambitissimo gioco di ruolo gestito da un’entità misteriosa: tutti lo stanno inseguendo, ma nessuno conosce le regole. Ilan è stato un giocatore compulsivo, in passato, e la tentazione è troppo forte. Dopo un inquietante processo di selezione, Ilan e Chloé, insieme ad altri sei candidati, vengono convocati in un ospedale psichiatrico in disuso isolato tra le montagne. Regola numero uno: niente di quello che stai per vivere è vero; questo è un gioco. Regola numero due: uno di voi morirà. La partita comincia e, quando il gruppo inizia a sospettare la presenza di un intruso, la paranoia prende lentamente corpo. Con il passare delle ore, la competizione assume forme sempre più perverse, in una sorta di folle e angosciante meccanismo. Dove finisce il gioco e dove comincia la realtà? Chi accetterebbe di morire per un gioco?



I 5 motivi per leggere il romanzo

1. Perché  con “Puzzle” si entra nella paranoia più totale con una trama ricca di enigmi in un contesto ad alta tensione.

Tutto inizia da Lucas Chardon, un uomo rinchiuso in un ospedale psichiatrico dopo che la polizia lo ha rinvenuto insanguinato e privo di memoria accanto ai corpi di otto cadaveri. Ora vuol raccontare, per la prima volta, cosa è realmente successo quella notte. Altrove Ilan Dieduset vive da solo nella grande casa ei suoi genitori a Montmirail. Rimasto orfano, i suoi genitori hanno perso la vita in un incidente in barca, è convinto che qualcuno stia cercando i segreti di suo padre, un ricercatore nel campo della neurologia. Nasconde con cura un disegno fatto da suo padre, sperando un giorno di poterlo decodificare e capirne il segreto. Un giorno  riceve dalla sua ex ragazza Chloé una chiamata in cui lo avverte di aver trovato l’ingresso a Paranoia, un gioco di ruolo ambito da tutti. Ilan, ex giocatore compulsivo, accetta l’invito della ragazza e dopo una dura selezione lui e altri sei candidati si ritrovano in un ospedale psichiatrico in disuso. La partita ha inizio e il gioco ha solo due regole: niente di quello che vivranno è vero e uno di loro morirà. La situazione tra i partecipanti si fa subito tesa, sono consapevoli che c’è un intruso e poco alla volta la competizione assume aspetti sempre più perversi tanto che la paranoia inizia ad avere il sopravvento. Dove finisce il gioco e dove comincia la realtà? Chi accetterebbe di morire per un gioco?

2. Perché, come accade spesso nei romanzi di Thilliez, un evento iniziale, in questo specifico romanzo tutto ha inizio con la scoperta di un massacro, produce una serie di effetti simili ai cerchi concentrici che si formano sulla superficie di uno specchio d’acqua in cui è stato lanciato un sasso. I filoni narrativi sono molteplici e l’autore li gestisce con la consueta abilità. Il risultato è un coinvolgente e inquietante intreccio di storie e di voci che ci permettono di conoscere meglio i personaggi.

3. Perché “Puzzle” è un romanzo machiavellico che va assaporato pagina per pagina. Non c’è un attimo di pace e il ritmo, nella seconda parte, è sempre vertiginoso. L’autore usa la paura e la suspense per costruire un ingranaggio implacabile in cui sarà sempre più difficile la distinzione tra gioco, realtà e follia. Ne consegue che la lettura di ogni capitolo diventa un’immersione in un mondo in cui i personaggi dubiteranno della propria esistenza. È come se un esercito di ombre marciasse lungo i gironi di quest’inferno per indurti a ricercare i ricordi di cui non hai memoria. Sai che esistano ma non riesci ad alzare quel velo che tutto ricopre. Si sviluppa così un filo nero che avvolge una storia inquietante e trascina il lettore in un vortice fatto di ossessioni, paura, cospirazione. Vortice che, a volte, prende il sopravvento sulla realtà e partorisce “mostri” che sconfinano in diverse dimensioni passanti per quella zona del perturbante che affascina e inquieta.

