martedì 16 gennaio 2024

RECENSIONE | "Il coraggio di Rachel DuPree" di Ann Weisgarber

“Il coraggio di Rachel DuPree” è un romanzo di Ann Weisgarber pubblicato da Neri Pozza, nella traduzione di Maddalena Togliani, nella collana I Narratori delle Tavole. L’autrice narra la vita dei coloni neri nella prateria e dà voce a un’eroina che, in una terra desolata, scopre la vacuità del sogno americano e dei suoi valori, illusori come una manciata di polvere.


STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 7
Il coraggio di Rachel DuPree
Ann Weisgarber

Editore: Neri Pozza
Pagine: 272
Prezzo: € 18,00
Sinossi

Manca l’acqua, nella terra che Isaac e Rachel DuPree hanno scelto per la loro famiglia, e un vento violento soffia sulla prateria sollevando sabbia ed erbacce. Siamo nelle Badlands, South Dakota, e l’anno è il 1917. Non piove da mesi e ogni cosa è secca, come le labbra screpolate di Rachel o gli occhi opachi dei suoi figli. Nonostante le asperità di quella vita, Isaac e Rachel non possono abbandonare la casa di legno e i duemilacinquecento acri che affacciano sulle colline, il loro avamposto sulla frontiera dove è così raro vedere, fra i coloni, un uomo che non sia bianco. Dopo anni vissuti in uno spazio scavato nel fianco di una collina, hanno finalmente una casa, e una casa è segno di rispetto, così come la terra, soprattutto se sei nero. La sete, tuttavia, continua a farsi sentire. Un giorno Isaac chiede alla piccola Liz di calarsi dentro il pozzo. La bambina potrebbe cadere e rimanere uccisa o essere morsa dal serpente con gli occhi rossi che tanto la terrorizza. Qualcosa allora si rompe dentro Rachel. La ribellione comincia a farsi strada nella sua testa. Nella sua città d’origine, Chicago, basterebbe aprire un rubinetto per avere dell’acqua. Perchè, dunque, vivere di stenti al solo scopo di permettere a Isaac di coltivare il suo sogno di proprietario terriero? L’amore e il sacrificio sono davvero tali quando ne va della vita dei figli e della propria esistenza? E che cosa sono sottomissione e rassegnazione se non una forma di tradimento verso i suoi figli e verso se stessa? Aprendo uno squarcio sulla vita dei coloni neri nella prateria, Ann Weisgarber dà voce a un’eroina indimenticabile che, in una terra desolata, scopre la vacuità del sogno americano e dei suoi valori, illusori come una manciata di polvere.





Davanti a me c’erano le Badlands. Al mio arrivo la loro vastità mi aveva spaventata. Erano senza fine. C’erano solo canyon che tagliavano la terra, erbe delle praterie alte fino al ginocchio che fremevano e oscillavano come fossero vive, e catene di colline che si stagliavano contro il cielo. Le Badlands mi facevano paura, ma finché Isaac era con me, era quello il posto dove volevo vivere.

Manca l’acqua, nella terra che Isaac e Rachel DuPree hanno scelto per costruire il loro futuro, e un vento violento soffia sulla prateria sollevando sabbia ed erbacce. Siamo nelle Badlands, South Dakota, nell’anno 1917. Non piove da mesi e ogni cosa è secca, come le labbra screpolate di Rachel o gli occhi opachi dei suoi figli. Nonostante le difficoltà, Isaac e Rachel non vogliono abbandonare la casa di legno e i duemilacinquecento acri che affacciano sulle colline. Ora, dopo tante privazioni, hanno una vera casa, e una casa è segno di rispetto, così come la terra, soprattutto se sei nero. La siccità però incombe senza pietà su tutta la zona e un giorno Isaac decide di calare la piccola Liz dentro il pozzo per recuperare l’acqua rimasta sul fondo. La bambina è terrorizzata, potrebbe cadere e rimanere uccisa o essere morsa dal serpente dagli occhi rossi che le incute tanta paura. Isaac è sordo ai pianti della bambina. 

«Noi siamo qui» le dissi. «Il papà ti regge»

Lei mi guardò, il viso scuro paralizzato dalla paura. Il vento soffiava e Liz sussultò, gli occhi ridotti a due fessure. 

