martedì 12 settembre 2023

RECENSIONE | "I volti dell'ombra" di Boileau e Narcejac

“I volti dell’ombra” è un intrigante romanzo nero del 1953 pubblicato da Adelphi in una nuova traduzione a opera di Federica Di Lella e Maria Laura Vanorio. È il capolavoro di Pierre Boileau e Thomas Narcejac, premiata ditta del noir francese, ammiratissimi dal grande regista Alfred Hitchcock, il re del brivido.

Richard Hermantier, un magnate dell’industria, è reso cieco da un incidente. E da quel momento nell’oscurità, ogni certezza s’incrina, inizia a non fidarsi più di chi gli sta accanto.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
I volti dell'ombra
Boileau e Narcejac

Editore: Adelphi
Pagine: 180
Prezzo: € 18,00
Sinossi

Quando l’esplosione accidentale di una bomba a mano sepolta in giardino lo rende cieco, Richard Hermantier, magnate dell’industria abituato a dettare legge e a incutere rispetto con una semplice occhiata, si trova costretto a trascorrere un mese di convalescenza nella sua villa in Vandea: un mese soltanto, ma cruciale, perché la fabbrica di lampadine che gestisce con piglio feroce si prepara al lancio di un prototipo destinato a rivoluzionare il mercato. In attesa di tornare al comando, Hermantier non potrà che affidarsi alle persone che gli stanno accanto: la moglie Christiane, «bella e sciocca come una Giunone», l’affascinante quanto irresponsabile fratello Maxime e Hubert, il suo socio in affari, un uomo «della razza dei pusillanimi, degli ipocriti, dei piccoli contabili». Ma l’incidente che gli ha cucito per sempre le palpebre ha minato irrimediabilmente anche la sua sicurezza, e a poco a poco, nell’implacabile calura estiva, i contorni della realtà si fanno incerti. Può davvero dare credito ai suoi sensi, ai ricordi, a quello che gli viene raccontato?





Un tempo, quando chiudeva gli occhi, quando si premeva i palmi delle mani sulle palpebre, vedeva tutto nero, un bel nero simile a un cielo profondo, in cui dopo un po’ cominciavano ad apparire soli rotanti, a delinearsi vie lattee, a esplodere girandole di stelle, e credeva che fosse così anche la notte degli occhi senza vita. Adesso non c’era più niente. Né tenebre né vuoto. Niente. Di punto in bianco si era ritrovato in un mondo nuovo.

Un tempo giovane e brillante industriale, Richard Hermantier ha perso accidentalmente la vista a causa dello scoppio di una bomba a mano sepolta in giardino. Sopravvissuto miracolosamente si ritrova sfigurato e ormai cieco. Deve imparare a fidarsi di chi lo circonda e si rassicura pensando che questo periodo di adattamento sarà sicuramente un periodo di transizione, difficile ma temporaneo. Deve solo riuscire a orientarsi e potrà tornare l’uomo indipendente che tutti conoscono. Accanto a Hermantier si muovono:

Christiane, sua moglie, donna priva “di slancio vitale”, fredda, egoista e avida, “bella e sciocca come una Giunone”;

L’affascinante quanto irresponsabile fratello Maxime, uomo spensierato che ama il piacere, la libertà e la prodigalità smodata;

Hubert, suo migliore amico e socio in affari, un meschino calcolatore che mangia sempre caramelline alla liquirizia. Fingerà di assecondare gli ordini di Hermantier mentre agisce solo per salvaguardare i propri capitali.

Eppure Hermantier, uomo dal carattere ombroso e incline a cupi pensieri, ha costantemente l’impressione che tutti gli stiano mentendo e manipolando. Firma documenti e assegni ma una voce interiore lo fa dubitare dicendo: “Non farlo!” Così inizia a diffidare di tutti. La sua sensazione sarà frutto d’immaginazione? I contorni della realtà si fanno incerti, nessuno dice la verità sulle sue reali condizioni di salute. Perché?

L’industriale avrà anche perso la vista ma neanche una briciola del suo spirito combattivo è andata persa. Anche se cieco l’uomo intende riprendere in mano le redini della sua azienda. Ha sviluppato un prototipo destinato a rivoluzionare il mercato, la lampadina Hermantier di prodigiosa potenza.