4. Perché “Puzzle” è una storia ambientata in luoghi dal fascino indiscusso. La storia di Lucas si svolge nelle Alpi al rifugio Gran Massif vicino a Morzine, Francia. Ma la maggior parte della storia si svolgerà tra le pareti dell’ospedale psichiatrico dismesso di Swanessong dove avrà inizio il gioco Paranoia. Il manicomio è un luogo isolato, malsano e lugubre, un mix di cemento, sbarre e sofferenza. L’idea non è certamente originale ma l’introduzione di nozioni sulla stanza dell’elettroshock, della lobotomia, delle camicie di forza, e altro rende la realtà manicomiale perfettamente aderente al gioco. È tutto bianco, asettico, fuori l’ospedale è circondato dalla neve. È un luogo isolato dove si dissolve il confine tra ragione e follia. L’orrore del manicomio conferisce una maggiore intensità emotiva alla lettura. Gli eventi porteranno i giocatori a fare, cercare, esplorare le stanze del manicomio. In fondo Paranoia mette subito in chiaro una cosa: la pazzia non va cercata nei manicomi ma dentro di noi, i fantasmi del passato tornano a bussare alla porta di una imperturbabile fantasia.

5. Perché nel titolo c’è il gioco che toccherà a noi lettori risolvere. Durante la lettura fate attenzione a ogni indizio per assemblare il nostro puzzle che avrà soprattutto un carattere psicologico svelato poco a poco. Non abbiate paura di addentrarvi nei meandri più profondi della psiche umana, è tutto un gioco. Forse! Thilliez gioca molto bene con le atmosfere disturbanti costruendo un meccanismo narrativo claustrofobico in cui racchiude i suoi personaggi e noi lettori. Per agitare ancora un po’ la narrazione, troverete all’inizio di ogni capitolo una tessera del puzzle. Attenti alle “illusioni” all’interno del grande ospedale, Paranoia sarà il portale che vi permetterà di entrare nel territorio di gioco. Proverete, ne sono sicura, le stesse forti emozioni che provano gli otto giocatori e avrete molteplici piste da seguire nel mondo labirintico e tormentato che l’autore ha creato per noi.

Quindi lasciate ogni speranza, voi che iniziate a leggere “Puzzle”. Non potrete chiudere il libro prima di aver letto il finale da gustare con i brividi negli occhi e nel cuore.



martedì 25 ottobre 2022

RECENSIONE | "La biblioteca segreta di Einstein" di Fabio Delizzos

Dopo il successo del romanzo “L’inganno Machiavelli”, Fabio Delizzos torna nelle librerie con “La biblioteca segreta di Einstein”, Newton Compton Editori.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
La biblioteca segreta di Einstein
Fabio Delizzos

Editore: Newton Compton
Pagine: 352
Prezzo: € 9,90
Sinossi

Autunno 1921. Il celebre fisico Albert Einstein arriva in Italia per tenere una serie di conferenze, ma il soggiorno non comincia sotto i migliori auspici: alcuni suoi appunti vengono rubati dalla casa della sorella a Fiesole, mentre nel Paese si sta diffondendo un forte antisemitismo, alimentato dalla pubblicazione dei controversi Protocolli dei Savi Anziani di Sion. Nello stesso periodo, una serie di strani omicidi sconvolge Bologna. Ciò che lascia perplesso l’investigatore capo Leonida Pardo, chiamato a indagare, sono alcuni dettagli inspiegabili: un giornale datato 1945 nella tasca della prima vittima, la formula “E=mc2” scritta sul corpo della seconda, una banconota sempre del 1945 recapitata a un giudice... Cosa significa tutto questo? È possibile che i crimini siano in qualche modo legati a Einstein e alle sue scoperte? Lo scienziato e l’investigatore uniranno le forze per risolvere il sanguinoso enigma. Un rompicapo che sembra sfidare le leggi del tempo e della fisica, e che pare affondare le radici in un segreto sepolto nel passato di Einstein…


