mercoledì 16 ottobre 2024

RECENSIONE | "Nate sotto una cattiva luna" di Salvatore Niffoi

 "Nate sotto una cattiva luna" è un romanzo di Salvatore Niffoi. Pubblicato da "La Nave Di Teseo", il libro narra la storia di sei gemelle giustiziere unite da un patto di sangue per punire sei uomini.

STILE: 9 | STORIA: 9 | COVER: 7
Nate sotto una cattiva luna
Salvatore Niffoi

Editore: La nave di Teseo
Pagine: 176
Prezzo: € 18,00
Sinossi

Gli abitanti del paese di Bodoloi, sui monti della Barbagia, osservano le leggi della natura più di quanto si interessino al giudizio degli uomini. Le loro anime si accordano alle ombre di una terra tanto ruvida nei lunghi inverni, quanto è generosa di vita nella stagione del raccolto. Qui Basilia Pistichinzu, “una femmina abituata a fare tante cose in una sola volta”, sposa Venanziu Serathula e dalla loro unione nascono sei figlie femmine. Neppure una famiglia così numerosa basta però a contenere l’amore di Basilia, un desiderio di musica, baci e libertà che è troppo grande per restare nascosto negli anfratti della valle. Quando viene violato il segreto di quella voglia, la tempesta si scatena su tutto il circondario. Salvatore Niffoi ci conduce a Bodoloi – una nuova Macondo di rocce assolate, vigne e asfodeli – ad ascoltare maestri di vita come Tziu Mercuriu Salippa, a osservare le mamas de anima Donisia Carchina e Luisa Lentore, capaci di sguardi che confortano il cuore. Mentre le feste in piazza scandiscono un tempo che non ha mai fine, le sei sorelle Serathula vanno incontro al mistero di mamma Basilia, che le unirà in un patto intimo e implacabile. Un romanzo come i personaggi che lo abitano, tra legami ritrovati, famiglie che sono felici ciascuna a modo loro, amori violenti e appassionati, matti, assassini e pionieri del volo, sogni e vendette, una storia in cui le parole aiutano a ricordare qualcosa che vuole farsi dimenticare.



Basilia Pistichinzu era una femmina abituata a fare tante cose in una sola volta, non era di quelle che perdeva tempo a lereddiare con questo e con quello. A Venanziu Serathula glielo aveva detto subito: "Bello mio, se mi vuoi devi darmi nove figli." 

Gli abitanti del paese di Bodoloi, sui monti della Barbagia, osservano le leggi della natura più di quanto si interessino al giudizio degli uomini. 

Visto da Punta Liada, dove un ginepro secolare sogna ancora di sfiorare con le sue mani scorticate una nuvola di passo, il paese di Bodoloi somiglia a un catino arrugginito pieno di sassi e fango che col passar del tempo sono diventati case.

La terra è tanto ruvida nei lunghi inverni, quanto è generosa di vita nella stagione del raccolto. Qui Basilia Pistichinzu, "una femmina abituata a fare tante cose in una sola volta", sposa Venanziu Serathula che la ama con tutto se stesso. Durante la gravidanza Basilia diventa così grassa "che la sua pancia assomiglia a un forno per il pane." Nascono sei figlie femmine e tre maschi già morti. Basilia chiama le gemelline Mandina, Ottavia, Doloretta, Ziroloma, Mitilla, Fatima. Basilia ha una famiglia numerosa a cui badare ma non riesce a contenere quel desiderio di libertà, musica e amore che la caratterizza. Quando viene violato il segreto di quella voglia, la tempesta si scatena su tutto il circondario. 

Nella Sardegna rurale degli anni Venti e del secondo dopoguerra, in una società segnata dal patriarcato, si muovono figure femminili che hanno un fascino del tutto particolare. Il romanzo si divide in due parti. 

Nella prima parte si racconta la storia di Basilia, il suo matrimonio, la nascita delle sei gemelline. Basilia non riesce a godersi le sue bimbe per molto tempo, purtroppo muore lasciando le piccole creature senza una mamma. Ad occuparsi di loro saranno Dionisia Carchina, la maestra di parto, e Tzia Luisa, la biscottaia. Due anni dopo la morte di Basilia, muore anche il marito, incapace di vivere senza il suo grande amore. I parenti voltano le spalle alle bambine, le cancellano dalla loro memoria. Occuparsi di loro significa impegno, fatica, problemi, meglio lasciar perdita. 

Fortunatamente Dionisia e la biscottaia Luisa, "mamas de anima", aiutano le gemelle a crescere "come sei rami di un unico albero". A dar loro una mano c'è anche l'anarchico del paese, tziu Mercuriu Salippa, che vive rifiutando ogni costrizione esterna. 

Nell'indifferenza dei parenti, le mamme adottive, con le bimbe, si trasferiscono a Margiulai, paese natio della maestra di parto. È il 5 settembre del 1940. 

