lunedì 1 ottobre 2018

RECENSIONE | “Il mistero della reliquia dimenticata” di Stefano Santarsiere

Cari lettori, oggi vi presento un romanzo molto particolare, un thriller in cui Bibbia e Scienza si contrappongono dando vita a una storia che vi farà spesso sorridere ma vi indurrà anche a riflettere sui nuovi peccati che affliggono la nostra società. Il libro in questione è “Il mistero della reliquia dimenticata” di Stefano Santarsiere per Newton Compton Editori.

Ho già avuto il piacere di leggere altri due romanzi di questo scrittore: “La mappa della Città Morta” (recensione) e “I guardiani dell’isola perduta” (recensione).  

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il mistero della reliquia dimenticata
Stefano Santarsiere

Editore: Newton Compton
Pagine: 328
Prezzo: € 9,90
Sinossi
Mentre un’epidemia di antrace flagella gli allevamenti della Val d’Agri, il cuore petrolifero della Basilicata, qualcuno fa apparire dei misteriosi altari nelle campagne, opera forse della stessa mano che ha tentato di sottrarre una preziosa reliquia da una chiesa locale. Quando, su un altare, tra croci e candele viene deposto il cadavere di una vecchia, gli eventi prendono una piega inattesa. Le accuse ricadono su Lucio Lobello, trentenne ludopatico e tossicodipendente che nasconde un segreto inconfessabile: quello di essere il diavolo, il principe delle tenebre in persona, che da millenni erra per il mondo sotto mentite spoglie sfuggendo a un gruppo di arcangeli che vorrebbe ricacciarlo negli inferi. O almeno così crede lui. Ma per scampare a una condanna per omicidio, stavolta Lobello dovrà allearsi proprio con uno dei suoi inveterati avversari: un prete…


Osservo la sorprendente e multiforme inclinazione dell’uomo a generare da sé i suoi inferni, in nome di un aleatorio concetto di benessere. Non c’è motivo, sapete, di sussurrare al lato oscuro del vostro animo, di imbastire tranelli. La tentazione è un codice già scritto dentro di voi. È il segreto del vostro successo di specie. Ho il sospetto che Dio stesso ve l’abbia instillata, nel più profondo della vostra essenza, per poi incolpare me quale artefice delle lusinghe che il vostro stesso cuore ordisce.
A pronunciare queste parole è il diavolo in persona. La sua voce, però, non giunge dal sotterraneo regno dei morti ma dall’irrequieto mondo degli esseri viventi.

Nelle campagne della Val d’Agri, in Basilicata, appaiono misteriosi altari mentre un’epidemia di antrace flagella gli allevamenti della zona. Qualcuno, inoltre, ha tentato di rubare la preziosa reliquia di San Rocco di Montpellier, custodita in una chiesa del paesino di Santerio. Gli eventi precipitano quando tra croci e candele, viene commesso l’omicidio di una anziana donna. Le accuse ricadono su Lucio Lobello, trentenne ludopatico e tossicodipendente che nasconde a tutti la sua vera identità: lui è il principe delle tenebre in carne e ossa. Da millenni erra per il mondo sotto mentite spoglie per sfuggire a un gruppo di arcangeli che vorrebbe ricacciarlo negli inferi. Stavolta, però, le cose si mettono male. La polizia l’accusa di essere il killer dei misteriosi omicidi. A Lobello non resta che allearsi con il suo peggior nemico, un prete.
Perfino quando calpesti la terra, così forte è la tua brama di Inferno?
Ho letto questo romanzo tutto d’un fiato. Il protagonista è un diavolo molto umano che ha come amici non più i demoni Legione, Belial e Belzebù, ma la droga, il gioco d’azzardo e l’alcol. Sulla Terra questi “nuovi peccati” uccidono e causano tante sofferenze al genere umano. Il Male si nasconde ovunque nelle pieghe dell’umanità. Agisce nell’ombra: riviste patinate, spinelli, giochi elettronici, corruzione, voti di scambio, minacce anonime per ricevere favori sottobanco. La lista sarebbe infinita. Il diavolo vive “di fianco agli uomini. Stupito, irresistibilmente attratto da essi.”

Stupito! In fondo l’uomo non ha bisogno di alcun diavolo per sporcare la propria vita. Ci riesce benissimo da solo inventandosi i suoi aguzzini che si chiamano Denaro, Potere, Fanatismo, Droghe, Guerre dei tempi che furono e Guerre Moderne con armi biologiche.

Nel romanzo troverete in primo piano l’accavallamento di più intrecci e personaggi che operano nell’ombra generando una tensione costante. Vorrei però invitarvi a riflettere sulle tematiche coinvolgenti che si affacciano alla nostra attenzione. Nel thriller di Santarsiere non riscoprirete l’eterno scontro tra Bene e Male ma l’opportunità di leggere come gli uomini, ahimè, sono in grado di autodistruggersi. A un certo punto Lobello vi starà pure simpatico perché spesso subisce le azioni umane e non ha armi diaboliche se non la sua intelligenza che forse potrebbe meglio impiegare.

Bravo lo scrittore nel creare il corpo del romanzo come un fitto intreccio di arterie e vene. Nelle arterie scorrono i buoni sentimenti, la volontà di giustizia e la parte sana del tessuto sociale. Le vene, invece, trasportano un liquido più marcatamente sporco reso nocivo da rifiuti tossici come l’alcolismo, la ludopatia, la dipendenza da droghe, l’ambiente violato. Scienza e Bibbia vanno a braccetto esaltandosi in una storia terribilmente attuale.

“Il mistero della reliquia dimenticata” è un thriller ben scritto che si legge piacevolmente complice l’ironia con cui si affrontano i lati più sinistri degli uomini. Il male è ovunque, nella grande città come nel paesino. Sboccia in ogni luogo, spesso si cela in attesa di momenti propizi. Forse anche il diavolo indossa una maschera e quando la toglie ecco che compare l’uomo. Naturalmente non è per tutti così ma anche il diavolo riesce a far del bene contro la sua volontà. Riflettete e chiedetevi: “Lobello è davvero il diavolo, si crede un diavolo o è un povero diavolo?”. Comunque sia sempre di diavolo trattasi.

Nessun commento:

Posta un commento