Ispirato da eventi reali, nel 1900 tre guardiani sparirono da un faro sull’isola di Eilean Mòr (Ebridi, Scozia), “I guardiani del faro” di Emma Stonex (Mondadori), è la storia di un mistero, è una storia di isolamento e ossessione, è una storia di realtà e illusioni, è una storia di amore e dolore, che esplora il modo in cui le nostre paure offuscano il confine tra il reale e l’immaginario.
STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 7 |
Emma Stonex
Dicono che non sapremo mai cos’è successo a quegli uomini. Dicono che il mare mantiene i suoi segreti.
Cornovaglia, Inghilterra, fine dell’anno 1972. Una barca approda al faro dello Scoglio della Fanciulla, un isolotto perduto a miglia di distanza dalla costa, per dare il cambio ai custodi. Il primo guardiano Arthur Black, il primo assistente William “Bill” Walker e il secondo assistente Vincent Bourne sono svaniti nel nulla. La porta d’ingresso del faro è chiusa dall’interno. Gli orologi sono fermi alle 8,45. La tavola è apparecchiata per un pasto che non è mai stato consumato. La torre è vuota e il registro meteorologico del capo dei guardiani descrive una tempesta che infuria intorno all’isola, ma il cielo è stato sereno per tutta la settimana. Cos’è successo ai tre uomini? Il mare agitato sussurra i loro nomi. La marea si muove annegando i fantasmi. I loro segreti potranno mai essere recuperati dalle onde?
Vent’anni dopo uno scrittore torna sul posto per risolvere il mistero e chiede aiuto alle donne dei tre guardiani. Helen, Jenny e Michelle hanno reagito in modo diverso alla tragedia comune.
Helen, la moglie del capo guardiano Arthur, orgogliosa e pragmatica, se ne è fatta una ragione ed è decisa ad andare avanti. Per lei è stata un’onda anomala a portarsi via i guardiani.
In tutto questo tempo ho capito che esistono due tipi di persone. Quelle che quando sentono uno scricchiolio in una casa isolata e buia chiudono le finestre perché dev’essere stato il vento. E quelle che quando sentono uno scricchiolio in una casa isolata e buia, accendono una candela e vanno a dare un’occhiata.
Jenny, nervosa e depressa moglie di Bill, trascina con sé il peso della scomparsa e i segreti fallimenti del suo matrimonio. Beve molto ed è convinta che un giorno suo marito, sparito per magia, possa tornerà da lei nello stesso modo. Lei pensa che lo Scoglio della Fanciulla sia lì, in mezzo al mare, isolato, come una pecora distante dal gregge. Una preda facile. Chi è il lupo? Per Jenny il faro è come una rivale che teneva lontano da lei il marito.
Michelle, compagna di Vince, si è rifatta una vita con un altro uomo. Tuttavia vive nel ricordo della grande storia d’amore della sua vita, finita troppo presto.
La scomparsa dei mariti e fidanzati le ha allontanate e le donne vivono chiuse nel loro dolore decise a difendere a oltranza segreti inconfessabili.
Attraverso i racconti delle tre protagoniste e le ultime settimane degli uomini al faro, i segreti a lungo custoditi vengono alla luce ma è sempre più difficile capire cosa sia realtà e cosa sia frutto di menzogne. A chi credere? Tutte difendono la reputazione dei loro mariti e nascondono nei loro cuori ciò che nessuno dovrà mai scoprire.
“I guardiani del faro” non è solo la storia di tre donne che affrontano la tragedia in modo diverso, non è solo la storia di uno scrittore deciso a scoprire la verità, è soprattutto la storia di Arthur, Bill e Vincent, prima della loro scomparsa. Tre uomini diversi per età, esperienze, passioni. Tre uomini che vivono per lunghi periodi in isolamento. Il faro è la loro casa in mezzo al mare, circondato da onde ora placide ora tempestose, proietta la sua luce come guida per i marinai durante la navigazione notturna. Il mare diventa il confidente dei guardiani che si specchiano nelle acque profonde con un senso di smarrimento alla ricerca di una pace che non c’è.
Arthur, orgoglioso dei suoi trent’anni di servizio, ama il mare, e appena giunge sulla terraferma già sente la nostalgia di quella voce che parla alla sua anima. Bill odia il mare, lui non ha potuto scegliere cosa fare da grande. Proviene da generazioni di guardiani del faro e il suo destino era già scritto. Per Vincent, un tipo solitario, il mare è un’opportunità di redenzione dopo aver commesso molti errori.
