sabato 31 gennaio 2015

RECENSIONE | "La compagnia della morte" di Alfredo Colitto

Cari lettori, ultimamente ho acquistato molti libri e il mio borsellino piange singhiozzando. Tuttavia vi chiedo: si può andare in libreria, trovare un libro a 1,90 euro e non comprarlo? No, non si può! Così sorda alle proteste del mio amato-odiato borsellino ho acquistato “La Compagnia della Morte” di Alfredo Colitto, edito Piemme che lancia la formula “Scopri L’autore”.


La compagnia della morte


Autore: Alfredo Colitto 



Editore: PIEMME

Pagine: 148
Prezzo: € 1,90  (cartaceo)

Sinossi: 
Napoli, 14 agosto 1655. Il caldo torrido del pomeriggio non dà pace alle vie affollate della città, ma il pittore Sebastiano Filieri non può restarsene tra le fresche mura della cappella di Palazzo Agliaro, dove sta dipingendo un ciclo di affreschi. Lo attende un compito difficile: dire addio a Maria, la sorella di sua moglie Angela, l’ultimo affetto che gli resta della sua famiglia decimata. Mentre Sebastiano è al suo capezzale, la donna pronuncia poche parole: un delirio, all’apparenza, ma a lui rivelano una verità che cercava da anni. La verità sulla morte di Angela. Quelle parole lo riportano ai tragici giorni della rivolta di Masaniello, quando era entrato nella Compagnia della Morte, una società segreta di pittori che durante la notte cercavano e assalivano i soldati spagnoli nelle vie di Napoli, per testimoniare con la spada che la loro città mai si sarebbe rassegnata al dominio straniero. Ma una notte, di ritorno da una missione, Sebastiano aveva trovato la moglie e la figlia crudelmente assassinate, da una persona che ormai era già morta. Distrutto dal dolore, aveva lasciato la Compagnia. Ora, però, accanto a Maria, morente, comprende che il colpevole è un altro, e che la vendetta è ancora possibile.



STILE: 8
STORIA: 7
COPERTINA: 7

Napoli, 14 agosto 1655
Seduto su una poltrona con lo schienale rigido e il cuscino imbottito, tra il letto e la finestra, Sebastiano Filieri ansimò come se fosse lui quello in fin di vita, e non sua cognata Maria. Le parole che lei aveva appena pronunciato, nel delirio della febbre che se la stava portando via, lo avevano colpito come pugni allo stomaco, riaprendo una ferita che per otto anni si era sforzato di considerare guarita. Ma non era guarita affatto. In fondo lo aveva sempre saputo.
Sebastiano Filieri, pittore spadaccino, è al capezzale di Maria, sorella di sua moglie Angela, l’ultimo affetto che gli resta della sua famiglia decimata. Maria rivela l’atroce verità sulla morte di Angela riportando  Sebastiano, con la memoria, indietro nel tempo. Erano i giorni della rivolta di Masaniello, Sebastiano era entrato nella Compagnia della Morte, una società segreta composta da pittori che si ribellavano, con la spada, al dominio spagnolo nella loro bella Napoli. Ma una notte Sebastiano aveva trovato sua moglie e la figlia crudelmente assassinate. Egli credeva che l’autore dei delitti fosse già morto. Annientato dal dolore, aveva lasciato la Compagnia dedicandosi solo alla sua arte. Dopo 8 anni la verità era stata rivelata. L’assassino era ancora in vita. La vendetta poteva aver inizio.

Dopo aver letto, con vivo interesse, questo libro, mi sono documentata sull’autore scoprendo che Alfredo Colitto è uno tra i migliori interpreti del thriller storico in Italia. 
Per un’amante del genere  thriller, come amo definirmi, è stato bello scoprire un autore che non conoscevo. Il suo romanzo storico mescola abilmente una vicenda immaginaria con un momento storico preciso, la Napoli di metà Seicento, dando vita a una ricostruzione della situazione politico-sociale del popolo napoletano. Infatti le vicende di Sebastiano Filieri si intrecciano con le grandi vicende del popolo sottomesso e sono direttamente influenzate da esse. Nella Napoli del 1647 inizia la storia di Sebastiano e della sua famiglia. Il pittore spadaccino è un uomo buono, leale, coraggioso che ama la sua città e la vorrebbe libera dal giogo straniero. Con lui vivremo emozioni continue in un turbinio di amori, tradimenti, odio, vendetta, generosità. Attorno al nostro protagonista ruotano tanti personaggi che rappresentano la passione, l’intrigo, la fedeltà, l’eroismo. Insieme danno vita a un racconto appassionante che lega verità storica e fantasia. La lettura accattivante proietta il lettore nell’epoca narrata. Vi ritroverete con Masaniello a partecipare alla sua rivolta popolare contro la tirannia straniera, tirerete di spada con Sebastiano, tramerete con Ugo Mantovani e  Lucrezia la giovane moglie del padre di Sebastiano, vivrete tante avventure in 148 pagine.

Ho letto il romanzo in un batter d’ali grazie a uno stile scorrevole, un ritmo serrato, suspence, personaggi con una buona indagine psicologica. Si comprende subito l’ottimo lavoro di documentazione. Lo scrittore appare a suo agio nell’epoca storica descritta e riesce a trasmettere in modo chiaro le motivazioni che spingono i personaggi ad agire in un modo piuttosto che un altro. 
Le ambientazioni sono descritte nell’evolversi della storia, non ci sono lunghe descrizioni e i dialoghi rendono fluida la lettura. Tuttavia questo libro ha la pecca di finire in un momento in cui la storia si evolve prendendo vie inaspettate. Infatti “La Compagnia della Morte” è il prequel di un romanzo più corposo in cui ritroveremo Sebastiano Filieri, perso nel suo dolore, dedicarsi completamente alla sua pittura. Ma una ragazza potrebbe riportarlo a combattere per la sua patria. Nuovi amori? Un pericoloso segreto? Lo sapremo solo leggendo “Peste” il nuovo libro di Alfredo Colitto.

2 commenti:

  1. mi piace molto l'ambientazione, devo ripromettermi di leggere qualcosa di quest'autore!!! e detto tra noi: hai fatto benissimo, conviene far piangere un po' sto borsellino, se ne viene fuori una bella lettura :D

    ciao!!

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    1. Ciao Angela, Il mio borsellino ormai si è rassegnato: lui piange e io acquisto ugualmente:)

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