sabato 7 novembre 2020

RECENSIONE | "Il viaggio di Halla" di Naomi Mitchison

“Il viaggio di Halla” di Naomi Mitchison, traduzione dall’inglese di Donatella Rizzati per Fazi Editore, è un libro sorprendente e profondo in cui l’autrice descrive un mondo che muta velocemente dimenticando le antiche usanze e le tradizioni. Nel mondo di Halla tutto è possibile, vivere con gli orsi e volare sulla groppa di un drago, incontrare un basilisco nella steppa e poter parlare con gli animali, incontrare Odino e conoscere le Valchirie che conducono nel Valhalla gli eroi. Con queste premesse sono sicura di aver svegliato la vostra curiosità e allora si parte per un viaggio affascinante in compagnia di Halla.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il viaggio di Halla
Naomi Mitchison

Editore: Fazi
Prezzo: € 15,00
Sinossi

Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla nei boschi. Qui viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose; ma il tempo dei draghi, minacciati dagli odiosi e crudeli esseri umani, sta per finire. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta: vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve? Iniziano così le fantastiche avventure della ragazza, che girovagherà alla scoperta di nuove terre e antiche leggende, in mezzo a creature incredibili, luoghi misteriosi e magie dimenticate. La sua conoscenza di tutti i linguaggi, sia quelli umani che quelli animali, la aiuterà ad andare oltre le apparenze, ma anche a mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto, mentre affronta, una dopo l'altra, le nuove sfide sul suo cammino. 


Si narra che quando la nuova regina vide la figlia della vecchia regina, disse al re che di quella mocciosa bisognava sbarazzarsi immediatamente. E il re, che ormai aveva quasi dimenticato la vecchia regina e a  malapena aveva dato uno sguardo alla bimba, acconsentì e non ci pensò più.  E quella sarebbe stata la fine della bambina, se la sua tata, Matulli, non avesse udito tutto per caso.

“Il viaggio di Halla”, per la prima volta in Italia, è un classico della letteratura fantasy del Novecento scaturito dalla penna di una scrittrice tutta da riscoprire, grande amica e prima lettrice di J.R.R. Tolkien.

Questa è la storia di Halla, figlia di un re che decide di abbandonarla nei boschi. La bambina viene accudita dagli orsi e poi cresciuta dai draghi sulle montagne rocciose. Il tempo dei draghi, però, sta per finire a causa degli odiosi e crudeli esseri umani. Odino, Padre di tutte le cose, offre ad Halla una scelta: continuare a vivere alla maniera dei draghi, accumulando tesori da difendere, o viaggiare leggera e attraversare il mondo con passo lieve? Halla inizierà un lungo viaggio vivendo fantastiche avventure e scoprendo nuove terre. Conoscerà creature incredibili, attraverserà luoghi misteriosi e apprenderà antiche leggende e magie dimenticate. Il suo lungo cammino le riserverà nuove sfide e per affrontarle Halla dovrà mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto e andare oltre alle apparenze.

Fin dalle prime pagine, “Il viaggio di Halla”, apre le porte di un mondo fantastico in una fiaba senza tempo. È straordinario leggere come  le divinità dei miti nordici convivono con i personaggi della letteratura fantasy. La tolleranza e la comprensione mostrano come non esiste un solo modo giusto per vivere e per affrontare tutte le questioni che si discostano dalle nostre credenze.

Il libro si compone di tre sezioni.

La prima parte riguarda la giovinezza della protagonista tra orsi, draghi, troll, unicorni e altre creature mitiche.

Halla vive inizialmente con gli orsi, poi viene adottata dal drago Uggi e cresciuta secondo i retti principi della dragoneria. Lei si sente orso e drago ma deve accettare il fatto di essere umana. Halla, vivendo con i draghi, ama i tesori e odia gli uomini che sono stati crudeli con lei. Quando Uggi verrà ucciso, Odino pone Halla davanti a una scelta e lei sceglie di andare per il mondo, di viaggiare leggera per conoscere altre realtà.

