mercoledì 26 aprile 2017

RECENSIONE | "Basil" di Wilkie Collins

Dopo aver letto “La Legge e La Signora” (recensione), ritorno, con immenso piacere, a recensire un’altra opera di Wilkie Collins: “Basil”, Fazi Editore.

STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 7
Basil
Wilkie Collins (traduzione di A. Tubertini)

Editore: Fazi
Pagine: 350
Prezzo: € 20,00
Sinossi
Giovane rampollo di una famiglia aristocratica, Basil si innamora perdutamente e a prima vista della figlia di un commerciante, incontrata per caso su un omnibus. Da quel momento la sua vita cessa di scorrere sui quieti binari di sempre per imboccare la strada ignota e accidentata che conduce alla tragedia. La decisione di sposarsi in segreto con la giovane Margaret, tanto vanitosa quanto priva di scrupoli, per non scatenare le ire del padre, saldamente ancorato ai propri pregiudizi sociali; la condiscendenza con cui accetta, su richiesta del suocero, di aspettare un anno prima di consumare il matrimonio: ogni passo, ogni singola scelta compiuta da Basil in buona fede si rivelerà un errore, e il cammino che avrebbe dovuto condurlo alla felicità gli spalancherà improvvisamente le porte di un baratro di abiezione e di ferocia. E il lettore verrà trascinato con lui fino in fondo, oltre l'apparenza della ordinaria, ma non per questo meno angosciosa, normalità. Uno spaccato della società inglese della seconda metà dell'Ottocento, divisa tra una classe nobiliare arroccata sui propri privilegi e una borghesia mercantile in piena ascesa, 


Basil, giovane rampollo di una famiglia aristocratica, si innamora a prima vista di Margaret Sherwin, figlia di un commerciante, incontrata per caso su un omnibus.
Fino a quel momento il mio cuore era rimasto intatto. Non avevo mai conosciuto la passione che più consuma l’umanità. Nessuna donna si era mai frapposta tra me e le mie ambizioni, le mie occupazioni, i miei svaghi.
Da quel momento la vita del giovane cambia radicalmente. Il padre, prigioniero del “rango” che segna il netto confine fra loro e gli altri, non avrebbe mai accettato un tal matrimonio degradante per uno dei suoi figli. La ragazza, come figlia di un commerciante, non sarebbe mai stata accolta nella famiglia di Basil. Un pregiudizio sociale trasformato in ”credo” dal padre di Basil, cultore delle convenzioni sociali.
Non dimenticare mai che con il tuo rango non puoi fare ciò che vuoi. Non è tuo. Appartiene a noi, e ai tuoi figli. Devi conservarlo per loro, come io ho fatto per te.
Quindi, per non scatenare le ire del padre, Basil sposa in gran segreto Margaret. Sarà l’inizio della fine.

La fanciulla si rivelerà tanto vanitosa quanto priva di scrupoli. Basil che, su richiesta del suocero, aveva accettato di aspettare un anno prima di consumare il matrimonio,  si troverà a percorrere un cammino irto di difficoltà. Il sottile filo dell’agognata felicità si spezza, per Basil ci sarà una lunga dolorosa discesa nel baratro della degradazione morale e della ferocia.

“Basil” è la storia di un errore fatto per amore ma pur sempre di errore trattasi. Se inizialmente mi sono schierata con il giovane protagonista, voce narrante del romanzo, poi ho capitolato davanti alla sua ingenuità. Mi direte che quando si ama la ragione tace e parla il cuore ma Basil di errori, in buona fede, ne commette davvero tanti. Il romanzo mi ha subito coinvolta anche se la prima parte della storia è caratterizzata da una lentezza quasi esasperante. L’autore nei primi capitoli si sofferma sulla descrizione, anzi sulle osservazioni preliminari, dei familiari di Basil e la storia stenta a decollare. Poi tutto si anima. Il fatal incontro segna il primo vero amore di Basil pronto a tutto per la bella Margaret. Nella seconda parte la storia diventa più coinvolgente, le descrizioni lasciano il posto all’azione e all’intrigo. Nella terza e ultima parte il dramma si compie svelando la vera natura dei protagonisti.

“Basil”, pubblicato nel 1852, è un romanzo sentimentale in cui sesso, violenza,adulterio, follia e morte sono i pilastri della narrazione. Temi forti per l’epoca, scandalizzarono la stampa ma raccolsero il favore del pubblico.

Io ho letto con interesse la descrizione della società inglese della seconda metà dell’Ottocento caratterizzata da una classe sociale nobiliare decisa a difendere i propri privilegi e una borghesia mercantile in piena ascesa. Intrigante l’avventurarsi dell’autore “oltre la quotidianità” per esplorare ciò che si nasconde dietro la rispettabilità. Gli stati d’animo condizionano la percezione delle cose e guidano il comportamento dei personaggi. Bella la stretta correlazione tra agenti atmosferici e le emozioni nate dalle diverse situazioni legate a testimonianze affidate a diari e lettere. Il finale, articolato, rimetterà ogni tassello al suo posto. Attraverso i sentimenti si guarda alla vita e alla morte. A volte la vista si offusca, l’amore travolge, inganna, condanna. Comunica i sentimenti più intimi di gioia o malinconia, odio e vendetta.

Wilkie Collins racconta tutto ciò con un linguaggio fatto di immagini, rapide suggestioni, suoni e colori. 
A noi lettori il compito di penetrare in questi elementi per recepire e godere del messaggio che l’autore ha consegnato alle parole scritte. Un viaggio irresistibile che invito tutti a compiere ricordando i versi di  Shakespeare:
“La speranza è il bordone degli amanti;
e tu con esso in mano adesso vattene,
ed usalo a scacciar dalla tua mente
i pensieri della disperazione.”

2 commenti:

  1. Ciao Aquila! Ho letto tutto d'un fiato la tua recensione. Amo questo genere di romanzi e Collins è tra le priorità. Spero di recuperarlo quanto prima, intanto segno :)

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    1. È il secondo romanzo che leggo di questo autore e mi piacerebbe molto approfondire la sua conoscenza con "La donna in bianco" :)

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