“Briseide,
amante di Achille e custode dei suoi segreti” è il sottotitolo de “La schiava
ribelle” (Newton Compton) romanzo d’esordio di Eleonora Fasolino, giovane
autrice di talento che rivisita un grande poema dell’antica civiltà occidentale:
“L’Iliade” di Omero. In particolare leggeremo del legame che unisce Achille,
Briseide e Patroclo. Un rapporto speciale, un amore che germoglia dalle macerie
della guerra e mette in luce le fragilità umane. Tutti noi conosciamo la storia
della leggendaria città di Troia messa a ferro e fuoco da Agamennone perché
Paride, principe troiano, aveva rapito la bella Elena, sposa del re Menelao. La
guerra fu lunga e difficile, in questo contesto si sviluppa la storia di
Briseide, principessa di Lirnesso, resa vedova e schiava dai Mirmidoni, soldati
comandati da Achille. Briseide, la schiava ribelle del titolo, vivrà un amore
difficile su cui grava l’ombra della tragedia finale.
STILE: 7 | STORIA: 7 | COVER: 7 |
Pagine: 288
Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
L’ira funesta che infiniti addusse
Lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
Generose travolse alme d’eroi
E di cani e d’augelli orrido pasto
Lor salme abbandonò (così di Giove
L’alto consiglio s’adempia), da quando
Primamente disgiunse aspra contesa
Il re de’ prodi Atride e il divo Achille.
La parte iniziale del proemio dell’Iliade, nella traduzione fatta dal poeta Vincenzo Monti, segna l’inizio di un’avventura affascinante e mai del tutto conclusa: la conquista e l’esplorazione dell’uomo delle regioni vaste e profonde del suo stesso animo. Là giacciono le vere ricchezze, i pericoli più insidiosi, le vittorie e le conquiste. Un viaggio interiore che non conosce fine.
“La schiava ribelle” nasce dall’eco dell’Iliade, tra leggenda e realtà. Conquista e avventura si intrecciano e diventano testimoni delle vicende dell’antica Grecia. Briseide, Achille, Patroclo erano i loro nomi e questa è la loro storia.
Non aveva ragione di temerlo, anche se tutti gli uomini lo temevano. Perciò lo veneravano come un dio, anche se dio non lo era stato mai. Non aveva ragione di adorarlo, anche se non sarebbe stata la sola a farlo. Perciò lo adoravano come si adora la morte, osservandola da lontano, tra la supplica e il tormento. Non aveva ragione di amarlo, ma lui le aveva offerto la più impensabile tra le ragioni: l’aveva resa schiava, e poi fatta regina. Sua. Parte di sé. Di loro. Nemici e poi amanti. Lei, Briseide, e lui Achille dal piede veloce. Lei lo aveva amato in guerra. E lui aveva combattuto amandola.
Troia è sotto assedio. Ogni giorno gli attacchi dei greci si abbattono implacabili contro le sue alte mura e nessuno sembra in grado di opporsi alla furia dei micidiali guerrieri mirmidoni. Si dice che il loro re, il nobile Achille, sia il combattente più forte mai esistito, il più coraggioso e il più spietato. Quando Briseide viene fatta prigioniera e condotta nella tende di Achille, la donna comprende di non essere più una principessa ma di essere diventata la schiava del più valente degli Achei. Con il trascorrere delle giornate nell’accampamento di Achille, si accorge che la fama oscura che circonda il leggendario eroe non tiene conto della sua umanità che ogni tanto lascia trasparire, specialmente verso Patroclo, il valoroso principe che lo affianca in ogni battaglia. Achille e Briseide, anche se il fato li ha resi nemici, non sono poi così diversi e il loro incontro potrebbe cambiare il corso della storia.
Briseide, è il patronimico usato da Omero per Ippodamia di Lirnesso, moglie di re Minete, principessa troiana, figlia di Briseo sacerdote di Apollo, è diventata la schiava di Achille: splendido come tutto ciò che appartiene al divino, letale come la morte, temuto da tutti gli uomini. Il pelide sembra non nutrire sentimenti, tranne per la guerra e per l’amato Patroclo. Inizialmente non mostra alcuna attenzione per la schiava Briseide che non ha mai servito un uomo e non è esperta nelle arti dell’amore. Tuttavia, prigioniera e sola, la donna deve scendere al giusto compromesso per sopravvivere. Achille, nella sua spietatezza, mostra sprazzi d’umanità. Briseide svela il suo temperamento coraggioso e sulla tela del destino viene scritto un amore che vede coinvolti i due eroi, Achille e Patroclo, entrambi innamorati della schiava Briseide.
