venerdì 14 marzo 2014

RECENSIONE "La mia amica ebrea" di Rebecca Domino


“L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”. Primo Levi


Salve, cari lettori.

Prima di parlar di libri, vorrei ricordare con voi alcune date importanti che hanno segnato il cammino dell’uomo verso la seconda Guerra Mondiale.

Nel 1919, in Germania , nasce il nazionalsocialismo, movimento politico di estrema destra.

Nel 1920, per opera di Hitler, il movimento si trasforma in partito.

Nel 1933, Hitler ottiene la carica di cancelliere e instaura un regime dittatoriale assumendo i pieni poteri.

Si fa chiamare Fuhrer (guida, duce) e inizia a porre in atto ciò che si è proposto nel suo libro Mein Kampf (La mia battaglia): sopprimere gli altri partiti, perseguitare gli Ebrei e tuti coloro che non appartengono alla razza ariana. Ha inizio la conquista dello “spazio vitale” per il popolo tedesco.
Nel 1935, con le Leggi di Norimberga, proclama  gli Ebrei razza inferiore e inizia la loro persecuzione ufficiale. Tuttavia per salvare la razza umana da qualsiasi indebolimento bisognava eliminare ogni possibile elemento di debolezza: Zingari (Rom), disabili, omosessuali, i Polacchi, i prigionieri di guerra  sovietici, gli Afro-Tedeschi.


Con l’inizio della seconda Guerra Mondiale, attua con ferocia il piano di “sterminio totale” degli Ebrei. Il seme della violenza e dell’odio verso tutti coloro che erano ritenuti “Una Nullità” e non meritavano di vivere, divenne realtà nei Lager. Tutti noi sappiamo dove portarono queste idee.. La Germania e gli Ebrei. La Perfezione e la Nullità.

Per non dimenticare queste pagine buie della Storia dell’Umanità ho letto, con molto interesse, due libri che trattano il tema dell’Olocausto. Oggi vorrei parlarvi del primo libro in questione:
La mia amica ebrea” di Rebecca Domino.



Autrice: Rebecca Domino

Genere: Narrativa

Editore: Autopubblicato
Pagine: 300 p.
Prezzo: € 1,99

Trama:  
Amburgo, 1943. La vita di Josepha, quindici anni, trascorre fra le uscite con le amiche, le lezioni e i sogni, nonostante la Seconda Guerra Mondiale. Le cose cambiano quando suo padre decide di nascondere in soffitta una famiglia di ebrei. Fra loro c'è Rina, quindici anni, grandi e profondi occhi scuri.
Nella Germania nazista, giorno dopo giorno sboccia una delicata amicizia fra una ragazzina ariana, che è cresciuta con la propaganda di Hitler, e una ragazzina ebrea, che si sta nascondendo a quello che sembra essere il destino di tutta la sua gente.  Ma quando Josepha dovrà rinunciare improvvisamente alla sua casa e dovrà lottare per continuare a sperare e per cercare di proteggere Rina, l'unione fra le due ragazzine, in un Amburgo martoriata dalle bombe e dalla paura, continuerà a riempire i loro cuori di speranza.
Un romanzo che accende i riflettori su uno dei lati meno conosciuti dell'Olocausto, la voce degli "eroi silenziosi", uomini, donne e giovani che hanno aiutato gli ebrei in uno dei periodi più bui della Storia.




STILE: 7
STORIA: 8
COPERTINA: 7





Seconda Guerra Mondiale. Amburgo, 1943.

Siamo in Germania, la persecuzione contro gli Ebrei è in atto. La guerra comincia a frantumare le certezze di coloro che avevano creduto ciecamente nelle parole di Hitler. Il suo libro “Mein Kampf”, definito dal Times “la Bibbia laica”, fornisce la giustificazione al credo politico di ogni nazionalsocialista insegnandoli la via della salvezza nazionale. Gran parte della popolazione tedesca è conquistata dal carisma di questo uomo che definisce gli Ebrei “ funghi velenosi” che sottraggono spazio ed energia alla razza ariana. 
         