“I guardiani del faro” è un romanzo che dà vita agli incubi neri dei tre uomini, è un cammino in salita per riannodare il filo del “prima” al “dopo”, è un mistero a porte chiuse, una storia suggestiva, un’indagine psicologica. Tra le nebbie, il mare testimone, s’intravede un mondo che appare e scompare, un mondo alimentato dalla repressione, dai sensi di colpa, dalle bugie. I peggiori timori diventano tangibili, se allunghi la mano puoi toccarli, ti sfiorano mentre dormi, si nutrono dei tuoi pensieri. I fari avvertono del pericolo i naviganti, ma chi protegge i guardiani dalla solitudine, dal desiderio di essere amati anche se imperfetti, dalla paura di perdere ciò che di più caro hanno al mondo? Le menzogne costruiscono un muro, giorno dopo giorno, tra loro e le persone che amano. Occorre, però, essere sinceri anche con sé stessi prima che i rimpianti possano cancellare le loro orme sul terreno.
“I guardiani del faro” è un romanzo fatto di quotidianità, coinvolgenti le pagine che narrano la vita all’interno del faro, che vede i tre guardiani cucinare, lavare, preparare innumerevoli tazze di thé, occuparsi della lanterna del faro, lucidare, usare la pistola antinebbia, dormire in cuccette che seguono la curva del muro, avere pochissimo spazio per sé. Ed è bellissimo, credetemi, entrare in quel mondo, toccare con mano il fascino del faro, percepire presenze che si confondono nei venti feroci, nella pioggia martellante, nei riflessi oscuri delle acque fredde. Ci si sente subito coinvolti, il mare selvaggio è come una sirena che attira e ammalia, e si percepisce un imminente senso di sventura e presagio. Il faro, complice di oscuri segreti, è l’unico testimone degli eventi e assiste ai tentativi dei tre guardiani di sfuggire a una realtà asfissiante. Maestoso, superbo, irremovibile, diventa il portale per entrare in un’altra dimensione dove si respira un’atmosfera gotica che inebria e travolge.
“I guardiani del faro” è un libro oscuro che cattura il lettore man mano che la verità si svela. Non tutto è però pura realtà e fredda ragione. Nel faro, luogo segreto in cui i tre uomini quasi si nascondono dalle loro famiglie, i protagonisti sembrano trovare consolazione alle brutture della vita.
Niente sopravviveva. Niente era permanente. Tutto si perdeva negli abissi.
Ed eccola la tempesta della vita scatenarsi.
La tempesta peggiorò. Le onde sempre più alte erano imbiancate di schiuma. Il vento infuriava e ululava. I tuoni rimbombavano per tutta la volta lampeggiante del cielo. Le onde crollavano, le creste si frangevano, gli schizzi esplodevano sulla superficie caotica dell’acqua. Lampi di luce spezzavano il turbinio delle tenebre, il nero del mare, il nero del cielo, l’oceano che si gonfiava e sbavava.
Ora chiudete gli occhi, immaginate di essere in cima al faro, lasciatevi travolgere dai rumori cupi della tempesta. Poi, pian piano, aprite gli occhi ed ecco lì davanti a voi comparire una barchetta in pericolo. Piccola. Di legno. Con la vela strappata. Una barchetta a remi, sollevata e sbattuta di qua e di là dalle onde. Nella barchetta una testolina fa capolino e un braccino si alza per salutare. Lo vedete. Sì, lo vedete. Sono le otto e tre quarti. È l’ora della scelta: vivere ma essere morti dentro o morire e finalmente poter risalire su quella barchetta. Piccola. Di legno. Con la vela strappata.
che bella recensione ricca di pathos, Aquila!!
RispondiEliminaquesto romanzo attira non solo per il mistero circa la sorte dei tre uomini, ma soprattutto per quello che c'è dietro le esistenze dei personaggi coinvolti.
Lo cerco, è una pubblicazione che mi era sfuggita!
Serena domenica :)
Ciao Angela!Questo romanzo offre più piani di lettura e mescola abilmente la realtà vera e la realtà che non esiste. Se puoi leggilo, scoprirai una lettura gratificante e molto interessante. Buona domenica :)
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