giovedì 20 giugno 2019

RECENSIONE | "Avviso di chiamata" di Delia Ephron

Buongiorno carissimi lettori, oggi vorrei proporvi un libro fresco di stampa: “Avviso di chiamata” di Delia Ephron, sorella della famosa Nora e insieme a lei autrice di film indimenticabili come “ C’è posta per te”. Il romanzo fa parte della collana Le strade della Fazi Editore.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Avviso di chiamata
Delia Ephron (traduzione di E. Budetta)

Editore: Fazi
Pagine: 334
Prezzo: € 17,50
Sinossi
Eve Mozell è un'organizzatrice di eventi quarantaquattrenne che vive a Los Angeles. Quella da cui proviene è una famiglia di eccentrici artisti. Da tempo la madre ha lasciato il padre per un altro uomo e, ora che lui è divenuto anziano, tocca a lei farsene carico, insieme alle sue sorelle: la maggiore, Georgia, estrosa e brillante, è la direttrice di un'importante rivista e trasforma in moda qualsiasi cosa indossi o dica; la minore, Maddy, è un'attrice stralunata alle prese con una gravidanza imprevista e il conseguente licenziamento dalla soap opera in cui lavora. Il padre, con il suo alcolismo, i suoi episodi maniaco-depressivi, i suoi tentativi di suicidio e le sue assurde storie d'amore e di sesso, è un disastro. Ma Eve ha anche altri problemi: gli impegni lavorativi, le preoccupazioni per il figlio adolescente, l'angoscia per il proprio declino fisico. Per questo esistono le sorelle: nonostante le gelosie e le incomprensioni, basta alzare la cornetta del telefono per trovare un po' di sollievo... 






Tra noi sorelle va sempre così. Ore attaccate al telefono, vite aggrovigliate, ma quando ci ritroviamo  davvero faccia a faccia ci tratteniamo. Mio padre può scoppiare a piangere facilmente. È sdolcinato. Ma noi abbiamo preso da nostra madre. Non siamo tipi da smancerie.
La voce narrante è quella di Eve Mozell, organizzatrice di eventi che vive a Los Angeles. La famiglia da cui proviene è formata da eccentrici artisti. Da molti anni la madre è andata via da casa abbandonando il marito per un altro uomo. Ora che lui è diventato anziano e malato, tocca a Eve e alle sue sorelle farsene carico. Georgia, la maggiore, è estrosa e brillante. È la direttrice di un’importante rivista e trasforma in moda qualsiasi cosa indossi. La sorella minore è Maddy, l’unica che mantiene i rapporti con la madre. È un’attrice stralunata che, a causa di una gravidanza imprevista, viene licenziata dalla soap opera in cui lavora. Il padre è un uomo difficile e fragile con il suo alcolismo, i suoi episodi maniaco-depressivi, i suoi maldestri tentativi di suicidio e le sue storie d’amore. Eve, oltre a occuparsi del padre, deve affrontare gli impegni lavorativi, le preoccupazioni per il figlio adolescente, l’angoscia per il proprio declino fisico. In questo mare in tempesta l’ancora di salvezza è il telefono che le permette di comunicare con le sorelle. Infatti, nonostante le gelosie e le inevitabili incomprensioni, basta alzare la cornetta dell’apparecchio telefonico per trovare un po’ di pace.

“Avviso di chiamata” è un romanzo intenso, sincero, tenero, a volte irriverente, che mette in primo piano le nostre debolezze, le nostre paure e sofferenze. Il romanzo, che ha molto di autobiografico, vede l’autrice svelare molti retroscena sulla famiglia Ephron mescolando abilmente toni brillanti a quelli malinconici. L’allegria e la tristezza fanno parte della vita delle tre sorelle, scandita dalla tradizione come il Natale e il giorno del Ringraziamento. È un viaggio nella malattia e nell’atavica necessità d’amore. La famiglia non è “un nido felice” ma un luogo dove, a volte, è difficile vivere. Il libro è scorrevole e vivace trattando temi come il rapporto tra padre e figlia, la vecchiaia, la malattia, la famiglia e il lavoro.

