giovedì 12 novembre 2020

RECENSIONE | "Quel prodigio di Harriet Hume" di Rebecca West

È da oggi nelle librerie un nuovo romanzo di Rebecca West, inedito in Italia: “Quel prodigio di Harriet Hume”, tradotto dall’inglese da Francesco Frigerio per Fazi Editore. Dell’autrice britannica ho letto e apprezzato la trilogia della famiglia Aubrey ispirata alla sua storia familiare. Rebecca West, nata Cicely Isabel Fairfield a Londra, prese il suo pseudonimo dall’omonimo personaggio di Ibsen, un’eroina ribelle. Leggere i suoi romanzi vuol dire entrare in un mondo in cui realtà e simbolismo si mescolano e mettono in scena un flusso di sensazioni che travolge e rivela verità profonde. “Quel prodigio di Harriet Hume” è un confronto di anime, è un volgere lo sguardo sull’abisso in cui finisce ogni moralità quando, a prevalere, è l’ossessione del dominio e della ricchezza.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
Quel prodigio di Harriet Hume
Rebecca West

Editore: Fazi
Prezzo: € 18,00
Sinossi

Harriet Hume, affascinante pianista squattrinata, mistica e stravagante, è l’essenza della femminilità; Arnold Condorex, spregiudicato uomo politico imbrigliato in un matrimonio di convenienza con la figlia di un membro del Parlamento, è un ambizioso calcolatore senza scrupoli. I due si amano: sono opposti che si attraggono, e nel corso degli anni si incontrano e si respingono, in varie stagioni e in vari luoghi di Londra, come legati da un filo sottile che non si spezza mai. La loro relazione si dipana tra il realismo dell’ambientazione cittadina e l’incanto magico della fiaba: le doti musicali di Harriet sconfinano in una stregoneria allegra e un po’ pasticciona, che le permette di leggere nel pensiero dell’amato. Quando Arnold se ne rende conto, diventa ostaggio di questo dono sovrannaturale, grazie al quale Harriet può svelare le macchinazioni politiche alle quali lui è ricorso per anni – e che ancora continuerebbe volentieri a imbastire – per fare carriera. La donna costringe l’amante a fare i conti con se stesso: Harriet è la coscienza di Arnold, la sua parte migliore; è l’integrità, il rifiuto di ogni compromesso, è tutto ciò che Arnold non può manipolare, come ha fatto con la politica e con il matrimonio.


Di tutte le donne che aveva conosciuto lei era la più eterea. Amarla era come avvolgersi in una lunga sciarpa di puro spirito. E tuttavia, per quel che concerne l’amore, com’era umana!

“Quel prodigio di Harriet Hume” è un romanzo che vede protagonisti l’ambizioso Arnold Condorex e l’eterea Harriet Hume. Lei è una donna molto bella, ama la musica e suona il pianoforte. Lui è più interessato ai beni materiali, al successo e all’elevazione sociale. Dopo un romantico appuntamento, Harriet scopre di poter leggere nella mente di Arnold e ciò che vede non le piace. Arnold non crede al “dono” della ragazza, è turbato, parla di coincidenze e si separa rapidamente da lei.

Erano come un vaso greco, lui il solido recipiente, lei la decorazione a spirale che lo avvolgeva interamente. Ma quel vaso era andato in frantumi un istante dopo essere stato creato, quando lui si era allontanato da lei.

 Non si vedranno più per vari anni ma saranno sempre uno nella mente dell’altro. Il destino segnerà i loro incontri, momenti in cui è come se si guardassero in uno specchio riflettente non solo i loro corpi, la bellezza di lei rimane immutata col trascorrere del tempo, ma anche i loro pensieri. In ogni incontro Harriet, grazie ai suoi poteri, cerca di far ragionare Condorex  sui lati più oscuri delle sue ambizioni, delle sue aspirazioni politiche e finanziarie. Tra i due c’è attrazione ma lui vuole il potere e sposerà una donna che non ama ma in grado di aiutarlo a farsi strada nella vita. Era pronto a tutto per il successo, sarebbe stato un servitore devoto, abile nella negoziazione, prudente e disposto al duro lavoro. Tuttavia in lui rimane, in un angolo del suo cuore e della sua mente, l’immagine di Harriet e dei suoi doni occulti che la fanno  assomigliare a volte a un angelo a volte a una strega.