A volte, però, volere non è potere. L’uomo deve arrendersi davanti ai suoi limiti e ancora una volta deve affidarsi ai suoi parenti, fidarsi di loro. Ma Hermantier è divorato dai dubbi, molte cose non tornano, in lui nasce il sospetto di essere la vittima di un complotto e le oscillazioni dei suoi stati d’animo complicano ogni cosa.

Nella sua villa in Vandea, luogo scelto per trascorrere un periodo di riposo, tutti sono con lui premurosi. Cristiane, Maxime e Hubert, fanno a gara nel viziarlo eppure lui è ossessionato dall’insicurezza, dall’angoscia e dalla paura. La sua mente partorisce folli fantasie anche perché la casa appare cambiata o sono i ricordi a essere mutati?

Fantasie di un uomo prigioniero dell’oscurità che davanti all’abisso scopre la sua vulnerabilità perché non riesce più a distinguere il falso dal vero, l’immaginazione dalla realtà. Si sente perso nei meandri di un labirinto.

Il mondo intorno a lui era come una scenografia marcescente, orribile. E ovunque esseri invisibili lo mostravano a dito.

Povero Hermentier! Così fiero della sua forza, del suo lavoro, del suo successo, ora si sente “come una larva che può essere schiacciata da un momento all’altro.”

Leggere “I volti dell’ombra” è vivere un incubo a occhi aperti, un incubo al quale il protagonista non riesce a sfuggire e noi con lui immergendoci in un labirinto senza via di fuga dove nulla è come appare. È facile immedesimarsi con Hermantier, provare le sue incertezze, sentirsi vittima di un complotto, reale o immaginario, che confonde i ruoli e le intenzioni. Si procede, capitolo dopo capitolo, in precario equilibrio sempre con le mani tese in avanti, l’udito attento, l’olfatto indagatore e il gusto pronto a carpire informazioni sul cibo che ci offrono. Così Hermantier, la cui autorità si è sgretolata dopo l’incidente, allerta i sensi minori sostituendoli alla vista persa. Saranno la sua guida per reinventare l’inafferrabile vastità del mondo esterno. 

“I volti dell’ombra” è un romanzo crudele costruito con un’atmosfera tesa e perturbante, è un viaggio tra i tranelli della mente e le paure di un uomo che deve ricostruire la sua vita decidendo se fidarsi dei propri cari. Ora non rimane che seguire il protagonista, affidarsi al suo intuito e giungere all’agghiacciante finale. Una luminosa rivelazione per noi che forse sapremo e per Hermantier perso tra realismo e allucinazione, risucchiato da sabbie mobili senza via di fuga.

6 commenti:

  1. una storia nera che mi sembra abbia le caratteristiche giuste per immergere il lettore in un'atmosfera oscura e ansiogena. Non ho mai letto nulla di questa coppia di scrittori, quindi mi segno il titolo!
    ciao aquila

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    1. Conoscevo di fama la coppia di scrittori ma non avevo letto nessun loro lavoro. Questo romanzo mi è piaciuto anche perché senza omicidi, serial Killer e spargimenti di sangue, si respira un'atmosfera inquietante. Un caro saluto :)

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  2. Pierre Boileau e Thomas Narcejeac hanno scritto La donna che visse due volte di cui ho visto il bellissimo film di Alfred Hitchcock.
    Questo libro è davvero intrigante, mi ha incuriosita. Il protagonista aveva ragione ad essere sospettoso o era tutto frutto della sua immaginazione? Lo devo leggere per il mio Angolo del vintage

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    1. Anch'io ho visto il film, anzi l'ho visto più volte provando sempre mille emozioni. Il tuo Angolo del Vintage si arricchirà con questo romanzo che intriga a ogni pagina. Io amo i finali duri e "I volti dell'ombra" hanno una scena finale davvero inquietante. Gli autori lasciano ai lettori la facoltà di scegliere secondo il proprio sentire. Hanno seminato sospetti e dubbi. Immaginazione o realtà? Sicuramente un bel mix! Un caro saluto :)

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  3. Leggo troppi pochi adelhpi, è una casa editrice che merita, dovrei prenderla in considerazione più spesso

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    1. Io amo le pubblicazioni Adelphi perché sono libri appartenenti a tutti i generi che si rivolgono a un vasto pubblico. L'ampio catalogo contiene anche libri che i vari editori si sono rifiutati di pubblicare. Mi piace la capacità con cui titoli scelti dalla casa editrice interpretano e descrivono il mondo contemporaneo. Un caro saluto:)

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