lunedì 24 gennaio 2022

RECENSIONE | "Finché il caffè è caldo" di Toshikazu Kawaguchi

“Finché il caffè è caldo”, traduzione di Claudia Marseguerra per Garzanti, è un romanzo di Toshikazu Kawaguchi, sceneggiatore e regista. Con “Finché il caffè è caldo”, suo romanzo d’esordio, ha vinto il Suginami Drama Festival. È diventato un caso editoriale in Giappone, dove ha venduto oltre un milione di copie. Poi ha conquistato tutto il mondo e le classifiche europee a pochi giorni dall’uscita. Dal libro è stato tratto un film.

 
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Finchè il caffè è caldo
Toshikazu Kawaguchi (traduzione di Claudia Marseguerra)

Editore: Garzanti
Pagine: 192
Prezzo: € 16,00
Sinossi

In Giappone c'è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l'unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c'è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kòtake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutte scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.






Il lavoro di Kawaguchi è ambientato  nella città di Tokyo e racconta la storia di una caffetteria speciale che con il caffè non offre deliziosi pasticcini ma la possibilità di rivivere un istante del passato. Questa possibilità permette, a chi ne sente la necessità, di tornare indietro per fare la cosa giusta. C’è chi scappa e invece vorrebbe restare, chi dice un cumulo di bugie e vorrebbe esser sincero, chi ride e vorrebbe piangere, chi dimentica e vorrebbe ricordare.

Un tavolino, un caffè, una scelta. Basta solo questo per essere felici.

In Giappone c’è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e si dice sia un luogo magico. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si sono dette parole che era meglio non pronunciare, si è lasciata andar via la persona che non volevamo perdere. La leggenda narra che con una semplice gesto, tutto possa cambiare a patto di rispettare una regola fondamentale: occorre finire il caffè prima che si sia raffreddato. I pochi coraggiosi che osano sfidare il destino, entrano nella caffetteria e scoprono cosa può accadere. Tra coloro che tentano l’ignoto c’è Fumiko, che non è riuscita a dire ciò che provava al ragazzo che amava. Kotake, che vuol recuperare i ricordi di suo marito malato di Alzheimer per ritrovare anche se stessa. Hirai, che vuol finalmente dire la verità alla sorella morta in un incidente stradale. Kei, che ha bisogno di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre.

Ognuno di loro rimpiange qualcosa, ognuno di loro ha un ricordo doloroso. Il passato, però, non si può cambiare e ci fa comprendere quanto sia importante il presente. Solo il presente ci permette di decidere ogni cosa facendola nel modo giusto. Le occasioni perdute non possono ritornare, teniamo ben a mente l’importanza di quelle ancora da vivere. Gustiamo, proprio come un buon caffè, ogni attimo della nostra esistenza, non nascondiamoci dietro un muro di menzogne, dimostriamo il nostro affetto alle persone che amiamo.

Per viaggiare nel tempo e ritornare al passato bisogna seguire cinque semplici regole.

Ti trovi in una caffetteria speciale. C’è un unico tavolino e una sola sedia che spettano solo te. Il tavolino deve essere libero perché è quasi sempre occupato da una donna fantasma, in abito bianco, che legge sempre lo stesso libro.

Siediti e attendi che il caffè, preparato in una caffettiera d’argento, ti venga servito.

Preparati a rivivere un momento molto importante della tua vita.

Bevi il caffè a piccoli sorsi.

Attenzione a non dimenticare la regola più importante: non lasciare per nessuna ragione che il caffè si freddi altrimenti verrai punito. Sarai costretto a vagare in una specie di limbo come la donna in bianco.

Ho adorato questo romanzo magico che testimonia come basta poco per essere felici e guarire il dolore scaturito dai nostri rimorsi. Il titolo mi ha incuriosita, la copertina dai colori tenui è molto bella e accoglie il lettore  in un mondo confortevole dove i mali dell’uomo sembrano svaniti. È il mondo delle seconde possibilità che danno quiete all’animo.

“Finché il caffè è caldo” si compone di quattro racconti, quattro possibilità mancate, quattro occasioni per rimediare agli errori del passato. Gli episodi narrano la storia di quattro coppie di clienti della caffetteria.

“Gli innamorati” è la prima storia. Un uomo rompe il fidanzamento con la donna che diceva di amare. Lei, Fumiko, era una donna in gamba votata alla carriera che coniugava in sé, intelligenza e bellezza. Lui, un ingegnere dei sistemi, vedeva realizzarsi il suo sogno: lavorare in America. Ora che lui sta per partire, Fumiko non ha il coraggio di parlare per pronunciare le uniche parole che si agitano nel suo cuore: “Ti aspetterò”.

Tornare indietro per provare a rimettere le cose a posto è un desiderio irrealizzabile? La caffetteria porta indietro nel tempo ma non c’è modo di modificare il presente.

“Marito e moglie”, l’amore nella malattia. Fusagi ha con sé una lettera che non è mai riuscito a dare alla moglie di cui non ricorda più il nome. L’Alzheimer precoce sta divorando ogni sua memoria, i ricordi svaniscono. Cosa c’è scritto in quella lettera? Per scoprirlo, alla moglie, non resta che sedersi a “quella sedia” e bere un caffè che le aprirà le porte del tempo.

“Le due sorelle”, una storia di egoismo. Hirai lascia la casa natia per vivere una vita indipendente nella grande città. La sorella non condivide questa sua decisione e le chiede di tornare. Quando la ragazzina muore, Hirai si pente del suo comportamento e per rivedere un’ultima volta la sorella, si siede su “quella sedia” e beve il caffè del miracolo.

La riconciliazione di cui parla il libro è la riconciliazione con noi stessi. Non possiamo mutare gli eventi ma il cuore è in grado di comprendere che la seconda possibilità che desideriamo così tanto non è nel passato ma nel presente.

“Madre e figlia”, l’amore eterno di una madre per il figlio che sta per venire alla luce. Una donna decide di far nascere ugualmente il suo bambino anche se ciò causerà la sua morte. Sedici anni dopo la ragazzina si siede su “quella sedia” per dire grazia alla sua mamma.

“Finchè il caffè è caldo” è un romanzo sulla vita e le sue fragilità. È una storia dolce e malinconica che accarezza il cuore e vi farà ripensare alle persone che hanno ricoperto un ruolo importante nella vostra vita. Tutti abbiamo avuto un sogno irraggiungibile, un amore che fa ancora battere il nostro cuore, parole taciute, occasioni sprecate. Ciò che poteva essere e non è stato è il rimpianto più grande. Le possibilità non vissute non devono però bloccare il nostro presente, cancelliamo dal nostro vocabolario la parola “se” e viviamo il presente avendo il coraggio di essere noi stessi.

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