Il padre è sempre stato una persona difficile. Era un alcolizzato bipolare e ora ha anche la demenza senile. Le figlie hanno lasciato ben presto la casa natia per andare lontano e non dover affrontare la quotidianità con un padre e una madre in perenne litigio. La vita però non si ferma, procede a lunghe falcate e arriva il momento in cui i genitori hanno bisogno dei figli.

La demenza senile non guarda in faccia a nessuno. Tuttavia dietro a ogni problema, scriveva Galileo Galilei, si cela un’opportunità. La sensibile Eve sente in sé due forze che la dilaniano: vorrebbe fuggire dal compito di assistere il padre e non riesce a staccarsi dal genitore ammalato. Non vuole rimanere intrappolata nel ruolo di figlia badante ma non può e non vuole abbandonare il padre che spesso non si ricorda di lei e anzi sostiene di non aver figli.

È una sfida al femminile quella di occuparsi di un anziano genitore e accudire un figlio adolescente. Lo sa bene la protagonista divisa tra la voglia di libertà e i sensi di colpa per aver pensato al proprio padre come a un peso. Anche le sorelle fanno il possibile per aiutare Eve ma è sempre lei in prima linea. C’è un legame tra padre e figlia che va oltre la malattia e si chiama “amore”. Quando tutto diventa complicato, praticamente sempre, il telefono le permette di parlare con le sue sorelle salendo su una giostra di avvenimenti, informazioni, pensieri ed emozioni.

Nel bene come nel male, l’autrice mostra l’umanità dei personaggi, le ragioni psicologiche che mettono in luce comportamenti che possono sembrare innaturali ma non lo sono. Non rispondo al telefono perché ho paura che mi dicano che mio padre è morto. Se non rispondo non so nulla quindi mio padre è ancora vivo! Oppure tutto l’opposto: la morte ci può liberare da una situazione più grande di noi.

Magari esprimiamo questo concetto con le parole ma mai con il cuore. La mente e il cuore percorrono vie diverse, quante volte abbiamo detto cose che non pensavamo veramente? Le tre sorelle super impegnate del romanzo dovranno affrontare tante difficoltà, ognuna lo fa come può. A volte si scappa dai propri doveri inventando mille scuse. Non ci sono eroi in questa storia ma personaggi vivi che si muovono tra conflitti emotivi subito messi in luce dall’autrice.

Nessuno è perfetto, i difetti sono le crepe dell’armatura sociale che indossiamo e spesso diventano ciò che di noi ama chi ci sta a fianco. È facile amare i pregi, difficile amare le imperfezioni. Le nostre protagoniste di difetti ne hanno una gran quantità ma sono pronte a perdonarsi reciprocamente anche se ci sono stati momenti difficili durante il cammino della vita. Le sorelle sono come pietre miliari. Gli amici cambiano, gli innamorati se ne vanno ma loro restano lì pronte ad aiutarsi. Non lasciatevi però ingannare, a volte la relazione tra sorelle oscilla tra la rivalità e l’affetto più intenso. Nascono profonde rivalità perché ci si contende l’amore dei genitori, perché c’è sempre la sorella perfetta mentre le altre si sentono meno attraenti, meno eleganti, meno interessanti. Odio e amore camminano tenendosi per mano. Più si ama una persona, più si soffre se ci offende e ci esaspera. Discutere di ciò che si prova è la soluzione migliore magari alzando la cornetta del telefono e digitando il numero così familiare.

Il telefono diventa coprotagonista di questa storia, moderno traghettatore di emozioni e lamentele e le protagoniste sembrano proprio maniache di questo mezzo di comunicazione. Si chiama con facilità e con altrettanto facilità sono assenti nei momenti importanti. Il libro mi è piaciuto perché non nasconde la difficoltà di un momento così drammatico come la malattia di un genitore. C’è chi si fa in quattro e chi latita senza mai sentirsi in colpa. Misteri della vita!

2 commenti:

  1. Mi ritrovo molto nella tua recensione di questo libro che ho vissuto in modo molto intenso (mi sono immedesimata tanto nella protagonista). Belle e vere le tue parole finali, c'è chi latita senza sentirsi in colpa e chi si fa in quattro (magari avendo pure dei sensi di colpa). La vita....

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