martedì 7 marzo 2023

RECENSIONE | "Hide" di Kiersten White

“Hide” di Kiersten White, scrittrice americana autrice di libri di successo e vincitrice del Bram Stoker Award, è un romanzo horror pubblicato da Mondadori, traduzione di Aurelia Di Meo, nella collana Fantastica. La storia narra di una gara a nascondino che si trasformerà in una competizione mortale.

La sfida consiste nel trascorrere un’intera settimana a giocare a nascondino, dal sorgere del sole al tramonto, in un parco divertimenti abbandonato da decenni e fare di tutto per non essere presi (da chi non è dato saperlo).

STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 8
Hide
Kiersten White

Editore: Mondadori
Pagine: 216
Prezzo: € 20,90
Sinossi

La sfida: trascorrere un'intera settimana a giocare a nascondino, dal sorgere del sole al tramonto, in un parco divertimenti abbandonato da decenni e fare di tutto per non essere presi (da chi non è dato saperlo). Il premio: denaro a sufficienza per rivoluzionare completamente la propria vita. Anche se gli altri concorrenti sono determinati a vincere – per ritagliarsi un futuro da sogno o sfuggire a un passato che li perseguita –, Mack è sicura di poterli battere tutti. In fondo, ciò che deve fare è nascondersi e lei, fin da bambina, non fa altro. Anzi, è proprio questa la ragione per cui è ancora viva mentre la sua intera famiglia è morta. Ma, quando capisce che l'eliminazione dei concorrenti nasconde qualcosa di sospetto, Mack comprende che il gioco è molto più sinistro di quanto potesse immaginare e che per sopravvivere sarà necessario unire le forze...



L’autobus procede a scossoni nella galleria buia della notte portando con sé quattordici sognatori disperati soli contro il mondo.

Sette giorni per cambiare la propria vita con un premio in denaro sufficiente a rivoluzionare ogni cosa. Anche se gli altri concorrenti sono determinati a vincere – per ritagliarsi un futuro da sogno o sfuggire a un passato che li perseguita –, Mack è sicura di poterli battere tutti. In fondo, ciò che deve fare è nascondersi e lei, fin da bambina, non fa altro. Anzi, è proprio questa la ragione per cui è ancora viva mentre la sua intera famiglia è stata sterminata dalla furia omicida del padre. Ma, quando capisce che l’eliminazione dei concorrenti nasconde qualcosa di sospetto, Mack comprende che il gioco è molto più sinistro di quanto potesse immaginare e che per sopravvivere sarà necessario unire le forze. 

Se tutto il mondo intero è un inferno e la malvagità li assedia, cosa possono fare se non aiutarsi a vicenda?

Una composita umanità di anime inquiete, che si dividono in due gruppi, partecipa alla sfida. Al primo gruppo appartengono coloro che hanno delle aspirazioni: una fitness model per i social media, uno street artist, la conduttrice di un programma di candid camera su YouTube, uno sviluppatore di app/house sitter, una designer di gioielli/dog sitter, un arrogante istruttore di CrossFit, un’attrice con gravi allergie alimentari. Del secondo gruppo fanno parte coloro che hanno un blocco: uno scrittore con una grave allergia alla gente, un ragazzino esiliato e smarrito, un addetto alla stazione di servizio, una reduce di guerra, un rappresentante di pannelli solari, un’eterna stagista. E poi c’è Mack, che non è nessuno e vuole continuarlo ad essere. 

Tutti vogliono vincere. 

Sono 14 i partecipanti, ognuno è determinato a vincere, per dare una possibilità ai propri sogni, per riscattarsi dopo i fallimenti di una vita. Sono i benvenuti nel Parco delle Meraviglie. Il Parco, inaugurato nel 1953, è rimasto vuoto per molti anni in seguito all’omicidio di una bambina di cinque anni. Isolato e fatiscente, il parco è lo scenario perfetto per un gioco mortale. Quattordici sacrifici umani basteranno per placare l’ambigua presenza che si aggira tra giostre, montagne russe e ruote panoramiche? 

