giovedì 14 ottobre 2021

RECENSIONE | "Il libro delle due vie" di Jodi Picoult

Oggi nelle librerie  troverete “Il libro delle due vie” di Jodi Picoult, edito da Fazi. È una storia coinvolgente in cui si respira il fascino misterioso dell’Egitto mentre ci si lascia catturare da una sottile esplorazione della psicologia femminile. Jodi Picoult ci consegna un romanzo commovente sull’amore e sulla morte, ma soprattutto sulle scelte che cambiano per sempre il corso delle nostre vite.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il libro delle due vie
Jodi Picoult

Editore: Fazi
Pagine: 450
Prezzo: € 18,50
Sinossi

Tutto cambia nel giro di pochi secondi per Dawn Edelstein. La donna si trova su un aereo quando l'assistente di volo fa un annuncio: «Prepararsi per un atterraggio di fortuna». I pensieri cominciano ad attraversarle la mente. Ma non riguardano suo marito, bensì un uomo che non vede da quindici anni: Wyatt Armstrong. Dawn sopravvive miracolosamente allo schianto. Nella sua vita non manca nulla: ad aspettarla a Boston ci sono il marito Brian, la loro amata figlia e il suo lavoro di doula di fine vita, che consiste nell'aiutare i suoi clienti ad alleviare la transizione tra la vita e la morte. Ma da qualche parte in Egitto c'è Wyatt Armstrong, che lavora come archeologo portando alla luce antichi luoghi di sepoltura: una carriera che Dawn è stata costretta ad abbandonare. E ora che il destino le offre una seconda possibilità, non è così sicura della scelta che ha fatto. Dopo l'atterraggio di emergenza, potrebbe prendere un'altra strada: tornare al sito archeologico che ha lasciato anni fa, ritrovare Wyatt e la loro storia irrisolta, e forse anche completare la sua ricerca sul Libro delle Due Vie, la prima mappa dell'aldilà. I due possibili scenari per Dawn si svelano l'uno al fianco dell'altro, così come i segreti e i dubbi a lungo sepolti insieme a loro. È il momento di affrontare le domande che non si è mai veramente posta: cos'è una vita vissuta bene? Quando abbandoniamo questa terra, cosa ci lasciamo dietro? Facciamo delle scelte... o sono le nostre scelte a fare noi? E chi saresti, se non fossi diventata la persona che sei adesso?


Dawn, la protagonista, è una delle poche persone sopravvissute allo schianto di un aereo. È un’ex studentessa di egittologia di Yale  diventata doula della morte.

Ho sentito dire che quando stai per morire, ti passa davanti in un istante tutta la tua vita. Ma non riesco a visualizzare Brian, mio marito, con il maglione inevitabilmente segnato dalla polvere di gesso delle vecchie lavagne nel suo laboratorio. E neanche Meret, da bambina, che mi chiede di controllare se ci sono mostri sotto il letto. Non vedo neanche mia madre. Invece, vedo lui. Wyatt, un uomo che non fa più parte della mia vita da quindici anni.

Dawn è una doula della morte e trascorre la sua vita ad aiutare le persone a compiere pacificamente la transizione finale. Ma quando l’aereo su cui viaggia precipita, si ritrova a pensare non alla vita perfetta che ha, ma alla vita che è stata costretta ad abbandonare quindici anni fa, quando si è lasciata alle spalle una carriera in egittologia e un uomo che amava. Contro ogni previsione sopravvive allo schianto dell’aereo e la compagnia aerea  le offre un biglietto per una destinazione a sua scelta. Per Dawn l’opzione più ovvia è tornare a casa dalla sua famiglia. L’altra è tornare al sito archeologico che ha lasciato anni prima. Dawn vola al Cairo, diretta allo scavo dove crede possa trovarsi Wyatt Armstrong, che  lavora come archeologo scoprendo antichi siti di sepoltura, un lavoro per cui anche lei aveva studiato ma che era stata costretta a lasciare. Ora sembra che il destino le stia offrendo una seconda possibilità e non è più così sicura della scelta che ha fatto una volta. Quindi il percorso della sua vita si biforca in due direzioni molto diverse e la donna dovrà affrontare domande che non si è mai posta veramente: che aspetto ha una vita ben vissuta? Cosa ci lasciamo dietro con le nostre scelte? E siamo davvero liberi di scegliere o sono le nostre scelte a fare noi? Due futuri possibili. Una sola impossibile scelta.

È questo il problema dell’essere ossessionati dal passato. Ti impedisce di accorgerti del presente.

Quante volte abbiamo volto lo sguardo al nostro passato pensando a cosa sarebbe successo se avessimo preso decisioni diverse, c’è chi parla di rimpianti, chi di destino. Allora mi chiedo: “Se potessimo tornare indietro a quell’attimo che ha cambiato la nostra vita, ci comporteremmo in modo differente?” Avere una seconda possibilità non è il nostro pane quotidiano e allora proviamo a vivere questa possibilità seguendo con attenzione e partecipazione la vita di Dawn, la protagonista. In lei, sopito nel suo cuore, vive ancora  l’amore per Waytt. Tornare al sito archeologico dove insieme studiavano e lavoravano vuol dire avere la possibilità di riparare a un errore commesso, ritrovare Wyatt e la loro storia irrisolta, completare forse le sue ricerche sul Libro delle Due Vie, la prima mappa conosciuta degli inferi. Dawn vede i due suoi possibili futuri snodarsi fianco a fianco, così come i segreti e i dubbi a lungo sepolti.

