martedì 11 giugno 2024

RECENSIONE | "Uomini e topi" di John Steinbeck

"Uomini e topi" di John Steinbeck, scrittore statunitense tra i più noti del XX secolo, è un romanzo breve pubblicato in Italia nel 1938 da Bompiani nella celebre traduzione di Cesare Pavese.

Nel 1962 a Steinbech gli fu conferito il Premio Nobel per la letteratura "per le sue scritture realistiche ed immaginative, unendo l'umore sensibile e la percezione sociale acuta."

"Uomini e topi" ha come protagonisti due diseredati, due uomini legati da una profonda amicizia che non accettano l'umiliazione e vivono, anche loro, il sogno americano. Il titolo è tratto da una poesia dello scrittore scozzese settecentesco Robert Burns che parla di come i piani architettati da uomini e topi abbiano spesso un esito negativo. La gioia promessa dal "sogno" si rivela null'altro che dolore e sofferenza. 



Uomini e topi
John Steinbeck

Editore: Bompiani
Pagine: 144
Prezzo: € 12,35
Sinossi

La storia di un'amicizia profonda tra due uomini, due braccianti stagionali in California che condividono un sogno. George Milton si occupa da sempre con ferma dolcezza di Lennie Small, un gigante con il cuore e la mente di un bambino. Il loro progetto, mentre vagano di ranch in ranch, è trovare un posto tutto per loro a Hill Country, dove la terra costa poco: un posto piccolo, giusto qualche acro da coltivare, e poi qualche pollo, maiali, conigli. Ma le loro speranze, come "i migliori progetti predisposti da uomini e topi" (è un verso di Burns), sono destinate a sbriciolarsi. Il ritratto di un'America soffocata dalla crisi e di un'umanità gretta e gelosa nella drammatica rappresentazione di un maestro della letteratura. 





Di' della casa George, supplicò Lennie. Va bene, avremo una casetta e una stanza tutta nostra. Una stufetta di ghisa bella panciuta, e d'inverno la accendiamo e la lasciamo bruciare. Terra non ce ne sarà molta, così non dovremo lavorare troppo. Magari sei, sette ore al giorno. Non dovremo  sollevare l'orzo per undici ore al giorno.

Il romanzo narra la storia tragica e violenta di due braccianti, sono due hobos ossia lavoratori stagionali, che trovano lavoro in un ranch della California. Lennie, un gigante con il cuore e la mente di un bambino, e il saggio George, guida e sostegno dell'amico.

Lennie ha una stazza imponente e una straordinaria forza fisica, è affetto da ritardo mentale e non è in grado di controllare la sua forza. Lui, che il bene non l'ha mai conosciuto, ama accarezzare piccoli animali ma finisce per ucciderli perché non riesce a dosare la sua forza che malvagia non è.

George, punto di riferimento di Lennie, ha un fisico minuto ma è acuto di mente e scaltro. George cerca di proteggere Lennie da se stesso e dagli altri che non comprendono quanto siano inconsapevoli le azioni del gigante.

I due uomini, siamo negli anni trenta in piena Depressione, affrontano insieme le difficoltà della vita e condividono un sogno: acquistare, un giorno, un piccolo pezzo di terra a Hill Country, dove la terra costa poco, dove condurre una vita finalmente serena, vivendo dei frutti della terra, insieme con i tanti animali di cui Lennie sogna di prendersi cura. Da questo sogno, i due uomini, traggono la forza per sopportare la durezza della vita quotidiana. Giunti al ranch, dove hanno trovato lavoro come stagionali, i due protagonisti fanno conoscenza con gli altri personaggi simbolo della sconfitta, del dolore, dell'insoddisfazione e della rabbia.

C'é l'anziano scopino Candy, rimasto monco in seguito a un incidente sul lavoro che teme di essere mandato via dal ranch quando sarà diventato inutile.

Poi c'è Curley, il rissoso figlio del padrone, con sua moglie.

Slim, l'autorevole capo-mulattiere, si rivela un personaggio positivo. Quando il vecchio cane di Candy dev'essere soppresso, gli regala uno dei cuccioli della sua cagna, e fa lo stesso con Lennie, quando sa che quest'ultimo adora gli animali.

