lunedì 1 settembre 2025

RECENSIONE | "I vedovi" di Boileau e Narcejac

Buongiorno lettori, oggi vi parlo de "I vedovi" (Adelphi) scritto a quattro mani da Boileau e Narcejac. È un noir ambientato in una Parigi di fine anni Sessanta, fitto di misteri intricati con al centro la gelosia ossessiva del protagonista.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
I vedovi
Boileau e Narcejac

Editore: Adelphi
Pagine: 172
Prezzo: € 18,00
Sinossi

Quando si varca la soglia di una delle storie costruite, con abilità diabolica, da Boileau e Narcejac, si prova sempre una lieve inquietudine – che però, com’è ovvio, fa parte del piacere della lettura. Sappiamo, infatti, che verremo trascinati in un gioco perverso e saremo le consapevoli e appagate vittime di quei due temibili creatori di angosciosa suspense, capaci come pochi altri di tenerci inchiodati alla pagina così come di infliggere un tormento dopo l’altro ai loro protagonisti. Che sono sempre, a ben vedere, uomini – in genere irresoluti, inconsistenti, spesso infantili – che si ritrovano prigionieri di un ingranaggio infernale, al quale, per quanto si dibattano, non riescono a sfuggire. E che, soprattutto, a poco a poco smarriscono la capacità di percepire la differenza tra la realtà e le proprie farneticazioni. E quale sentimento umano si presta meglio a mettere in moto un delirio se non la gelosia? Sarà appunto la gelosia, una gelosia furibonda, autoalimentata, incontrollabile, a condurre all’omicidio il protagonista dei Vedovi – titolo che solo alla fine del romanzo svelerà il suo ambiguo significato. Ma attenzione: l’omicidio non è che l’inizio – il bello deve ancora venire.





Fa davvero così male dover ammettere che ci si è sempre sbagliati? 

Serge, voce nei drammi radiofonici e scrittore occasionale, è morbosamente geloso. Perseguita la moglie Mathilde, la fa seguire, perquisisce i suoi effetti personali, controlla il contachilometri della sua auto. Quando si rende conto del suo errore, è già troppo tardi: ha ucciso il presunto amante della moglie. Da marito fragile, "il nostro amore era un gigante mansueto", Serge si ritrova a essere un assassino ricercato dalla polizia. Nel frattempo un altro fatto si mette di traverso a complicare la vita a Serge. Il suo secondo libro dal titolo "Strani Amori", presentato anonimo a un concorso letterario, vince il prestigioso premio Messidor e sua moglie lo esorta a farsi conoscere. 

Le cose non sono mai come appaiono e al centro del narrare c'è una fissazione paranoica di cui non si comprende se sia fondata su una realtà effettiva o figlia di un puro idillio. Gli autori modificano a loro piacimento realtà e incubo, mescolandoli e confondendoli fra loro. Nel romanzo "I vedovi" la gelosia opprime il protagonista che vede tradimenti ovunque. Le sue sono fantasie dolorose alimentate dall'ambiente che la moglie frequenta. Modella di successo, Mathilde è sempre circondata da stilisti, fotografi, persone importanti che vivono una mondanità luccicante. 

Serge non è famoso, non è brillante, non è ricco. La gelosia diventa frustrazione, la frustrazione lo trasforma in un assassino, il delitto lo pone al centro di un complotto. Complotto reale o immaginario? L'uomo ne resta prigioniero. Tormentato da dubbi e divorato dalla gelosia, Serge non sa che parte di preciso lui stesso reciti. 

Pagina dopo pagina emerge il lato oscuro, l'ambiguità, la disperazione dei personaggi che attirano il lettore e non danno tregua per cui è impossibile chiudere il libro prima del gran finale. È interessante vedere come l'atto delittuoso diventa un pretesto per raccontare non solo la psicologia dei personaggi ma anche per mostrare una visione esistenziale negativa, angosciosa, amara. Tenendo ben stretto il filo d'Arianna è intrigante entrare in questo labirinto mentale dove il malessere esistenziale regna sovrano. Non ci sono regole e la diabolica storia evolve in un universo ossessivo e inquietante. I personaggi si ritrovano prigionieri di un ingranaggio infernale, al quale, per quanto si dibattano, non riescono a sfuggire. 

Quel tiepido bozzolo non era che una ragnatela inestricabile. 

È sempre coinvolgente vedere come, a poco a poco, smarriscono la capacità di percepire la differenza tra la realtà e le proprie farneticazioni. Per Serge l'amore è dubbio, diffidenza, sospetto e angoscia. Il suo è un amore tossico, cupo e possessivo. 

"I vedovi" è un romanzo attualissimo perché racconta l'incapacità dell'uomo di accettare, tra le altre cose, la libertà della donna. Serge è un uomo insicuro che vede possesso il suo potere e si autoconvince di essere stato ingannato, manipolato, umiliato da colei che dice di amarlo. Allora nella mente del protagonista si fa strada la necessità di punire la moglie che rappresenta, ai suoi occhi, uno specchio che riflette la sua immagine di uomo mediocre, incapace di realizzarsi, insoddisfatto. L'ego maschile si sente minacciato e la sua fragilità è messa a nudo. Quindi l'ossessione emerge dalla nebbia del vittimismo e l'inevitabile si compie. 

Gli autori raccontano un male che attraversa le varie epoche e giunge sino ai nostri giorni, sempre vitale e sempre presente, come una ferita che non riesce mai a guarire. Nel romanzo non c'è condanna, non c'è assoluzione, ma c'è l'opportunità per una riflessione doverosa. 

L'omicidio non è che l'inizio, infatti nel corso del romanzo gli eventi si complicano, il ritmo cresce, l'incubo incombe e Serge comprenderà che la vendetta ha mille volti. Il piacere di amare e di essere amati su basi paritarie sembra così lontano.