martedì 28 luglio 2020

RECENSIONE | "Sei sospetti per un delitto" di Raffaele Malavasi

Raffaele Malavasi, geniale autore di “Tre cadaveri” e “Due brutali delitti”, torna in libreria con “Sei sospetti per un delitto”. Il nuovo, appassionante thriller è ambientato a Genova e segna il ritorno dell’ex poliziotto Goffredo Spada, protagonista di tutti i precedenti romanzi di Malavasi editi dalla Newton Compton.

“Sei sospetti per un delitto” sonda i lati oscuri della vita e si mostra anche come uno strumento di denuncia sociale. La mia attenzione è stata subito attratta non tanto dall’evento criminale quanto dalle relazioni sociali e umane, dai personaggi e dalla difficoltà del vivere. I protagonisti, le persone, diventano il fulcro del romanzo. Genova è il perfetto sfondo per questa storia perché offre una grande ricchezza di scenari andando dal centro storico al porto, dai palazzi alti ai vicoli stretti che sembrano svanire nel mare. Nel romanzo non troverete miracoli ma una flebile luce di speranza. Si può iniziare proprio da quella flebile luce, un passo alla volta verso il futuro.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 6
Sei sospetti per un delitto
Raffaele Malavasi

Editore: Newton Compton
Pagine: 448
Prezzo: € 9,90
Sinossi
Mentre la folla defluisce dal salone nautico di Genova, un fuoristrada invade il sottopassaggio pedonale di accesso al polo fieristico e investe decine di persone. Quando cessa la sua corsa, due uomini escono dall'abitacolo e, armati di coltelli, lasciano dietro di sé una scia di morte. A fine giornata si contano sette vittime e ventotto feriti. Tra questi un poliziotto, casualmente presente durante l'azione terroristica, colpito mentre tentava di salvare due bambini. Si tratta di Riccardo Giustini, il collaboratore più alto in grado nella squadra coordinata dall'ispettore Gabriele Manzi. Sono passati due mesi dalla tragedia, quando alla squadra di Manzi viene segnalata la sparizione di Nino Barbieri, un giovane convertito all'Islam che in passato è stato indagato per il suo coinvolgimento nella causa fondamentalista. L'ispettore Manzi avrà ancora bisogno dell'aiuto dell'ex poliziotto Goffredo-Red Spada e della giornalista Orietta Costa per ritrovare Nino, prima che una nuova ondata di terrore si abbatta su Genova.

Poi, all’improvviso, succede. Diverse file davanti a lui il vociare si fa schiamazzo, lo schiamazzo si fa urlo. L’andatura della folla forzatamente ordinata è colta dallo scompiglio… E di colpo compaiono il parabrezza e i fari rotondi di un fuoristrada che avanza nella sua direzione. Si fa avanti con sobbalzi e sbandate. Sobbalza sui corpi. Sbanda per liberare le ruote da chi è rimasto sotto, o forse per mietere nella sua furia distruttiva il raccolto più vasto che può.
Il romanzo si apre con un epilogo davvero coinvolgente. Mentre la folla defluisce dal salone nautico di Genova, un fuoristrada investe, a folle velocità, decine di persone. A un tratto la macchina si ferma e due uomini escono dall’abitacolo. Sono armati di machete e continuano a uccidere senza alcuna pietà. Tra i feriti c’è un poliziotto, casualmente presente durante l’azione terroristica, colpito nel tentativo di salvare due bambini. Si tratta di Riccardo Giustini, un collaboratore dell’ispettore Gabriele Manzi. Due mesi dopo l’attentato, alla squadra di Manzi viene segnalata la scomparsa di Nino Barbieri, un giovane convertito all’Islam e già indagato per il suo coinvolgimento nella causa fondamentalista. A coadiuvare le indagini dell’ispettore Manzi ci son l’ex poliziotto Goffredo-Red Spada e la giornalista Orietta Costa. Occorre agire in fretta, ritrovare Nino e impedire che una nuova ondata di terrore sconvolga la città.

La strage al Salone nautico viene rivendicata dal misterioso gruppo dei Combattenti di Dio e si sospetta sia solo un primo passo verso una nuova stagione di terrore prona a dilaniare l’intera città di Genova. Per porre un freno a quest’onda distruttiva, entrano in scena tre personaggi in grado di rendere più avvincente e intrigante la storia. Ve li presento con piacere.

L’ispettore Gabriele Manzi è a capo di una squadra di uomini decisi e risoluti. Non ama sottostare ai dictat dei suoi superiori. Non emette condanne se non supportate da un attento esame delle prove e non si lascia deviare dalle apparenze.

Orietta Costa è una giornalista di cronaca nera e scrive per “Il Secolo XIX”. Appare coraggiosa e determinata, conosce le sue fragilità e le trasforma in punti di forza perché è consapevole “di essere nata per combattere, in quanto guerriera, in quanto cocciuta, in quanto donna.”

