venerdì 8 novembre 2019

RECENSIONE | "Cuorebomba" di Dario Levantino

Dopo “Di niente e di nessuno”, opera d’esordio pluripremiata e pubblicata nel 2018 da Fazi, Dario Levantino torna nelle librerie con il suo secondo romanzo “Cuorebomba”, edito nuovamente dalla Fazi Editore.

Il protagonista è sempre il giovane Rosario, conosciuto nel precedente romanzo. Egli, con voce dolce e allo stesso tempo intrisa di crudeltà, ci narra della sua infelice famiglia e del suo grande dolore. È la storia di vite complicate in cui l’esperienza personale si fonde con una società che non brilla per solidarietà verso i più deboli. Su tutto aleggia la volontà di riscatto affrontando situazioni drammatiche e avendo in mente l’unico obiettivo di allontanarsi dalla violenza e dalla miseria. Lo sport, i libri, l’amore, offriranno a Rosario quella possibilità di riscatto che tanto desidera.

STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 8
Cuorebomba
Dario Levantino

Editore: Fazi
Pagine: 266
Prezzo: € 16,00
Sinossi
A Brancaccio, periferia degradata, l’unico modo per difendersi dalla ferocia del quartiere è la famiglia. Ma le famiglie, si sa, sono infelici per definizione e così quella di Rosario. Il padre ha un’altra donna, un altro figlio, e ora è in carcere per spaccio di sostanze dopanti. La madre Maria, invece, scoperta la doppia vita del marito, si ammala di anoressia. Su questo equilibrio precario piomba la scure dei servizi sociali: Maria finisce in una clinica per disturbi alimentari, Rosario in una casa-famiglia. Ispirato dalle sue letture clandestine, il ragazzo diventa così una sorta di Oliver Twist, in lotta contro una legge folle che, nel nome dei diritti dei minori, recide i legami e separa le persone dagli affetti più cari. Nella sua guerra al malaffare che gira intorno ai servizi sociali e nel tentativo di ricongiungersi alla madre, il protagonista però nulla potrà contro le estreme conseguenze di una sentenza definitiva. Fortuna che c’è Anna, ragazza di poche parole, misteriosa e magnetica, a donare a Rosario la luce di una rivelazione: esiste un solo veleno contro la morte ed è l’amore.


C’ho sedici anni, una mamma malata e tutta una vita davanti. C’ho sedici anni e ho capito una cosa: i padri, i figli, li hanno sempre odiati. Lo dicono tutti: pure i telegiornali, pure gli psicologi, pure la mitologia!
“Cuorebomba” è una storia che parla dell’amore di un figlio verso la propria madre, del potere del perdono, del degrado che tutto travolge come un mare in tempesta, di violenza e di riscatto, di cosa vuol dire crescere tra mille difficoltà per diventare grande. È la storia di una periferia feroce e di un ragazzino dal cuore gentile che dovrà affrontare tante disavventure  e in primis la malattia della mamma.
Mi chiamo Rosario, come mio nonno.

C’ho un cane, una collezione incompleta di calciatori Panini e una felpa col cappuccio. La metto quando le cose vanno male, quando sono deluso da tutto e da tutti, quando non voglio essere riconosciuto da nessuno.
Rosario ha 16 anni, abita a Brancaccio, quartiere malfamato di Palermo, e detesta le regole. È un ragazzo solitario con la passione per la mitologia classica e il mare. Il padre, uomo cinico e bugiardo, è in carcere. Ha da tempo abbandonato sua moglie Maria e suo figlio per un’altra donna e un altro figlio. Maria non riesce a superare il tradimento e l’abbandono e si ammala di anoressia. A occuparsi di lei è Rosario, ma un brutto giorno bussano alla loro porta i servizi sociali. Il ragazzino viene mandato, dal tribunale, in una casa famiglia mentre la madre viene ricoverata in una clinica per disturbi alimentari. Per Rosario inizia un calvario nella casa famiglia con soprusi, violenze psicologiche, ritorsioni. L’unica oasi felice è la lettura. Nascosto Rosario ha il libro di Oliver Twist e dal suo contenuto trae il coraggio per combattere contro una legge che, nel nome dei diritti dei minori, recide i legami e separa le persone dagli affetti più cari. Il ragazzo dovrà portare avanti una guerra privata contro il lato oscuro dei servizi sociali nel tentativo di ricongiungersi con la madre. A curare le ferite dell’animo del giovane c’è Anna, ragazza misteriosa e di poche parole, che gli regalerà una speranza chiamata “amore”.

