“La voce del buio” di Gigi Paoli, Giunti Editore, è un giallo che vede protagonista maschile, Piero Montecchi, professore di Neuroscienze forensi all’Università di Verona, specializzato in fenomeni paranormali. Le vicende si svolgono intorno a una casa di riposo, in cui ogni due anni e da dodici anni scompaiono diversi anziani, come se venissero risucchiati dal buio del bosco. Scompaiono tutti nello stesso posto. Nello stesso modo. Senza alcun movente e senza una spiegazione plausibile. Tutto sembra essere collegato a strane voci e inquietanti presenze, e sarà proprio Piero a dare una spiegazione logica a quegli avvenimenti. Un noir per chi subisce il fascino del paranormale.
STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 7 |
Pagine: 304
Da dodici anni alcuni anziani scompaiono di notte, senza lasciare traccia, tutti nello stesso modo: escono da Villa Imperiale, la sfarzosa casa di riposo sul Passo della Mendola dove sono ospiti, abbandonano i propri indumenti ai margini del bosco e si inoltrano nel buio richiamati da una voce… o almeno così riferiscono alle autorità gli amici e i parenti dei dispersi. Ogni due anni puntualmente la storia si ripete, senza che gli inquirenti riescano a venirne a capo. Mentre in paese si mormora che lassù c'è qualcosa di sovrannaturale per il susseguirsi di eventi inspiegabili, a far luce sul caso viene chiamato il professor Piero Montecchi. Fascinoso, ironico, innamorato della scienza e di una moglie perduta, Montecchi è docente di Neuroscienze forensi all'Università di Verona e membro del CICAP, l'ente che controlla le affermazioni sul paranormale. Tra foreste silenziose, presenze inquietanti e un antico fatto di sangue che ha sconvolto per sempre il villaggio, lo scettico professore dovrà sciogliere i nodi di una vicenda che sembra trascendere i limiti della razionalità. Perché nessuno meglio di lui sa che l'enigma più contorto non è l'occulto, bensì la mente umana. Un mistero impossibile, macchiato dall'ombra di presenze oscure.
L’anziana sorrise. Si sfilò le pantofole e si tolse la vestaglia di flanella, cercando di piegarla con attenzione prima di gettarla per terra. Poi fece lo stesso con gli occhiali. Si passò la mano fra i capelli, un vezzo istintivo della bella donna che era stata, e sorrise a sé e al buio.
Ora poteva andare.
Entrò dentro il bosco.
E nessuno la vide mai più.
Né viva, né morta.
Da dodici anni alcuni anziani scompaiono di notte, senza lasciare traccia, tutti nello stesso modo: escono da Villa Imperiale, la sfarzosa casa di riposo sul Passo della Mendola dove sono ospiti, abbandonano i propri indumenti ai margini del bosco e si inoltrano nel buio richiamati da una voce, o almeno così riferiscono alle autorità gli amici e i parenti dei dispersi. Ogni due anni puntualmente la storia si ripete, senza che gli inquirenti riescano a venirne a capo. Mentre in paese si mormora che lassù c’è qualcosa di sovrannaturale per il susseguirsi di eventi inspiegabili, viene chiamato il professor Piero Montecchi. Fascinoso, ironico, innamorato della scienza e di una moglie perduta, Montecchi è docente di Neuroscienze forensi all’Università di Verona e membro del CICAP, l’ente che controlla le affermazioni sul paranormale.
Tra foreste silenziose, presenze inquietanti e un antico fatto di sangue che ha sconvolto per sempre il villaggio, lo scettico professore dovrà sciogliere i nodi di una vicenda che sembra trascendere i limiti della razionalità. Perché nessuno meglio di lui sa che l’enigma più contorto non è l’occulto, bensì la mente umana.
Ho letto “Le voci del buio” con una gran voglia di scoprire il mistero celato nel buio dove si nascondono presenze oscure. Ho provato a immaginare la voce del buio che attira a sé le persone anziane e ho percepito brividi lungo la schiena pensando alla Voce che sceglie le sue vittime tra persone fragili. Il paranormale lo sappiamo, non esiste e il professor Montecchi è pronto a smantellare ogni tentativo di opposizione. Eppure, non sempre la ragione ha una spiegazione per ogni cosa. Forse perché la verità, a volte, è difficile da vedere e da accettare.
Il protagonista del romanzo è il professor Piero Montecchi, fascinoso e ironico vedovo cinquantenne ancora perdutamente innamorato di sua moglie Cinzia. È un uomo elegante, fuma le gauloises blu. A far compagnia al professore c’è Winston, tenero pastore tedesco, dono della moglie.
La sua vita si svolge tra la casa veronese che affaccia sul cortile interno di via Cappello (situata nel cuore del centro storico dove si trova il famoso balcone di Giulietta, ulteriore riferimento all’amore tragico dei due giovani, oltre al nome Montecchi) e Saint Paul de Vance, un piccolo borgo medievale nel sud della Francia dove Cinzia aveva acquistato un appartamento, il loro nido d’amore prima della grande tragedia. Dopo la morte dell’amata moglie, il professore adotta la solitudine per proteggersi dal dolore perché non aveva mai accettato la morte della donna amata e non voleva condividere il suo dolore con nessuno.
