martedì 1 ottobre 2024

RECENSIONE | "La porta" di Georges Simenon

Grazie alla casa editrice Adelphi continua la pubblicazione dei romanzi del mio adorato Georges Simenon. Questa volta vi parlo della prima edizione italiana del romanzo "La porta", traduzione di Laura Frausin Guarino. Ancora una volta si tratta di una storia drammatica, cupa, senza un briciolo di speranza. In primo piano sfilano le difficoltà che i personaggi devono affrontare alle prese con le loro ossessioni.


STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 8
La porta
Georges Simenon

Editore: Adelphi
Pagine: 142
Prezzo: € 18,00
Sinossi

«Era possibile che per tutti quegli anni lei fosse stata felice con lui, e che lo fosse ancora?». Stenta a crederlo, Bernard Foy, e non solo perché ha perso entrambe le mani saltando su una mina e non si sente più un vero uomo, ma perché di uomini sua moglie Nelly, che del proprio passato non gli ha nascosto nulla, ha sempre avuto bisogno. Da vent’anni loro due si amano con lo stesso trasporto e la stessa urgenza di quando si sono conosciuti. Eppure Bernard, che passa le sue giornate a spiare le vite degli altri dalla finestra, ad ascoltare i rumori del palazzo e del quartiere, e soprattutto ad aspettare che lei torni dal lavoro, è tormentato dalla gelosia per la vita, di sicuro «più animata, più appassionante», che la moglie conduce fuori casa, e dal bisogno di sapere in ogni momento dove lei sia e che cosa stia facendo: tanto che la sua assenza gli provoca un acuto malessere fisico. Un malessere che è sensibilmente peggiorato da quando Nelly sbriga piccole commissioni per un giovane illustratore che la poliomielite ha inchiodato su una sedia a rotelle e che si è trasferito al primo piano del loro stesso palazzo. E poi, nonostante l’età, lei sembra ogni giorno «più bella, più desiderabile», il che colma Bernard di un’insostenibile angoscia: come non sospettare che si tratti di quella «luce particolare» che emana dal volto di una donna innamorata? A poco a poco, Bernard non farà altro che pensare alla porta dell’appartamento del primo piano, dove lui non è mai entrato, che non è mai riuscito neanche a intravedere...





Era possibile che per tutti quegli anni lei fosse stata felice con lui e che lo fosse ancora? Stentava a crederlo e se ne tormentava.

Dopo un trauma Bernard Foy era tormentato dal pensiero che la moglie Nelly conducesse, quando era fuori casa, una vita più appagante e desiderabile della sua.

Bernard aveva perso entrambe le mani saltando su una mina, quando si trovava soldato fra le linee Maginot e Siegfried, durante la seconda guerra mondiale nel 1940.

Ora i coniugi Foy vivono a Parigi, in un piccolo appartamento nei pressi di Place des Vosges. Lui da vent'anni sopporta la sua invalidità con coraggio avendo sempre al suo fianco la devota moglie Nelly. Conducono un'esistenza tranquilla e monotona, si rispettano ma nei fatti niente è come sembra.

Foy, prima era un meccanico di auto, aveva sposato l'amata Nelly poco prima dell'arruolamento. La guerra aveva cambiato la sua vita trasformandolo in un invalido. Ora lui se ne sta sempre a casa, prende una pensione di invalidità e grazie alle protesi può dipingere paralumi e occuparsi delle piccole faccende domestiche. Lei, invece, lavora in una ditta di passamaneria. A 42 anni Foy vive della vita degli altri che osserva dalla finestra, ascolta i rumori e le voci del palazzo e del quartiere, ma soprattutto aspetta che Nelly torni dal lavoro.

Poiché il destino si diverte sempre a mescolare le carte, nel palazzo in cui abita Foy, al primo piano, vive anche un altro disabile. Si tratta del giovane Pierre, fratello di una collega di Nelly. Il ragazzo è vittima della poliomielite e Nelly lo aiuta quando può, sbrigando per lui alcune commissioni. Di Pierre siamo destinati a non sapere nulla, non è mai descritto nel romanzo anche se ricopre un ruolo importante.

Il protagonista, inizialmente non ha nulla da rimproverarle. Sua moglie aiuta un persona che ha bisogna. Ma una vocina interiore, forse mai del tutto sopita, risveglia in Foy una gelosia  che inizia a intaccare il suo rapporto con la moglie. Non c'è un motivo plausibile, eppure il dubbio assedia la mente dell'uomo. Questo suo stato d'animo è diventato quasi un malessere fisico e cronico che si manifesta con vertigini sempre più frequenti.