Mi hai chiesto perché sono qui: perché pensavo che questa sarebbe stata la mia vita, e non lo è stata e dovevo sapere come sarebbe stata. Tu, io, un sito archeologico. Una scoperta. So che rinunciare è stata una mia scelta. Ma volevo vedere, solo per una volta, cosa mi ero persa.

Questo romanzo  ci parla di complicate dinamiche familiari e di scelte strazianti. La storia si evolve su due linee temporali e su due ambientazioni: Terra/Egitto e Acqua/Boston. Terra e Acqua sono i due elementi che ritroviamo nel “Libro delle Due Vie” che indica la strada da seguire per raggiungere l’aldilà. Infatti gli antichi egizi credevano che, seguendo le indicazioni della mappa, il defunto avrebbe trovato la sua meta ma solo se fosse stato considerato senza peccato nella Sala delle due Verità. Il suo cuore sarebbe stato pesato usando la piuma della dea Maat simbolo della verità. Se il cuore pesava come la piuma, il defunto poteva andare nell’aldilà. E il cuore di Dawn era puro? I sensi di colpa si fanno sentire. La trama segue i complicati meandri del cuore umano e spesso incrocia le due possibilità che la vita offre alla donna. Tornare dal marito e dalla figlia? Tornare in Egitto sapendo che Wyatt è lì? Gli eventi si intrecciano con l’egittologia e per me, appassionata dell’antico Egitto, è stato davvero interessante leggere di come vengono decifrati i geroglifici, delle tecniche di scavo per scoprire tombe intatte di faraoni, come riportare alla luce i sarcofagi e studiarne le iscrizioni interne. Affascinante.

L’antico Egitto rappresenta il passato lontano ma la storia si arricchisce anche di riferimenti alla fisica quantistica e all’arte che l’autrice mescola alla sua narrativa e segna un procedere lento. È come se il ripensare alle scelte fatte, a ciò che lasciamo morendo, ai rimpianti che ti affliggono, segnassero un lungo passaggio di riflessioni che si snodano su linee temporali che spostano il focus della narrazione. I personaggi si muovono in ordine sparso e spesso mi sono posta la domanda se esista davvero il destino o se occorre considerare anche le realtà alternative. Dawn può sembrare una donna egoista, vorrebbe riportare indietro il tempo per realizzarsi nel lavoro e nell’amore, ma non è così. Perché un uomo può fare delle cose per se stesso cercando il proprio io e la donna no? E perché una donna non può scegliere tra una vita avventurosa con l’uomo che ama o una vita comoda con l’uomo che ha sposato senza doversi colpevolizzare? Cosa sceglierà Dawn?

Quando sono con Wyatt, mi sembra di vedere il mondo per la prima volta, con colori così ricchi che non saprei identificarli. Quando sono con Meret e Brian, mi sembra di passare al setaccio ogni prezioso arazzo di ricordi. Chi potrebbe mai scegliere una cosa a discapito dell’altra?

“Il libro delle Due Vie” è un romanzo sulla perdita, sull’amore e sulla vita che creano un fragile equilibrio. Nella vita si accumulano conoscenze, amori, rimpianti e il passato, a volte, conta più del presente. Ottenere ciò che si vuole è un lento e lungo percorso. Ci sono di mezzo dolori e scelte difficili. Durante il breve tempo che abbiamo sulla terra, cerchiamo di costruire vite felici. Ci muoviamo tra amori complicati, maternità, lavoro. Ci lasciamo trasportare dai venti dei sentimenti e spesso ci perdiamo nella selva oscura dei se, dei ma, dei forse se. È possibile cambiare vita e ritornare sui propri passi per percorrere un’altra via? Concretamente non abbiamo molte speranze, con il pensiero tutto è possibile. tuttavia tutto ha un prezzo anche la felicità.

L’amore è strano. A volte fai male alle persone che ami. A volte ami le persone che ti fanno del male.

8 commenti:

  1. Questa Picoult esotica, diciamo così, poco mi ispirava, ma come sempre mi tenti!

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    1. Questo è il primo romanzo di Jodi Picoult che leggo. La storia mi è piaciuta per i suoi voli pindarici nell'Egittologia, nella fisica quantistica e nell'arte. A chi non piacerebbe poter avere la possibilità di cambiare idea su scelte che hanno determinato il nostro futuro? Il tema delle esistenze alternative è affascinante. Una buona domenica:)

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  2. Anche a me ispira poco. Non so, forse mi sbaglio. Ma anni fa lessi un suo romanzo, e non mi dispiacque... vedremo :)

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    1. Intrigante è sapere perfettamente che la vita è una sola, fatta di scelte e di conseguenze scaturite da tali scelte. Ma è affascinante illudersi di poter avere una vita alternativa. Io penso che tu debba dare un'altra possibilità all'autrice, si può sempre cambiare idea. Un caro saluto:)

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  3. non ho letto molti romanzi della picoult, ma quei pochi mi sono piaciuti; quindi proverei :)

    buona giornata!!

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    1. Ciao Angela, credo proprio che questa storia sia nelle tue corde. Sei una lettrice sensibile e dalla mente aperta. Concorderai con me che avere una seconda possibilità, per riprendersi ciò che la vita toglie, sarebbe una gran cosa. E se fosse davvero facile poter ricominciare da capo? Un cordiale saluto :)

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