Donato Carrisi è uno scrittore, sceneggiatore, giornalista e regista italiano, autore di numerosi bestseller a livello internazionale. La sua ultima pubblicazione è un thriller coinvolgente, “L’educazione delle farfalle” (Longanesi), dalla trama ricca di suspense in perfetto stile Carrisi.
Quando scoprirai la verità sarà troppo tardi per fuggire da questa storia.
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7 |
Pagine: 432
La casa di legno brucia nel cuore della notte. Lingue di fuoco illuminano la vallata fra le montagne. Nel silenzio della neve che cade si sente solo il ruggito del fuoco. E quando la casa di legno crolla, restano soltanto i sussurri impauriti di chi è riuscito a fuggire in tempo.
Ma qualcosa non è come dovrebbe essere. I conti non tornano. E il destino si rivela terribilmente crudele nei confronti di una madre: Serena.
Se c’è una parola con cui Serena non avrebbe mai pensato di identificarsi è proprio la parola «madre».
Lei è lo «squalo biondo», una broker agguerrita e di successo nel mondo dell’alta finanza. Lei è padrona del suo destino, e nessuno è suo padrone.
Ma dopo l’incendio allo chalet tutto cambia, e Serena inizia a precipitare nel peggiore dei sogni. E se l’istinto materno che lei ha sempre negato fosse più forte del fuoco, del destino, di qualsiasi cosa nell’universo?
E se davvero ci accorgessimo di amare profondamente qualcuno soltanto quando ci appare perduto per sempre?
Questo non è semplicemente l’ultimo capolavoro di Donato Carrisi. Perché Serena non è un personaggio come gli altri, e questa non è una storia come le altre. Questo è un viaggio inarrestabile alla scoperta degli angoli più oscuri del nostro cuore e delle nostre paure, al termine del quale il nostro modo di vedere il mondo, semplicemente, non sarà più lo stesso.
C’erano vari modi per reagire alla perdita di un figlio. C’era chi si faceva travolgere dalla sofferenza. Chi invece iniziava una battaglia rabbiosa e insensata col resto del mondo. E chi si rassegnava a trascorrere il resto dell’esistenza con un ospite silenzioso, invisibile agli altri, che ti pedina ovunque e non ti lascia mai solo, perché il suo unico scopo è impedirti di dimenticare.
La casa di legno brucia nel cuore della notte. Lingue di fuoco illuminano la vallata fra le montagne e quando la casa crolla restano soltanto i sussurri impauriti di chi è riuscito a fuggire in tempo. Ma qualcosa non è come dovrebbe essere e il destino si rivela terribilmente crudele nei confronti di una madre: Serena.
Per Serena è difficile identificarsi con la parola “madre”. Lei è lo “squalo biondo”, una broker agguerrita e di successo nel mondo dell’alta finanza.
Era a capo di un dipartimento strategico per gli investimenti ad alto rischio ed elevato rendimento di una banca d’affari, ed era diventata sfacciatamente ricca come i suoi clienti. Nell’ambiente la chiamavano “lo squalo biondo”, la rispettavano e la temevano. Ma, solitamente, gli squali biondi non potevano permettersi nemmeno la più piccola defaillance.
Serena è padrona del suo destino, e nessuno è suo padrone. Dopo l’incendio allo Chalet, tutto cambia, e Serena inizia a precipitare in un incubo senza fine. E se l’istinto materno che lei ha sempre negato fosse più forte del fuoco, del destino, di qualsiasi cosa nell’universo? E se davvero ci accorgessimo di amare profondamente qualcuno soltanto quando ci appare perduto per sempre?
L’autore narra il percorso di una donna che si trova a gestire con efficienza una gravidanza non prevista. Serena impara ad amare la figlia quando la bambina sparisce tra le fiamme dell’incendio dello chalet in cui si trovava in vacanza con altre undici bambine, nella località sciistica di Vion. Le tutor salveranno undici bambini su dodici. Aurora è l’unica dispersa.
In mezzo al piccolo inferno, una fila di piedini scalzi immersi nella neve fresca.
Aurora ha sei anni, questo è il nome della figlia di Serena, è una bellissima bambina che la madre ha posto al centro di una rete di persone che si prendono cura di lei secondo una routine consolidata. Le due protagoniste vivono al diciannovesimo piano di un grattacielo milanese assistite da personale di servizio, babysitter, autisti, portieri e segretari. Per Aurora sono zii e nonni che non ha mai conosciuto. Serena è anaffettiva, completamente assorbita dal suo lavoro, dall’ambizione professionale, votata a un’idea di perfezione che non ammette trasgressioni o deviazioni da un programma già fissato.
I libri sono come le persone. A volte non sono come appaiono. A volte custodiscono segreti.
“L’educazione delle farfalle” è un romanzo che si legge tutto d’un fiato e trasmette una sensazione d’inquietudine che non ti lascia andare. La protagonista subisce una metamorfosi guidandoci in un viaggio alla scoperta del nostro lato oscuro dove vivono le nostre paure, anzi la paura più grande di tutte: perdere un figlio. Carrisi mette a nudo la psicologia dei personaggi, il male che è in loro, le passioni, la forza dell’amore che tutto può. Serena intraprende un percorso di dubbi e incertezze alla ricerca di una verità che non verrà svelata se non all’ultima pagina. Carrisi narra il tempo dell’attesa, l’angoscia insopportabile, l’analisi spietata di se stessi. Prendere consapevolezza di ciò che si è non è facile, non è immediato. Inizialmente siamo tutti bruchi ma diventeremo farfalle?
