mercoledì 13 novembre 2019

BLOGTOUR | “Il caso Léon Sadorski" di Romain Slocombe | I 5 motivi per leggere il romanzo

Cari lettori, oggi vorrei invitarvi a un breve viaggio alla scoperta di un libro coinvolgente, finalista al premio Goncourt, dai temi attualissimi che vi condurrà in un mondo devastato dalla seconda Guerra Mondiale.

Da domani, 14 novembre, sarà disponibile in libreria “Il caso Léon Sadorski” di Romain Slocombe, nella collana Darkside, edito da Fazi. Per presentarvi questo libro partecipo con vivo interesse al Blogtour organizzato dalla Fazi e il mio compito sarà quello di mostrarvi 5 motivi per cui dovreste leggere questo romanzo in cui l’autore racconta di uomini e donne che hanno vissuto a Parigi sotto l’incubo dell’occupazione nazista.

La vita mi ha insegnato due o tre cosette, un giorno del giugno 1940 a sud di Parigi. E la Gestapo di Alexanderplatz si è incaricata di rifinire la mia educazione. Crepiamo tutti un giorno o l’altro; ma l’astuzia è evitare, per quanto possibile, i momenti più sgradevoli.




Il caso Léon Sadorski
Romain Slocombe (traduzione di M. Ferrara)

Editore: Fazi
Pagine: 438
Prezzo: € 18,00
Sinossi
Parigi, aprile 1942. La capitale francese è in piena Occupazione tedesca. La paura dei bombardamenti inglesi, i traffici illeciti, gli arresti arbitrari, la caccia serrata al terrorista e all’ebreo di turno sono all’ordine del giorno e la popolazione deve decidere se stare o meno dalla parte dei nazisti. Per Léon Sadorski, ispettore di polizia antisemita e anticomunista, la scelta è scontata: il collaborazionismo rappresenta l’occasione perfetta per ottenere privilegi e autorità. Personaggio dall’indole egoista e meschina, per lui l’Occupazione sarà anche l’alibi ideale per lasciare libero corso a tutte le sue bassezze e perversioni: si getterà quindi a capofitto nel suo lavoro di poliziotto, arrestando gli ebrei per spedirli al campo di lavoro più vicino, dando una mano alle Brigate speciali incaricate di intervenire contro i presunti terroristi e approfittandosi di chiunque. Ma, come tutti gli approfittatori, Sadorski è avido e codardo; e quando verrà arrestato inspiegabilmente dalla Gestapo e portato in una prigione di Berlino, dovrà giocare d’astuzia e affinare le sue armi per poter continuare indisturbato a fare i propri interessi nella Parigi collaborazionista.



I 5 motivi per leggere il romanzo

1. Per conoscere Léon Sadorski, un antieroe senza cuore.

Il protagonista di questo romanzo è l’ispettore di polizia antisemita e anticomunista, Léon Sadorski. Uomo dall’indole egoista e meschina, vede nell’Occupazione l’alibi per dar libero sfogo alle sue bassezze e perversioni. Arresterà gli ebrei francesi per spedirli nei campi di lavoro. Approfitterà della sua posizione per un profitto personale, è avido e codardo. Il collaborazionismo è una scelta di comodo per ottenere privilegi e autorità.

2. Per ripercorrere i giorni bui di Parigi

14 giugno 1940, la Francia si arrende senza condizioni al nemico. I tedeschi entrano a Parigi dalla Porta de la Villette. In molti, anche la polizia, iniziarono a collaborare con il nemico facendo propria l’ideologia nazista. La polizia dà il via ai rastrellamenti e alla deportazione di ebrei francesi nei campi di sterminio. Il romanzo racconta le reazioni della popolazione che vive nella paura e deve decidere se stare o meno dalla parte dei nazisti. La quotidianità è scandita dai bombardamenti, dai traffici illeciti, dagli arresti arbitrari, dalla caccia agli ebrei e al terrorismo. Il romanzo è a tratti feroce, duro, crudele ma sempre attentamente documentato sul piano della ricostruzione storica. Senza alcuna difficoltà vedrete affiorare delle immagini nella vostra mente e il coinvolgimento sarà totale.

