Marcello Simoni, amato e talentuoso scrittore di thriller storici, torna in libreria con “Il profanatore di tesori perduti” (Newton Compton Editori), un nuovo romanzo ricco di avventure, intrighi e tradimenti. Il filo rosso della storia ha inizio nel caravanserraglio del Cairo. Se siete pronti possiamo dare inizio alla grande ricerca mettendoci sulle tracce di un inestimabile e maledetto tesoro perduto.
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7 |
Pagine: 336
La grandezza della missione alla quale siete votato supera di gran lunga ogni magnificenza. Zarzourah! La leggendaria città. La semplice pronunzia di quel nome potrebbe infiammare gli animi più rapaci. Per non parlare della maledizione che aleggia su di esso. Secondo gli antichi testi, le rovine perdute di Zarzourah sarebbero protette da guardiani immortali. Guardiani usi a far scempio delle carni di chiunque abbia l’ardire di profanare quel luogo sacro.
Siamo nel Medioevo Antico nell’anno dell’Egira 626 quando l’esercito crociato di Federico II di Svevia sbarca a Jaffa per conquistare Gerusalemme. In quel periodo folle di mercanti, profanatori di tombe e fuggitivi invadono i caravanserragli del Cairo, spostandosi nel deserto e lungo il delta del Nilo. Fa parte di questa moltitudine il geomante Sufrah che con il suo potere domina le menti umane e sottomette gli spiriti maligni. Nel viaggio lo accompagna Alif, un giovane servo dal passato di ladro, sul quale ricadranno inaspettatamente le sorti della spedizione. Arrivati da Baghdad, Sufrah e Alif, si apprestano a incontrare un enigmatico informatore chiamato Pisano, il quale potrebbe indicare loro la strada per raggiungere la città perduta di Zarzourah sotto la quale, così narra la leggenda, si nasconderebbe un inestimabile tesoro. Non sono però gli unici a voler varcare l’ingresso della Città Bianca: i più temuti, pronti a tutto per impossessarsi delle ricchezze custodite in questo luogo leggendario, sono i cercatori di tesori tra cui il pericoloso Liàrùch al-Haffaf, a capo di una banda di predoni, e Ziryab al-Zubayr, un ricco mercante di stoffe. Grande protagonista di questa storia sarà l’astuto Alif che per prevalere sugli avversari dovrà affrontare tanti nemici, anche i malvagi “jinn”, uomini capaci di distruggere tutti coloro che tentino di avvicinarsi alle rovine maledette della città.
“Il profanatore di tesori perduti” è un’avventura dal sapore esotico che fa rivivere un mondo affascinante in pieno stile Simoni, una lettura avvincente che coinvolge il lettore fino all’ultima pagina. Il deserto diventa una giungla di infidi cammellieri, spie cristiane, sicari e antiche culture. Ma non basta. Enigmi da decifrare nella lingua Degli Angeli renderanno ancor più intrigante questa avventura tra mito e realtà.
Ambientata nel deserto egiziano, uno dei luoghi più inospitali del Medioevo, questa storia dal sapore esotico fa rivivere un mondo affascinante in cui risuonano gli echi di antiche culture.
La scrittura accattivante, leggera ma precisa, di Simoni è in grado di far rivivere al lettore l’atmosfera dell’epoca grazie a una precisa ricostruzione storica e la cura dei dettagli. La trama è avvincente, buon ritmo e svolte imprevedibili con personaggi magnetici dall’indiscusso fascino, ne fanno una macchina del tempo su cui il lettore sale con gran piacere e curiosità per un viaggio, andata e ritorno, emozionante.
Simoni da voce al bisogno che tutti noi abbiamo di avventura e ci propone un nuovo personaggio, Alif, coraggioso, indomito e intelligente. Con lui si attraversano i vari territori dell’immaginario e non saremo mai soli. Nella storia intervengono le Mangiatrici di cadaveri, che custodiscono un oggetto fondamentale per la ricerca; i malvagi jinn, capaci di esprimere una devastante e spesso mortale cattiveria; il crudele “Maledetto dalla Luna”, temuto e rispettato da ogni tagliagole del deserto arabico. Tutti sono pedine importanti in questa storia carica di azione e sorprese, con cattivi che inseguono altri cattivi in una girandola di nemici implacabili. Il risultato è una narrazione dal forte impatto visivo che mette in luce il fascino della parola, del racconto, ed è bello perdersi in questo magma generato dall’esotismo, dalle leggende, dalle sette e dalle superstizioni orientali. Restando comodamente seduti sui nostri divani sarà meraviglioso trasformarci in instancabili viaggiatori dallo sguardo indomito e dal cuore colmo di emozioni.
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