mercoledì 28 febbraio 2018

RECENSIONE | "La manutenzione dei sensi" di Franco Faggiani

“La montagna ci offre la cornice… 
tocca a noi inventare la storia che va con essa!” 

Questa citazione di Nicolas Helmbacher mi pare perfetta per introdurre un romanzo che scalda il cuore accarezzando l’anima. Si tratta de “La manutenzione dei sensi” di Franco Faggiani, Fazi Editore.
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 6
La manutenzione dei sensi
Franco Faggiani

Editore: Fazi
Pagine: 250
Prezzo: € 16,00
Sinossi
A un incrocio tra casualità e destino si incontrano Leonardo Guerrieri, vedovo cinquantenne, un passato brillante e un futuro alla deriva, e Martino Rochard, un ragazzino taciturno che affronta in solitudine le proprie instabilità. Leonardo e Martino hanno origini ed età diverse, ma lo stesso carattere appartato. Il ragazzo, in affido temporaneo, non chiede, non pretende, non racconta; se ne sta per i fatti suoi e non disturba mai. Alle medie, però, a Martino, ormai adolescente, viene diagnosticata la sindrome di Asperger. Per allontanarsi dalle sabbie mobili dell'apatia che sta per risucchiare entrambi, Guerrieri decide di lasciare Milano e traslocare in una grande casa, lontana e isolata, in mezzo ai boschi e ai prati d'alta quota, nelle Alpi piemontesi. Sarà proprio nel silenzio della montagna, osservando le nuvole in cielo e portando al pascolo gli animali, che il ragazzo troverà se stesso e il padre una nuova serenità. A contatto con le cose semplici e le persone genuine, anche grazie all'amicizia con il burbero Augusto, un anziano montanaro di antica saggezza, padre e figlio si riscopriranno più vivi, coltivando con forza le rispettive passioni e inclinazioni. Una storia positiva è al centro di questo romanzo che trabocca di umanità e sensibilità autentiche e che contiene una riflessione sul labile confine che divide la normalità dalla diversità. Un romanzo sul cambiamento, la paternità, la giovinezza, in cui padre e figlio ritroveranno la loro dimensione più vera proprio a contatto con la natura, riappropriandosi di valori irrinunciabili come la semplicità e la bellezza.



Ma quando mi guardavo allo specchio consideravo quello di fronte a me un estraneo, un usuraio dei sentimenti, sempre più avaro nel concederli, sempre più arraffone nel pretendere quelli degli altri. La mia vita stava andando alla deriva, ne ero consapevole; ma non trovavo, o non volevo trovare, un relitto a cui aggrapparmi in questo triste navigare.
La storia narrata da Faggiani nasce da due fatti reali. Leonardo, il protagonista adulto, ripercorre la storia dello scrittore: un brillante giornalista in crisi. Anche il bambino, Martino nel romanzo, esiste realmente. Scrittore e ragazzino si sono incontrati in montagna, hanno trascorso del tempo insieme. Queste radici reali hanno dato vita a una storia positiva, ricca di sentimenti che fa del cambiamento un’ancora di salvezza per due persone alla deriva nella vita.

Leonardo Guerrieri, vedovo cinquantenne, un passato brillante e un futuro incerto, incontra Martino Rochard, un ragazzino taciturno che affronta da solo le proprie instabilità. Leonardo prende Martino in affido temporaneo. Martino non racconta, non chiede, non pretende. Ama starsene da solo e non disturba mai nessuno, non si lamenta mai, dove lo metti rimane. Alle medie, a Martino, viene diagnosticata la sindrome di Asperger. Guerrieri lascia Milano e per dare una svolta al suo rapporto con il ragazzino, si trasferisce in una grande casa in mezzo ai boschi, nelle Alpi piemontesi. A contatto con le cose semplici, con persone burbere ma genuine, riusciranno a coltivare le rispettive passioni costruendo un rapporto solido e sereno.
 Io non ero suo padre, lui non era mio figlio.
Conosciamo Leonardo e Martino pronti a lasciare Milano per la montagna. Perché un cambiamento così radicale, perché fuggire dalla città per offrire a se stessi la possibilità di un cambiamento? Cambiar vita per ritrovare se stessi non è una scelta facile. In città ci lasciamo fagocitare dal quotidiano, siamo abituati ai rumori, a correre a destra e a sinistra, prigionieri in celle dalle sbarre invisibili. Padre e figlio sono due estranei, tra loro non c’è comunicazione. Cambiando ambiente Leonardo vuol darsi e dare a Martino l’occasione per liberarsi dalle barriere che li dividono. Per affrontare la montagna, accogliente e crudele nello stesso tempo, devi liberarti dallo schema “vita in città”. Occorre abituarsi ai silenzi, a un tempo scandito dalla natura, a una vita semplice in cui trovano spazio le cose importanti. Il valore dei sentimenti e il rapporto tra le persone, il valore del lavoro manuale e dei sacrifici, il rispetto per la natura e la conoscenza del territorio, l’amicizia e il rispetto, le passioni di ognuno e la libertà di scelta, il crescere seguendo le proprie inclinazioni.
 In montagna bisogna imparare a fare ma bisogna imparare soprattutto a fare senza.
Per conoscere meglio i personaggi dobbiamo considerarli nella loro vita prima del cambiamento.

