“A Capotavola. Storie di cuochi, gastronomi e
buongustai”
è un libro scritto da Laura Grandi e Stefano Tettamanti, edito da
Mondadori, in cui vengono svelate le passioni gastronomiche di personaggi
famosi realmente esistiti e di invenzione. Molto spesso questi personaggi
dietro ai fornelli non ci sono mai stati ma con i loro gusti e “filosofie”
gastronomiche hanno lasciato un’impronta indelebile “nell’universo cucina”.
Ho letto questo libro con curiosità, mi aspettavo una
carrellata di ricette e consigli culinari ma sbagliavo in toto. Le pagine di
questo scritto, offrono, al lettore, un vassoio di mini sorprese che si possono
gustare con sobrietà e piena soddisfazione anche dei palati più esigenti.
Gli
autori ci raccontano particolarità stuzzicanti della vita di personaggi
straordinari come Pellegrino Artusi, Agatha Christie, George Simenon, fino ad
Ave Ninchi, Elena di Sparta. Tra queste storie golose ho gradito molto il
racconto su Agatha Christie, inventrice di Hercule Poirot e Miss Marple.
Nell’autobiografia la scrittrice narra dell’avvicinamento ai fornelli da
giovane sposa per preparare piatti “adatti” e non quelli “inutili” imparati in
un corso di cucina. Di notevole interesse sono le sue indicazioni sui veleni
utilizzati nei suoi libri come armi letali e silenziose. Ancor oggi il veleno è
usato come Killer invisibile basti ricordare il caso Litvinenko, l’agente
segreto che sarebbe stato avvelenato dal polonio.
Interessante la trattazione su Winston Churchill, famoso
uomo politico, che usa il buon cibo, buone bevande e buone conversazioni come
metodi per ottenere successi diplomatici e militari. Churchill ama lo
champagne, l’etichetta preferita è Pol Roger in bottiglie da 50 cl e scrive:
"Il
singolo bicchiere di Champagne dispensa un senso di euforia. I nervi sono in
tensione, l’immaginazione è più gradevolmente scossa, arguzie e motti di
spirito escono più rapidi. Un’ intera bottiglia produce effetti contrari".
Con attenzione ho letto le notizie sull’attrice Ave Ninchi,
indimenticabile interprete di film con Aldo Fabrizi e Totò. L’attrice che, oltre
ad essere una buona cuoca, aveva anche un buon appetito, soleva dire:
"Ricordati che il ‘grasso’ va portato con disinvoltura e
nonchalance; la leggerezza bisogna averla dentro, non fuori, non è una
questione di peso, è una questione di testa".
Lo sapete che anche Alexandre Dumas non seppe resistere al
fascino dei fornelli? Egli scrisse il “Grande dizionario di cucina”. Il testo
composto da 1155 pagine contiene ricette, racconti, aneddoti che riguardano la
civiltà gastronomica di Francia. “Alexandre Dumas era un gran mangiatore, così
come era un gran narratore” scrivevano Leconte de Lisle e Anatole France nella
nota introduttiva alla prima edizione del 1873.
Vorrei concludere con un personaggio che ho amato tanto in
giovane età: Nonna Papera, la matriarca della famiglia dei paperi più famosi
del mondo. Chi non conosce la nonna di Paperino, abile cuoca che ama deliziare
i suoi nipoti con pranzi goderecci? Nel Manuale di Nonna Papera si legge la
ricetta della sua mitica torta di mele in “versione festiva”:
”Lasciate a bagno
le mele affettate una mezz’oretta nel rum poi unite delle noci spezzettate e
qualche uvetta pure macerata nel rum, unite il tutto alla pasta e infornate”.
Io, a questo punto, non vi rivelo nient’altro. Ho stuzzicato
la vostra curiosità? Il vostro appetito letterario si è risvegliato? Per
soddisfare il vostro palato non vi resta che leggere “A Capotavola” per
soddisfare il corpo e la mente. Ringrazio la casa editrice Mondadori per avermi
inviato copia del libro. Ora non mi resta che augurarvi “Buon appetito”, pardon
volevo dire “Buona lettura”!
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