La mia piccola Harriet rappresenta una minaccia quanto bere tè zuccherato da una graziosa tazzina. Non potrebbe mai leggermi nel pensiero. Dubito che sia in grado di leggere persino l’abbecedario.

Il tempo passa, Condorex diventa sempre più potente, la politica è il suo campo d’azione. È diventato un maestro nel non mostrare mai il fianco all’avversario. Quotidianamente indossa una maschera che puntualmente, nei loro sporadici incontri, Harriet tira via. Lui odia la donna per quel dono, lei non può fare a meno di mettere in luce le debolezze dell’uomo. Si attraggono e si respingono. Si dicono addio ma non vedono l’ora di rivedersi. Non possono stare lontani ma è impossibile vivere insieme. Odio e attrazione si fronteggiano in un duello di emozioni, pensieri e desideri. Lei subisce il fascino della musica, lui vuole emergere sempre più dall’anonimato.

Non avrò pace fino a quando tutti gli uomini mi considereranno loro pari; anzi, fino a che non imploreranno me di ritenerli miei pari.

Cosa c’è di male nell’essere ambiziosi?

Perché nascere in una famiglia anonima e non arrivare mai a elevarsi a una posizione di spicco nella vita vuol dire essere condannati al pari dei fantasmi a non sapere cosa sia un’esistenza piena.

Così, al pari di un fantasma, Harriet entra ed esce dalla vita di Condorex fino a quando il destino presenta all’uomo il conto da pagare per aver raggiunto i vertici sociali e politici. Condorex teme di veder andare in frantumi tutto ciò che ha costruito ed ecco ricomparire lei, la Cassandra della sua vita.

“Quel prodigio di Harriet Hume” è un romanzo che vede il rincorrersi di due storie, come facce di una realtà a tratti malinconica e inguaribilmente chiusa nelle proprie ossessioni. Due anime si fronteggiano, si studiano, allontanandosi eppur cercandosi in una serie di corsi e ricorsi che segnano il travagliato cammino dei protagonisti. Lui si nasconde dietro uno scudo fatto di onestà. È sicuro di poter guardare nel suo cuore e trovarvi solo amore e lealtà. Lei tenta di farlo rinsavire, vorrebbe strappar via la maschera dal volto amato e lo mette di fronte alle sue colpe, alla vergogna e al tradimento. Alla fine, secondo il mio modesto parere, i due protagonisti non sono due esseri distinti, ma le due facce della stessa anima. Condorex mente a se stesso, non controlla le proprie azioni ma i conflitti interni non possono tacere per sempre. La loro voce ha un nome, Harriet. Lei è la coscienza di quell’uomo ambizioso, elimina i filtri che mascherano la realtà e la rendono percepibile in un modo falso. Condorex non è disposto ad accettare tutto ciò, parte della sua anima si ribella alla verità che vuol forzare il suo essere. Condorex non crede a Harriet, è il suo modo per difendersi sarà l’inizio di un momento drammatico che vedrà la rinascita, come la fenice, dei due amanti.

Il potere del mio opposto! Se porta via a un uomo la capacità di distinguere il giorno dalla notte, è tempo di agire.

Vi invito a leggere questo romanzo che racconta l’inquietante polarità di mente e spirito con elementi spirituali e soprannaturali. L’uomo è eternamente alla ricerca di dominio e distruzione, l’amore è un grimaldello per scardinare certezze e false illusioni. Rebecca West, con stile elegante, narra una storia in cui la fantasia diventa un tramite per mostrare i conflitti interni della psiche umana. Ricordate che ciò che leggerete è frutto di fantasia. Forse. A voi l’ardua sentenza.

1 commento:

  1. Non amo il genere, ma la copertina irresistibile sembra all'altezza del contenuto!

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