Leonardo, dopo la morte dell’amata moglie, ha imboccato la pericolosa strada della rassegnazione sia nel lavoro che nel quotidiano. È soffocato dai sensi di colpa: quando la moglie è deceduta lui era lontano per lavoro. La vita perde i suoi brillanti colori, i progetti fatti insieme, le difficoltà superate in due. La coppia svanisce, basta un attimo e si è soli. L’anima si incupisce, non prova più emozioni e il sorriso si spegne.
Ma tu, quando hai saputo che Chiara era morta, cos’hai detto?

Non scherzi stasera con le domande, eh? Vuoi proprio saperlo? Non ho detto niente. Non sono riuscito a dire una parola per giorni, avevo un dolore allo stomaco che non mi faceva stare in piedi. E la testa leggera, perché vuota. Sono andato avanti così per un bel po’.

E poi?

Poi qualcuno mi ha salvato.
Martino è un ragazzino a cui la vita sembra aver voltato le spalle. È orfano. La madre l’ha abbandonato quando aveva pochi mesi, per poi scomparire, e suo padre è morto in carcere. Viene dato in affido temporaneo a Leonardo ma il rapporto tra i due è difficile. Martino ama i documentari sulla natura, i cambiamenti climatici, le previsioni, gli uragani e le tempeste, il comportamento degli animali. Ha una capacità intellettiva superiore a quella di molti suoi compagni, ma la indirizza solo verso le materie che a lui piacciono. Momenti eccellenti si alternano a momenti di totale rifiuto. Martino non riesce a relazionarsi. Sa fare origami complicati e bellissimi, usa in modo eccellente il computer, ma rifiuta d’imparare le poesie a memoria, si fa i fatti suoi e non ama le smancerie.

Leonardo e Martino, imprigionati e imperfetti.

Non abbiate paura, questo romanzo non è una triste storia su una patologia ancora poco conosciuta. L’Asperger è considerata non come una malattia ma come una condizione. L’imprevedibilità fa parte della vita di un ragazzino come Martino ma l’imprevedibilità non è una condizione esclusiva dell’Asperger, fa parte del mondo, della vita di tutti noi. Tutti noi creiamo, nei momenti difficili, uno scudo per proteggerci dal mondo. In montagna Martino e Leonardo ritrovano pian piano la serenità e lo scudo svanisce.

“La manutenzione dei sensi” ha nel titolo il profondo significato della sua storia. I sentimenti non sopravvivono senza una cura costante, hanno bisogno di equilibrio. I sentimenti danno forza alla realtà, il dolore la demolisce. Appare evidente il contrasto tra il termine tecnico “manutenzione” e la sfera emozionale dei sensi lo stesso contrasto percepito tra la vita di città e la vita semplice, spesso difficile, in montagna.

Ho letto questo libro con totale coinvolgimento riflettendo sul labile confine tra normalità e diversità. È un romanzo in continua evoluzione che affronta i cambiamenti, la crescita, la giovinezza, la scelta di un futuro in cui si è protagonisti. La montagna, la salita verso la cima, è un invito a non porsi mai dei limiti anche se nulla è facile. La scalata, come la vita, costa sudore e fatica, perdono e speranza, scelte difficili e distacchi dolorosi, gioie e lacrime. Consiglio a tutti voi la lettura di questo romanzo. La montagna vi accoglierà a braccia aperte, vi regalerà emozioni e vi consiglierà di non sottovalutare mai la natura. Attenzione e prudenza per apprezzare solo la bellezza e il suo fascino senza incorrere in pericoli inutili. La montagna è l’opportunità per riprendersi la propria vita, per ritrovare la strada maestra. Tuttavia ricordate che

“La montagna più alta rimane sempre dentro di noi.” 
(Walter Bonatti)

2 commenti:

  1. Un bellissimo romanzo: anch'io l'ho terminato da poco e ne ho tratto messaggi e emozioni molto positive, decisamente superiori alle aspettative.

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  2. Che bella, bellissima recensione. Ho appena finito questo romanzo, letto in un momento personale molto difficile, e l'ho trovato molto delicato (e molto consolatorio).

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