sabato 15 ottobre 2016

RECENSIONE | "Erano due bravi ragazzi" di Mattia Giuramento e Emiliano Scalia

Carissimi lettori, buon fine settimana :) Oggi vi parlo di un romanzo che ha come protagonisti due ragazzi, Fabrizio e Andrea, attratti dal fascino maledetto della camorra.

Erano due bravi ragazzi
Mattia Giuramento e Emiliano Scalia

Editore: Newton Compton 
Pagine: 331 | Prezzo: € 9,90

Sinossi: Fabrizio appartiene alla Napoli bene, è figlio di un medico molto noto. Andrea invece viene da Miano, un quartiere di periferia, dove la camorra la fa da padrone. 
S’incontrano per caso a una festa e quell’incontro segna l’inizio e la fine di tutto. Perché i due, pur così diversi, si piacciono, e quando Fabrizio, seguendo Andrea, si trova coinvolto in un duplice omicidio, invece di scappare subisce il fascino di quel che non conosce. E la scalata ai vertici della criminalità è breve: Fabrizio e Andrea conquistano la fiducia di Totonno, il boss di Miano, e cominciano a lavorare per lui. Ma sono giovani, quel che hanno non gli basta: puntano più in alto e convincono Totonno a fare affari coi cartelli messicani. All’inizio tutto procede bene, poi, lentamente, qualcosa nel meccanismo che hanno messo a punto s’inceppa. Sequestri di droga, denunce sui giornali, morti scomode ed ecco che il sodalizio col boss si spezza. E la vendetta, quella più crudele, si scatena…


STILE: 8 | STORIA: 8 | COPERTINA: 7

Nella Napoli dove la malavita detta legge, bisogna accettare le sue regole se si vuole emergere. Fabrizio e Andrea sono giovani e per conquistare il mondo sono disposti a tutto. Anche a diventare due criminali.
Fabrizio appartiene alla Napoli bene, è figlio di un medico molto noto.  Vive bene, nel lusso. Prova disprezzo per il padre e il fratello perché sono ossessionati dal denaro. La madre, invece, ripone tutte le sue energie nella cura del suo aspetto. Il denaro, l’alcol, la cocaina e le sigarette non interessano a Fabrizio. È attratto solo dal potere ed è schiavo di quel fascino che diventerà la sua droga.

Andrea è nato in un quartiere di periferia, Miano, dove la camorra la fa da padrone. Ha l’animo del cacciatore pronto a nuove sfide. Vuole sentirsi forte e potente. Vuole i soldi. Vuole difendere sua madre e sua sorella dalla miseria e dal degrado. È una delle nuove leve della camorra.

Fabrizio e Andrea si incontrano a una festa, sarà l’inizio della fine. I due giovani  scoprono di avere gli stessi obiettivi nella vita e sanno come raggiungerli. Niente e nessuno può spaventarli. Inizia la loro scalata al successo tra violenze, omicidi e boss disposti a tutto per aumentare le loro ricchezze. La cocaina diventa il centro dei loro affari, si alleano coi cartelli messicani e tutto procede a gonfie vele. Poi qualcosa cambia. Indagini dei carabinieri, sequestri di droga, denunce sui giornali. I rapporti con il boss di Miano si incrinano fino a spezzarsi. La vendetta sarà crudele.

“Erano due bravi ragazzi” è la storia di due guaglioni che volevano farsi re. È la storia di una scalata al potere che semina sangue e violenza tra le vie della bella Napoli. È lo specchio di un Paese in cui non sempre si può scegliere da che parte stare.

Ho letto questo romanzo con vivo interesse. Prendendo spunto dalla realtà, i due giornalisti, hanno realizzato una storia che ingloba i lati oscuri della nostra società in cui criminalità organizzata, politica, economia sono spesso legati da un filo rosso e dalla corruzione. La trama riunisce storie dinamiche con personaggi ben caratterizzati che ci conducono nei meccanismi interni della camorra. Fin dal primo capitolo ho avuto la sensazione di iniziare un viaggio travagliato, spesso cruento, nella criminalità organizzata. Ho apprezzato il modo in cui gli scrittori hanno deciso di realizzare la loro opera. Ogni settore della criminalità trova il suo spazio nella storia. La diffidenza e i contrasti tra i boss. La spartizione delle zone. I tentacoli della camorra in tutto il tessuto sociale. Lo spaccio di cocaina. Il potere che si tramuta nel poter prendere ciò che piace, senza chiedere. Per dare più incisività al romanzo troverete una bella miscela di elementi del dialetto napoletano con elementi della lingua italiana. I dialoghi, così, risultano più reali e la lettura acquisisce più dinamicità dribblando tra violenze e patti traditi. Il potere del più forte riconferma la legge della giungla applicata agli affari criminali e i capitoli del romanzo vi faranno conoscere i demoni che stritolano la vita dei protagonisti. Il romanzo non è ambientato solo a Napoli, le vicende narrate ci portano in vari Paesi a testimonianza di una malavita presente ovunque. Alla base di tutto ci sono i soldi e il potere ma anche la voglia di cancellare la noia di una vita senza brividi per trasformare la propria esistenza in una sfida con la morte.

Se volete approfondire la conoscenza delle dinamiche che hanno dato vita a questo romanzo, potete leggere la mia intervista agli autori Mattia Giuramento e Emiliano Scalia. Buona lettura :)

Nessun commento:

Posta un commento