“Hide” sicuramente non è il tipo di horror che mi aspettavo, non è un angoscioso incubo dai colori cruenti, ma un interessante horror sociale. Il romanzo non ha suscitato in me emozioni di ribrezzo e di raccapriccio in seguito agli eventi cruenti che pur avvengono all’interno del parco. Tutte le sensazioni forti che ho provato sono nate dall’incontro con demoni in carne e ossa che, pur di mantenere i propri privilegi sociali, sono pronti a tutto. Il tessuto sociale del romanzo è composto da varia umanità e i concorrenti rappresentano le fragilità umane, le difficoltà dell’esistenza, le scelte fatte per amore e il rispetto dell’amicizia. L’orrore nasce come paura di non farcela, come paura della morte, come paura del futuro, come disagio sociale. I concorrenti sono pedine in un gioco al massacro e l’horror è tutto in questa scelta di ruoli che sono caratterizzati dalla forza della memoria, dai traumi infantili, dai sensi di colpa, dalla grettezza umana che si nasconde dietro a fragili maschere. Gli istinti primordiali, presenti in ogni natura umana, si manifestano in breve tempo e agli orrori soprannaturali, si sostituiscono orrori reali che si nutrono delle ossessioni della psiche umana. L’ossessione dell’apparire, del potere, della superiorità sociale sono mostri che assumono altre forme. Nessun fantasma, nessun vampiro, nessuno zombie, troverete però l’ombra poco rasserenante di una figura mitica che vi ricorderà il Minotauro. Anzi l’orrore nasce da un patto maledetto di prosperità e di protezione che fa da specchio alla psicologia dei personaggi, alle loro situazioni famigliari e sociali sottilmente inquietanti. 

“Hide” è una storia ancor più terrificante perché è nel quotidiano, nella vita dei partecipante che si nasconde una concezione della paura molto più sottile. Continuare a vivere può essere, a volte, più difficile che morire. I mostri sono il cancro della nostra società: razzismo, violenza, abusi domestici, disturbo da stress post-traumatico, ricerca di un lavoro, avidità, potere, denaro, privilegi e superiorità sociale, emarginazione, solitudine, i social e la voglia di apparire. 

Tutti fingono che le cose vadano bene anche quando la realtà grida il contrario perché hanno troppa paura di guardare in faccia l’orrore, ciò che non va, hanno paura di affrontare la verità in tutta la sua gloria sconvolgente. Come bambini che giocano a nascondino. Se non vedono il mostro, il mostro non può scoprirli. E invece li trova. Li trova sempre. E, mentre chi si nasconde tiene gli occhi chiusi, il mostro divora tutti gli altri.

Di “Hide” ho molto apprezzato l’ambientazione. Varcare il cancello del parco giochi è stato inquietante, sorprendente, implacabile. È come un canto di sirena che ti attira in un gioco diabolico e trasforma il mito in realtà. Il parco è in stato di totale abbandono e offre molti posti in cui i giocatori possono nascondersi. Nel declino del mondo reale si specchia anche il declino della moralità di alcuni personaggi. Non sarà possibile tracciare una linea che divida in modo netto i cattivi dai buoni. I cattivi, però, nell’occulto trovano la loro piena realizzazione e la loro crudeltà si proietta nella società. È horror la crudeltà del mondo. È horror leggere di genitori che uccidono i figli. È horror la guerra che distrugge. Horror che si nutre della gioventù, della speranza e dei sogni sacrificati sull’altare dell’umanità. Altare circondato da alte mura nascoste dalla vegetazione che si riprende i suoi spazi all’interno del parco giochi dove l’eco di un mostro invisibile incute ancor più terrore perché foriero di una caccia in cui si è preda e cacciatore. 

“Hide” è una storia oscura dal sapore amaro, labirintica, intrisa di sangue e horror. È una sorta di bilancia esistenziale, un modo per sfidare le leggi che regolano la vita della società. I mostri sono davvero lontani da noi? 

Con una scrittura precisa e affilata come un bisturi, l’autrice incide ed esplora la personalità dei partecipanti, mi permetto di osservare che quattordici candidati al premio sono un po’ troppi perché si crea confusione nel ricordarli tutti, che nel giocare a “nascondino” vedono una via di fuga apparente che cela una voglia di cambiamento. Andranno incontro a violenze, sia fisiche che psicologiche, coinvolti in un disegno orribile in cui l’uomo forte pratica “una selezione” che di naturale non ha nulla. Il finale vi troverà del tutto impreparati. 

Quindi, cari concorrenti, che il gioco abbia inizio.

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