martedì 8 marzo 2022

RECENSIONE | "La vendetta degli dei" di Hannah Lynn [Review Party]

Dopo “Il segreto di Medusa”, la scrittrice Hannah Lynn torna in libreria con “La vendetta degli dei”, Newton Compton Editori. Il romanzo ha come protagonista Clitennestra, la regina più cattiva della mitologia greca.  Il marito Agamennone la definì “perfido mostro”, ma era davvero così? O è tutt’altra storia?

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
La vendetta degli dei
(Serie Greek Women #2) 
Hannah Lynn

Editore: Newton Compton
Pagine: 320
Prezzo: € 9,90
Sinossi

Regina dal potere sconfinato, moglie assassina e vendicatrice, madre tradita e amorevole, figura capace di slanci e sentimenti di grande intensità o donna crudele e senza cuore? È davvero difficile provare empatia per una donna che tradisce il marito, Agamennone, e che lo uccide al suo ritorno da Troia assieme al proprio amante, senza conoscere fino in fondo le sofferenze a cui è stata sottoposta fin dalla giovane età. Una donna che ha dovuto sopportare l’omicidio del precedente marito e del figlio uccisi brutalmente, l’assassinio della figlia Ifigenia sacrificata con l’inganno agli dei dal padre. Senza contare le umiliazioni pubbliche, i soprusi e gli abusi a cui la regina di Micene deve sottostare per il bene pubblico. E così, in un racconto appassionante e commovente, Clitennestra assume sembianze di una modernità impressionante e il lettore si ritrova avvinto da una spirale di odio, amore, violenza e spargimenti di sangue di familiari che non ha eguali nella mitologia greca.







L’indovino Calcante riportò lo sguardo su di lui. “Sei un uomo caro agli dei, Agamennone. Il re dei re, nientemeno.” “Dimmi, cosa mi viene chiesto?” “Ti sei già trovato in situazioni difficili, come quando hai rivendicato la corona di tuo padre strappandola a quel traditore di tuo zio. Lo so. So cosa ho fatto”. “Che cosa devo fare?”. “La dea accetterà un unico sacrificio, un’unica morte sul suo altare nel tempio di Aulide. La dea non è un animale che vuole, ma una fanciulla. La tua figlia più bella, Ifigenia.”

Clitennestra, regina di Micene, uccide il marito Agamennone per vendicare la figlia Ifigenia. La fanciulla era stata convocata in Aulide con l’inganno: avrebbe dovuto sposare il prode Achille. Invece viene sacrificata dal padre sull’altare della dea Artemide affinché la spedizione dei Greci, trattenuta da venti contrari, potesse salpare. È questa la versione del mito che l’autrice sceglie di raccontare con Clitennestra che ricopre un ruolo drammatico e trasgressivo, nutrito da una furia vendicatrice che non si fermerà davanti a nulla.

Clitennestra è una regina potente, moglie assassina e vendicatrice, madre tradita e amorevole, figura capace di slanci e sentimenti di grande intensità o donna crudele e senza cuore? Fin dalla prima pagina vi verrà naturale provare empatia per la regina perché conoscerete le sofferenze a cui è stata sottoposta fin dalla giovane età. Una donna che ha dovuto sopportare l’omicidio del precedente marito, Tantalo, e del figlio uccisi brutalmente, l’assassinio della figlia Ifigenia sacrificata dal padre agli dei. Senza contare le umiliazioni pubbliche, i soprusi e gli abusi a cui la regina di Micene deve sottostare per il bene pubblico.

Clitennestra è un personaggio di rilievo nella mitologia greca, è una donna dal forte temperamento intenzionata a voler difendere i figli da qualsiasi minaccia incomba su di loro. Agamennone e Clitennestra avevano un figlio, Oreste, e tre figlie: Elettra, Ifigenia e Crisotemi. Mentre Agamennone è impegnato a combattere contro Troia, Clitennestra regna da sola comandando la polis di Micene e i politici. Lo fa con grazia e arguzia, guadagnandosi il rispetto di tutti. Per la regina i figli vengono sicuramente prima del regno. Lei è concentrata sulla loro salute, sulla loro felicità e sulla loro sicurezza. Agamennone viene mostrato come un personaggio intollerante verso qualunque forma di emozione o sensibilità.

Un padre disposto a tagliare la gola alla propria figlia per un vento migliore, che uomo è?

Uccidere Agamennone è un atto di giustizia, che spesso si confonde con la vendetta, e a sua volta Clitennestra verrà uccisa da suo figlio Oreste per vendicare l’assassinio del padre secondo un ordine patriarcale voluto da Apollo. I capricci degli dei e l’immutabile fato e le antiche maledizioni, nulla cancellano.

Gli dei non traevano gioia dalla felicità umana. Gli dei esigevano punizioni.

Così la colpa si trasmette all’interno dei legami famigliari e nessuno può dirsi veramente innocente. Subito dopo Oreste verrà perseguitato da voci infernali: sono i demoni, le Erinni, del mondo sotterraneo che sorgono dal cadavere del morto e inchiodano alla sua colpa l’uccisore.

“La vendetta degli dei” è un racconto appassionante e  commovente, è la sfida di una donna al mondo patriarcale. Da una spirale di odio e amore, violenza e spargimenti di sangue di familiari, emerge una crudele verità: a volte devi rischiare tutto per proteggere le persone che ami. Se sei come me un fan degli dei vendicativi e delle feroci rivalità famigliari, adorerai questo racconto epico.

“La vendetta degli dei” è il secondo dei libri sulla trilogia delle donne della mitologia greca. Mentre nel primo libro, “Il segreto di Medusa”, Hannah Lynn racconta la storia di Medusa e Perseo che diventano pedine nelle mani di divinità egoiste e dispettose, in questo secondo volume l’autrice rivisita la guerra di Troia concentrandosi su Clitennestra, figura complicata e controversa, che qui ha la possibilità di vedere riabilitato il suo personaggio raccontando la sua verità. La regina di Micene, vittima del marito, si trasformerà in colpevole, nel momento in cui, insieme a Egisto, cugino del marito e suo amante, deciderà di uccidere il re. È considerata come una donna malefica, falsa e vendicatrice. Eppure nel romanzo emergono delle sfumature che vi faranno vedere in modo diverso questo personaggio che si contrappone alle figure di altre donne, mogli di eroi, che compaiono all’interno dei poemi omerici. Mentre ad esempio Penelope e Andromaca rappresentano le  mogli fedeli e devote che incarnano l’ideale femminile della Grecia antica, Clitennestra è una donna adultera e violenta, quindi un modello del tutto negativo. Se però guardiamo un po’ più in profondità, capiremo che la sua rabbia nasce da una profonda disperazione, dal dolore di una madre che ha perso la propria figlia per colpa di suo marito. Lei è una donna forte e decisa che non si piega alle convenzioni sociali del suo tempo, mette a nudo il suo cuore e ci porta in una dimensione estrema dei sentimenti. È una donna che come assassina non può essere assolta, ma forse capita. Clitennestra continua a piangere i figli che un uomo crudele le ha portato via. Nulla, se non la vendetta, potrà fermare il suo dolore. Sangue chiama sangue, i morti maledicono chi li ha uccisi, il destino non si può scalfire, la morte accoglie l’eternità in una rabbiosa e straziante infelicità.




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