giovedì 29 settembre 2022

RECENSIONE | "Le sorelle Lacroix" di Georges Simenon

“Le sorelle Lacroix” (Adelphi Edizioni, traduzione di Federica e Lorenza Di Lella) è un romanzo di Georges Simenon terminato nel 1937 e pubblicato come preoriginale in cinque puntate su La revue de France, cui seguì, nel 1938, la prima edizione in libro per Gallimard. Il romanzo, ambientato a Bayeux nel Calvados, ha per protagonista le due sorelle Lacroix, Poldine e Mathilde.

STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 7
Le sorelle Lacroix
Georges Simenon

Editore: Adelphi
Pagine: 171
Prezzo: € 18,00
Sinossi

«Ogni famiglia ha uno scheletro nell’armadio» scrive Simenon in epigrafe a questo romanzo. Nel caso della famiglia in questione lo scheletro è un segreto che lega da anni due sorelle. Un segreto che, rimosso e purulento, non può che trasudare odio. Tant’è: il collante che tiene uniti, nella solida dimora borghese di Bayeux, le figlie del notaio Lacroix, il marito di una di loro e i rispettivi figli è unicamente l’odio, un odio così spesso e pesante che sembra di poterlo toccare, un odio che si esprime attraverso sguardi, ammiccamenti, bisbigli – ed esplode non di rado in violente scenate. Ma l’odio suscita anche desideri di vendetta, e nella casa delle sorelle Lacroix ogni gesto ha il sapore della vendetta: un tentativo di avvelenamento non meno che un suicidio, perfino il lasciarsi morire di inedia di una giovane donna che a molti pare una specie di santa. Una volta penetrato in questa atmosfera intossicata da rancori e sospetti, il lettore vi rimarrà invischiato, e non potrà che andare avanti, tra fascinazione e orrore.



L’incipit è alquanto originale per un romanzo di Simenon: 

…piena di grazia, il Signore è con te… piena di grazia, il Signore è con te… 

E ancora: 

Santa e bella Madonnina… fa’ che la situazione a casa cambi… fa’ che zia Poldine e mamma la smettano di odiare papà e di odiarsi a vicenda… fa’ che papà e mio fratello Jacques riescano ad andare d’accordo… Santa, bella e dole Madonnina, fa’ che nella mia famiglia non ci sia più tutto questo odio.

A recitare questa litania in una chiesa è Geneviève, una giovane in odore di santità. Tuttavia il clima di religiosa pace e serenità si trasforma in un clima claustrofobico appena la ragazza torna a casa Lacroix. 

“Ogni famiglia ha uno scheletro nell’armadio” scrive Simenon in epigrafe a questo romanzo. Nel caso della famiglia in questione lo scheletro è un segreto che lega da anni le due sorelle. Un segreto purulento che genera odio. Odio che funge da collante per tenere uniti, nella solida dimora borghese di Bayeux, le figlie del notaio Lacroix, il marito di una di loro e i rispettivi figli. In casa c’è sempre un’atmosfera colma di tensione e odio che si esprime attraverso sguardi, bisbigli e violente scenate. Ma dall’odio nascono anche desideri di vendetta, e nella casa delle sorelle Lacroix ogni gesto ha il sapore della vendetta: un tentativo di avvelenamento non meno che un suicidio, perfino il lasciarsi morire di inedia di una giovane donna che a molti pare una specie di santa. Entrare in questa atmosfera intossicata da rancori e sospetti è facile, impossibile è uscirne. Il lettore dovrà procedere con la lettura, tra fascinazione e orrore rendendosi conto che non c’è scampo per la famiglia Lacroix. 

