mercoledì 16 giugno 2021

BLOGTOUR | "Nella tana del serpente" di Michele Navarra | I 5 motivi per leggere il romanzo

Dopo “Solo Dio è innocente”, Michele Navarra torna in libreria dal 17 giugno con “Nella tana del serpente” (Fazi Editore), un nuovo avvincente romanzo con protagonista l’avvocato Alessandro Gordiani.

Michele Navarra, avvocato penalista dal 1992, nel corso della sua carriera ha avuto modo di seguire in prima persona alcune delle vicende giudiziarie più importanti della storia italiana, dalla strage di Ustica ai fatti della banda della Uno bianca. Ha inventato la figura dell’avvocato Gordiani, personaggio ricorrente nei suoi legal thriller, penalista coscienzioso che si divide tra le pesanti responsabilità della professione e la sua indole ironica e scherzosa. Ora vi spiego perché dovete leggere questo romanzo..





Nella tana del serpente
Michele Navarra

Editore: Fazi
Prezzo: € 16,00
Sinossi
Tra gli alti palazzi del Corviale, alla periferia di Roma, la vita è grigia come il cemento che ricopre i suoi edifici. Elia Desideri è un piccolo commerciante che cerca di tirare avanti come può, mentre suo figlio viene risucchiato dalle false promesse della banda del quartiere, chiamato volgarmente "Serpentone". Uomo amareggiato e scontroso, Elia si scaglia spesso contro gli immigrati che vivono attorno a lui. Quando uno di questi viene ritrovato morto, Elia diventa immediatamente il principale sospettato. Eppure, l'uomo giura di essere innocente e chiede aiuto a Gordiani. Destreggiandosi abilmente fra bande criminali, procuratori inflessibili e amori mai sopiti, in questo incalzante romanzo, Alessandro Gordiani si ritroverà alle prese con una situazione molto più complicata del previsto dove la verità si nasconde nel degrado e nelle abitudini di un quartiere pieno di rancore.



I 5 motivi per leggere il romanzo

1. Perchè la trama giudiziaria – con tutti i tasselli di innocenza, colpevolezza, indagine, dubbio, ricerca della verità – suscita sempre interesse nei lettori perché ha radici nella realtà e poi si trasforma, grazie alla fantasia dell’autore, in un romanzo accattivante e ben scritto. 

Tra gli alti palazzi del Corviale, alla periferia di Roma, la vita è grigia come il cemento che ricopre i suoi edifici. Elia Desideri è un piccolo commerciante alle prese con i problemi nati da una crisi economica che non conosce confini. Anche nella sua famiglia i guai non mancano: suo figlio si è lasciato ammaliare dalle false promesse della banda del quartiere chiamato volgarmente “Serpentone”. Elia, uomo scontroso e amareggiato, si scaglia spesso contro gli immigrati che vivono attorno a lui, primi fra tutti i Bayazid, rifugiati siriani suoi vicini di casa. Quando il giovane Nadir Bayazid viene ritrovato morto, Elia diventa il principale sospettato. L’uomo portato in carcere, si dichiara innocente, chiede l’aiuto di Gordiani. L’avvocato dovrà destreggiarsi abilmente fra bande rivali, procuratori inflessibili e amori mai sopiti. La verità si nasconde nel degrado e nelle abitudini di un quartiere pieno di rancori, una zona oscura e impenetrabile dove la violenza soffoca le buone abitudini e la diversità è vista come minaccia.

2. Perché è un legal thriller incalzante, intrigante e scorrevole che vi farà riflettere sul concetto di giustizia e di legge. Molto spesso, davanti a crimini di violenza inaudita, vorremmo essere noi i giustizieri ma la società evoluta in cui viviamo ci impone di sottostare alla legge. Navarra definisce la giustizia come qualcosa di divino. La legge è umana, scritta da uomini che, in quanto esseri imperfetti, emanano leggi che non corrispondono alla giustizia. Applicare la legge non vuol dire fare automaticamente giustizia,

«Vede, signor Desideri, non sempre è facile poter affermare che la giustizia, e parlo di quella con la G maiuscola, abbia trionfato», cominciò a spiegare Gordiani senza riuscire a nascondere un pizzico di disillusione nella voce, «molto spesso, in realtà, alla fine di un processo non ci sono né vinti né vincitori».

3. Perchè questo romanzo è un cattura-lettori. Se comincerete a leggerlo difficilmente riuscirete a smettere conquistati da uno stile elegante e fluido. Potrete allenare la vostra materia grigia e rilassarvi provando il brivido dell’azione senza essere realmente in pericolo. La storia inizia quasi in sordina poi le acque si agitano e gli esseri umani iniziano a mostrare le loro debolezze, l’avidità, i difetti che rendono la realtà crudele. Sarete curiosi, inutile negarlo, di svelare il passato dell’imputato, la vita privata della vittima e ovunque scoprirete scheletri nell’armadio. Curiosità che aumenterà man mano che vi addentrerete nella storia, man mano che il vostro desiderio di giustizia diventerà inderogabile soprattutto quando vi troverete dinnanzi a tematiche scottanti come la pratica dei matrimoni combinati diffusa in altre culture. Scusate ma il pensiero vola alla trista vicenda di Saman Abbas, la 18enne scomparsa nel nulla da oltre un mese in provincia di Reggio Emilia. Ha detto di no alle nozze combinate e la sua famiglia, a quanto pare, l’ha uccisa.

