È arrivato in Italia, dal 4 luglio, il thriller storico “La Bestia” (traduzione di Massimo Sottini per Salani Editore) a firma Carmen Mola, pseudonimo dei tre scrittori e sceneggiatori spagnoli Jorge Diaz, Antonio Mercero e Agustin Martinez. “La Bestia” ha vinto il Premio Planeta 2021, il più importante premio letterario iberico dal valore di un milione di euro. Frutto di una scrittura collaborativa moderna, di cui i tre autori sono tra gli esponenti più acclamati a livello internazionale, “La Bestia” ha venduto oltre un milione di copie e sarà pubblicato in quindici Paesi.
“La Bestia” è un thriller storico, ambientato nel 1834 in piena epidemia di colera, che dovete leggere perché perderlo sarebbe un gravissimo peccato. Vi conquisterà la sua trama spietata, il ritmo frenetico, la travolgente narrazione, i personaggi con personalità poliedriche e l’ambientazione che assegna a Madrid un ruolo da vera protagonista della narrazione.
STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 8 |
Pagine: 496
Sotto l’acquazzone, che ha trasformato il terreno argilloso in un pantano, un cane famelico gioca con la testa di una bambina. La pioggia cade inclemente sulle casupole, sulle baracche e sulle catapecchie che sembrano sul punto di crollare a ogni raffica di vento.
Siamo a Madrid, 1834. Una terribile epidemia di colera devasta la città ormai sull’orlo del collasso. Ma nei bassifondi intorno alle mura, dove vivono i più poveri, il terrore ha anche un altro nome, quello della Bestia. Essere spietato e inafferrabile, la Bestia rapisce le bambine dei quartieri più poveri e ne smembra i corpi.
Tutte le vittime erano ragazzine che sfioravano appena la pubertà. Se quella Bestia è così forte come dicono, perché seleziona i più indifesi?
Quando la piccola Clara scompare, sua sorella Lucia non vuole aspettare di ritrovarne il cadavere. Dà inizio così alla sua personale lotta contro il male e contro il tempo. Lucia ha solo 14 anni e l’inestinguibile coraggio di chi sente di non poter fare altro. Anche perché nessuno sembra crederle, nessuno vuole davvero fermare il mostro. Tranne Diego, un giornalista testardo e temerario che trascinerà nell’indagine anche il suo amico Donoso, un poliziotto cinico ma leale con un occhio solo. Alla loro frenetica ricerca parteciperanno monaci guerriglieri, ambasciatori e prostitute, mentre una società segreta tesse i suoi intrighi fatali fra taverne e salotti, palazzi e lazzaretti.
L’unica cosa che si nasconde dietro al nome della Bestia è una sensazione appiccicosa, informe e inquietante come quelle descrizioni demenziali: la paura.
“La Bestia” è un romanzo che si apre con un incipit dai toni violenti in uno scenario di estrema povertà. Vengono così introdotti due pilastri della narrazione: la morte violenta e il ritratto di una parte della società madrilena che vive nell’indigenza.
Madrid mostra i suoi due volti in antitesi tra loro. Il centro della città circondato dalle mura è affollato di chiese, conventi e palazzi nobiliari testimoni di opulenza. Oltre le mura vivono i più bisognosi
L’ambientazione è un punto di forza del romanzo. La capitale spagnola è protagonista viva della narrazione, è una città devastata dall’epidemia di colera, vive la guerra carlista (che ha per sfondo lo scontro fra i sostenitori di Carlos Maria Isidoro di Borbone-Spagna, primo pretendente carlista al trono di Spagna, e i sostenitori della nuova regina Isabella II e la reggente Maria Cristina di Borbone), è dilaniata dai conflitti sociali. Le persone muoiono per strada e gli ospedali sono al collasso. Una domanda è sulla bocca di tutti: “Da dove nasce il colera?” le persone pensano che il colera sia una punizione divina per il peccaminoso degrado nello stile di vita degli abitanti della città, ma hanno anche il sospetto che i sacerdoti ordinino, a piccoli mendicanti, di avvelenare le fontane.
Ed ecco che l’ignoranza genera un odio profondo. La scienza non è in grado di spiegare e fermare il colera. Allora tutti iniziano a far supposizioni. I poveri dicono che sono i sacerdoti gli untori che fanno avvelenare l’acqua delle fontane per permettere ai carlisti di vincere. I sacerdoti danno la colpa dell’epidemia alla scarsa igiene dei poveri. Su tutto regna sovrana la superstizione e il colera non fa alcuna distinzione di ceto.
Poiché al peggio non c’è limite ecco che a Madrid compare una figura sconosciuta che uccide bambine smembrandole. Vittime che nessuno, nemmeno la polizia, cercherà mai.
La Bestia… il demonio che ha commesso queste mostruosità ci prenderà tutti. La Bestia ci ucciderà. La Bestia è qui.