Forse vi deciderete a credere a quel che vi dico: io ho portato con me dal futuro questo calendario e questo biglietto da dieci lire. Sono stato là, nell’anno 1945, e ho solcato il mare del tempo con una macchina inventata, neanche a dirlo, da ebrei. Tutti devono sapere: il nostro futuro prossimo è dominato da Serpente Simbolico. Cambiare il presente è il solo modo per avere un domani libero dal subdolo nemico ebreo.

Autunno 1921.

Il celebre fisico Albert Einstein arriva in Italia per tenere una serie di conferenze, ma il soggiorno non comincia sotto i migliori auspici: alcuni suoi appunti vengono rubati dalla casa della sorella a Fiesole, mentre nel Paese si sta diffondendo un forte antisemitismo, alimentato dalla pubblicazione dei controversi “Protocolli dei Savi Anziani di Sion”. Il famigerato libro, un falso storico compilato dalla polizia segreta zarista, narra la cospirazione ebraica per il dominio della Terra attraverso società segrete, finanza e mass media. Nel libro gli ebrei vengono indicati come i responsabili del male in tutto il mondo. Il testo chiave della propaganda antisemita ispirò Hitler nella pianificazione dello sterminio degli ebrei.

Nello stesso periodo, una serie di strani omicidi sconvolge Bologna. Ciò che lascia perplesso l’investigatore capo Leonida Pardo, chiamato a indagare, sono alcuni dettagli inspiegabili: un giornale datato 1945 nella tasca della prima vittima, la formula “E=mc2” (La formula che stabilisce la relazione tra l’energia e la massa di un sistema fisico) scritta sul corpo della seconda, una banconota da dieci lire sempre del 1945 recapitata a un giudice.

Cosa significa tutto questo? È possibile che i crimini siano in qualche modo legati a Einstein e alle sue scoperte? Lo scienziato e l’investigatore uniranno le forze per risolvere il sanguinoso enigma. Un rompicapo che sembra sfidare le leggi del tempo e della fisica, e che pare affondare le radici in un segreto sepolto nel passato di Einstein.

“La biblioteca segreta di Einstein”, rispetto ai precedenti romanzi di Delizzos, è un romanzo ambientato in un’epoca molto più recente e con temi nuovi come l’antisemitismo e gli effetti devastanti della Grande Guerra che causò milioni di morti oltre alla devastazione materiale ed economica di interi continenti. È importante ricordare che il conflitto e la pace controversa che lo seguì lasciarono un’eredità che contribuì alla nascita di ideologie totalitarie, come il fascismo e il nazismo, e aprì le porte alla Seconda Guerra Mondiale e all’Olocausto.

In quel clima di fermento politico un assassino firmava i propri omicidi con la formula della relatività. Leonida Pardo, durante i primi passi dell’indagine, pensava che gli omicidi fossero stati commessi da un uomo o una donna che la Grande Guerra aveva cambiato.

La Grande Guerra aveva ucciso, insieme alle persone, anche l’ottimismo, la fiducia nel valore dell’individuo, la tolleranza, la razionalità… cose che, rispetto agli edifici bombardati, erano difficili da ricostruire. Forse chi aveva ucciso era il risultato di tutto questo. Solo uno dei tanti frutti avvelenati prodotti dalla guerra.

Pardo è un investigatore deciso, coraggioso che “nel marciume del mondo si sente a casa”. La sua determinazione sarà l’arma vincente per risolvere un mistero che si infittisce scivolando tra i meandri dello Spazio e del Tempo.

Il tempo è un’illusione. Sei tu a fare il tempo, sono i sensi le sfere dell’orologio. Ferma il bilanciere, e il tempo non c’è più. Non contare l’eternità come annoluce dopo anno. Un passo attraverso quella linea chiamata tempo, ed ecco l’eternità.