“Lo sa qual è il colore della giustizia, signor Desideri?” chiese Alessandro pensieroso. “Vede, il vero colore della giustizia non è il bianco, dove alla fine sono sempre i “buoni” a vincere, dove alla fine hanno sempre ragione quelli che è giusto l’abbiano. E non è nemmeno il nero, dove a vincere sono sempre i “cattivi”, dove la ragione viene data sempre alla parte sbagliata, a quella che era nel torto. E di certo non è neanche il rosso, il colore del sangue, proprio quello che i tanti  giustizialisti, forcaioli e vendicatori dell’ultima ora vorrebbero. In verità il colore della giustizia è il grigio pur con tutte le sue sfumature.”

4. Perchè potrete osservare Gordiani, uomo imperfetto e realista, alla ricerca della verità nel tentativo di smontare le accuse a carico del suo assistito. Sempre in giro sulla sua Vespa bianca, l’avvocato avrà il compito di convincere carabinieri e Procura ad allargare lo spettro delle indagini su un caso all’apparenza molto semplice ma che semplice non è. Lui è perennemente insoddisfatto per la consapevolezza dell’inconciliabile dicotomia tra “giustizia e legge”. Come se non bastasse, Gordiani sta attraversando un momento di grande incertezza nella sua vita privata, che lo porterà a mettere in discussione i valori in cui crede. Alessandro dovrà entrare nel lato grigio della giustizia.

In verità il colore della giustizia è il grigio. Quel colore spento, opaco, di cenere e cemento, proprio come quello dei muri di Corviale, quel serpente nascosto dentro la sua gigantesca tana, in attesa di mordere e inoculare in qualcuno il suo veleno.

5. Perchè  è un legal thriller che ci permette di conoscere il complesso architettonico di Corviale con la sua complessità sociale e culturale. Corviale ha un fascino tutto suo, fascino che suscita attrazione e inquietudine. Il Serpentone, come viene comunemente chiamato per via della lunghezza del suo edificio principale (la monumentale “stecca” di circa 980 metri), è divenuto l’emblema del degrado della capitale, portandosi dietro questa etichetta fino a oggi. Ora, forse, il futuro di Corviale si tinge dei colori della speranza grazie all’opera di grandi professionisti come la professoressa Guendalina Salimei (la cui storia ha ispirato il film di Riccardo Milani “Scusate se esisto” con Paola Cortellesi e Raoul Bova). Anche i suoi abitanti hanno un forte desiderio di legalità  per eliminare l’etichetta negativa che ha accompagnato la struttura fin dall’origine. Certo le difficoltà sono tante (in primis il traffico di stupefacenti) ma si può e si deve fare sempre meglio per restituire Corviale a quella che avrebbe dovuto essere la sua funzione abitativa e sociale nelle intenzioni e nella visione del suo progettista, l’architetto Mario Fiorentino.

E se 5 motivi non vi bastano, ne aggiungo un sesto che io considero molto importante.

6. Perchè “Nella tana del serpente” potrete constatare la differenza tra il nostro giallo giudiziario e il tipico legal thriller di stampo prettamente statunitense. Per chi legge i romanzi di Grisham, ad esempio, sono evidenti le differenze tra la realtà giudiziaria statunitense e quella italiana. Il romanzo giudiziario italiano si basa sul rigido rispetto descrittivo delle vere regole che disciplinano il mondo del diritto. Navarra, con la sua creatura di carta Alessandro Gordiani, ha dimostrato che quando si ha capacità ed esperienza sul campo, si può scrivere un ottimo romanzo giudiziario senza annoiare i lettori italiani. Gli avvocati di casa nostra spesso devono fare i conti oltre che con la propria coscienza, anche con la paura di aver scelto una strategia processuale sbagliata. Aggiungono inquietudine anche i tanti deficit della giustizia italiana. Quindi è facile condividere con il personaggio dell’avvocato le sue ansie, le sue paure. Navarra, attraverso Gordiani, può dire tutto ciò che pensa del mondo in cui vive e lavora.




2 commenti:

  1. un legal thriller appassionante non può non esercitare il suo richiamo su di me, e il fatto che sia un autore italiano (penalista poi) è un elemento ulteriore di attrattiva!

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    1. Gli autori italiani di legal thriller non hanno nulla da invidiare agli autori stranieri. Con una trama ben strutturata, personaggi ben definiti e un mondo giudiziario da scoprire, questi romanzi non deludono :)

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