lunedì 16 aprile 2018

RECENSIONE | "La cercatrice di corallo" di Vanessa Roggeri

Carissimi lettori, dopo aver letto e amato “Il cuore selvatico del ginepro” (recensione) e “Fiore di fulmine” (recensione), ho accolto con vivo interesse il terzo romanzo di Vanessa Roggeri: “La cercatrice di corallo”, edito Rizzoli. Chi ha letto i primi due romanzi, ricorderà con affetto le figure femminili di Ianetta, la coga, e Nora una bidemortos, colei che vede i morti. Questi libri sono una proiezione dell’amore della Roggeri per la sua terra natia, così la Sardegna diventa palcoscenico affascinante  di superstizioni e passioni, amori e debolezze. Con il suo terzo romanzo ampliamo la galleria di figure femminili conoscendo Regina, affettuosamente chiamata “Istellighedda”, cercatrice di corallo convinta di essere figlia del mare. Le acque azzurre si ergono testimoni di una drammatica storia d’amore, lo sciabordare delle onde tra gli scogli addormenta le coscienze e nel mare annegano pensieri inquieti e cattivi. È qui che nascono i desideri per poi infrangersi sulla realtà. Se volete, anche solo sfiorare questi sogni, venite con me per conoscere la notte oscura dell’anima. Ma prima dite addio alla spensieratezza dell’adolescenza, al fantasticare senza limiti godendo di una immensa libertà per entrare nel mondo adulto dove non è più tempo di sognare.
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
La cercatrice di corallo
Vanessa Roggeri

Editore: Rizzoli
Pagine: 317
Prezzo: € 18,00
Sinossi
Achille e Regina si incontrano per la prima volta nell'estate del 1919, di fronte alle acque spumeggianti di una Sardegna magica. Regina dona ad Achille un rametto di corallo rosso come il fuoco, il più prezioso, con la promessa che gli porterà fortuna. Anni dopo, quella bambina è diventata una delle più abili cercatrici di corallo; quando si tuffa da Medusa, il peschereccio di suo padre, neanche l'onda più alta e minacciosa la spaventa. Lei è come una creatura dei mari ed è talmente libera da non avere mai conosciuto legami. Finché, un giorno, la sua strada si incrocia di nuovo con quella di Achille: nel viso di un uomo ritrova gli occhi del ragazzino di un tempo. A travolgerli non è solo un sentimento folle, ma anche un passato indelebile. Le loro famiglie, infatti, sono legate a doppio filo da rancori e vendette ed è in corso una guerra senza ritorno. Spesso non basta l'amore per cambiare un destino che sembra già scritto. Ma l'unico modo di scoprirlo è provarci, fino all'ultimo...


Il suo corpo non possedeva squame o pinne da delfino, né branchie che respirassero aria dall’acqua, eppure, per quanto fosse un corpo nato per stare sulla terraferma, riconobbe il mare quale propria casa, al pari di un figlio che dal primo istante di concepimento riconosce il grembo materno.
Quando Achille e Regina si incontrano per la prima volta nell’estate 1919, di fronte alle acque spumeggianti di una Sardegna magica, sono solo due bambini. In riva al mare Regina regala ad Achille un rametto di corallo rosso dicendogli che gli porterà tanta fortuna ma non dovrà mai separarsene. Anni dopo, quella bambina è diventata un’abile cercatrice di corallo. Lei è una creatura del mare, libera e senza alcun legame. Lui, diventato un giovane uomo, riappare nella vita di Regina. I due sembrano attratti da una forza potente e distruttrice. Il passato segna il loro futuro. Novelli Romeo e Giulietta, Achille e Regina diventano protagonisti di una cupa tragedia. Le loro famiglie sono divise da rancori e vendette. Basterà l’amore per cambiare un destino che sembra già scritto?

Ho letto “La cercatrice di corallo” provando mille emozioni: la crudeltà di un cuore di pietra, il rancore della vendetta, la debolezza umana, l’incanto della giovinezza e dell’amore. Regina rispecchia il fuoco della giovinezza. In lei si mescolano sogni mitologici, coraggio e concretezza. Affronta a testa alta il mondo ostile quasi ossessionata dalla ricerca del corallo bianco, prezioso e raro, e non si rende conto di avere già la felicità al suo fianco.
Il corallo rosso è il tesoro santo del mare. È sangue, è forza, è vita! Fa germogliare i campi e nascere i bambini. È il sangue di Cristo, il sangue benedetto della sua resurrezione.
Achille è un ragazzo fragile, complicato, si muove come se fosse lui l’artefice del suo destino. Così non è! Diventa, suo malgrado, un’arma nelle mani di sua madre, Dolores Derosas.

Ecco è lei, la vedova Derosas, il personaggio che mi ha colpito maggiormente. Amo le figure forti, nel bene e nel male, e questa donna cova rancore contro Fortunato Derosas, cugino del defunto marito, per ben nove anni. Lui, per vecchi attriti tra parenti, le nega il suo aiuto quando Dolores, con i suoi otto figli, bussa alla sua casa cercando di non far morire di fame i suoi bambini. Il gran rifiuto segna l’inizio della fine per le due famiglie. Regina, figlia illegittima di Fortunato, regala il corallo ad Achille, figlio prediletto di Dolores. Il loro destino è deciso in quel momento, il rosso sangue del corallo segnerà le loro vite.

