Buongiorno lettori, oggi vi parlerò di un thriller appassionante e ad alto impatto emotivo: “Il gioco del killer” di Owen Mullen (Newton Compton).
STILE: 7 | STORIA: 7 | COVER: 7 |
Pagine: 320
Rumore di passi dietro di lui, di corsa come i suoi; che schiaffeggiavano la sabbia, facevano scricchiolare i ciottoli, pestavano gli scogli. L’erba sotto i suoi piedi nudi significava che era quasi a casa. Quasi in salvo. Poi lo scricchiolio si trasformò in un passo pesante, che recuperava terreno. Corse più veloce. Sentiva un bruciore al petto. Le gambe pesanti si rifiutavano di proseguire; non ce la faceva più. Cadde, ansimante e terrorizzato. Il rumore di passi si arrestò. Si armò di coraggio e guardò dietro di sé. Non c’era nessuno.
Mentre si trova in spiaggia con i suoi genitori, la piccola Lily Hamilton, tredici mesi, scompare nel nulla. Tre giorni dopo, il padre, distrutto, si presenta nell’ufficio dell’investigatore privato Charlie Cameron. L’uomo è convinto di sapere chi abbia rapito sua figlia e perché. Sebbene sia combattuto, Charlie decide di accettare il caso, pur sapendo che rischia di risvegliare ricordi dolorosi della sua infanzia. E quando la polizia rinviene dei cadaveri di bambini rimasti sepolti per anni, comincia a pensare che la scomparsa della piccola Lily non sia un caso isolato. Possibile che gli omicidi siano opera di un serial killer che è riuscito a rimanere nell’ombra per decenni?
Ambientato nella Scozia centrale, il romanzo accoglie il lettore con un prologo intrigante che accende la miccia della suspense e ci catapulta direttamente nel passato di Charlie Cameron, investigatore privato di Glasgow, specializzato nel rintracciare persone scomparse. I suoi rapporti con la famiglia d’origine sono complessi e non facili. Nel suo passato c’è un’ombra nera, un evento drammatico, che lo perseguita.
“Il gioco del killer” è il primo volume di una serie che ha come protagonista seriale Charlie Cameron. La storia ci accoglie con molti misteri che non verranno interamente svelati. Si percepisce subito l’atmosfera carica di sensi di colpa che si riflettono nei frammenti di una tragedia immane. I personaggi si presentano nella loro vita relazionale e mostrano i loro ruoli attraverso “i giochi” che non sono passatempi innocui e divertenti. Gli uomini, nei loro comportamenti, seguono schemi sottili e in gran parte inconsci che creano molti problemi nelle relazioni. Avrete sicuramente notato la presenza della parola “gioco” nel titolo, ma non c’è solo il killer che gioca con la polizia. Il riferimento a un determinato modo di relazionarsi assume un valore di ben più ampio respiro perché anche altri personaggi interpreteranno ruoli di seduzione, potere, vendetta e uso di altre persone per i propri scopi. Una bella tela di intrighi e multiple storie vi aspettano in questo noir scozzese che vi farà provare il brivido di un giro sulle montagne russe, spaventoso e imprevedibile.
Cameron è un uomo complicato, dentro di lui vivono luci e ombre. Proprio nelle ombre del suo passato il detective cerca le risposte per poter affrontare i demoni che si travestono da sensi di colpa e riflettono un’immagine che lui non può cancellare. Lascio a voi il piacere di scoprire di che cosa si tratta. Questo fardello pesante del suo passato, condiziona il modo di relazionarsi di Charlie con i suoi genitori e anche la sua vita sentimentale ne risente. Egli, infatti, sta cercando di costruire una relazione con una donna ma non è pronto a mantener fede alla promessa di non aver mai nessun segreto tra di loro. Anche nei rapporti tra i suoi amici e le loro mogli e fidanzate, si può tracciare un copione di relazioni non sempre edificante. Su tutto aleggia la presenza di un serial killer a cui piace giocare in modo davvero macabro.
“Il gioco
del killer” è una storia di violenza che combina la grinta della narrativa
poliziesca con la dualità dell’anima. Bene e Male si rincorrono attraverso
tortuosi percorsi e la redenzione è un’utopia.
Owen Mullen
non si limita a narrare un crimine. Usa l’arte della tensione a combustione
lenta per far emergere implicazioni, moventi, alibi, retroscena sociali,
psicologici e culturali. Fino a scoprire che spesso il confine che separa il
bene dal male, la colpa dall’innocenza, è sottile e indistinto.
Anche
l’ambientazione è un personaggio importante della storia. La cittadina di
Glasgow interagisce con la storia e si mostra bellissima o terrificante a
seconda di come la vivono i personaggi. È un luogo perfetto per incrementare
l’aria di mistero e imminente tragedia che si respira nel romanzo. Una
scomparsa, la piccola Lily sembra svanita nel nulla, segna una miriade di
possibilità, di sensi di colpa, di domande sospese che forse non avranno mai
una risposta. La tensione si alimenta, così, all’interno di ogni relazione, in
situazioni non proprio cristalline e nelle scelte che occorre fare.
L’incertezza regna sovrana tra bugie e depistaggi. Alcuni personaggi mostrano
il loro lato oscuro e ne fanno un’arma letale. Il killer “gioca” con la
polizia, un’informazione alla volta, piccoli corpi da ritrovare e da
riconsegnare alle famiglie. Per lui la conoscenza diventa potere, è un gioco
divertente quasi quanto uccidere i bambini. La vita diventa una roulette russa
e a volte fa davvero schifo. Lo sa bene Charlie Cameron, ne ha viste tante, ed
è difficile accettare la dura realtà.
Quindi se siete alla ricerca di nuove letture, questo libro vi farà buona compagnia perché è un thriller che scava nei bassifondi dell’anima fin dentro ai recessi più oscuri. E siamo solo all’inizio!
Tra bambini scomparsi, questa misteriosa città scozzese, il killer che si diverte sadicamente a provocare gli investigatori e il protagonista tormentato, mi sa che questo romanzo ha tutti i requisiti per piacermi!!
RispondiEliminaA un bel thriller è difficile resistere ed è una lettura perfetta per la nuova stagione. Un cordiale saluto :)
EliminaWow, sembra davvero un thriller molto particolare. Non è proprio il mio genere ma da come ne parli sembra così bello che potrei anche uscire dalla mia comfort zone per buttarmi in una storia diversa da quelle che leggo di solito ❤️
RispondiEliminaCiao Enrica, ogni tanto lasciare la propria comfort zone può risultare piacevole e interessante. Un buon thriller è un'ottima occasione per entrare nel lato oscuro degli uomini. Sperimentare è una gran bella cosa. Un cordiale saluto :)
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