Ho letto “Cuorebomba” con molta emozione ipnotizzata dal dolore e dalla bellezza che sgorgavano dalle pagine del libro. La quotidianità del quartiere Brancaccio si trasforma in un’angosciante agonia di morte che nel dolore riscopre la bellezza dei sentimenti che legano una madre al proprio figlio e fa dire a Rosario:
Brancaccio è un’escrescenza di cemento armato e spazzatura. A Palermo, rione più brutto di questo non c’è. Tuttavia è il mio rione e quartiere più bello non c’è.
Rosaria sfida ogni giorno il destino. A scuola, tra professori e compagni che non lo comprendono. A casa, cercando di nascondere la madre alla morte. Tra le vie del suo quartiere dove cerca di racimolare qualche euro per non morir di fame. Spesso si ritrova ad aver paura. Tra giganti violenti e disumani lui cammina a testa alta affrontando mille problemi.
Mamma, da quando ha scoperto che mio padre c’ha un’altra famiglia, è diventata stramba. Ha i capelli da vecchia, gli occhi stropicciati come uno scontrino dentro un pugno, e da un po’ di tempo non mangia più.
I giorni trascorrono lenti per Rosario, spesso si rattrista perché non riesce a strappare la madre dalle sabbie mobili dell’anoressia ed escogita mille modi per far riaffiorare un sorriso su quelle labbra ormai serrate. Maria da’ cenni d’interesse solo quando Rosario le racconta dei bei voti, immaginari, che prende a scuola e delle partite di calcio dove lui ha il ruolo di portiere. Non le racconta delle ingiustizie e dell’emarginazione, dell’incapacità dei suoi compagni di relazionarsi con lui, della sua esclusione perenne da qualsiasi evento sociale, dei giovani del quartiere che non conoscono l’amore per il prossimo.
A Brancaccio diventi grande quando diventi cattivo.
Più sei spietato, più sei grande.
Più sei feroce, più sei uomo.
Quando i servizi sociali recidono il suo rapporto con la madre, mandando il ragazzo in affido in una famiglia della Palermo bene, per lui inizia l’ennesimo girone infernale.
Chi era la legge per stabilire cosa fosse “armonia” e cosa fosse “inferno”? Per me armonia era stare a Brancaccio accanto ai binari, giocare con il mio cane randagio e prendermi cura di mia madre.
Rosario è deluso, amareggiato, si sente perso in una società che non abbandona mai gli orfani ma si disinteressa di come essi vivono. Il ragazzo è accolto in una finta casa-famiglia dove regnano solo disprezzo e umiliazioni, con finti genitori e con la finta solidarietà pagata ogni mese. Non si può vivere in questo modo, non si può essere burattini nelle mani del destino.
Non permetterò più a nessuno di insultarmi né di emarginarmi. Questo mondo di adulti, che toglie a me mia madre e a lei l’unica persona in grado di guarirla; questo mondo di adulti che mi dà in pasto ai faccendieri degli affidi, che mi intorbidisce la mente con finte sedute di psicanalisi; questo mondo di adulti che non ha il coraggio di ammazzarmi, ma che vuole che io viva da morto, non lo tollero più.
Nel cuore Rosario nasconde i suoi eroi. Sono tre e ognuno è speciale a modo suo: Gesù che non aveva mai ingannato nessuno e predicava l’amore per il prossimo, Pagliuca per le parate esplosive, Giordano Bruno per la disobbedienza. Accanto a loro c’è anche la figura di un prete, Padre Giovanni, schierato con i deboli e sempre pronto a porgere una mano a tutti.
Mentre faccio la strada verso casa, capisco cos’è la religione. È quando ti senti disperato ma non vuoi morire ancora. È quando stai affogando, e uno, che manco lo vedi, ti dà la mano: gli altri ridono perché tu l’hai afferrata, tu no.
“Cuorebomba” è un’immagine spietata del senso della vita, è la forza di combattere che pian piano vien meno, è un correre verso una famiglia che non c’è, è un’apparizione di fantasmi che t’inseguono l’anima, è la storia di un’adolescenza strappata.