3. Per riscoprire la funzione sociale del noir

Gli ingredienti più classici del noir sono al gran completo: ambientazione parigina nel 1940, poliziotti e personaggi dalla personalità non edificante, corruzione, violenza e omicidi. Il tutto è ben amalgamato con temi sociali sempre attuali trattati con una meticolosa e profonda ricostruzione della Storia del secolo scorso. Lo scrittore coniuga realtà e fantasia. Fatti realmente accaduti si amalgamano a fatti inventati in un gioco crudele. L’intolleranza, l’odio, l’antisemitismo sono il lato oscuro della società del tempo. Tuttavia ancor oggi sono presenti tra noi. Non sono astratti ma concreti perché anche se il mondo cambia l’uomo continua a covare in sé sentimenti come il razzismo in generale e l’antisemitismo non è un ricordo lontano, è ancora tra noi più vivo che mai.

4. Perché è un romanzo coinvolgente

“Il caso Léon Sadorski” è una finzione letteraria iscritta in una realtà drammatica, quella delle attività di un’ampia parte della polizia francese e del suo coinvolgimento attivo nel genocidio tra il 1940 e il 1944. Il romanzo è scritto in modo accattivante e lo scrittore crea, con stile ed efficacia, scene così reali e avvincenti che ti sembra di essere lì, accanto ai protagonisti, per vedere ciò che succede. La storia è una sorgente continua di emozioni. Le descrizioni della Gestapo di Berlino, del suo personale e della prigione di Plaetzensee sono altamente drammatiche così come lo sono gli interrogatori negli uffici delle Brigate speciali. I personaggi non sono amabili e il racconto è davvero credibile perché, durante la guerra, uomini crudeli come Sadorski si sono sporcati le mani del sangue d’innocenti. Questo romanzo è intricato, ricco di storie, mai noioso. Brutali omicidi, spie e uomini pronti a perdere il controllo per assecondare i loro istinti peggiori, sfileranno davanti ai vostri occhi. Conoscerete un mondo brutale e disumanizzante che travolge i destini di milioni di persone. Gli orrori e gli errori della Storia vanno sempre condannati. Occorre fermare il vento del razzismo che ancora mina la nostra società.

5. Per non dover più ascoltare frasi come “Dovevo obbedire agli ordini.”

Quante volte nei processi agli aguzzini nazisti abbiamo ascoltato questa frase. Ricevere ordini che bisogna eseguire non è una scusante. Si diventa soltanto “buoni esecutori” e la responsabilità deve ricadere soltanto su chi quegli ordini li ha impartiti. Questa filosofia è il pane quotidiano di molte guerre ma credo che occorra  onorare le leggi quando sono giuste, quando diventano la forza del debole e non il sopruso del forte. Pensare di essere nel giusto solo perché si obbedisce agli ordini è spaventoso. Così molti autori di atrocità hanno spiegato di essere solo degli ingranaggi nella mostruosa macchina di distruzione tedesca. Fa rabbrividire pensare a questi mostri come uomini incapaci di ragionare con la propria testa ma capaci solo di eseguire ordini crudeli e inumani.

Nel romanzo appare evidente come uomini comuni non più giovanissimi, con lavoro e famiglia, parteciparono allo sterminio con particolare brutalità. In pochi voltarono le spalle ai tedeschi, in molti diventarono bravi carnefici partecipando allo sterminio anche con iniziative personali. È più facile uccidere che disobbedire!

“Il caso Léon Sadorski” ricostruisce le atmosfere vissute dai protagonisti, le emozioni, i pensieri di coloro che hanno vissuto in prima persona momenti importanti del secolo scorso. Ripercorrendo esperienze dolorose della guerra dobbiamo ancor di più apprezzare ciò che di positivo viviamo quotidianamente e che a volte non sappiamo riconoscere.

Nessun commento:

Posta un commento