sabato 1 marzo 2014

RECENSIONE "L'ultimo giro di valzer" di Maria Acciaro


“Le donne non si toccano nemmeno con un fiore”

Quante volte ho sentito questa frase. Quante volte ho pensato che non c’era bisogno di dirlo, il rispetto tra esseri viventi implica l’abolizione della violenza. Come mi sbagliavo! Ancor oggi la violenza sulle donne è un cancro con metastasi in tutto il pianeta. I medici sono concordi nell’affermare che le neoplasie sono il risultato dell’interazione di più cause, trovare il “colpevole” è estremamente difficile. Per il “cancro violenza” non è così: il colpevole è l’Uomo.
Le cronache ci riportano quotidianamente casi di violenza domestica sulle donne. Chi esercita violenza ha un unico obiettivo: porre la sua vittima in uno stato di sudditanza per sentirsi potente ed esercitare un totale controllo sulla vittima.
Chi subisce maltrattamenti tende a non reagire, si chiude nel suo dolore, non ha alcuna stima di sé, si isola e non chiede aiuto.
Milioni di donne subiscono abusi di ogni tipo, la paura blocca la mente e si entra in un circolo vizioso in cui ci si auto convince di meritare quelle violenze, la rassegnazione piega la volontà di ribellione ma..
Per fortuna c’è, a volte, un atto di ribellione a una vita che vita non è.

L’ultimo giro di valzer di Maria  Acciaro  
è la storia di una ribellione, anzi è la storia di cinque donne che imparano a dire no.
 I loro nomi sono: Giovanna, Franca, Alessia, Roberta, Matilde.



Autrice: Maria Acciaro

Genere: Romanzo

Editore: Autopubblicato su Amazon

Collana: indies g&a
Pagine: 126 p.
Prezzo: € 3,99

Trama: Paura, vergogna, ansia, rassegnazione, imbarazzo, disgusto, disperazione, furia, impotenza, rancore, solitudine. Sono questi alcuni dei sentimenti che provano Giovanna, Franca, Alessia, Roberta e Matilde. Cinque donne completamente diverse tra loro ma accomunate da un solo destino, un destino fatto di maltrattamenti e abusi per mano dei loro uomini, padri o mariti che siano. Questa è la sostanza della loro vita. Il resto è puro contorno. Tutte loro, la sera, quando vanno a letto, chi col pigiama di seta, chi di flanella, tutte si ritrovano col corpo dolorante e l'animo avvilito. Umiliate. Tutte. Consapevoli che nessuno, neppure la legge, può veramente sottrarle a quell'inferno, le cinque donne decidono di stringere un patto, di siglare un CONTRATTO, per trasformarsi da vittime ad artefici del loro stesso destino.
Sullo sfondo di una Milano grigia e indifferente, Maria Acciaro mette in scena una vicenda di sopraffazione e violenze, raccontando il difficile e doloroso percorso di cinque donne verso la libertà e il riscatto. Cinque donne vittime di una violenza di matrice patriarcale, con qualcosa di arcaico e fisico e, perciò, anche più brutale, subita per troppo tempo con rassegnazione o fatalismo. Cinque eroine dei nostri giorni troppo vere per non condividerne la sofferenza e lo spirito di vendetta.
"L'ultimo giro di valzer", nella sua crudezza, tocca un tema di scottante attualità senza volerlo drammatizzare né spettacolarizzare.




STILE: 7
STORIA: 8
COPERTINA: 7




“E Lisistrata disse: Stenderete tutte le mani sulla coppa, e una di voi ripeterà le mie parole, poi tutte confermerete e giurerete: Nessun uomo, né amante né marito…”

Questo breve romanzo è il racconto di un risveglio, è il desiderio di un riscatto, è la voglia di vivere. La scrittrice senza giri di parole ma con un fare diretto, ci conduce attraverso il dolore che marchia a fuoco la vita di cinque donne. Queste donne sono l’ elemento debole di coppie devastate e devastanti.
Giovanna e l’ingegnere: quando la maschera del perbenismo sociale viene indossata per celare il vero volto, il doppio ruolo in società diventa un perfetto mimetismo. L’ingegnere è un uomo adorabile e perfetto con gli altri ma si trasforma in un essere perverso e violento in famiglia.
Franca e il vecchio: Padre cinico e crudele che usa “la parola” e “la violenza fisica e sessuale” per sottomettere la famiglia.
Alessia e l’ubriacone: marito alcolista con la mente devastata dall’abuso di alcol.
Roberta e il professore: ancora un marito violento e una moglie succube.
Matilde e il golfista: moglie che si sente in colpa per un suo sbaglio e che accetta in silenzio, come punizione, le violenze del marito.
Queste donne sono unite da un unico destino: subire maltrattamenti e abusi da parte degli uomini. Che siano padri, mariti, compagni, non ha importanza. 