La seconda parte vede Halla partire per un lungo viaggio. Non ha alcun bagaglio, indossa solo una piccola parte del mantello di Odino e lascia ciò che conosce per andare verso l’ignoto. Halla comprende tutte le lingue, comprese quelle degli animali, e il suo cammino la porterà a unirsi a un gruppo di uomini diretti a  Miklagard (chiamata anche Bisanzio o Costantinopoli) per incontrare l’imperatore del mondo intero nominato da Dio e lamentarsi di un governatore tirannico . Halla vuole aiutare questi uomini e diventa la loro voce ma non tutti la considerano allo stesso modo. Per alcuni è un dono di Dio,  per altri una strega, per altri ancora un angelo. Pluralità di visioni in un mondo che mostra molte ingiustizie. Così, con gli occhi di Halla, vedremo atti di crudeltà, avarizia e morte. La protagonista dovrà trovare il suo posto nel mondo, non può tornare indietro e la magia si scontra con la dura realtà.

La terza parte vede Halla mostrare il proprio coraggio, fare delle scelte in base a ciò che lei vuole senza lasciarsi condizionare da ciò che gli altri si aspettano da lei. La protagonista preferisce agire senza aspettare un eroe pronto a salvarla, non è la solita principessa in attesa del principe azzurro ma un’eroina coraggiosa e indipendente. Il finale chiude perfettamente il cerchio narrativo come scoperta di sé e come apertura agli altri.

“Il viaggio di Halla” porta il lettore in un mondo fantastico fatto di verità, sogni e leggende. Halla ci mostra un mondo privo di confini e ci conduce per mano all’interno di una storia dai molteplici volti. Ogni pagina racchiude un’avventura, ogni personaggio mostra un modo di essere e di pensare, ogni passo in avanti conduce tra eroi, figure mitiche, uomini buoni e cattivi. Ci accompagnano la violenza e la morte ma anche l’adattabilità, il coraggio e la voglia di ottenere giustizia per gli oppressi, la lealtà e la libertà.

Al di là delle sfide e dei pericoli, della violenza e del perdono, il tema di fondo che si pone al centro di questa storia è “viaggiare leggeri”.

Secondo me “viaggiare leggeri” vuol dire non appesantirsi di cose materiali ma fare il pieno di emozioni. Fin dall’antichità il viaggio è inteso come metafora della vita. C’è una partenza, un percorso e un arrivo. Partire vuol dire abbandonare le proprie abitudini, le certezze, e avere il coraggio di mettersi in gioco. L’arrivo non è un obiettivo raggiunto ma un momento di cambiamento. Durante il viaggio  si affronteranno  avvenimenti straordinari e imprevedibili, ciò richiederà autonomia e fiducia in sé. Viaggiare leggeri è lasciare le sicurezze per camminare solo con se stessi accettando nuove immagini, sensazioni e persone. Occorre riporre nel cassetto di casa i pesi inutili come i pregiudizi, le illusioni, le paure, le aspettative altrui e portare con sé l’entusiasmo, l’apertura mentale, il coraggio e la voglia di conoscere. Quindi se la vita la possiamo immaginare come un viaggio, sarà meglio viaggiare leggeri!

3 commenti:

  1. Di un genere che non apprezzo, troppo fantasy per i miei gusti, però mi affascina da come ne hai parlato. :)

    RispondiElimina
  2. Non so se lo leggerò nell'immediato, ma è una cosa è certa :mi incuriosisce davvero tanto ☺️

    RispondiElimina
  3. il fantasy non è in cima ai miei gusti, però quando un fantasy classico è piacevole e scritto in modo interessante, non escludo a priori di leggerlo. Certo, ammetto che con Tolkien ho avuto un rapporto di odio-amore, però alla fine riuscii a terminare la trilogia de Il Signore degli anelli, e comunque son contenta di averla letta :-D

    buona serata ;)

    RispondiElimina