"L'erede" (Fazi, Collana Darkside, traduzione di Renato Zatti) è un romanzo di Camilla Sten, figlia della scrittrice di gialli Viveca Sten. Nel nuovo romanzo, "L'erede", troverete verità inconfessabili sepolte nel tempo, una storia familiare disseminata di segreti e una casa che non li lascerà mai andare.
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![]() STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 6 |
Pagine: 360
Eleanor convive con la prosopagnosia, l’incapacità di riconoscere i volti delle persone. Un disturbo che causa stress, ansia acuta, e può farti dubitare di ciò che pensi di sapere. Una sera la ragazza si reca a casa della nonna Vivianne per la consueta cena domenicale. Ad accoglierla sull’uscio non trova però la nonna, ma una persona cui non riesce a dare un nome, che scappa via per le scale. Dentro casa, la nonna è distesa sul tappeto accanto a un paio di forbici con le lame spalancate. Nella stanza, odore di ferro e carne. La nonna, quella nonna che l’ha cresciuta come una madre, è stata uccisa. Passano i giorni, e l’orrore di essersi avvicinata così tanto a un assassino – e di non sapere se tornerà – inizia a prendere il sopravvento su Eleanor, ostacolando la sua percezione della realtà. Finché non arriva la telefonata di un avvocato: Vivianne le ha lasciato in eredità una tenuta imponente nascosta tra i boschi svedesi. È la casa in cui suo nonno è morto all’improvviso; un posto remoto, che da oltre cinquant’anni custodisce un passato oscuro. Eleanor, il mite fidanzato Sebastian, la sfrontata zia Veronika e l’avvocato vi si recano in cerca di risposte. Tuttavia, man mano che si avvicinano alla scoperta della verità, inizieranno a desiderare di non aver mai disturbato la quiete di quel luogo. Chi era davvero Vivianne? Quali segreti si è portata nella tomba?

Eleanor, una giovane donna che soffre di prosopagnosia, un deficit percettivo che non permette di riconoscere i volti delle persone, assiste all'omicidio di sua nonna: vede una persona che scappa via per le scale, ma non riesce a ricordare il suo viso. Dentro casa la nonna è distesa sul tappeto accanto a un paio di forbici con le lame spalancate. Passano i giorni e l'orrore di essersi avvicinata così tanto a un assassino, inizia a prendere il sopravvento. Eleanor (che solo la nonna chiamava Victoria) non sa se quell'uomo tornerà e la sua vita viene invasa da stress e ansia acuta. Un giorno arriva la telefonata di un avvocato: la nonna Vivianne le ha lasciato in eredità una tenuta imponente nascosta tra i boschi svedesi. Il suo nome è Solhoga, "sole alto".
Una dimora signorile di due piani in ottime condizioni, imponente e intonacata di bianco, con file di finestre scure che ci fissano senza vederci. Dietro la casa scorgono altre costruzioni più piccole e un laghetto circondato da giunchi ghiacciati.
È la casa in cui suo nonno è morto all'improvviso, un posto remoto che da oltre cinquant'anni custodisce un passato oscuro. Eleanor, il mite fidanzato Sebastian, la sfrontata zia Veronika e l'ambiguo avvocato vi si recano in cerca di risposte. Quindi l'azione si sposta nella grande casa isolata dove si incroceranno due linee narrative nel segno del mistero: il presente, con Eleanor che esplora la tenuta; e il passato, quando qualcosa di terribile è accaduto. Rivivremo gli eventi accaduti nella casa nel 1965 grazie al diario della cameriera Annushka che rivelerà la crudeltà di Vivianne, la padrona della casa.
Camilla Sten è maestra nel creare personaggi sinistri e atmosfere inquietanti. I suoi romanzi offrono storie capaci di far sussultare i lettori a ogni pagina. Il buio e le tormente di vento e neve sono il contesto da brividi di questo thriller. Non mancano l'atmosfera cupa e minacciosa, i segreti di famiglia e i personaggi misteriosi. Mentre la neve si accumula al di fuori della casa, dentro aumenta la paura e sale la tensione.
È stato intrigante scoprire le ombre che si muovono nel buio di Solhoga, percepire le vibrazioni spettrali e seguire gli strani eventi che iniziano a verificarsi nella villa. La tempesta di neve blocca tutti nella villa e prelude a una serie di colpi di scena che rende difficile smettere di leggere questo romanzo.
L'autrice semina varie false piste per depistare i lettori e ciò ha reso la lettura piena di tensione. Non è una storia veloce ma ciò ha fatto crescere in me l'ansia di conoscere l'evolversi degli eventi. Orrore e mistero si mescolano creando una miscela esplosiva che vi farà dubitare di ogni vostra intuizione. In questo thriller il depistaggio regna sovrano: quando ho creduto di aver indovinato il colpevole ecco che sopraggiunge un nuovo flashback che mi ribalta le deduzioni precedenti.
Seppur l'inizio sia abbastanza classico (un assassino, un mistero irrisolto del passato e una casa sperduta nei boschi), la storia è molto più complessa di come sembra e diventa sempre più interessante.
I personaggi sono ben delineati e complessi. Li conosceremo attraverso il racconto del passato e il diario di Annushka avrà un ruolo importante per poter svelare la verità. I rapporti tra i protagonisti sono ricchi di sfaccettature e intrecci psicologici.
Lo stile dell'autrice è diretto, mai noioso. Segue una linea temporale non troppo intricata e intreccia abilmente elementi di thriller, mistero e approfondimento sociale dando rilievo alle dinamiche sociali e psicologiche.
"L'erede" è un giallo matrioska: l'omicidio iniziale è il pretesto per iniziare una serie di indagini personali e misteri paralleli. Solhoga è il filo che lega passato e presente, è la lunga ombra del passato che lancia un guanto di sfida con un crescendo di false piste, lettere e documenti che spariscono, testimoni che svaniscono. La verità metterà in chiaro che non ci sono vincitori e vinti. Il lettore si troverà davanti a un vaso di Pandora che è stato aperto portando alla luce circostanze e situazioni nascoste, dannose, dolorose.
In questo romanzo l'attenzione si concentra sui segreti di famiglia, sull'eredità e sull'identità personale. La "prosopagnosia" di Eleanor è una metafora per le difficoltà nel riconoscere le verità nascoste nella propria genealogia e nelle persone care. Anche la fiducia è un tema importante del romanzo che evidenzia come le apparenze possano ingannare.
In questo ingranaggio di morte Solhoga infrange la sua promessa di essere custode del passato. La sua promessa è infranta, spezzata, tradita. La verità che custodiva verrà alla luce e racconterà una storia senza giustizia.