Il tema della genitorialità è un tema nuovo nei romanzi di Carrisi. L’autore lo scompone in mille parti che vanno dal rifiuto della maternità al legame indissolubile; dall’anaffettività, quasi una barriera innalzata da persone fragili, alla non accettazione della perdita e al senso di colpa. Serena, nella sua indagine, è guidata dai sentimenti che prova: rabbia, rimpianto, smarrimento, senso di colpa Il suo dolore si trasforma in una ricerca continua di risposte. Serena vuole guardare nell’abisso e istintivamente sa cosa fare. Proprio come le farfalle che sanno già, quando nascono, cosa devono fare. Ma non si tratta solo di istinto: ciò che facciamo si riflette nelle generazioni successive. A tal proposito nel libro si parla anche dell’effetto farfalla analizzato dal matematico Edward Lorenz che nel 1972 tenne una conferenza intitolata “Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?” tra tutte le cose c’è un collegamento. Ciò che noi facciamo si riflette nel nostro futuro e nel futuro degli altri.
In questo contesto vanno collocate e interpretate le trasformazioni di Serena che inizialmente non è molto simpatica. In un romanzo tendiamo sempre a tracciare una linea di demarcazione: da una parte i buoni, dall’altra i cattivi. Carrisi mischia le carte e i suoi personaggi sembrano ciò che non sono. Ciò provoca curiosità nei lettori e come si può smettere di leggere quando hai davanti una donna, che scopre in sé il coraggio di una leonessa, che non vuol essere madre e che poi madre lo diventa; oppure quando all’orizzonte compare un piromane i cui ordigni incendiari profumano di biscotti; o quando compare sulla scena il rilegatore di libri perduti?
Serena si trasforma, nel suo personale abisso cerca la speranza e il perdono.
Il modo migliore per punire un desiderio egoistico è esaudirlo quando ormai è troppo tardi.
Serena è una donna in conflitto con sé stessa e con la società che impone alle donne determinati ruoli. Serena è la madre glaciale chiusa inizialmente nel suo bozzolo di cui si libera durante gli anni trascorsi a cercare la verità sull’incendio. Aurora è svanita nel nulla, Aurora che la sera dell’incendio indossava due ali da farfalla fatte di tulle per partecipare alla festa per la fine della vacanza. Aurora che disegna la madre come una supereroina. E da quel fuoco che divora lo chalet, serena rinasce. Abbandona il mantello del non-amore e trova in sé la forza per superare ogni ostacolo. Serena continuerà a cercare Aurora, non si arrenderà mai.
Il fuoco devastatore si congeda dal proprio pubblico con un’ultima, crudele meraviglia. Nel cielo stellato sale una miriade di scintille dorate.
La farfalla è ammirata da tutti, si posa di fiore in fiore, ha vita breve ma è felice. Nel silenzio ecco un cavaliere che prende tra le sue mani le farfalle che ardono e le trasforma in vita, in amore, in sogni ammalianti come lo sguardo di una bimba che si sente al sicuro tra le braccia della sua mamma. Tuttavia con Carrisi tutto e il contrario di tutto è possibile. Quando Serena troverà la risposta che cerca, nulla sarà più come prima.
Carrisi affascina, coinvolge, ipnotizza, con i suoi romanzi che costruiscono, intorno ai lettori, labirinti e stillicidi di rivelazioni. “L’educazione delle farfalle” è un thriller psicologico originale e appassionante che conferma la bravura di Carrisi, maestro del thriller. Non sempre al male si può dare un volto, un nome. Certi orrori non sono roba da mostri ma sono perpetuati da essere umani. Stanare le ombre invisibili che si trovano al centro dell’abisso è cosa giusta. Carrisi è il mio cavaliere che con coraggio guarda nell’abisso per poterlo raccontare e abbatte il confine tra bene e male.
Ciao Aquila, di Carrisi ho letto solo "Il suggeritore", che mi aveva coinvolto soprattutto all'inizio, ma che poi alla fine mi aveva un po' delusa. Penso che prima o poi leggerò altro di suo, ma al momento preferisco dare spazio ad altre letture...
RispondiEliminaCiao Ariel, io adoro Carrisi e potresti riprovare con questo romanzo. E' intrigante, nuovo nei temi trattati e con un pizzico di soprannaturale. Un caro saluto :)
RispondiEliminaCiao Aquila Reale, non ho mai letto nulla di Carrisi. Uno di questi giorni dovrò decidermi a farlo, magari mi farò prestare un libro da mia sorella.
RispondiEliminaUn saluto 😘
Ciao Fra, devi assolutamente recuperare i romanzi di Carrisi! Tua sorella sarà ben lieta di prestarti un libro e sono proprio curiosa di leggere il tuo parere :)
EliminaAttendo sempre con trepidazione l'ultimo libro di Carrisi; questo è ovviamente in lista d'attesa e la tua recensione mi sa che mi farà accorciare i tempi *__*
RispondiEliminaCiao Angela, io non resisto! Quando esce un romanzo di Carrisi devo leggerlo perché adoro il suo modo d'intrappolare i lettori in storie sempre intriganti e coinvolgenti :)
EliminaQuesto autore l'ho scoperto in biblioteca. Vedevo gli utenti che aspettavano il loro turno per poter prendere in prestito un suo libro, allora mi sono chiesta 'forse vale la pena mettersi in coda' . Non mi ha delusa .
RispondiEliminaBuon fine settimana.
Ciao Innassia, sì, per Carrisi vale la pena far la coda in biblioteca e i suoi romanzi non deludono mai :)
EliminaAspettavo la tua recensione, che avallo totalmente!!!
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