A guidare le sue azioni è l’istinto, scoprire a tutti i costi la verità anche se occorre prima scalare una montagna di menzogne.
Orietta si nasconde dietro a una maschera fatta di sicurezza e ambizione. Ma è pur sempre una maschera con la quale cerca di nascondere la sua fragilità. Si butta nella mischia per vincere le sue paure. Sfida i pericoli e le situazioni estreme per dimostrare a sé stessa che i suoi timori sono falsi, superati. Prima o poi, però, questo comportamento le procurerà seri guai.
Goffredo e Lorenzo Spada, rispettivamente padre e figlio. Goffredo, ex poliziotto, ha notevoli doti nell’arte della deduzione e della logica investigativa. Ha l’innata capacità di leggere i dettagli e ricostruire gli eventi. Nel suo passato c’è tanto dolore e un tormento che non riesce a placare.
Sono proprio i dettagli anomali che ci devono guidare. È nelle pieghe delle scelte all’apparenza insensate che dobbiamo intrufolarci per scovare le motivazioni di chi ha ucciso.
Suo figlio Lorenzo ha 12 anni e si sente terribilmente solo e invisibile agli occhi del padre. La sua inesperienza lo porterà a cedere alle lusinghe di un misterioso sito, Black Bears, che propone delle prove da superare per mostrare il proprio coraggio, sincerità e forza interiore. Per diventare uno di loro, il ragazzo è deciso a dimostrare di non essere un debole, un rinunciatario, un bambino da controllare. Le prove, però, diventano sempre più pericolose. La figura di Lorenzo mi ha coinvolta emotivamente, ho percepito il suo disperato tentativo di richiamare l’attenzione su di sé. Coloro che avrebbero dovuto stargli vicino erano, secondo lui, distratti da altro. Il suo allenatore lo escludeva dalla riunione di fine partita, i professori spesso dimenticavano il suo nome, i compagni di scuola gli stavano alla larga. Soprattutto voleva richiamare l’attenzione del padre, voleva annullare quel distacco che percepiva intorno a sé.

Manzi, Spada, Costa sono le punte di diamante di questo intricato e intrigante romanzo. Ognuno conduce indagini per proprio conto per poi giungere a una collaborazione fruttuosa anche se difficile. La storia ci apre le sue porte con un attentato terroristico ponendo le basi di una vicenda che vede temi reali della nostra società intrecciarsi con la fantasia dell’autore. Entrare in una zona grigia, tra verità e false piste, permette a Malavasi di muoversi, con abilità, in un campo minato dove i pericoli si moltiplicano ad ogni passo. Il centro storico genovese, con il suo dedalo di caruggi, diventa teatro d’indagine per una storia complessa. La ricerca dei mandanti dell’attentato, la scomparsa di un sospettato, personaggi loschi dalla doppia vita, creano un tessuto narrativo molto efficace.

“Sei sospetti per un delitto” è il primo romanzo di Malavasi che leggo e ho molto apprezzato la sua narrazione veloce, il suo mescolare le carte e confondere gli indizi. La storia, ben scritta, ha il fascino del crimine che indossa la maschera della religione per condurci nella notte buia del terrorismo. La storia si tinge di nero anche a causa di altri temi come il bullismo, la manipolazione dei più fragili, i pericoli del web. L’autore, grazie a personaggi pronti a raccogliere ogni sfida, crea una storia che trasmette sensazioni di ansia, angoscia e paura ma l’arricchisce anche con momenti di pura suspense all’interno di un indagine atipica. Il legame con il lettore è immediato, il prologo conquista e si procede senza pensare mai di abbandonare la lettura.

Conoscerete personaggi che si mostrano vulnerabili e coinvolgenti, pronti a farvi da guida nel difficile mondo dei rapporti umani. Fate attenzione, non distraetevi, in questo romanzo gli indizi giocano a nascondino. Inizialmente sfacciatamente evidenti sembrano condannare un personaggio già noto alla polizia, poi avviene una metamorfosi e gli indizi accusatori si trasformano in prove d’innocenza. Tutto a posto? Assolutamente no. Le carte si mescolano ancora e ancora, cambiano pelle lasciando il lettore piacevolmente confuso.

“Sei sospetti per un delitto” è una storia nera, a tratti feroce, con uno sguardo impietoso sul presente e sulle lacerazioni di una parte della società che sceglie la cultura della Morte e volta le spalle alla vita. 

È un thriller a tre voci, una storia da brivido, inquietante e misteriosa. Oltre alla narrazione degli eventi, Malavasi racconta le persone con le loro aspirazioni, fragilità, difficoltà e pregiudizi. Guardando oltre la natura thriller del romanzo, Malavasi pone il lettore davanti a temi profondi che rispecchiano drammi devastanti sullo sfondo di scelte radicali e delusioni esistenziali.

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