Ciao ragazzi, vi piace il Luna park? Montagne
russe, ruota panoramica, autoscontro rientrano tra i vostri divertimenti
preferiti? Se la vostra risposta è affermativa allora siete tutti invitati a
“Joyland” di Stephen King,
pubblicato in Italia da
Sperling & Kupfer (4 giugno 2013). La traduzione del romanzo è stata
affidata a Giovanni Arduino.
Genere: Romanzo
Editore: Sperling & Kupfer
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 351 p.
Prezzo: € 19,90
Trama:
Estate 1973, Heavens Bay, Carolina del Nord. Devin Jones è
uno studente universitario squattrinato e con il cuore a pezzi, perché
la sua ragazza lo ha tradito. Per dimenticare lei e guadagnare qualche
dollaro, decide di accettare il lavoro in un luna park. Arrivato nel
parco divertimenti, viene accolto da un colorito quanto bizzarro gruppo
di personaggi: dalla stramba vedova Emmalina Shoplaw, che gli affitta
una stanza, ai due coetanei Tom ed Erin, studenti in bolletta come lui e
ben presto inseparabili amici; dall'ultranovantenne proprietario del
parco al burbero responsabile del Castello del Brivido. Ma Dev scopre
anche che il luogo nasconde un terribile segreto: nel Castello, infatti,
è rimasto il fantasma di una ragazza uccisa macabramente quattro anni
prima. E così, mentre si guadagna il magro stipendio intrattenendo i
bambini con il suo costume da mascotte, Devin dovrà anche combattere il
male che minaccia Heavens Bay. E difendere la donna della quale nel
frattempo si è innamorato.
“Ehi ehi ehi gente, che giornata vuota, tempo di
un giro sulla ruota, in fretta in fretta in fretta, l’estate non aspetta,
venite su, dove il cielo è pulito e il panorama garantito, il divertimento
inizia qui, fatevi avanti, forza, così”.
Con rispetto e tanta curiosità mi sono avvicinata
a questo romanzo del Maestro. Con trepidazione ho intrapreso, con lui, un
viaggio nella memoria per narrare con struggente malinconia una storia, che già
esisteva nel ricordo, del protagonista, di un’estate lontana.
“La vita non è sempre un gioco al massacro. A
volte si può vincere un premio. Un premio molto prezioso”.
Estate del 1973, Devin Jones, universitario senza
un soldo e con il cuore in frantumi, per dimenticare “lei” e guadagnare qualche
dollaro, decide di accettare un lavoro stagionale nel parco divertimenti di
Heaven’s Bay: Joyland. Nel rispetto della migliore tradizione, in questo parco
c’è un segreto: si racconta che il fantasma di una ragazza, uccisa anni prima
nel luna park, compaia ancora lì nel “Castello del Brivido”. Devin verrà
coinvolto in questa vicenda, conoscerà Annie Ross e suo figlio, sarà travolto
dall’evolversi dei fatti. Cosa nasconde Joyland?
“Da ventunenne la vita è come una cartina
stradale. Solo quando arrivi ai venticinque o giù di lì, cominci a sospettare
di averla guardata capovolta, per poi esserne certo intorno ai quaranta.
Arrivato ai sessanta, fidatevi, capisci di esserti perso nella giungla”.
Se cercate in questo libro mostri o “entità”
provenienti da mondi kinghiani mi
dispiace per voi ma non troverete nulla di terrificante. Nessuna “presenza” se
non un fantasma del gentil sesso che appare ogni tanto ai visitatori del
Castello del Brivido. Joyland è un romanzo breve, 351 pagine, che narra di vita
vissuta, di amore e di malattia, di fede e di morte. Con poesia e nostalgia il
protagonista ricorda l’estate dei suoi ventun anni, narra il passaggio
dall’adolescenza all’età adulta attraverso l’amicizia, il sacrificio, le
delusioni, il coraggio. Questa “lunga emozione” racconta la realtà del rapporto
uomo-donna, padre-figlio, malattia-morte. Jones, Jonesy per gli amici, ci
conduce in un mondo di divertimenti, ci mostra il luna park dei nostri sogni
dove tra musiche, giochi e zucchero filato si vendono illusioni confezionati
con i colori della felicità. Tutto è relativo: quando le luci si spengono, il
silenzio abbraccia ogni cosa e il tramonto regala un sorriso di Dio. E’ così che
la realtà diventa sconvolgente.
La vita reale può rappresentare un baratro
infernale quando si guarda il proprio figlio morire lentamente ma
inesorabilmente, giorno dopo giorno. King concretizza questo dolore nella
figura di Annie Ross, giovane madre di
Mike, un bambino doppiamente speciale. Egli è affetto da una grave
patologia, la distrofia di Duchenne, vive la sua malattia preoccupandosi più
per gli altri che per se stesso e trova in Devin un sostegno, un amico con cui
condividere dolori e sogni. Un amico a cui manifestare il proprio potere da
sensitivo:”Sta’ attento Dev. Non è bianco”.