Con uno stile moderno, curato, scorrevole, l’autrice fa uso della sua fantasia per raccontare ciò che è taciuto nel poema omerico. In chiave romantica viene narrata la storia di Achille, Briseide e Patroclo. In un retelling sensuale dell’Iliade, l’autrice coinvolge il lettore in una storia dove largo spazio viene dato all’approfondimento psicologico dei personaggi che cercano successo, protezione e amore.
Achille è un semidio, essendo figlio del mortale Peleo, re dei Mirmidoni di Ftia e della nereide Teti. È irruento, impetuoso, aggressivo e sanguigno. Alla domanda degli dei se preferisse vivere a lungo, ma senza gloria, o avere una vita breve e famosa per le imprese che avrebbe compiuto, il giovane Achille scelse una vita per la gloria e il suo destino fu così segnato.
Achille corteggia la morte con una serenata di spade e sembra bramarla per sé.
Patroclo, figlio di Menezio re di Opunte, venne educato a Ftia con Achille. È un valoroso guerriero che mostra un carattere dolce pieno di disponibilità, comprensione e gentilezza. A unire Patroclo e Achille è un legame amoroso, gli amanti hanno dalla loro parte il consenso degli dei. I due eroi lasciano spazio, nella loro amicizia romantica, anche all’amore per le donne. Patroclo è devoto al Pelìde e cerca sempre di proteggerlo.
Era Patroclo a fare di Achille un uomo, erano i Mirmidoni a fare di lui un re, ed era la guerra a fare del suo corpo un’ombra della fine.
Briseide, principessa di Lirnesso, sposa Minete, re di Cilicia. Durante la guerra di Troia, Minete viene ucciso e lei diventa la schiava di Achille. Quando Agamennone liberò la sua schiava Criseide, volle in cambio Briseide. Lo scambio provocò l’ira funesta di Achille, che decise di non combattere più contro i troiani, pregiudicando in tal modo le sorti della guerra per lo schieramento greco. Briseide, vivendo con Achille e Patroclo, scopre i suoi desideri di donna che, pur essendo stata sposata, non ha mai conosciuto. Ama, riamata, entrambi gli eroi e segna così il suo tragico destino di donne che sopravvivono alla guerra.
Achille e Patroclo erano i suoi signori e coloro che avevano elargito a Briseide il dono del desiderio, oltre a quello della benevolenza.
“La schiava ribelle” è un romance mitologico che conduce il lettore in un mondo lontano. Tra eroi e capricciosi dèi, l’autrice propone una storia, narrata in chiave moderna, che ha il pregio di intrattenere e coinvolgere. La novità consiste nel dar voce a Briseide mettendo in luce il suo essere donna che le permette di scoprire una libertà di sentimenti ed emozioni mai provati prima. L’autrice, capitolo dopo capitolo, utilizza le parole, intrise di fantasia, per offrirci un modo diverso con cui guardare la storia di Briseide. Emozioni, tenacia, coraggio guidano il suo cuore e trasformano il dolore in una nuova forza: l’amore per Achille e Patroclo. Si creano forti legami e Briseide trova, seppur per breve tempo, la felicità.
“La schiava ribelle” ha un fascino particolare: è accogliente e avventuroso. Ricostruisce in maniera appassionante un mondo perduto di eroi e déi, raccontando di grandiose battaglie e amori travolgenti, scelte dettate dalla disperazione e dal desiderio di vendetta. Briseide scuote chi legge con il suo coraggio, con il suo amore per coloro che hanno conquistato il suo cuore.
Eleonora Fasolino ha affrontato un’ardua ricostruzione delle vicende omeriche. Ha intrecciato amori diversi, uno letale per Achille e l’altro rasserenante per Patroclo. Ha plasmato la bellezza della mitologia greca per offrire un calice di ambrosia anche a noi, poveri mortali che ringraziamo e attendiamo i suoi prossimi lavori.
Il fascino di queste storie mitologiche è intramontabile e achille poi è uno dei personaggi più belli e complessi, per quanto mi riguarda.
RispondiEliminaTitolo Interessante 👍
E' sempre piacevole leggere la rivisitazione di una storia mitologica che la rende un nuovo racconto pur mantenendo punti in comune con l'originale. Il mondo perduto degli déi e degli eroi conserva il suo fascino :)
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