giovedì 6 febbraio 2020

RECENSIONE | "Il bene minore" di Marco Cestelli

“Il bene minore” è il romanzo d’esordio di Marco Cestelli, pubblicato da Bookabook nella collana Narrativa. L’autore ci propone una storia complessa che si evolve continuamente disegnando una mappa per orientarsi sul terreno minato del nuovo corso mafioso.  Un vorticoso giro di soldi e affari, nuove tecnologie, la globalizzazione, le trattative con la politica locale, fanno delle organizzazioni criminali un virus letale del tessuto sociale. L’attuale politica antimafia è efficace? Cosa si può fare contro questo male atavico?

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il bene minore
Marco Cestelli

Editore: bookabook
Pagine: 332
Prezzo: € 18,00
Sinossi
Un enigmatico invito, una nave portacontainer, una misteriosa organizzazione, un maggiore dei carabinieri, centottantamila euro e sei mesi per portare a termine una missione: smantellare i business legati alle mafie, a partire da quella siciliana, con il suo traffico di clandestini provenienti dalla Libia e degli affari a esso correlati. Il maggiore Fabio Massimo Monti vestirà i panni di Ais, ritrovandosi a capo di questa operazione, spalleggiato da un team esperto e da una misteriosa tutor, Patrizia, che lo seguirà in tutte le attività, monitorando attentamente il suo stato psichico e i cambiamenti a cui la personalità di Monti andrà incontro durante lo svolgimento della missione.


La giustizia è una scienza inesatta ma fondamentale, è civiltà, ma richiede tempo, tempo e soldi, soldi e personale specializzato e integerrimo. Purtroppo, durante questo tempo accadono cose, si fanno affari loschi e si continua a delinquere.
Tutto ha inizio con un enigmatico invito, una nave portacontainer, una misteriosa organizzazione, un maggiore dei carabinieri, centottantamila euro e sei mesi per portare a termine una missione. Bisogna fermare la macchina infernale delle nuove mafie che si arricchiscono con il traffico di clandestini provenienti dalla Libia e con gli affari a esso correlati. A guidare questa operazione sarà il maggiore Fabio Massimo Monti. Avrà a disposizione un team di esperti e una misteriosa tutor, Patrizia.
Quella donna era un coacervo di tutto quanto un uomo potesse amare e odiare, desiderare e aborrire da un essere di sesso femminile. Era stata presentata come un cervellone, un “teschione”, come avrebbe detto un mio collega di Trieste, eppure vestiva i panni di una pin-up americana degli anni Cinquanta, seppur carica di master e lauree.
Patrizia diventa l’ombra del maggiore Monti, lo segue in tutte le attività, monitorando attentamente il suo stato psichico e i cambiamenti a cui la personalità di Monti andrà incontro durante lo svolgimento della missione.