Nel passato il nostro professore era carabiniere paracadutista in forza alla Tuscania. Fu ferito gravemente durante una missione a Mogadiscio, in Somalia, riportando danni permanenti come un forte mal di testa che non lo lascia mai.
Sarà proprio Montecchi ad essere chiamato per risolvere le sparizioni inspiegabili alla casa di riposo. L’uomo di scienza è chiamato a dare una risposta a qualcosa che appare lontano anni luce dalla scienza. Avrà l’appoggio del maresciallo Galasso, ormai in pensione, ma sempre pronto a ergersi paladino della verità. Nel paese tutti hanno paura del bosco e cercano una protezione contro il male. Ovunque, nei luoghi pubblici, nelle case e anche nelle camere d’albergo, il crocifisso fa da scudo alla paura. Il professore, inizialmente, disapprova.
Il male non è un’entità astratta, a meno che non si voglia pensare a Lucifero o all’Inferno di Dante. Il male, lo diceva la sua Scienza, è frutto di qualcosa di tangibile, di scientifico.
Patrimonio genetico, fattori naturali e culturali, possono influenzare i nostri comportamenti al di fuori della coscienza, quindi niente paranormale, “si tratta di Scienza, non chiacchiere, né sogni.” Forse. Tra le frasi attribuite al geniale scienziato Albert Einstein, una si adatta perfettamente a questa storia:
Dio non gioca a dadi col mondo. Tutto è determinato, dall’inizio alla fine, da forze su cui non abbiamo controllo. Danziamo tutti su una melodia misteriosa, intonata a distanza da un musicista invisibile.
Man mano che si procede con la lettura si entra in un incubo sempre più oscuro che ritorna ciclicamente e non dà scampo. Capitolo dopo capitolo gli interrogativi aumentano, le certezze vacillano e i dubbi sono direttamente proporzionali ai misteri.
Mi è piaciuta l’ambientazione in un luogo incantevole della nostra bella Italia e ho trovato interessanti i riferimenti alle Neuroscienze, materia attuale e complessa che studia, anche, le capacità del cervello che ancora non conosciamo del tutto. Alcuni neuroscienziati fanno parte del CICAP, per la confutazione delle affermazioni sul paranormale. L’accoppiata neuroscienze e paranormale sarà fonte di molti intriganti eventi anche perché Montecchi ha una mente aperta al dubbio.
Se vuoi nascondere davvero qualcosa, mettila sotto gli occhi di tutti e nessuno la vedrà mai.
Gigi Paoli, scrittore e giornalista, è già noto al grande pubblico dei lettori per la serie, ambientata nella bellissima città di Firenze, che vede protagonista il tenace, ironico e instancabile, cronista di giudiziaria Carlo Alberto Marchi. Con “La voce del buio” l’autore si cimenta con un nuovo personaggio, una nuova ambientazione, una nuova storia.
“La voce del buio” è un romanzo camaleontico, un po’ thriller e horror, un po’ paranormale e noir. È un romanzo carico di suggestioni, di voci e di nodi da sciogliere.
Vi invito quindi a una lettura intrigante con atmosfere inquietanti e tanta suspense. Una vicenda al limite della razionalità. Una storia che profuma di ciclamino, la pianta sacra a Ecate che era la divinità greca dell’oltretomba e della magia. La potente signora dell’oscurità che regnava sui demoni malvagi, sulla notte, sui fantasmi e sui morti, vi dà appuntamento al limitar del bosco.
Ciao Aquila Reale, ho acquistato il libro appena uscito e sto aspettando di trovare il momento giusto per leggerlo!
RispondiEliminaSono contenta che ti sia piaciuto perché vuol dire che piacerà sicuramente anche a me.
Bella recensione come sempre. Un saluto 😘
Ottimo acquisto! Un bel romanzo dai toni dark è perfetto per queste prime serate in cui il freddo si fa sentire. Un caro saluto :)
EliminaCiao. Il libro non l'ho ancora preso. Leggendo ciò che scrivi, mi sembra di aver capito che ingloba diversi generi, e mi sa che la base paranormale passa in secondo piano perché il noir e il thriller sono più sviluppati con una spruzzatina di gotico. È così?
RispondiEliminaGrazie del consiglio.
Analisi perfetta, una lettura che ingloba vari generi ottenendo una storia coinvolgente e dalle mille sorprese. Un caro abbraccio :)
EliminaCerto che come lo presenti tu, troppo brava con le recensioni, lo metto in lista di lettura!!!
RispondiEliminaSei gentilissima! Qualche sera fa ho preparato per cena i tuoi burger di barbabietola rossa: sono stati un successo. Grazie per le preziose ricette. Un caro abbraccio :)
EliminaCiao Aquila! Amo, lo sai, noir e thriller, un po' meno horror e paranormal, però la tua recensione è accattivante e precisa come sempre e mi spinge verso questo romanzo!
RispondiEliminaCiao Angela, come ha sottolineato Innassia, il gotico è una spruzzatina e prevalgono noir e thriller. Potrebbe essere una lettura nelle tue corde. Un caro abbraccio :)
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