L’apparenza perbenista è per il mondo esterno, all’internò meschinità e giochi di potere a volontà. Le sorelle Lacroix, benestanti e infelici, vivono insieme in una cittadina della provincia francese, perbenista, gretta e pettegola. Mathilde ha sposato Emmanuel, un restauratore e pittore che sta sempre rinchiuso nel suo atelier, all’ultimo piano della villetta. Hanno due figli: Jacques, praticante notarile ha un temperamento vivace, non ce la fa più a vivere in casa e pensa di andar via; Geneviève, fragile e sensibile, si ammala, si affida alla Vergine Maria e prevede di morire il 25 maggio. Il marito di Poldine vive lontano dalla famiglia, hanno una figlia, Sophie, esuberante ed egoista, e zoppa per una caduta da una scala che, a sentir lei, non è stata casuale. Casa Lacroix è un groviglio di vipere che si muovono in un intreccio di sentimenti negativi come odio, rancore, invidia, gelosia, vendetta. Sopra a questo marciume, Geneviève eleva una preghiera alla Madonna affinchè cambi il tono tipico della casa. Tuttavia sono proprio le voci aspre, gli sguardi impietosi e sempre colmi di sottintesi, le abitudini e i riti quotidiani, a creare il fragile equilibrio su cui si regge la famiglia. Mathilde e Poldine sono prigioniere dell’odio che le unisce. Un evento inaspettato manderà in frantumi questa bolla sospesa e ognuno mostrerà la parte peggiore di sé. Le anime nere si muovono inquiete in casa Lacroix e rendono l’odio sempre più spesso, vischioso, pesante ma perfetto. 

Mathilde aveva sempre avuto bisogno di un’idea fissa, di un’ossessione. Come altri rimpiazzano un amore con un altro amore, lei rimpiazzava un odio con un altro odio.

“Le sorelle Lacroix” è un romanzo breve carico di tensione in cui trionfa l’odio. Narra un dramma famigliare con intrighi e vendette. La psicologia del comportamento umano è tratteggiata con abilità nei personaggi sgradevoli che si muovono in un’atmosfera intossicata da rancori e sospetti. L’odio è un membro della famiglia che vive in un microcosmo in cui tutti conducono una doppia vita dilaniati dalla mancanza di rispetto reciproco. Georges Simenon, già nelle prime pagine del romanzo, svela quali siano i segreti delle sorelle per poi lasciare che la tragedia annunciata si compia. Simenon narra una struggente vicenda umana, ogni pagina è un ritmico frammento di un’armonia che non esiste, deformata dal peso della realtà e dai pensieri che, nell’assordante silenzio, travolgono i fragili argini di sentimenti effimeri. Per le sorelle Lacroix l’odio è necessario per continuare a vivere, è la loro ninfa vitale. 

Le due Lacroix potevano continuare a vivere perché potevano sospettarsi e odiarsi a vicenda, sorridersi a mezza bocca, osservare, camminare in punta di piedi e aprire le porte senza far rumore, sbucando fuori quando il nemico meno se lo aspettava. 

“Le sorelle Lacroix” è un romanzo che scruta nella mente umana, si muove tra i pensieri dei protagonisti alla scoperta di verità che non sempre sono piacevoli e si concretizzano in un’irreparabile devastazione fisica e psicologica. Il romanzo mette in luce i meccanismi che stanno dietro a quello che di inquietante accade in una famiglia quando la porta sul mondo esterno si chiude. Tuttavia se quella porta rimane leggermente socchiusa, ecco che filtra una luce misteriosa e non è detto che sia una luce benevola.

6 commenti:

  1. Ho letto un paio di noir di Simenon, mi sono sempre ripromessa di non abbandonarlo.
    Questo romanzo ha il suo fascino, per quell'attenzione che l'autore mette sulla mente umana e sui rapporti famigliari. Cercherò di procurarmelo il prima possibile!
    Ciao Aquila!

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    1. Adoro Simenon per il suo modo di scrivere romanzi che mettono in risalto le fragilità umane e fanno della psicologia umana l'arma vincente:)

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    1. Per fortuna Simenon ha realizzato una vastissima produzione con romanzi che hanno come protagonisti i delitti, le ossessioni, le solitudini, i disagi esistenziali. Tutti temi che fanno riflettere :)

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  3. Non tutto mi piace di Simenon pero' ha senza dubbio capacità narrative non comuni. Ho amato La camera azzurra e La vedova Couderc, mi segno questo romanzo.

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    1. Ho in programma di leggere "La camera azzurra" e mi segno "La vedova Couderc" :)

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