mercoledì 19 febbraio 2014

RECENSIONE "Il Grattacielo" di Francesco Capasso


Buon mercoledì cari lettori.
Oggi vi parlo di un romanzo breve ma intenso:

Il Grattacielo” di Francesco Capasso.
L’autore, giovanissimo, al suo secondo lavoro, dopo “Il Silenzio Profanato”, pone all’inizio di questa storia una Premessa in cui illustra il suo pensiero sull’autopubblicazione. Egli definisce il self publishing  una possibilità, per l’autore, di pubblicare la sua opera senza l’intermediazione di un editore tradizionale. Capasso non considera questa pratica un mezzo per evitare i “no” delle case editrici ma una libera scelta per far conoscere la propria opera.



Il grattacielo

Autore: Francesco Capasso

Genere: Romanzo


Editore: Autopubblicato su Amazon

Pagine: 43 p.

Prezzo: € 0,89

Trama:
Trovarsi in un grattacielo e perdersi tra i suoi piani. Seguire l’impulso di salire sempre più su, anche se si sta cercando la via di ritorno. Intraprendere un viaggio in verticale tra personaggi surreali: l’uomo uccello, il collega della morte e tanti altri, mentre il mondo caotico della città si allontana, è sempre più in basso, e noi sempre più immersi nel cielo, che è lo specchio del mare della nostra coscienza.




STILE: 7
STORIA: 7
COPERTINA: 6




Il Grattacielo” è  un racconto fantastico-allegorico che rappresenta una riflessione sulla vita. E’ il riflesso di un viaggio introspettivo con l’incontro di personaggi allegorici. Il protagonista è un uomo, Gabriel, che deve pagare una multa per eccesso di velocità. L’Ufficio Pagamenti è sito in un grattacielo. Gabriel non sa l’esatta ubicazione dell’ufficio e inizia la ricerca salendo un piano dopo l’altro. Ben presto si accorge che le scale, al suo passaggio, svaniscono. Non può tornare indietro ma salire sempre più su. Durante questa salita, Gabriel incontra dei personaggi molto suggestivi che portano il lettore a una riflessione verso un’analisi morale e psicologica del testo. L’Uomo Uccello, Il Collega della Morte, L’Inventore, sono alcuni coprotagonisti di questa ascesa. Ho trovato interessante la personificazione di due creature che riflettono i mille problemi esistenziali dell’uomo. 


Al 96° Piano incontriamo “L’Uomo Invisibile”:
“Devi saper che io sono uno scrittore…Fin quando fui fanciullo, per me fu solo diletto…Poi da adulto sentii l’esigenza di pubblicare. Di rendere noto a tutti quello che mi passava per la mente. Cominciai a girare in cerca di editori. Fu allora che divenni invisibile”

Al 98° Piano c’è “L’Invalido”:
“Non credevo che sarebbe finita così quando ho iniziato. No, non lo credevo. Ero giovane, ero forte, non avevo pensieri o preoccupazioni. E mi dissi: OK, lo faccio, che sarà mai. Presi un coltello e ne staccai un pezzo. Cominciai dal quinto dito del piede. Lo tagliai e lo mangiai”


Gabriel è sempre più angosciato, sente la necessità di tornare indietro, ma non può. 
All’ultimo piano si verifica l’incontro più importante che lascio a voi il piacere di scoprire.
In questo breve romanzo idee e apparenze, realtà vera e il suo riflesso nell’immaginario, si mescolano creando una cornice inquietante. La salita propone varie riflessioni, ogni incontro può essere interpretato secondo la sensibilità del lettore. Una cosa è chiara: l’uomo non può vivere isolato, lontano dalle persone che ama con cui ha creato una quotidianità fatta di semplici gesti che lo rendono sicuro  perché simbolo delle proprie radici . L’io è, a volte, un elemento difficile da conoscere. Tuttavia è la conoscenza di sé che rappresenta il punto di partenza per creare un rapporto con gli altri.  Gabriel non si cura molto dei personaggi emblematici che incontra forse perché deve tornare a essere generoso con se stesso prima di poterlo essere anche con gli altri.
Ho letto questo breve racconto con interesse, avrei voluto un maggior approfondimento delle tematiche affrontate in punta di piede. Le figure rappresentate con un po’ di follia e realtà, sono fonte di riflessione ma il romanzo è pervaso dalla “fretta di concludere”. Buona l’abilità narrativa. Peccato per i molti refusi. Tuttavia questo racconto, di 62 pagine, è una piacevole lettura! Lo consiglio a tutti coloro a cui piace cercare una morale tra le parole, a coloro che riescono ad affrontare la vita a viso duro. Il percorso pluritematico è un guardasi allo specchio per meditare e per alzare gli occhi verso il cielo che inevitabilmente riflette il nostro vero “io”.


4 commenti:

  1. un racconto piacevole, son d'accordo; ho provato l'angoscia insieme al protagonista :D

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    1. Mi piacerebbe leggere altre opere di questo giovane scrittore:)

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  2. Molto interessante. Lo sai che amo i racconti pieni di metafore e di significato. Angosciante e bellissima l'allegoria dello scrittore diventato invisibile perché pubblicato.
    Al momento ho parecchio da leggere, ma visto che questo è breve ci farò un pensiero.

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    1. Il racconto si legge speditamente in poco tempo offrendo vari temi di riflessione:)

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