“La mia amica ebrea” , come traspare dal titolo, vuol essere una testimonianza di speranza. Quando intorno a noi tutto diventa “un gelido inverno” allora è arrivato il momento di aprire il nostro cuore a sentimenti puri come l’amicizia, l’amore, il desiderio di vivere e sperare in un domani migliore. Josepha è una ragazzina tedesca che vive in una famiglia segnata da un fratello, fervente sostenitore delle teorie di Hitler, e da suo padre, uomo onesto e pronto ad aiutare chi  ha bisogno. 
La mamma è una donna che combatte la sua personale guerra contro la paura, vive nel terrore che la Gestapo possa interessarsi alla sua famiglia e cerca di evitare ogni possibile comportamento che possa dare adito a ripercussioni negative. Ma se a chiedere aiuto è una famiglia ebrea, non ci si può sottrarre a un dovere morale nel rispetto di regole scritte nella coscienza di ogni uomo che pone il rispetto per tutti gli esseri umani, al di sopra di ogni cosa. Allora ecco che la soffitta di casa Faber  diventa, all’insaputa del figlio Ralf, il nascondiglio per tre ebrei perseguitati dal regime. 
Tra loro c’è Rina, 15 anni, sguardo spento dalla paura. Giorno dopo giorno cresce, tra le due ragazzine, il desiderio di conoscersi, di capire, di scoprire perché c’è tanto odio nei confronti degli Ebrei. Nasce una delicata amicizia,  nasce uno scambio di lettere in cui le fanciulle descrivono il loro mondo, i loro pensieri, i desideri e le speranze. Ogni giorno è una sfida, ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, ogni giorno segna la caduta nel  baratro di una guerra che semina morte.


 Ma tra le macerie dell’animo nasce una speranza, nasce un sorriso, che unisce due ragazzine e segna la sconfitta morale delle idee naziste. 
Molto brava è stata la scrittrice nel trattare questo tema, così cruento, con molta sensibilità e delicatezza. Lo svolgersi degli avvenimenti vede la violenza presente ma relegata come sfondo all’azione di uomini e donne travolti dagli eventi della guerra. Le privazioni, la precarietà dell’esistenza, il godere delle piccole cose, rendono Josepha e Rina artefici di una rinascita: dalle macerie della distruzione morale nasce un’amicizia vera, pura come mai sarebbe stato possibile immaginare. 
Rina vive attraverso gli occhi di Josepha, ritrova il mondo “oltre la soffitta” e anche le piccole cose diventano grandi e importanti. Il futuro, la grande incognita, si veste di una speranza accarezzata e sognata. In ogni pagina del libro traspare il desiderio dell’autrice, di trasmettere l’emozione della vita sofferta e vissuta nell’ingiustizia. Quando Amburgo verrà bombardata e la casa di Josepha ridotta a un cumulo di macerie, tra il dolore dei sopravvissuti brillerà un miracolo che a dispetto di tutti e di tutto porterà una luce di speranza, una tenue speranza, a riscaldare il cuore delle due ragazzine. Fin dalle  prime pagine, questo romanzo mi ha preso per mano e portata tra le vie di Amburgo, tra la disperazione delle persone, tra la paura per i bombardamenti. Ho partecipato ai sogni di Josepha e delle sue amiche, ho ascoltato i loro discorsi sul significato dell’amore, sui primi turbamenti, sulla voglia di poter sperare in un domani. Ma  c’è sempre la possibilità di un futuro? 
” Saremo ancora vive tra un anno, un mese, un giorno?” 
Quante volte le ragazze si son poste questa domanda. Ogni persona ha diritto di vivere una vita dignitosa, ogni ragazza deve poter fantasticare sulla realizzazione dei suoi desederi. Non sono, queste, frasi fatte, non ditemi che i temi trattati in questo romanzo appartengono a un passato ormai lontano, non stupitevi quando vi dicono che non sarà mai abbastanza “ricordare” per non dimenticare. La scrittrice è una giovane ragazza che ha saputo creare un romanzo dove Storia e Narrazione diventano un terreno fertile dove depositare il seme della speranza. Una speranza costruita sulla voglia di aiutare chi è in difficoltà. Naturalmente il concetto d’aiuto deve comprendere tutte quelle persone che sono vittima di abusi e maltrattamenti. Ancor oggi tanti sono gli atti di violenza. Non possiamo e non dobbiamo far finta di non vedere. Rebecca Domino ha condensato questi concetti in un romanzo la cui lettura è fluida e arricchita da vari colpi di scena. Il ritmo segna l’evolversi di una storia scritta molto bene, con la tensione che segna il trascorrere delle ore, dei giorni. Il finale è un pugno nello stomaco che toglie il fiato. Quando ho letto le ultime pagine mi sono ritrovata a dire :”NO!”. L’ho detto a voce alta, come se gridandolo avessi voluto liberarmi da un dolore che mi stringeva il cuore. Ecco, proprio per aver provato quel dolore voglio consigliarvi di leggere “La mia amica ebrea”. Quando un libro riesce a trasmettere delle forti emozioni vuol dire che la scrittrice è riuscita a trovare la via che  conduce al cuore. Rebecca Domino ha trovato quella via, l’ha percorsa con coraggio e fierezza scrivendo dell’amicizia e dell’amore che hanno acceso una luce in fondo al tunnel dell’odio.  
Non c’è Perfezione, non c’è Nullità. C’è solo l’uomo con la sua dignità!