Non sarà facile conciliare l’equazione della relatività ristretta di Einstein con gli omicidi e i simboli che fanno della scena del crimine un linguaggio cifrato che indica la fine di un percorso. Pardo dovrà ricostruire quel percorso per capire da dove l’incubo abbia avuto origine.

Affascinante è scoprire come, con il naturale fluire degli eventi, il lettore avrà a disposizione molte informazioni e assisterà a una storia che vede prevalere l’azione ma che porta a profonde riflessioni. Il vero mistero in questa storia è quello della natura umana, dell’amore, dell’odio, della follia. Incontreremo personaggi spietati guidati dal Male che dovranno affrontare le forze del Bene e non sempre lo scontro sarà equo.

Per sollevare il velo del mistero, occorrerà un’indagine non scevra da pericoli e l’investigatore Pardo avrà un bel da fare a scoprire e a collocare le tessere del mosaico. Per affrontare il Male occorre essere decisi e coraggiosi affrontando di petto gli eventi perché, se l’umanità vuol sopravvivere, c’è un solo possibile vincitore.  

“La biblioteca segreta di Einstein” è un libro che riesce a fondere thriller, Storia, scienza e religione. Un viaggio affascinante dove i dati scientifici sono veri ma innestati su una storia romanzata. Una buona storia, scritta bene, con personaggi, reali e immaginari, che interagiscono perfettamente tra loro. Basti pensare alla determinazione di Pardo e alla simpatia e semplicità di Einstein. Insieme formeranno una coppia investigativa di tutto rispetto. Ognuno eccelle nel suo campo, insieme sono una forza.

Ho molto apprezzato la Nota Dell’Autore che racconta al lettore alcuni elementi di verità contenuti nel libro, separandoli con chiarezza dalla finzione letteraria.

Sicuramente questo romanzo sarebbe piaciuto a Einstein che scrisse:

L’immaginazione è più importante della conoscenza. Perché la conoscenza è limitata, mentre l’immaginazione abbraccia il mondo intero.

Tutti noi dobbiamo sapere, in questi tempi così difficili, dove andare e cosa vogliamo realmente fare. Pardo, nel romanzo, troverà la sua strada al fianco della donna amata. Forse per noi sarà più difficile, ma unendo curiosità, immaginazione e consapevolezza possiamo trasformare il mondo in un luogo migliore, parola di Albert Einstein.

venerdì 21 ottobre 2022

RECENSIONE | "Il ritorno del soldato" di Rebecca West

“Il ritorno del soldato” è il primo romanzo di Rebecca West. Fu pubblicato nel 1918 durante la prima guerra mondiale ed è una fucina di temi come la guerra e l’amnesia, il rapporto tra uomo e donna, il lutto, la paternità e la maternità. Oggi ritorna nelle librerie grazie a Fazi Editore nella Collana Le strade, traduzione e postfazione di Benedetta Bini.


STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il ritorno del soldato
Rebecca West

Editore: Fazi
Pagine: 134
Prezzo: € 16,00
Sinossi

In una casa signorile sulle colline inglesi Kitty e Jenny, come molte connazionali, attendono trepidanti il ritorno di un uomo. Il soldato Chris Baldry, marito di Kitty e cugino di Jenny, si trova «da qualche parte in Francia» a combattere. Nessuna delle due immagina che a varcare la soglia sarà un estraneo, un uomo segnato dalla guerra in maniera indelebile, illeso nel corpo ma dalla psiche martoriata. Insieme al ricordo delle granate e delle membra dilaniate di tanti commilitoni, il trentaseienne Chris ha rimosso gli ultimi quindici anni della propria vita: non rammenta nulla del matrimonio con l’aristocratica Kitty né della tragica perdita del loro figlio, avvenuta poco prima della guerra. I suoi ricordi si fermano alle estati della giovinezza nella casa di famiglia e al primo amore, quello per Margaret, la figlia di un fattore locale. È a lei che scrive annunciando il proprio ritorno imminente e, per un crudele scherzo del destino, è proprio da lei che Kitty e Jenny ricevono la notizia. Le due donne dovranno affrontare una scelta difficile: lasciare che Chris rimanga felicemente inconsapevole della sua vera vita o aiutarlo a richiamare alla memoria i traumi del passato.