«Sei coraggiosa» le dissi mentre scendeva a occhi chiusi. Le spalle le tremarono. Emise un gorgoglio, poi scomparve nel pozzo. Non ero tipo da rivolgermi a Gesù per chiedergli favori. Ma quel giorno lo feci. 

Gesù misericordioso. Dolcissimo Gesù misericordioso. Accompagna mia figlia in questo pozzo.

Allora qualcosa si rompe dentro Rachel e la ribellione comincia a farsi strada nella sua testa. Durante i momenti di sconforto la donna pensa che nella sua città d’origine, Chicago, basterebbe aprire un rubinetto per avere dell’acqua. Perché, dunque, vivere di stenti al solo scopo di permettere a Isaac di coltivare il suo sogno di proprietario terriero? L’amore e il sacrificio sono più importanti della vita dei figli e della propria esistenza? La sottomissione e la rassegnazione non sono una forma di tradimento verso i suoi figli e verso se stessa? 

South Dakota. La terra delle opportunità. Ma quello era stato prima della siccità, prima che io e Isaac mandassimo una bambina giù nel pozzo. Prima che lo facessimo per la seconda volta. La seconda volta, Liz urlò quando Isaac le disse che avevamo bisogno di lei. Urlò finché non le misi una mano sulla bocca e le tenni chiuse le labbra… Al pozzo sapevamo tutti cosa fare, sapevamo cosa aspettarci, e questo non fece che peggiorare la situazione. Ci stavamo abituando. Ci eravamo rassegnati. 

A 25 anni, Rachel, una discendente di schiavi, sogna di lasciare il suo lavoro da cuoca in una pensione per sposare Isaac DuPree, il figlio della padrona di casa. Lui non è innamorato della ragazza ma vede nel matrimonio la possibilità di chiedere più terra a suo nome. Lei accetta sicura di poter conquistare Isaac e si trasferisce nelle terre del South Dakota: hanno un piccolo gregge e 160 acri di terra che aumenterà negli anni. Isaac, che si rivelerà uomo testardo, ambizioso e orgoglioso, vuol essere finalmente alla pari dei pionieri bianchi mentre Rachel inizia a sognare un’altra vita. 

La terra determinava il valore di una persona. Avevo perso il conto del numero di volte che Isaac me l’aveva detto. Ma nessuna distesa di terra sarebbe bastata per soddisfarlo. Ci sarebbe sempre stato un nuovo terreno dove far pascolare le mucche, o un angolino con un torrente che non si prosciugava mai, o delle praterie per coltivare il frumento invernale. Non sarebbe mai finita.

Seguiamo la vita difficile della coppia. Quattordici anni dopo, la situazione è disperata a causa della siccità, il bestiame sta morendo e le riserve di cibo sono esaurite. Isaac vorrebbe comprare altro terreno che nemmeno gli indiani vogliono. L’eccessiva ambizione di Isaac non fa che peggiorare la situazione della moglie incinta e dei loro cinque figli. Di fronte ai segreti e alle bugie di un marito che conosce a malapena, Rachel deve trovare in sé la forza per prendere la decisione più difficile della sua vita. La donna aveva lavorato sodo per compiacere il marito, per vedere un’ombra di ammirazione nei suoi occhi. 

Sicuramente i coloni americani hanno affrontato sfide che oggi molti di noi non sarebbero in grado di superare. La storia di Rachel è la storia di una donna che ha preso decisioni straordinarie. 

L’autrice, con una scrittura essenziale, narra una pagina di storia poco conosciuta: la conquista dell’Occidente dove le famiglie nere sono rare e gli allevatori neri ancora più rari. Nel suo scritto si percepisce la realtà dell’epoca: i neri dell’esercito partecipano come i bianchi alle esazioni contro gli indiani. I bianchi disprezzano i neri e gli indiani, i neri, come Isaac, disprezzano gli indiani. I sentieri delle lacrime si moltiplicano e il disprezzo umano non ha limiti. 

“Il coraggio di Rachel DuPree” è un libro commovente, struggente, travolgente. È il ritratto di una donna e madre coraggiosa che riesce ad apporsi ai sogni egoistici del marito. I desideri, quando portano alla sofferenza, hanno bisogno di un gran coraggio per realizzarsi e non è detto che ciò sia possibile. Siccità, polvere, bestiame morente e bambini nati morti sono avversità difficili da superare. Anche Rachel ha dei sogni che il marito consapevolmente disillude, ma lei deve continuare a sognare per non perdere la sua anima. 