“Questa è la sostanza della loro vita”

In una Milano indifferente queste donne così diverse per appartenenza sociale ma unite dall’indossare un’unica maschera di dolore, decidono di affrontare insieme i loro problemi. Abusi fisici, psicologici e sessuali diventano elementi comuni di vite vissute come “capri espiatori”, responsabili di tutte le difficoltà. Chi si sente ripetere continuamente di “essere una nullità” finirà per credere che queste parole corrispondano a verità. La volontà viene annullata e liberarsi dal giogo della schiavitù psicologica diventa quasi impossibile. Le nostre protagoniste hanno provato a difendersi, ma qualunque tentativo si è rivelato un boomerang: le aggressioni verbali e fisiche sono aumentate.

Quindi cosa fare quando tutti voltano la faccia per non vedere? Quando le sabbie mobili della violenza ti afferrano trascinandoti sempre più giù? Se ribellarsi da sole diventa un’impresa ardua, forse l’unione può rendere possibile ciò che altrimenti rimarrebbe una chimera. Cosa? Ritornare a essere persone libere!

“Infine tutte avevano capito che, o padri o mariti, le violenze e il conseguente odio erano il comune denominatore che le univa e le faceva sorelle pur nella loro diversità indiscutibile”.

L’odio per i loro carnefici  porta, le nostre coraggiose protagoniste, a formare un gruppo molto particolare, un gruppo di auto-aiuto. Finalmente sono libere di parlare, di esprimere liberamente i propri sentimenti, con un’ interazione del tipo faccia a faccia danno libero sfogo ai loro pensieri e decidono di risolvere i loro problemi con un Contratto.
Cosa si è disposti a fare per riconquistare la propria dignità, per riprendersi una vita in cui si ha il diritto di amare e di essere amate? C’è un modo per porre fine alle sofferenze, ai maltrattamenti, ai soprusi?

Lascio a voi scoprire in cosa consiste il Contratto, potrete essere più o meno d’accordo con l’evolversi dei fatti ma l’importante è ritrovare la forza per ribellarsi. Vi accorgerete che i pensieri delle protagoniste sono di una realtà sconvolgente, fra le mura domestiche si consumano quotidianamente drammi di vite spezzate. Quante volte si rimane intrappolati dalla spirale di violenza che ti prende e ti stritola in un abbraccio nato da un amore malato, quante volte si ripetono le scuse a cui nessuno crede più : "ero soprappensiero e sono caduta dalle scale”, “ andavo di fretta e ho sbattuto contro l’angolo della porta”, “per la mia distrazione sono scivolata”. Si tende sempre per codardia, paura, disperazione, a ritenersi responsabile delle violenze subite. In questo romanzo leggerete il cambiamento di donne che hanno deciso di porre fine alle violenze subite, donne che hanno deciso di rialzare la testa prima che sia troppo tardi. Tra le pagine di questo libro troverete la vita vera, i drammi esistenziali di donne imprigionate tra le sbarre della violenza. La lettura del romanzo è fluida, coinvolgente, i ritratti psicologici dei protagonisti sono ben sviluppati. Questo libro è destinato a uomini e donne, a tutti coloro che vogliono riflettere su una realtà brutale, attuale e tragica. Vorrei solo precisare che comprendo il desiderio di vendetta delle vittime ma non lo giustifico.                                                    
Nessuno può ergersi a giustiziere anche se il pensiero di farsi giustizia da sé ha un suo fascino perverso. Non possiamo combattere la violenza con altra violenza. Rivolgiamo i nostri sforzi  nell’educare i nostri figli al rispetto per ogni essere vivente. Quando finalmente l’uomo capirà che non è con la forza bruta “che si diventa potenti” solo allora potremo cancellare dal nostro ricordo quel detto che recita:

“Le donne non si toccano nemmeno con un fiore”

 

2 commenti:

  1. l'ho letto anche io e mi ha colpito molto, perchè purtroppo di donne che vivono anni di violenza domestica se ne sente parlare tanto, è un tema che non lascia indifferenti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo la violenza domestica è un tema ancora attuale. Trovare il coraggio per reagire ai maltrattamenti non è facile. Denunciare è l'unico modo per interrompere quel legame invisibile che unisce vittima e carnefice.

      Elimina