giovedì 23 febbraio 2023

RECENSIONE | "Il dubbio" di Seicho Matsumoto

“Il dubbio” è un romanzo di Matsumoto Seicho, uno dei maestri nipponici del genere noir. Pubblicato in Giappone nel 1982, il breve romanzo viene ora pubblicato in Italia nella prestigiosa collana “Fabula” di Adelphi, nella traduzione di Gala Maria Follaco. La donna più malvagia dello Hokuriku, deve per forza essere colpevole. E se così non fosse, se fosse innocente? 


STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il dubbio
Seicho Matsumoto

Editore: Adelphi
Pagine: 133
Prezzo: € 16,00
Sinossi
Onizuka Kumako è una donna avvenente, dalla figura prosperosa e dai modi spregiudicati. Entraîneuse nei bar di Tokyo, sa come sedurre i clienti, e per farsi rispettare non esita a usare le maniere forti – e a ricorrere, se necessario, alle sue amicizie malavitose. Peccato che Shirakawa Fukutarō, ricco vedovo alla disperata ricerca di compagnia, sia all’oscuro del suo passato e decida di sposarla, portandola a vivere nella regione dello Hokuriku. Sarà un matrimonio di breve durata: in una piovosa sera di luglio l’auto su cui viaggiano finisce nelle acque del porto e Fukutarō annega. Accusata di aver architettato l’omicidio per riscuotere il premio di un’assicurazione sulla vita del marito, Kumako si ritrova nel tritacarne della stampa che, assecondando i pregiudizi della gente del posto, si scatena contro la «demonessa». Benché dal carcere lei non cessi di proclamarsi innocente, solo una manciata di temerari avvocati è disposta a crederle: almeno fino a quando il dubbio non comincia a serpeggiare e inattesi particolari tornano alla luce.

Sposare Kumako è stato un grande errore. È una donna isterica, terribilmente impetuosa e dal carattere rapace. Per giunta è legata da tempo agli yakuza di Shinjuku… ma a breve troverò il modo per separarmi da lei, sono sicuro che lo troverò. Lo devo anche ai miei nipoti, che si sono allontanati da me. Se però lo facessi adesso, dovrei aspettarmi di venir ucciso da lei.

Onizuka Kumako è una donna avvenente, dalla figura prosperosa e dai modi spregiudicati. Entraineuse nei bar di Tokyo, sa come sedurre i clienti. Per farsi rispettare non esita a usare le maniere forti e a ricorrere, se necessario, alle sue amicizie malavitose. Peccato che Shirakawa Fukutaro, ricco vedovo alla disperata ricerca di compagnia, sia all’oscuro del suo passato e decida di sposarla, portandola a vivere nella ragione dello Hokuriku. Sarà un matrimonio breve: in una piovosa sera di luglio l’auto su cui viaggiano finisce nelle acque del porto e Fukutaro annega. Accusata di aver architettato l’omicidio per riscuotere il premio dell’assicurazione sulla vita del marito, Kumako si ritrova nel tritacarne della stampa che, assecondando i pregiudizi della gente del posto, si scatena contro la “demonessa”. L’ambizioso giornalista Akitani Moichi ricostruisce con dettagliata precisione lo scenario del delitto. 

Se il giudice non aveva ancora emesso una sentenza, di certo il suo giornale l’aveva già condannata per l’omicidio del marito.

 Lei, dal carcere, non cessa di proclamarsi innocente. Solo una manciata di temerari avvocati è disposta a crederle: almeno fino a quando il dubbio non comincia a serpeggiare e inattesi particolari tornano alla luce. 

A mio parere, Onizuka Kumako ritiene che, a dispetto dell’idea che la corte e il giudice potrebbero farsi di lei, di fronte alla verità costoro non potranno far altro che accettarla. Lei ha fede in una divinità che porta il nome di Verità. La verità è una sola e nessuno può profanarla. Sacra e inviolabile, è una divinità assoluta. Questo è ciò in cui lei crede, secondo me.

Tutto ha inizio in una notte di pioggia, un’auto corre sulla banchina del porto e finisce in mare dove si inabissa. In macchina ci sono un uomo, che sarà ripescato morto, e sua moglie che riuscirà ad uscire dal parabrezza frantumato e a salvarsi. 

Da questa oscura vicenda prende il via “Il dubbio”, un romanzo con pochi personaggi e un grande dilemma: e se Kumako, pur avendo un passato turbolento, non fosse colpevole? 

La storia è un pretesto, ideato dall’ autore, per smascherare il più torbido sottofondo della società giapponese. Infatti la trama non pone tanto l’attenzione sull’evento criminale ma sulle reazioni dei personaggi coinvolti. Onizuka non compare mai in prima persona, tutto ciò che sappiamo di lei ci viene riferito da chi le è stato vicino. Strisciante, ma ben riconoscibile, è l’ossessione del giornalista Akitani che vuol vedere la donna condannata per paura di una vendetta. 

L’ambiguità, il pregiudizio, la verità, la menzogna, il dubbio sono pedine ben disposte sulla scacchiera. A giocare la partita sono i due protagonisti, il bianco e il nero, con due opposte visioni: per l’avvocato difensore la donna è innocente, per il giornalista investigativo è colpevole. È una partita giocata sul “dubbio”, l’avvocato difende, il giornalista attacca. Tra prove indiziarie, ossessioni e pregiudizi, Onizuka è la colpevole perfetta che tenta, con la sua furbizia, di farla franca. Se fosse assolta una “giusta indignazione” si diffonderebbe tra la popolazione della cittadina. L’opinione pubblica l’ha già condannata. D’altronde cosa ci si può aspettare da una donna con un terribile cognome che contiene il carattere oni, cioè demonio? Spesso le persone hanno l’illusione di pensare e invece mettono in moto i loro pregiudizi. La donna sopravvissuta all’incidente ha una fama sinistra perché era in grado di ricorrere alla violenza più feroce per ottenere ciò che voleva. Aveva commesso crimini mostruosi senza mai pentirsene e il suo destino era scritto con il sangue. È colpevole anche se continua a sostenere la sua innocenza per la morte del marito. E nulla può fare l’avvocato difensore costretto a cimentarsi con un caso già perso in partenza. Cosa succederà? 

Non faccio spoiler, lascio a voi il piacere di scoprire come si risolverà questa disputa tra innocentisti e colpevolisti, tra bene e male. 

“Il dubbio” è un romanzo breve, un perfetto congegno narrativo che dimostra come ciò che crediamo o vogliamo credere, non sia sempre la verità. L’autore gioca con l’incertezza e mette a nudo i sentimenti più turpi dell’uomo. La scrittura è lineare, senza orpelli, elegante e concisa. La storia è amara con un epilogo che è un giallo nel giallo. Penetra nel microcosmo delle indagini ufficiali e ufficiose, mescola e confonde le prove coinvolgendo il lettore e insinuando incertezze sull’esatta percezione dell’evento criminale. 

Matsumoto Seicho è stato definito il Simenon giapponese perché pone al centro dei suoi romanzi la psiche umana senza tralasciare le luci e le ombre di una società tutta da scoprire. Io amo i romanzi di Simenon quindi ho molto apprezzato il romanzo nero di Matsumoto Seicho. “Il dubbio” è un classico da (ri)scoprire. Buona lettura a tutti!

1 commento:

  1. Lo leggerei volentieri in quanto, oltre a piacermi il noir, mi attirano tanto gli autori orientali e ho già letto e apprezzato un romanzo di questo scrittore. Grazie per il suggerimento!
    un saluto :)

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