La casa non viene venduta anche perché, all'ultimo piano, c'è una piccola mansarda dove Basilia si chiudeva per suonare il flauto, scrivere racconti e poesie. Nessuno era mai entrato lì dentro e la porta è chiusa con un lucchetto. Nessuno conosce il nascondiglio della chiave. Le bambine avevano chiamato quella stanza "la pentola dei misteri". Prima di andar via le bimbe espressero il desiderio di ritornare a Bodoloi quando gli abitanti sarebbero cambiati. 

Ma non crederete davvero che le pecore impareranno un giorno a volare e gli asini a ballare? Povere illuse, povere illuse! Ovunque andrete scoprirete che l'uomo è una bestia che cambia pelle ma dentro rimane sempre uguale.

Trent'anni dopo, ha inizio la seconda parte del romanzo, le gemelle tornano a Bodoloi, nella casa natia. Entrano nella soffitta di mamma Basilia e trovano un diario le cui pagine custodiscono un segreto orribile. 

Nella Grotta de is bobois, nel buio di una notte tempestosa, un drammatico evento aveva visto la donna travolta dalla violenza umana. Cosa era successo lascio a voi scoprirlo, ma sappiate che dopo quella notte Basilia non era stata più la stessa donna di prima. 

Sulle pagine del diario c'è scritto tutto, anche il nome dei sei aguzzini. Le gemelle decidono quindi, attraverso un atto di espiazione, di riscattare la memoria materna. 

Le sei sorelle si alzarono in piedi e giurarono intorno a un moncone di candela accesa. Le nostre mani invisibili risparmieranno altro sangue e altre sofferenze alle donne come nostra madre. 

La vendetta ha inizio: ogni gemella pesca un nome tra quelli che la mamma aveva annotato, lo cerca, ci entra in confidenza e poi... 

"Nate sotto una cattiva luna" è un romanzo breve, conciso e spietato, un libro di forte impatto emotivo. É la storia di sei gemelle e di una lotteria della morte. Si entra in punta di piedi, in un mondo ancestrale, crudele con le donne e con chi mostra segni di debolezza. Sei eroine cambiano tutto, hanno un modo tutto loro, pacato e determinato, nell'affrontare il ruolo di giustiziere. I sentimenti vengono vissuti con discrezione, mai esibiti ma utilizzati come fonte di forza e coraggio. 

Le protagoniste sanno di dover affrontare grandi drammi, sanno come difendere ciò in cui credono, sanno sacrificarsi e riescono a trasformare la disperazione in speranza. I sei uomini, le belve dal volto umano, sembrano proprio in attesa dell'espiazione del loro crimine. Il ricordo di Basilia è un tarlo che mangia l'anima, il senso di colpa non tace mai e la punizione è vissuta come una liberazione. Tanto che ogni uomo, sentendo la fine avvicinarsi, racconta la propria storia. 

Perdonu Deus meus, perdonu!

"Nate sotto una cattiva luna" è il primo libro di Salvatore Niffoi che leggo e sicuramente non sarà l'ultimo. Mi piace il modo in cui l'autore propone un romanzo che ha tanti volti. Inizialmente è una storia pacata che si trasforma poi in azione per vestire i panni di un racconto oscuro. Ho trovato interessanti i momenti descrittivi del romanzo che, a un certo punto, moltiplica i racconti. Ciò che unisce il narrare è il desiderio di veder puniti i predatori. 

Leggere Niffoi vuol dire interagire continuamente con il racconto, vuol dire apprezzare la musicalità della lingua sarda che sposa l'italiano, vuol dire scoprire i soprannomi che caratterizzano i personaggi, vuol dire veder nascere dalla brutalità la speranza. Si punisce con la finzione chi si vorrebbe punire nella realtà. Quanti mostri sfregiano la nostra società! 

È una storia potente, che sonda l'uomo nei suoi sogni più nascosti, nelle sue possibilità, nella violenza che in gruppo emerge e domina i singoli esseri. La società omologa le esistenze di tutti e le persone che non si adeguano danno sempre fastidio. Spesso si indossano maschere per mostrarci agli altri, ma poi quelle maschere finiscono per far sparire il vero "io". 

Nel romanzo sono le donne che pensano e agiscono, sono loro che movimentano il romanzo, lo caratterizzano e conducono il lettore su terreni sempre nuovi. Il realismo magico rende la Sardegna un territorio bellissimo sospeso fuori dal tempo. La modernità non è arrivata nei paesi in cui le storie evolvono. 

Niffoi sa tenere desta l'attenzione del lettore che si sente vicino ai protagonisti. Crea un microcosmo di racconti nel racconto, una storia di vendetta intesa come giustizia, un mondo intriso di violenza e morte. In questo contesto l'ultimo respiro racchiude sempre la ricerca di un significato da dare alla vita. 

Salvatore Niffoi ha vinto il premio Campiello 2006 con "La vedova scalza" che rientrerà sicuramente nelle mie prossime letture.

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