Crooks, lo stalliere di colore vittima del pregiudizio, è costretto a  dormire separato dagli altri. Tutti lo evitano. Crooks ha solo la compagnia dei suoi libri.

Un uomo ha bisogno di qualcuno vicino. Un uomo diventa pazzo se non ha nessuno. Non importa chi è, da quanto è con lui. Te lo dico io che a rimanere troppo soli si finisce per impazzire.

E poi c'é lei, la sensuale e superficiale moglie di Curley, satanica tentatrice senza nome, che ha accettato il matrimonio solo per sfuggire alla madre e a una infanzia e giovinezza segnate da incomprensioni e abusi. La donna coltiva il sogno di diventare una star del cinema e si lascia andare in ammiccamenti e sottointesi con tutti i lavoranti della fattoria.

"Uomini e topi" é un piccolo gioiello, un romanzo indimenticabile che mostra l'importanza  dei veri rapporti umani in una vita difficile. È una storia che emoziona e coinvolge, ma il finale lascia sicuramente l'amaro in bocca. I dialoghi si arricchiscono dello slang dei braccianti e tracciano un quadro di sfruttamento e lotte sociali, ingiustizia e sofferenza umana.

"Uomini e topi" è  un omaggio agli umili e oppressi della terra, alla solitudine  e alla perdita. Il sogno americano acquista i contorni di un'illusione. L'ingiustizia sociale ferma il loro cammino versa la terra promessa. Lennie e George sono protagonisti di un'odissea moderna, di una storia che si ripete.

"Sembra strano che un matto come lui e un ometto come voi giriate insieme".

"Non è matto," disse George.

"È duro assai, ma non è un matto. E neanche io sono poi una cima, altrimenti non starei a caricare sacchi per i miei cinquanta e rotti."

Nel romanzo il sogno americano svanisce e al suo posto c'è un mondo di prevaricazione, di disperazione, di uomini invisibili. L'eterno scontro tra classi sociali e la lotta per la sopravvivenza sono il substrato che nutre questo romanzo amaro che rappresenta la metafora della vita. Si sogna la libertà, si anela al paradiso in terra, si brama la felicità. Ma tutto è utopia, scritto sulla sabbia del deserto.

Ai classici nessun voto, brillano di luce propria.

8 commenti:

  1. Ciao Aquila, non ho letto questo libro ma, essendo molto celebre, lo conosco e, prima o poi, mi piacerebbe leggerlo :-)

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    1. Ciao Ariel, io ho deciso di dedicare del tempo anche ai classici che non ho letto. Amo trovare tra le loro pagine temi importanti che sono tasselli del mosaico dell'esistenza umana. Un caro saluto :)

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  2. Ciao. Lo lessi tanti anni fa, e ho un buon ricordo. È un classico dello scrittore, e spesso, nei discorsi di natura letteraria, esce questo titolo. Questo significa che non tramonta mai.

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    1. Sì, hai ragione, i classici non tramontano mai. Anzi se li rileggi, dopo anni, troverai sicuramente sfumature nuove, dettagli e significati che prima ti erano sfuggiti. Si scoprono sempre cose nuove. Un caro saluto :)

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  3. Ciao Aquila Reale, conosco la trama di Uomini e topi, ma non ho ancora avuto l'occasione di leggere il romanzo. Sono molto indietro con i classici.
    Un abbraccio 😘

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  4. Ciao Fra, anch'io vorrei leggere più classici e spero che le vacanze estive siano una buona occasione per leggere. Mi attirano i classici della letteratura italiano. Penso che inizierò da Svevo e Pirandello. La figura dell'inetto e del forestiere della vita mi intrigano. Un abbraccio :)

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  5. E' uno di quei classici che mi son ripromessa diverse volte di leggere perché credo meriti molto e tu me lo confermi.
    Il fatto che sia breve, poi, mi spinge a inserirlo più facilmente tra una lettura e l'altra!
    ciao Aquila, grazie per le tue sempre precise e stimolanti recensioni!

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    1. Sicuramente è un romanzo che si legge velocemente anche perché i personaggi ti coinvolgono e il finale è davvero amaro. Un caro saluto :)

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