venerdì 26 agosto 2022

RECENSIONE | "Mariti e mogli" di Ivy Compton Burnett

“Mariti e mogli” di Ivy Compton Burnett, Fazi Editore nella  Collana Le strade, è un’opera inedita in Italia che finalmente arriva nelle nostre librerie. È un romanzo che supera il concetto tradizionale di “famiglia”. Nessun “nido sicuro” ma un microcosmo d’infelicità dove non c’è amore, lealtà filiale e redenzione. Si assiste a un inesorabile disfacimento della bolla familiare, nessuna formula magica sarà in grado di fermare sentimenti ingovernabili che travolgeranno tutti.


STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 7
Mariti e mogli
Ivy Compton Burnett

Editore: Fazi
Pagine: 326
Prezzo: € 19,00
Sinossi

Harriet Haslam, severa madre di famiglia, è in grado di scatenare un uragano con poche parole, con un semplice gesto, con uno sguardo. La sua insofferenza verso il mondo, acuita dall’insonnia che la tormenta, spesso si tramuta in furia, nonostante la silenziosa opera di Godfrey, accomodante marito-cuscinetto. Il più grande cruccio della donna è il futuro dei quattro figli: Matthew, il maggiore, preferirebbe darsi alla ricerca invece di iniziare la sua pratica medica; Jermyn ha assurde aspirazioni da poeta; Griselda è decisa a sposare il reverendo Bellamy, fresco di divorzio, mentre Gregory preferisce la compagnia di tre anziane signore a quella dei coetanei. Dopo un litigio con il primogenito Harriet tenta il suicidio e viene quindi portata in un istituto, dove trascorre sei mesi. Al suo ritorno, la situazione che trova supera le sue peggiori aspettative: ognuno dei ragazzi ha fatto di testa propria e, come se non bastasse, anche il marito ha in serbo per lei una spiacevole sorpresa. È davvero troppo: Harriet non ha nessuna intenzione di restare in silenzio.


Mamma, non so se ti rendi conto di quanto sia insensato il tuo comportamento. Che vantaggio trovi nell’allontanare tuo marito e la tua famiglia, nell’affondare sempre di più in questo tuo egoismo amaro? Non cambieremo le nostre vite, non rinunceremo ai nostri obiettivi per i capricci di una donna. Puoi avere le tue opinioni, certo. Noi abbiamo le nostre.

Harriet Haslam è una madre severa e donna manipolatrice che non tollera di perdere il controllo su tutti i membri della famiglia. Con uno sguardo, un gesto, con poche parole, la donna è in grado di scatenare un uragano. La sua insofferenza verso il mondo, acuita dall’insonnia che la tormenta, si trasforma spesso in furia. Godfrey, accomodante marito-cuscinetto, cerca di porre un freno al comportamento della moglie. Il più grande cruccio della donna è il futuro dei quattro figli:

Matthew, il maggiore laureato in Medicina, preferisce dedicarsi alla ricerca scientifica invece di iniziare la sua pratica medica; Jermyn ha assurde aspirazioni da poeta; Griselda è decisa a sposare il reverendo Bellamy, fresco di divorzio; Gregory preferisce la compagnia di tre anziane signore a quella dei coetanei.

Dopo un litigio con il primogenito, Harriet tenta il suicidio e viene portata in un istituto dove trascorrerà sei mesi.

Gregory, ho fatto una cosa che non avrei mai dovuto fare. Ho preso qualcosa che mi farà star male e che se farà il suo lavoro mi separerà da voi per sempre. Ora che ci sono vicina, non ne ho più il coraggio. Voglio restare qui, con voi. Devo avere la mia vita: ho solo cinquantasei anni; credevo di essere tanto vecchia! Fa’ qualcosa per salvarmi.

Al suo ritorno, la situazione che trova supera le sue peggiori aspettative. Ognuno dei suoi figli ha fatto di testa propria e anche il marito ha in serbo per lei una spiacevole sorpresa. È davvero troppo, Harriet non può restare in silenzio e affronta, uno dopo l’altro, i membri della famiglia.

Vieni, Harriet, vieni mia cara. Entra nella tua casa. Varca la soglia e torna nella tua vecchia vita. L’altra è stata soltanto un sogno. Ecco, sei di nuovo nel tuo nido. I tuoi figli corrono a darti il benvenuto, veloci quanto possono, ansiosi di vedere la loro mamma che torna a casa! Sì, sì, figlioli miei, baciate la vostra mamma. Salutatela come se fosse stata via solo per pochi giorni.

Ivy Compton Burnett è una scrittrice geniale che io amo molto per la sua scrittura affilata e arguta, elegante e caustica, con cui svela le ipocrisie e i segreti custoditi nelle famiglie. I suoi romanzi sono finestre spalancate sull’infelicità familiare. Sono un gioco crudele di sotterfugi, cattiverie e dialoghi avvelenati, in cui prevalgono gli aspetti tirannici e claustrofobici della vita famigliare. I segreti celati tra le mura domestiche spesso riguardano crimini efferati che non hanno mai una punizione. Non ci sono soluzioni ma la visione di un’ambiente familiare che ricorda una ragnatela, una prigione, un fiore velenoso, una tomba.

In “Mariti e mogli” risplende la figura di Harriet, la cui tirannia le costerà molto cara. Attorno a lei si ruotano, mossi da un desiderio di sfida, i membri della sua famiglia sempre pronti a ingaggiare una battaglia quotidiana su più fronti. Apparentemente in casa Haslam tutto sembra tranquillo ma si percepiscono le tensioni sotterranee, i quotidiano battibecchi, i giochi di potere e le battute glaciali che nascondono interi universi. Inesorabilmente si innesca un effetto domino, ogni personaggio farà cadere la maschera mostrando la sua vera natura e mescolando le carte in tavola. La tensione sale  fino a giungere alla realizzazione di un atto efferato che mostrerà il lato oscuro di ognuno.

“Mariti e mogli” è un romanzo crudele in cui l’umorismo pungente si mescola con la tragedia. Un romanzo cupo e toccante in cui i personaggi sono fluidi e mutevoli, si nutrono di una forza distruttiva e danno libero sfogo alle loro illusioni di cui si nutrono per sopravvivere. Non si rendono conto della loro lenta discesa all’inferno. Mentre Harriet era ricoverata in istituto, tutti i componenti della famiglia hanno costruito un fragile castello di sabbia che, con il ritorno della donna, ha iniziato a sgretolarsi. Ognuno ha sognato il prorio futuro senza fare i conti con la crudezza della vita reale, sotto la pelle morbida e delicata dell’ambiente famigliare, si agitano orribili verità.

 “Mariti e mogli” è un altro gioiello da aggiungere alla preziosa collezione dopo “Più donne che uomini”, “Il capofamiglia” e “Servo e serva”.

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