“Il bene minore” è il racconto di una vicenda sommersa, una storia lontana dai riflettori, un potere che si nasconde e non ha controlli. È un viaggio nel limbo oscuro tra il mondo reale e il mondo sommerso dove i confini sono segnati da sangue, soldi, politica. È la genesi di una lotta alle mafie, a partire da quella siciliana, che non può avvenire alla luce del sole. Non tutto, infatti, si può raccontare. Alcune cose vanno fatte senza che si sappiano in giro, magari con il minor danno possibile. Bisogna porre dei limiti al crimine che genera solo altro crimine.
Tutto quello che rappresenta la mafia è la sostituzione volontaria e, soprattutto, gradita del potere dello Stato così come è concepito al Nord. È una cosa accettata, voluta e desiderata da parte della popolazione.
Fin dalle prime pagine del romanzo si percepisce un’atmosfera carica di tensione che prelude a una sequenza di eventi intercalati da momenti di riflessioni psicologiche, di analisi della società e dei suoi mali, di considerazioni sulla politica, sulla dilagante corruzione, sulle mafie. Il tutto crea una lettura avvincente che ci porta a guardare negli occhi la giustizia. Ogni cosa, lo sappiamo bene, ha un suo prezzo e a muovere i fili, di una giustizia fuori dalle regole, ci sono servizi fantasma che si celano agli occhi della società. Leggendo questo libro viene spontaneo chiedersi se la “giustizia ombra” esista, se la realtà possa davvero superare la fantasia. Mafia, droga, traffici vari, corruzione sono i terreni fertili su cui le mafie proliferano. A disegnare la mappa della nuova criminalità viene chiamato Fabio Massimo Monti, maggiore dell’Arma, di stanza alla legione carabinieri di Firenze. A lui il compito segreto di far implodere il sistema mafioso. Facile a dirsi, difficile a farsi. Tuttavia Monti appare l’unico in grado di far qualcosa contro il cancro della società. Inizialmente il maggiore non conosce quasi nulla della missione ma la cosa stuzzica la sua voglia di cambiamento, il suo desiderio di lasciare le calme acque della sua esistenza per tuffarsi in un mare in tempesta.
Avrei accettato solo per lasciare i soldi ai miei figli, della missione non avevo capito granchè, l’agente segreto non mi aveva detto quasi nulla, eppure sapeva che avevo bisogno di qualcosa di nuovo, di diverso, una botta di adrenalina, un altro Iraq, una vita vera.
Monti appare subito il candidato perfetto per questa missione: è un uomo di cultura, non è un esaltato omicida, non ha vendette personali da compiere, conosce il limite umano e la pietà, sa farsi benvolere dai colleghi, è un padre che ama i suoi figli, è un carabiniere, sa agire e obbedire. Tra le sue mani si concentrerà un gran potere, una disposizione di personale e mezzi, che renderà possibile fare quello che nessun organo, democraticamente stabilito dalla Costituzione, avrebbe mai potuto fare.

“Il bene minore” è una storia crudele, incredibile, con una sequenza di momenti difficili che pongono il lettore davanti a scelte, seppur immaginarie, impossibili. Il protagonista ci mostrerà senza vergogna i cambiamenti della sua personalità durante la missione. Egli vivrà una sofferenza psicologica ed emotiva per le decisioni che dovrà prendere. Sarà una lotta che vedrà uomini combattere l’un l’altro per la sopravvivere. Entreremo in un mondo in cui non esistono leggi e ognuno vede nel prossimo un nemico che si oppone alla realizzazione dei suoi desideri. Così l’uomo, seguendo il suo primordiale istinto, è pronto a uccidere mostrando la sua malvagità.

Monti è determinato nelle sue scelte ma non si può combattere il male con altro male, così nessuno vince e tutti perdono al gioco della vita.

Interessante è l’identikit delle nuove mafie che animano il romanzo. La violenza, immagine della criminalità, è spesso messa da parte sostituita dagli affari in giacca e cravatta. Grazie a una rete molto fitta che coinvolge i piani alti, la criminalità organizzata ha cambiato volto diventando ancora più ricca e potente. La corruzione è diventata una strategia per le mafie, per espandersi e guadagnare fiumi di soldi. Tutto il mondo è affetto dal male “mafia”, il metodo mafioso è approdato in ogni Paese.

“Il bene minore” è un grido d’allarme e una dichiarazione di guerra alla mafia. Non occorre sottolineare quanto sia importante e necessario combattere contro questo mostro. Pagina dopo pagina cresce la suspense e l’ombra della paura scandisce il trascorrere del tempo. Sei mesi, questo è il tempo della missione, per ottenere giustizia, per combattere il male senza ripensamenti, senza sensi di colpa.

Marco Cestelli ha scritto un libro intrigante regalando al lettore momenti di pura azione ma anche riflessioni e analisi psicologiche. È inevitabile iniziare a fare ipotesi creando un labirinto di luci e ombre in cui, per godere di beni minore, si decide di sopportare mali maggiori. La violenza viene tollerata e giustificata come mezzo minimo per limitare il male. È cosa buona e giusta?

Nell’invitarvi a leggere questo bel romanzo vi saluto con una frase di Karl Kraus:
 “Il male non cresce mai così bene come quando ha un ideale davanti a sé.”

2 commenti:

  1. Uscito più o meno insieme il mio. Lo avevo già puntato!

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  2. Si scoprono cose interessanti e meritevoli all'interno di piccole realtà editoriali :)

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