Devin vive la sua magica estate nel luna park, il
lavoro è duro ma gratificante, vendere felicità è un impegno che assorbe tutta
la sua energia ma il destino ha, come sempre, in serbo eventi speciale per
questo studente squattrinato. Ben presto il giovane inizierà a indagare sul
mistero di Joyland e si troverà faccia a faccia con l’assassino in un confronto
adrenalinico. Tuttavia la bellezza di questo romanzo non risiede nelle sue
venature soprannaturali o nello sguardo spietato di un omicida. Questa volta a
far da protagonista è il sentimento, la nostalgia per una fase della vita che
mostra “l’embrione d’uomo che diventa un adulto”. Questa evoluzione passa
attraverso lo sguardo gioioso di un ragazzino che vive un sogno: per un giorno
la vita vince la morte, per un giorno la malattia scompare, per un giorno Mike
vola libero come il suo aquilone. Infatti Devin riesce a portare il suo giovane
amico al luna park: il mondo del divertimento è a loro completa disposizione.
“Mike, hai idea di che cosa vendiamo qui?
Il ragazzino restò perplesso. “Biglietti per le
giostre e i giochi?
Noi vendiamo divertimento. Ne vuoi un po’? “
Come avrete compreso questo libro non è il romanzo
che tutti si aspetterebbero dal re dell’horror, il suo quieto scrivere
accarezza il lettore e lo coinvolge in un malinconico ricordo. Questa volta
l’amore, l’amicizia,il dolore rappresentano tre valori che danno senso alla
vita. Commuoversi leggendo king non è una cosa che capita spesso. La sua prosa
è talmente vivida che ti sembra di
essere accanto a Devin a sognare e soffrire con lui. Il finale lascia gli occhi
umidi e il cuore palpitante per Coloro Che Oltrepassano La Soglia. “Joyland”
rappresenta il voler fermarsi un attimo per rivolgere uno sguardo al tempo che
fu, per dar spazio al potere dei sentimenti, per ricordare che i “mostri”
quelli “veri” sono già sulla Terra dove vivono facendosi chiamare “uomini”.
Naturalmente non tutti sono mostri; la bontà d’animo, l’altruismo, l’anteporre
il bene degli altri al proprio sono armi vincenti che nessuno può scalfire.
Solo la Morte non si ferma davanti a nulla: l’innocenza di un fanciullo, la
disperazione di una madre non commuovono la Signora in Nero. La vita ha le sue
regole, belle o brutte che siano, non fanno sconti a nessuno. Il tempo passa
per tutti, un attimo di malinconia è giustificata anche perché ”Nessuna estate
dura per sempre”.
Dopo aver letto il finale di questo romanzo ho
notato che vi erano ancora delle pagine in cui king ringraziava tutti coloro
che gli erano stati vicini, un ulteriore momento di confronto con la vita, un
riepilogo sentimentale, una debolezza umana del grande Maestro.
Ora vorrei dirvi di non essere troppo severi con
il Re se il romanzo non rispetta i canoni a cui siamo stati abituati. Alcune
volte narrare della vita è più complicato che narrare di agghiaccianti
presenze. La lettura fluida, la scrittura dolce, la “visione” della parola,
rende questo romanzo prezioso e unico. Sicuramente il libro è promosso a pieni
voti. Non occorrono magie quando si legge Stephen King non si può che lasciarsi
sedurre dal suo narrare. E se, per una volta, i mostri hanno lasciato spazio ai
sentimenti, pazienza! Non si può sempre vivere nel terrore anche il Maestro ha
un’anima.
che bella recensione, sono proprio curiosa di leggerlo!!
RispondiEliminaSarà una bella lettura! Poi, se hai nostalgia di storie più adrenaliniche, ti consiglio Doctor Sleep:)
EliminaAggiunto in wishlist! Mi ero persa questo libro di King, ma so che non mi deluderà!!
RispondiEliminaIl Maestro non delude mai! Anche senza mostri è un grande:)
EliminaIo lo ho trovato un libro troppo alla Sparks e poco alla King..
RispondiEliminaMi dispiace ma non ho letto alcun romanzo di Sparks. Quali sono le caratteristiche dei suoi libri? King non è solo horror, forse Doctor Sleep ti piacerà di più:)
EliminaNon ho mai letto un libro di King, che vergogna! D: magari posso recuperare iniziando da questo anche se ho letto anche pareri negativi!
RispondiEliminaHo letto pareri molto contrastanti su "Joyland". Alcuni non hanno apprezzato questo romanzo forse perchè si aspettavano un horror e sono rimasti delusi nel trovare temi come l'amore, l'amicizia, la fede. Sicuramente in questo "lavoro" King è più riflessivo, nostalgico. Ma nessuna paura, in Doctor Sleep il mondo kinghiano ritorna!
EliminaIn realtà io non ho ancora letto nulla di King, quindi non posso rimanere delusa. In realtà da un po' di tempo voglio leggere qualcosa di suo, in particolare mi incuriosiscono "La bambina che amava Tom Gordon", "The dome" e naturalmente "Shining".
RispondiEliminaHo letto altri libri di King ma non questo. Secondo me è un bene che scriva cose "diverse dal solito" , anche perché a lungo andare scrivendo sempre sullo stesso genere si può cadere nella ripetitività o nel banale. Io ho amato moltissimo alcuni suoi romanzi non-horror, e da come hai parlato di Joyland mi piacerà anche questo! *-*
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