Alcune volte succede che leggendo delle recensioni,
scritte con il cuore, scatti in noi un’attrazione, spero non fatale, per quel
libro. Ricordo che era un lunedì mattina quando Detective Gufo mi segnalò una
Recensione Meritevole, scritta da Agave del blog “Agave delle cose vaganti”.
Con curiosità lessi le belle parole di Agave e immediatamente decisi che quel
libro sarebbe stato mio, volevo leggerlo, mi sentivo attratta dalla trama e
dalle emozioni che scaturivano da quel commento. Ho acquistato il libro, l’ho
letto, metabolizzato e fatto mio. Curiose di sapere di quale libro io vi stia parlando?
Bene, preparatevi a leggere di una maledizione che dal passato ritorna, evocata
dai racconti di una nonna che narra favole e leggende sarde a una bimba che scoprirà
come il potere della parola possa portare, fino a noi, le credenze di un
passato lontano e quasi dimenticato. Un passato sconvolgente che ha fatto della
“maledizione” un elemento base della credulità delle persone che erano schiave
dell’ignoranza e della paura che nasce dal non sapere.
Editore: Garzanti
Pagine: 216 p.
Prezzo: € 14,60
Trama: È notte. La notte ha un cielo nero come
inchiostro, e solo a tratti i fulmini illuminano l'orizzonte. È una
notte di riti e credenze antiche, in cui la paura ha la forma della
superstizione. In questa notte il rumore del tuono è di colpo spezzato
da quello di un vagito: è nata una bambina. Ma non è innocente come lo
sono tutti i piccoli alla nascita. Perché questa bambina ha una colpa
non sua, che la segnerà come un marchio indelebile per tutta la vita. La
sua colpa è di essere la settima figlia di sette figlie e per questo è
maledetta. E nel piccolo paese dove è nata, in Sardegna, c'è un nome
preciso per le bambine maledette, si chiamano cogas, che significa
strega. Liberarsene quella stessa notte, abbandonarla in riva al fiume.
Così ha deciso la famiglia Zara. Ma qualcuno non ci sta. Lucia, la
primogenita, compie il primo atto ribelle dei suoi dieci anni di vita.
Scappa fuori di casa, sotto la pioggia battente, per raccogliere quella
sorella che non ha ancora un nome. Lucia la salva e decide di chiamarla
Ianetta e la riporta a casa. Non c'è alternativa ora, per gli Zara. È
sopravvissuta alla notte, devono tenerla. Ma il suo destino è già
scritto. Giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, sarà emarginata.
Odiata. Reietta. Da tutti, tranne che da Lucia. È lei l'unica a non
averne paura. Lei l'unica a frapporsi tra la cieca superstizione e
l'innocenza di Ianetta.
Baghintos, 31 ottobre 1880
“ Questa notte è la notte delle animeddas, la notte delle anime. E’ una notte di riti e di credenze antiche, in cui la paura ha la forma della superstizione. In questa notte nasce una bambina: è la settima figlia di sette figlie e per questo è maledetta. E’ coga!
Nelle credenze popolari della Sardegna
centro-meridionale, le Cogas erano streghe che di notte si intrufolavano nelle
case dove c’erano dei bambini appena nati di sesso maschile per ucciderli. Le
“maledette” si riconoscevano alla nascita per un piccolo pezzo di coda. La
povera gente si difendeva dalle cogas
rivolgendo delle preghiere a San Sisinnio: “Santu Sinni, sinai: sola sola a mi crocai, sola
sola a mi dromiri, nixiunusu a timiri, ne coga ne minnai, Santu Sinni,
sinai”
Da queste premesse nasce un romanzo che ti graffia
il cuore, che urla la disperazione di una bambina che, certamente, coga non è!
“ Ogni giorno lotto contro il mio destino. Ogni giorno mi ricordano la mia colpa. Sono solo una bambina e ho bisogno di te.
La tragica storia si svolge a Baghinthos, la
maledizione colpisce la famiglia Zara, in una notte senza tempo, il destino si
compie. Non c’è scampo, solo la morte può portar via “la maledetta”,
ripristinando una parvenza di normalità. Ma al destino non piace esser
spettatore passivo delle vicende umane, l’imponderabile interviene con le
sembianze di Lucia Zara:
“ Lucia posò la lampada in un angolino e si accovacciò col suo bottino, pronta a scoprire di che cosa si trattasse. Frugò tra le pieghe umide e ne sbucò una bambina…Lucia sorrise: "Sei la mia sorellina?" domandò in un bisbiglio complice.
Da questo momento ha inizio il declino della
famiglia Zara soffocata dall’odio, dalla paura che acceca che zittisce la voce
del cuore. Per Ianetta, la coga, non c’è amore, non c’è un futuro, è condannata
alla solitudine perpetua che la trascinerà in un vortice dove i venti dell’odio
squarceranno le sue carni e daranno la sua anima in pasto ai dannati. Tuttavia
se pensate che ci sia una netta distinzione tra bene e male, allora dovrete
rivedere la vostra opinione perché, in questo romanzo, troverete la cattiveria
dove dovrebbe regnare l’amore a testimonianza del fatto che “le apparenze
ingannano”.