La sua gelosia risaliva a prima di Nelly. Era una sorta di tara intrinseca e poiché lo sapeva, poiché lo aveva ammesso a chiare note, non aveva più il diritto di riversarne le colpe sugli altri.

Pierre è giovane, anche se è costretto sulla sedie a rotelle, potrebbe rappresentare una tentazione per Nelly che nonostante l'età, sembra ogni giorno più bella e desiderabile. L'appartamento in cui vive il giovane illustratore, ha una porta d'ingresso dal pomolo di maiolica. La porta non è mai chiusa, ma sempre accostata, così Foy ne approfitta, segue la moglie, entra silenziosamente nella casa dalle pareti gialle e vede...

Qui mi fermo, perché lascio a voi scoprire cosa accade. Il tumulto interiore del protagonista si eleva all'ennesima potenza e l'ansia cresce seminando domande.

La storia narra il progredire di sentimenti oscuri che finiscono per minare il carattere di Bernard e la serenità di sua moglie. Simenon ci mostra questo strano rapporto di coppia. Entra nella loro casa e svela lo stato di angoscia di Bernard avvolgendo il tutto in un'atmosfera cupa. Dietro a un apparente perfetta situazione sentimentale, aleggiano le ombre dell'infelicità, delle relazioni complesse, del disagio.

Tutto si compie in un attimo e il finale arriva inatteso, crudele, oscuro, ma in perfetto stile Simenon. Nello spazio di un romanzo breve l'autore descrive, in modo semplice e sobrio, il disagio esistenziale dei suoi personaggi, l'ossessione, la fragilità interiore che annienta.

"Ti amo, Nelly!"

"Anch'io, Bernard"

Lo ripetevano più spesso che in passato, come se cercassero così di far sprigionare una scintilla. A volte gli pareva che ci fossero riusciti, che lui, all'improvviso, fosse guarito, che la vita sarebbe ripresa come un tempo.

"La porta" è un romanzo incisivo che ci permettere anche di comprendere i cambiamenti della società dopo la guerra. Il posto della donna è a casa, mentre l'uomo deve lavorare per garantire il benessere della famiglia. Nel romanzo i ruoli si invertono. È Nelly che va a lavorare mentre lui l'aspetta a casa. È il marito che si occupa della spesa e si sente a disagio perché nei negozi ci sono pochi uomini. Nel suo mondo tutto si ribalta. Bernard è una vittima della vita, ma lo è anche Nelly. Nella loro psiche le ombre si agitano e si nutrono dell'insoddisfazione esistenziale generata nel tentativo di sopravvivere ai mali della vita.

Fay passava la vita ad aspettare Nelly e quando finalmente lei era lì, quasi non provava il bisogno di parlarle. Era vicina, tra le sue stesse pareti, respirava la sua stessa aria, e bastava questo a farlo star bene.

Quindi se trovate una porta socchiusa, non apritela. Lasciatevi invece conquistare dal fascino irresistibile dei romanzi di Simenon. Ci penserà lui a spalancare le porte socchiuse sulle conseguenze delle guerre, sui reduci, sul lavoro, sulla gelosia che nasce dalle difficoltà, sulla colpa e sulla morte della speranza. Non si può fingere per sempre di essere felici.

4 commenti:

  1. Ciao Aquila Reale, mi vergogno di scriverlo, ma non ho mai letto i romanzi di Simenon... Prima o poi dovrò farlo.
    Un abbraccio 😘

    RispondiElimina
  2. Ciao Aquila, anch'io come Fra non ho mai letto i romanzi di Simenon: questo romanzo mi sembra molto affascinante per la parte psicologica! Buona giornata :-)

    RispondiElimina
  3. Non ho letto molti romanzi di questo autore, ma in quei pochi ho apprezzato molto le atmosfere cupe e l'attenzione sulla psicologia dei personaggi, lasciando emergere i conflitti interiori e i lati oscuri.
    Interessante questo titolo, devo tenerlo presente.
    Ciao (⁠◍⁠•⁠ᴗ⁠•⁠◍⁠)

    RispondiElimina
  4. Di suo ho letto il celeberrimo La camera azzurra, ma poi non ho letto più niente XD

    RispondiElimina