Rachel è una donna forte, una madre, una figlia, una sorella, che non teme il duro lavoro e nel tempo si guadagnerà il rispetto, forse un surrogato dell’amore, del marito. Purtroppo la siccità, come la morte, non guarda in faccia a nessuno e Rachel è determinata a dare ai suoi figli sopravvissuti la vita che meritano. 

“Il coraggio di Rachel DuPree” è un romanzo sull’amore e sulla lealtà, la patria e l’appartenenza. Soprattutto è la storia del coraggio di una donna di fronte alle avversità. In una società patriarcale, Rachel cerca di ritagliarsi il suo spazio di libertà. Libertà di poter decidere, di non piegare la testa e di poter fare a modo suo. Costi quel che costi. 

Il mondo di Rachel non è perfetto ed è facile, per noi lettori, scivolare nelle sue stesse incertezze seguendo le sue emozioni e la sua metamorfosi, la ricostruzione di sé e la determinazione per dare un nuovo volto alla propria vita. Sondare il dolore di Rachel, permette di comprendere meglio il senso di panico e di confusione che la vita le infligge nei momenti più bui. Nonostante tutto, la vita merita sempre di essere vissuta anche se ti mette davanti a prove terribili. L’animo femminile può essere forte, deve essere forte, per poter andare oltre le abitudini, il quotidiano, la passività e l’indifferenza del mondo esterno. La forza per combattere tutto ciò è dentro di noi. Rachel deve reagire per salvare chi ama, i suoi bambini. 

“Il coraggio di Rachel DuPree” è un romanzo duro e implacabile, capace di dar voce ai bisogni insoddisfatti, ai pensieri inespressi, alle delusioni, alle speranze. Per anni Rachel si sottomette al marito, finché un giorno, il giorno della calata di Liz nel pozzo, si chiede dove finisce il volere di Isaac e inizia il suo. Sarà l’amore per i figli a mostrarle la via del cambiamento, perché solo ritrovando il suo passata potrà salvare il futuro dei suoi figli. Rachel capirà la forza che si cela in lei e nascerà a nuova vita abbracciando la speranza di avere la meglio su un mondo che potrebbe cancellarla senza alcuna pietà.

6 commenti:

  1. Un racconto duro che lascia sicuramente il segno e che spero termini con la rivincita della protagonista, di certo una donna di altri tempi con una tempra ammirevole.
    Intanto segno.
    Ho letto il libro di Carrisi " L'educazione delle farfalle" che avevi in lettura. Aspetto la tua recensione.

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    1. Sicuramente un racconto duro sulla vita dei coloni neri nel West nei primi anni del Novecento. Il romanzo affronta anche il tema della siccità, un problema attualissimo. Carrisi non delude mai, a presto la recensione. Un caro saluto :)

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  2. Ciao Aquila Reale, non conoscevo questo libro. Ho visto che è stato pubblicato ad agosto del 2022, ma non l'avevo mai visto prima.
    È sicuramente una storia cruda, una storia di una donna coraggiosa che decide di ribellarsi per salvare i propri figli e se stessa dalle decisioni egoiste del marito.
    Un saluto 😘

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    1. La protagonista assiste impotente al fallimento del suo "sogno americano", ma saprà reagire anche se ciò comporterà scelte dolorose. Il coraggio di una madre non conosce limiti quando deve difendere i propri figli. Un caro saluto :)

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  3. L' avevo notata questa pubblicazione neri pozza e dalle tue parole capisco che merita attenzione. Le storie che ruotano attorno a una figura femminile coraggiosa che non si lascia abbattere dalle difficoltà mi attirano sempre.
    Ciao Aquila (⁠人⁠ ⁠•͈⁠ᴗ⁠•͈⁠)

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    1. Questo romanzo è soprattutto un racconto di vita, l'iniziale sottomissione della moglie alle decisioni del marito, l'ostilità di una terra che costringe alla solitudine, i rapporti conflittuali tra coloni e indiani. Tanti temi, tante emozioni per una storia intensa e drammatica. Ciao Angela, un caro saluto :)

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