Ho visto crescere l’odio di Dolores mentre, con forza e coraggio, lottava per dare un futuro ai propri figli. Lotta con tutta se stessa la vedova, non si arrende affrontando una vita difficile ma sempre col pensiero rivolto all’affronto e all’umiliazione subita. Così come Fortunato non si era preoccupato di condannare alla fame i suoi figli, ora lei, Dolores Derosas avrebbe colpito lui senza alcuna pietà. Gli avrebbe tolto la cosa che per lui era più preziosa, sua figlia Regina. Quando la vita capovolge la situazione economica delle due famiglie, Dolores è diventata ricca mentre Fortunato è caduto in miseria, giunge il momento della vendetta. Naturalmente non condivido il comportamento della donna ma nell’economia del romanzo è fondamentale e io mi sono lasciata conquistare dalla forza distruttrice di un cuore nutrito dal desiderio di una vendetta privata del tipo occhio per occhio. Peccato che tale disegno veda Achille come protagonista.
Una madre aveva appena consegnato al figlio un frutto amarissimo, e il figlio non aveva fatto che aprire i palmi e accettare l’offerta maledetta.
In che cosa consista la vendetta è facilmente ipotizzabile e questo è forse l’unico limite di questo romanzo. La trama è, infatti, agevolmente intuibile ma diventa un mezzo per andare oltre all’apparente semplicità degli eventi. Con il suo stile ricco di emozioni pulsanti, la scrittrice narra una storia dal fascino arcaico, magico e irresistibile. Conoscete le origini mitiche della nascita del corallo? Si narra che il sangue sgorgato dalla testa di Medusa recisa da Perseo, cadendo in mare, si è tramutato nel prezioso ramoscello acquatico. La nave di Fortunato si chiama proprio Medusa mentre Libertà è il nome di un’altra barca che avrà un ruolo importante nella storia.
Fortunato Derosas, il gagliardo corallaro, padrone del corallo e dei mari, l’uomo che poteva vantare essenza salmastra nelle vene e occhi che bruciavano di ardore sanguigno
Fortunato si lascerà travolgere dall’odio e dalla collera. Nessuno vince, tutti sono prigionieri del rancore. La vendetta diventa un bisogno umano? Forse, tutti siamo bene e male.

Leggendo questo romanzo di Vanessa Roggeri ho accostato i suoi personaggi ai vinti di Verga, gli umili prendono la parola per narrare le brutture della società e del cuore umano. L’irresistibile avventura della vita assume le vesti della lotta per la sopravvivenza nelle classi più umili. La Sardegna con il suo splendore e le sue tempeste si colora di atmosfere fatte di sentimenti intensi e figure selvagge che si muovono dando vita a vicende di dolore e di morte. Per fortuna un lumicino di speranza rompe il buio del cupo dramma. Le figure create dalla Roggeri vivono fino in fondo i loro limiti, le loro debolezze. Il dolore interiore trasloca nella vita reale senza pace. È facile immedesimarsi con questi personaggi comprendendo le debolezze umane. La scrittrice con una scrittura intensa, ricca di emozioni e suggestioni, narra della sua terra natia intesa come luogo dimora dei miti, dove il tempo si è fermato. Dinnanzi ai misteri della natura e del cuore umano nulla possiamo se non raccontare e costruire un ponte di parole e sentimenti per attraversare lo spazio che separa la volontà individuale dal destino, il rimorso dall’espiazione, l’odio dall’amore. I personaggi perdono la loro umanità già in vita, si sottraggono solo Regina e Achille. La storia della cercatrice di corallo finisce tra sogno e realtà, tra innocenza e crudeltà. Sicuramente non finisce qui il mio apprezzamento per Vanessa Roggeri, aspetterò con ansia il suo prossimo lavoro felice di aver conosciuto Ianetta, Nora e Regina.

8 commenti:

  1. Bella recensione, anche a me piace molto leggere questa autrice, sa emozionare e immergerci nell'affascinante Sardegna attraverso personaggi sempre ben delineati.
    Condivido con te anche il piccolo ed unico "limite" citato, che però non pregiudica il parere positivo sul romanzo :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie :) Ad affascinarmi sono proprio i personaggi con le loro passioni e i loro limiti.

      Elimina
  2. Recensione bellissima e profonda che ha saputo secondo me cogliere il vero animo di questa storia. Concordo con tutto quello che hai detto e attenderò il prossimo libro con impazienza!
    Pensa che c'è chi ha definito questo libro un romance...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio, molto gentile :) Anche io non vedo l'ora di leggere il suo prossimo romanzo.

      Elimina
    2. Ti ho taggato sul blog! Se ti va ti aspetto :)

      Elimina
  3. Quest'anno, purtroppo, ho trovato Vanessa troppo sotto tono. Confidiamo nel prossimo. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi dispiace che questo romanzo non ti sia piaciuto del tutto. La Roggeri resta comunque un'autrice da seguire :)

      Elimina
  4. mi piace molto la Roggeri ma questo suo romanzo mi manca. non è ancora giunto però il suo momento. prima o poi lo leggerò!

    RispondiElimina