martedì 24 settembre 2019

RECENSIONE | "Il gioco del silenzio" di Rob Keller

L’autunno  è sempre una stagione ricca di sorprese. In libreria, ad esempio, a farci compagnia ci sono tantissime uscite per chi, come me, ha sempre voglia di avere un libro tra le mani. Se siete pronti ad affrontare un thriller pieno di brividi, allora lasciate che “Il gioco del silenzio” di Rob Keller, DeA Planeta , entri nelle vostre case. È la storia di una famiglia maledetta. È la storia di una villa piena di segreti. È la storia in cui vige una sola regola: se parli muori.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 9
Il gioco del silenzio
Rob Keller

Editore: DeA Planeta
Pagine: 336
Prezzo: € 16,00
Sinossi
Cristina era una criminologa, forse la migliore, ma ha lasciato la professione per occuparsi a tempo pieno di suo figlio Leone, che soffre di un disturbo di iperattività. Ma questa è solo la versione ufficiale, che ha creato per ingannare persino se stessa. La verità è che l’ultimo caso della sua carriera l’ha letteralmente distrutta, costringendola a cambiare vita e a rifugiarsi in una routine scandita da rigorose abitudini. Poi, un giorno, il telefono squilla. Uno zio a lei molto caro si è suicidato, nel paese sul lago di Como dove è cresciuta e dal quale è fuggita molti anni prima. Troppi incubi, troppi fantasmi, per Cristina, in quelle acque scure e profonde. Tornare sul lago significa ritrovare suo padre, con il quale ha un rapporto tormentato, e soprattutto rimettere piede nella Villa degli Orologi, la spaventosa tenuta dalla quale i Radlach controllano non solo gli affari di tutta la zona, ma anche le vite di chi vi abita. La donna resiste con ogni forza alla tentazione di indagare sulla morte dello zio, perché intuisce che la verità si annida nel groviglio di segreti che lega la storia della sua famiglia a quella dei Radlach. Ma quando Leone troverà in soffitta un orologio da taschino con una misteriosa dedica, diventerà impossibile non aprire il cassetto doloroso dei ricordi. 


La sua passione per i misteri e il crimine era nata proprio tra quelle mura, tra un pendolo antico e un orologio da taschino. Immaginava bambine intrappolate negli ingranaggi degli orologi o rinchiuse in stanze nascoste, che lei doveva salvare a ogni costo, infilandosi nei passaggi segreti che risuonavano di bisbigli e fruscii.
Cristina, nota criminologa, decide di lasciare la professione per dedicarsi a tempo pieno a suo figlio Leone che soffre di un disturbo di iperattività. In seguito al suicidio di uno zio a lei molto caro, Cristina torna nel paese sul lago di Como dove è cresciuta e dal quale è fuggita molti anni prima. Tornare sul lago significa ritrovare suo padre, con il quale ha un rapporto tormentato, e soprattutto rimettere piede nella Villa degli Orologi, la spaventosa tenuta in cui abita la famiglia Radlach. Sulle rive del lago, in quelle acque scure e profonde, Cristina rivivrà l’incubo di un passato mai sopito e verrà fagocitata da un groviglio di segreti che lega la sua famiglia a quella dei Radlach.

“Il gioco del silenzio” è un thriller psicologico dalle atmosfere sinistre e inquietanti, che mostra come il DNA del Male possa duplicarsi ovunque. Leggere questo romanzo è come salire una lunghissima scala a pioli attorcigliata su sé stessa e composta da due montanti e da tanti gradini. Tuttavia qui non troverete le famose quattro basi azotate (adenina, guanina, citosina e timina) ma quattro vizi capitali: superbia, ira, invidia e lussuria.

Io mi sono sentita subito coinvolta dalle vicende narrate e ho conosciuto personaggi duri e manipolatori, creatori di un mondo torbido e agghiacciante: la Villa degli Orologi.
Alcune case non sono solo ripari; diventano tane oscure, risucchiano, ti fanno sentire in colpa se solo te ne allontani e fanno percepire il mondo esterno come qualcosa di estraneo e diabolico.
Dalla villa i Radlach controllano non solo gli affari di tutta la zona, ma anche le vite di chi vi abita. Nelle grandi stanze dell’antica dimora trovano accoglienza orologi di tutte le fogge, preziosi dispensatori di fascino che danno concretezza al tempo. Gli orologi scandiscono il tempo che nessuno può fermare come nessuno può fermare il meccanismo perfetto del destino. Il fluire del tempo è quasi tangibile, le ore tracciano i passi del passato aprendo le porte al futuro. Gli orologi sono muti testimoni di misteri mai svelati, ossessioni che si tramandano, segreti folli e insanguinati. Scorre il tempo ma nella villa la vita appare cristallizzata, ferma, come una grande ragnatela che intrappola i suoi abitanti. L’orologio dei Sospiri, l’orologio dell’Amore, il Pendolo dei segreti sembrano quasi vivi amorevolmente accuditi dal papà di Cristina, il mastro orologiaio della Villa. Toccherà proprio alla criminologa porre fine alla maledizione della ricca famiglia Radlach, squarciare quel velo di presunti suicidi e sparizioni che tingono di rosso le acque del lago. La protagonista dovrà compiere delle scelte. È facile voltare le spalle alle difficoltà, lasciare che tutto resti com'è pietrificato nell’oblio del tempo. Sarà più complicato, ma necessario, decidere di lottare affrontando un mare di sofferenza. Non sarà facile per Cristina affrontare i Radlach che hanno la tendenza a farsi del male e a farne agli altri. Il tempo scorre ma i nostri errori sono pietre miliari della nostra esistenza e possono diventare prigioni che ci bloccano, come un vecchio orologio senza carica. Tuttavia così come gli orologi possono incepparsi così anche gli uomini possono incontrare ostacoli sul loro cammino. L’importante è non fermarsi, l’importante è superare l’ostacolo, l’importante è vivere.

“Il gioco del silenzio” è un viaggio pericoloso nel passato alla scoperta di segreti e crimini inconfessabili. Vivrete un’altalena di emozioni e desideri persi nel labirinto del tempo. Senza rendervene conto vi troverete in bilico sull’orlo dell’abisso e non vi fermerete spinti dalla necessità di svelare storie terrificanti che si confondono con le leggende del passato. Infatti avremo anche l’occasione di riscoprire antiche leggende perché il lago di Como, circondato da boschi e montagne che a volte possono dargli un’atmosfera sinistra, ha il suo mostro, il Lariosauro che ne abita i fondali, e il suo fantasma, la bella Ghita. È stato bello conoscere queste antiche storie, regali preziosi ma dal fascino nero.

Vita e Morte danzano senza un domani, prigionieri dell’eternità, i loro sguardi intrecciati non osano staccarsi, le loro bocche tacciono. Chi parla per primo, ha perso. Il loro segreto è affidato a un gioco.  Al gioco del silenzio.

5 commenti:

  1. Ah ma questo non l'avevo notato! Mi chiama :-D

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    1. Già la cover è un richiamo invitante, il resto lo scoprirai e sarà sicuramente una scoperta inquietante :)

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  2. Lo volevo prendere anch'io ma non mi fanno impazzire i libri ambientati in Italia. Da quello che dici però sembra proprio una bella lettura, magari ci faccio un pensierino

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