Assunta, la madre, è cristallizzata nel suo odio; Severino, il
padre, è uomo debole sopraffatto dalle situazioni; Lucia, la buona, tentenna nel
suo indeciso aiuto verso una sorella vittima della superstizione. Tutti i
personaggi sono ben delineati, sembrano godere di vita autonoma e per questo
risultano molto “umani” nella loro cattiveria, con i loro dubbi, con la scelta
di “credere” così è più facile mostrarsi “esempi di virtù” pur essendo capaci
di utilizzare l’inganno per i propri fini. Vi indignerete, leggendo questo
romanzo, dell’aridità di Assunta, della personalità complessa delle sorelle
Zara, del poco coraggio di Don Ninnino parroco del paese; esulterete, invece,
quando comparirà “la ragione” nelle vesti del dottor Giuseppe Spada. Purtroppo
il destino di Ianetta è già stato deciso, non può sottrarsi deve diventare ciò
che tutti si aspettino che lei diventi: una coga!
“ Io sono coga! Io sono coga! Mangio cuore di bambini, tutto il loro sangue bevo! Il campo secca e il maiale crepa! Crepa, crepa, crepa!
Purtroppo
anche Lucia, in alcuni momenti,lascia
che il dubbio cresca in lei in maniera subdola, la ragione sembra soccombere
davanti alle superstizioni popolari che si insinuano nel suo cuore, la soffocano
e la portano a voltare le spalle a Ianetta. Retaggio di una tradizione
culturale, basata sulla figura emblematica della strega, il mondo della
famiglia Zara si mostra arido, senza emozioni positive, senza alcuna speranza
di remissione. Ma non tutto è perduto, il dolore, la violenza, la rassegnazione
possono far chinare il capo ma, implacabile, la ragione porterà la speranza di
un cambiamento.
E’ una guerra tra superstizione e ragione, tra buio e luce, tra
passato e futuro. A lottare sono, ancora una volta, le donne: Ianetta
(l’innocente), Lucia (la speranza), Assunta (cuore di pietra), Pinella (colei che
trama nell’ombra). Tutte, ognuno a modo loro, cercano di sopravvivere in un
mondo ostaggio della superstizione.
Con penna crudele e affilata come un bisturi, la scrittrice ci offre una storia dura, che coinvolge, che fa battere il cuore pagina dopo pagina in un susseguirsi implacabile di eventi che culminano in un finale dolce-amaro che lascia spazio alla speranza. Ianetta, innocente dal cuore puro, continua a vivere e a lottare, cerca sempre negli occhi di Lucia quell’affetto che gli è stato negato da tutti. Ianetta ha un cuore che “vive” così come il ginepro che resiste a tutto, simbolo di tenacia e di rinascita. Una donna. Una storia. Una maledizione. Dal loro interagire nasce un libro emblema di una terra dagli orizzonti illimitati, dai profumi intensi, dai colori solari.
Con penna crudele e affilata come un bisturi, la scrittrice ci offre una storia dura, che coinvolge, che fa battere il cuore pagina dopo pagina in un susseguirsi implacabile di eventi che culminano in un finale dolce-amaro che lascia spazio alla speranza. Ianetta, innocente dal cuore puro, continua a vivere e a lottare, cerca sempre negli occhi di Lucia quell’affetto che gli è stato negato da tutti. Ianetta ha un cuore che “vive” così come il ginepro che resiste a tutto, simbolo di tenacia e di rinascita. Una donna. Una storia. Una maledizione. Dal loro interagire nasce un libro emblema di una terra dagli orizzonti illimitati, dai profumi intensi, dai colori solari.
Vanessa Roggeri
ha scritto un romanzo che travolge il lettore con l’impeto delle parole a cui
affida il racconto di un passato ormai lontano, un passato buio che ha ceduto
il passo alla speranza illuminata dalla ragione. Consiglio a tutti questa
lettura, non fatevi condizionare da pregiudizi o falsi timori. L’uomo è un
essere complicato è luce e buio, proprio come questo romanzo, luce e buio.
Che bella recensione! *-* anche a me è piaciuto tanto questo libro, davvero particolare per la storia che racconta!
RispondiEliminaUna storia che appartiene alla tradizione del popolo sardo ma che contiene tanti spunti di riflessione per tutti i lettori che guardano oltre "le parole".
RispondiEliminabella recensione di un libro che mi attira moltissimo!!!!!
RispondiEliminaVedrai che sarà una lettura interessante capace di suscitare tante emozioni.
RispondiEliminaMi incuriosisce davvero tanto questo libro e penso che quando ne avrò la possibilità lo prenderò. Bella recensione :)
RispondiEliminaun libro che mi resterà nel cuore!
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