Tante le riflessioni da fare leggendo questo intenso romanzo. Tra le righe si sviluppa un altro racconto che ha le radici radicate nella nostra società. Naturalmente nulla è totalmente positivo o del tutto negativo, la zona grigia fa da ponte tra il buono e il cattivo. In questa zona si muove Rosario tra i “cuorisecchi” che traggono sicurezza e successo da chi è debole e i “cuoribomba” deboli ma gentili che vivono al massimo ogni emozione.

L’autore certamente non si risparmia nell’analizzare una società dai mille problemi e mi piace vedere come la scuola e lo sport siano considerati, da Maria, come mezzi per un riscatto sociale tanto agognato. Nella scuola, come sempre, ci sono luci e ombre. Accanto a professori incapaci di instaurare un legame positivo con i loro studenti, ci sono insegnanti che sanno cogliere i talenti nascosti nei loro allievi. L’istruzione apre le porte del futuro per poter realizzare se stessi e cambiare il male in bene. La società deve capire che la scuola è fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico del Paese. Anche lo sport, quando diventa uno stile di vita, ha un‘importantissima funzione sociale sia come mezzo educativo e di aggregazione sia come opportunità professionale per cambiare in meglio la propria vita. Tutti sbagliamo, l’importante è capire gli errori per non commetterli più e diventare adulti consapevoli. Nel romanzo vengono messi in luce gli aspetti più bui della scuola e dello sport ma la porta della speranza viene sempre lasciata socchiusa. Speranza riposta anche nella figura immaginaria di Padre Giovanni che mi ha ricordato Padre Pino Puglisi, sacerdote della parrocchia di Brancaccio, deciso a restituire dignità e speranza alla sua gente. Tutti venivano accolti anche chi non condivideva un percorso di fede. È l’amore per i più deboli, per gli emarginati, per chi dalla vita riceve solo pugni in faccia.

Infine, ma non per importanza, vorrei affrontare il tema dei servizi sociali che nel romanzo vengono descritti in modo negativo. Non c’è dubbio che per alcuni operatori l’affido sia soltanto un modo per far soldi, basti pensare al’inchiesta “Angeli e demoni” che ha scoperchiato il vaso di Pandora dei servizi sociali con la creazione nei bambini di falsi ricordi per poterli dare in affido a conoscenti generando un famigerato business. Purtroppo ci sono persone che lucrano sulla pelle di bambini e adolescenti che provengono da situazioni difficili. Naturalmente questa non è la regola ma un’eccezione. Il mondo dell’affido è complicato, ha luci e ombre, ma è importante offrire ai minori una seconda famiglia disposta ad aiutarli.

Come avrete ben compreso, “Cuorebomba” è un libro complesso e vi invito a leggere tra le righe. Scoprirete l’esistenza di persone incapaci di cogliere sia i piaceri che i dispiaceri della vita. Non sono mai veramente felici perché non sanno cosa sia la sensibilità. Attenzione però perché incontrerete anche persone indifese, fragili, dei “deboli gentili” che provano mille emozioni e le vivono fino in fondo. Possono essere emozioni belle o brutte, si può volare nella felicità o precipitare nel baratro. Mettono il cuore in ogni loro azione, conoscono il perdono e hanno un’anima che risplende anche se le lacrime rigano i loro volti.

4 commenti:

  1. Prima lo volevo per la copertina.
    Poi ho letto la tua recensione.
    Niente.
    Ogni volta mi tendi trappole bellissime.

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    1. Mi fa piacere vedere che apprezzi le mie trappole bellissime! Se lo leggerai ti conquisterà :)

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  2. dalle tue belle parole mi pare un romanzo intenso, da non perdere!

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    1. Questo romanzo è proprio adatto a persone che hanno sensibilità e nessun timore di guardare in faccia la realtà. E' perfetto per te :)

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