Eravamo tutti in un fienile, una notte, e arriva una bomba. Il mio compagno urla: “Aiutami vecchio mio, non ho più le gambe!” E io gli devo rispondere: “Non posso, vecchio mio, non ho più le mani”. Ecco, questi erano i sogni delle donne inglesi in quel tempo; non potevo lamentarmi. Ma pregavo per il ritorno del nostro soldato.

La Grande Guerra è scoppiata e per la prima volta l’intera generazione maschile inglese, borghese e aristocratica, si ritrova in trincea. Le donne restano sole a fare da capofamiglia o vengono catapultate fuori della cerchia domestica in ruoli prima impensabili: guidano autoambulanze, assistono i soldati, curano e alleviano le ferite di poveri corpi. Jenny e Kitty no. Loro vivono la loro vita di sempre da quando Chris, cugino della prima e marito della seconda, si trova “da qualche parte in Francia” a combattere.

Eravamo eleganti e squisite: non ci toccavano desideri né passioni, per quanto nobili; e le nostre testoline si chinavano assorte sui bianchi fiori del lusso adagiati nelle acque scure della vita.

Vivono nella bella casa di Baldry Court che Chris, dopo il matrimonio, si è deciso a ricostruire affidando i lavori a un gruppo di architetti che, in possesso dell’ occhio meticoloso della manicure e non lo sguardo spericolato dell’artista, ha rimodellato l’antica dimora trasformandola in una residenza degna di innumerevoli servizi fotografici sulle riviste illustrate. In questo universo chiuso, quasi claustrofobico, si aggira Kitty che, capelli biondi sciolti sulle spalle e giacchettine di seta ricamate a boccioli di rosa, tenta di rimuovere il lutto per il figlio prematuramente scomparso. Jenny, segretamente innamorata di Chris, in sottile complicità con Kitty, aspetta il ritorno del cugino. Il fragile eppur perfetto equilibrio viene rotto il giorno in cui compare nell’algido salotto di Baldry Court Margaret Grey, una donna che, benché abbia un corpo ben fatto, è trascurata nell’aspetto. Margaret, amore giovanile di Chris, riferisce che il capitano Baldry è stato ferito in combattimento. Le ferite non hanno lacerato il corpo, il problema è la memoria svanita in seguito a un bombardamento che ha martoriato la sua psiche. Kitty e Jenny, inizialmente dubitano delle parole della donna. Se Chris fosse stato ferito, il Ministero della Guerra avrebbe  avvisato la moglie e non quella sconosciuta dalle “brutte mani” e dal ridicolo cappellino nero di paglia.

Quel suo essere coperto di povertà e trascuratezza aveva qualcosa che la rendeva assai poco gradevole: come un bel guanto che, caduto dietro il letto in una stanza d’albergo e lì rimasto indisturbato per un giorno o due, diventa un oggetto orribile quando la cameriera lo raccoglie coperto di polvere e lanugine.

Dopo alcuni giorni l’uomo ritorna a casa e non riconosce sua moglie, né la casa, perché i suoi ricordi si sono fermati agli anni in cui non conosceva Kitty ma riconosce Margaret, il suo primo amore, il suo mondo ideale.

I fatti si riferiscono a 15 anni prima ed è in quel limbo di felicità che la mente del soldato si è rifugiata. Chris ha rimosso il ricordo delle granate e dei corpi martoriati dei suoi commilitoni, ha rimosso il matrimonio con l’aristocratica Kitty e la tragica perdita del loro figlio, avvenuta poco prima della guerra.