7 commenti:

  1. Mi piace il fatto che tu abbia messo le date principali prima della recensione. Sono sicuramente utili.
    Per quanto riguarda il libro, inizialmente non ero molto incuriosita, ora invece mi è venuta voglia di leggero.

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    1. Se deciderai di leggere "La mia amica Ebrea" ti renderai conto che l'Olocausto è trattato in modo da metter in evidenza una politica sociale che comincia a mostrare dei tentennamenti. La protagonista trova naturale considerare gli Ebrei pericolosi, questo è l'unico insegnamento ricevuto. Ma la realtà si mostra ben diversa, i dubbi iniziano a far vacillare la dottrina nazista. Finalmente anche alcuni tedeschi trovano il coraggio di opporsi a tanta violenza. Anche oggi sarebbe bello ritrovare il coraggio per intervenire quando vediamo dei sopprusi. Volgere lo sguardo altrove non è un comportamento meritevole. Alla prossima:)

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  2. l'avevo segnalato sul blog a gennaio, ma non è in mio possesso per ora, vedremo più in là.
    i libri sull'olocausto mi piacciono sempre molto, se poi la prospettiva è anche un po' diversa da quella solita, la curiosità aumenta.

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    1. Se lo leggerai ti renderai conto che vi sono molti riferimenti ben precisi a fatti realmente accaduti. Dietro questo romanzo c'è un preciso e meticoloso lavoro di ricerca. Ho appreso cose che ignoravo come la diffusione di un libro per ragazzi che definiva gli Ebrei "funghi velenosi". E' stato interessante vedere la crescita di Josepha che comincia a pensare con la propria testa e non è più condizionata dalle teorie naziste. Questo romanzo mostra una crescita civile e spirituale di due ragazzine divise dall'odio dei grandi, due ragazzine che riescono ad andare oltre "la guerra" affinchè il rispetto per ogni essere umano non sia più un'utopia ma diventi una realtà. Un caro saluto:)

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  3. Ho segnalato questo libro a gennaio, insieme a quello della sorella!!
    Sono contenta che ti sia piaciuto, di solito tendo ad evitare questi libro, mi fanno veramente male, se trovo il coraggio li leggerò sicuramente!!!
    bella recensione

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  4. La lettura di questi libri, che trattano di "momenti devastanti" per l'umanità, è sempre difficile e coinvolgente. Non si può rimanere indifferenti davanti allo sterminio di milioni di persone. Il libro di Rebecca Domino è scritto cercando un equilibrio tra la violenza della guerra e la tenerezza della vita. I sogni, il desiderio di poter sperare nel domani, l'amicizia, rendono la lettura emotivamente coinvolgente con un finale devastante. Chissà perchè mi aspettavo una conclusione diversa, un segno di pace, e invece... I libri, a volte, sono crudeli ma ci aiutano a non dimenticare! Un saluto affettuoso:)

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  5. Anche questo lo avevo messo in lista! Sicuramente una bella storia!

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