In un contesto di divisioni politiche, territoriali, sociali e morali, di paura e caos, si muovono personaggi poliedrici che potrebbero trarvi in inganno. Non sempre chi si mostra buono lo è fino in fondo e i cattivi possono celare un cuore d’oro. Nell’incertezza vi consiglio di non affezionarvi a nessuno, la delusione potrebbe rattristarvi così come è successo a me.
Conosceremo Diego Ruiz, giornalista che firma i suoi articoli con lo pseudonimo di El Gato Irreverente. È l’unico a voler scoprire di più sugli omicidi delle ragazzine e proteggerà Lucia. Diego quindi si mostra nella doppia veste di giornalista che anela al successo e di uomo incorruttibile e difensore dei deboli. Racconterà gli omicidi della Bestia su “L’Eco del Camercio” (quotidiano che esisteva realmente ai tempi).
Sarà poi la volta di fare la conoscenza di Donoso Gual, l’amico poliziotto di Diego. Ha perso un occhio in un duello per amore ed è stato congedato dalla guardia reale. Anche lui proteggerà Lucia e aiuterà Diego nelle indagini.
Lucia, la nostra eroina costretta a diventare detective, ha quattordici anni. Capelli ricci e rossi, occhi neri, è pronta a sfidare tutti per difendere chi ama. Sa che non deve mostrare mai di aver paura e quando muore la mamma, Lucia si occuperà di Clara la sorellina di undici anni che verrà rapita. Dovrà risolvere l’enigma se vuole riabbracciare Clara.
C’è poi frate Braulio che ci farà rivivere un fatto realmente avvenuto. La folla inferocita al pensiero che fosse il clero a pagare i ragazzini per avvelenare l’acqua, devastò la basilica di San Francisco el Grande uccidendo molti frati. Per essere un monaco, frate Braulio sa combattere molto bene e lo dimostra nel modo in cui colpisce quelli che stanno cercando di abbattere la scultura dell’Immacolata Concezione.
Per ultimo, ma non meno importante, vi presento l’enigma, l’anima nera del romanzo, la Bestia. Cosa sia la Bestia, nessuno lo sa. Per alcuni è un gigantesco animale chimerico (la cover ne riporta una bellissima riproduzione), per altri è un uomo spietato e raccapricciante che fa a pezzi le bambine.
I personaggi hanno profili ben tracciati e naturalmente lascio a voi il piacere di scoprire altri aiutanti e antagonista della giovane Lucia.
Nessun personaggio viene risparmiato dalla storia, in molti sono allo stesso tempo eroi e vittime. Infatti non è detto che i poveri siano buoni e i ricchi cattivi, ognuno mostra una parte di sé, nel bene e nel male. Ciò conferisce varietà alla storia che rivela informazioni a poco a poco. Il romanzo ha svolte sorprendenti che si allontanano dalla trama principale creando un sottobosco di storie con personaggi che rimangono nell’ombra e ci indicano piste da seguire. Ma non lasciatevi ingannare e gustatevi intrighi e aspettative ricordandovi che l’inferno non è sempre dove pensi che sia.
Quindi una Bestia che infligge una morte terrificante, assassini crudeli e una clessidra che indica il tempo che scorre e che si sta esaurendo sono elementi fondamentali che tengono col fiato sospeso il lettore. Il finale è un fuoco d’artificio, un rincorrersi di eventi e impedimenti che sembrano dare una mano ai cattivi in un labirinto di specchi che amplificano i modi per caratterizzare la Bestia.
Bestia è la disuguaglianza sociale, l’ignoranza che nasce dalla paura collettiva, la malvagità che uccide, l’indifferenza verso i più fragili, il fanatismo e i poveri sacrificabili per un bene superiore.
È come se fosse cominciata la fine del mondo e fosse diversa da come ce l’eravamo immaginata, niente carri infuocati o angeli. Solo uomini, che si fanno male gli uni con gli altri.
“La Bestia” è un romanzo che mi ha catturata fin dall’inizio, complesso e variegato, implacabile e commovente, con una narrazione accattivante e personaggi ambigui. Coinvolge il crudo realismo con cui Carmen Mola descrive la società spagnola in una girandola di miseria, di pericolo, di malattia, di morte, di crudeltà, di coraggio e di speranza. La vita della povera gente non vale nulla ed è sacrificabile sull’altare del cinismo della nobiltà. Emerge così il lato oscuro e corrotto dell’essere umano anche se una flebile luce di speranza compare nei capitoli finali.
Io ho “divorato” il libro in due giorni e voi cosa state aspettando? Senza indugi venite con me tra i vicoli di Madrid, in una storia di inferno e oscurità.
Ma sai che mi attira molto questo romanzo? La tua recensione fa emergere tutti gli aspetti che lo rendono un thriller storico degno di attenzione. Lo cerco!
RispondiEliminaIl romanzo è davvero una calamita per i lettori e sicuramente lo troverai una lettura che pone l'accento su più temi storici, sociali e culturali :)
EliminaAnche questo libro è nella mia lista dei romanzi da leggere. Bella recensione
RispondiEliminaRomanzo perfetto per le vacanze estive, brividi assicurati :)
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