Margaret, ora sposata, cerca di aiutare Chris ma è giusto riportare l’uomo alla normalità di una vita fatta da un matrimonio senza amore e dagli orrori della guerra? È giusto strappare Chris a una pur inconsapevole felicità per condannarlo a un dolore perenne? La guarigione sarà un bene o un male? Chris dovrà fare i conti con il suo presente senza Margaret, con il suo ritorno a casa, con il suo ritorno alla trincea. La guerra lascia tracce indelebili e purtroppo siamo di fronte a un tema ancora oggi tremendamente attuale.

Il fascino del romanzo è racchiuso nella parola “ritorno” che segna la malinconica tragedia vissuta da Chris, in particolare, e da un’intera società. All’inizio del romanzo c’è la descrizione di una nursery tristemente vuota per la morte del piccolo Oliver, figlio di Chris e Kitty. Si percepisce subito un senso di solitudine e di attesa.

La scrittrice ci accompagna in un viaggio che scava nella memoria, dove sembrano banditi il disagio, la tristezza e la sofferenza che la vita ha inflitto a Chris. Con grande umanità e forza emotiva ripercorriamo “gli anni felici dell’uomo” quando il futuro era splendente e il travaglio interiore inesistente, poi approdiamo a un presente fatto di ipocrisie e falsità. La società non è un nido che protegge e sullo sfondo si sente l’eco della terribile guerra e delle sue atrocità. Il mondo sta andando in frantumi travolgendo la vita delle persone.

“Il ritorno del soldato”, dal quale fu tratto l’omonimo film del 1982, narra le inquietudini dell’animo umano. In particolare racconta la sfida di un uomo per resistere alle tempeste della Storia e della vita. La sua ancora diventa l’amore puro e semplice di Margaret. L’amore basato su una visione materialistica viene ripudiato a favore dei veri valori.

Tra i personaggi femminili, Kitty si rivela fredda ed egocentrica, è ossessionata dall’autocontrollo, dalla buona educazione, dalle buone maniere. Jenny, voce narrante più o meno affidabile, è una presenza passiva. A lei è stato negato il diritto di amare.

Tra i personaggi maschile occorre ricordare il dottor Gilbert Anderson che, insieme a Margaret, cercherà di guarire Chris. L’amnesia è un mezzo per poter sopravvivere alle atrocità della guerra e l’amore del passato è un porto sicuro.

Margaret era il filo austero che, intrecciandosi con la nostra magnificenza disordinata, aveva in qualche modo composto il disegno che altrimenti non sarebbe stato visibile.

Per Margaret, a differenza di Kitty, non avevano importanza i bei vestiti ma in lei brillavano qualità come la parsimonia, il senso della misura, l’amore per il prossimo e una profonda fiducia nella vita. La vera bellezza risiede nell’anima.

“Il ritorno del soldato” è un ritratto struggente dei disastri causati dalla guerra nella vita e nella coscienza del singolo e della comunità, ma è anche lo specchio dell’anima dei protagonisti. Chris non riesce a ricordare perché non vuole ricordare gli ultimi 15 anni della sua vita.

Se una persona è felice nella sua amnesia, perché non lasciarlo in pace? Conoscere la verità è come bere un vino che brucia la bocca, è come riscoprire un guscio lucido, molto bello, perfetto ma vuoto.

Ritroverà Chris la memoria perduta? Si farà nuovamente fagocitare dalle regole di un matrimonio borghese e dal suo compito di soldato? Ma soprattutto, quale ritorno è riservato a Chris? Il ritorno a casa, alla normalità, al matrimonio, al lutto, a una moglie che ha scoperto l’amore del marito per un’altra donna, a Jenny e ai suoi desideri, a Margaret e all’illusione di un’attimo, alla guerra, alla morte?

È questa la storia di Chris Baldry che un giorno divenne soldato. Amava la pace e la vita, ma fu addestrato a sparare e fu la prima vittima di se stesso.