giovedì 8 ottobre 2020

RECENSIONE | "Perdersi" di Elizabeth Jane Howard

“Perdersi” è il nuovo romanzo di Elizabeth Jane Howard, pubblicato da Fazi Editore, nella traduzione di Sabina Terziani e Manuela Francescon. Con molta umiltà e sincerità, la scrittrice racconta, in forma romanzata, un’esperienza tragica vissuta in prima persona. È la storia di un plagio psicologico messo in atto da una mente malata che si fa strada negli affetti di una donna. Lo strumento basilare per la manipolazione della realtà si identifica nella manipolazione delle parole e vedrete come delle semplici lettere possano ricoprire un ruolo fondamentale nelle vicende narrate.

La  malvagità è incarnata in un giardiniere di nome Henry che decide di conquistare, per scopi puramente economici, una scrittrice di nome Daisy.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Perdersi
Elizabeth Jane Howard

Editore: Fazi
Prezzo: € 20,00
Sinossi

Henry è un ultrasessantenne solo e piuttosto male in arnese, che vive sulla barca di una coppia di amici. La sua è stata un'esistenza sfortunata e apparentemente segnata dalla crudeltà delle donne. Lettore e pensatore, è un uomo privo di mezzi, ma non di fascino. Daisy è una drammaturga di successo, anche lei ha superato i sessant'anni e conduce una vita piuttosto solitaria in un piccolo cottage di campagna con giardino che ha da poco acquistato, dove contempla l'enorme vuoto affettivo che nessun uomo ormai riempirà più, nonostante una parte di lei continui a desiderare di essere amata ancora una volta. Quando Henry si offre come giardiniere, all'inizio Daisy è diffidente, ma poi gli consente di insinuarsi pian piano nella sua vita quotidiana: bisognosa com'è di affetto e attenzione, abbocca facilmente al suo amo. La tensione sessuale tra i due cresce in modo graduale, fino a che Daisy ne è obnubilata e non è più in grado di vedere Henry per quello che realmente è, nonostante i suoi amici e sua figlia, perplessi e sospettosi, continuino a metterla in guardia...


Mi ha lasciato. Quest’ultimo colpo, il più tremendo di tutti, mi ha messo al tappeto. Non riesco a soffermarmi su questo pensiero abbastanza a lungo da farmi un’idea pur vaga del perché sia accaduto. Era innamorata di me -ne sono certo- oppure si trattava di semplice attrazione sessuale?

Henry è un ultrasessantenne che, nell’arco di pochi mesi, si era ritrovato senza lavoro e senza moglie. Viveva sulla barca di una coppia di conoscenti e la sua è un’esistenza apparentemente segnata dalla crudeltà delle donne. Ama leggere, fine pensatore, affascinante. Daisy è una drammaturga di successo, ha superato i 60 anni e conduce una vita solitaria dopo la morte dell’adorata zia e il naufragio di due matrimoni. Acquista un cottage di campagna con giardino e spesso riflette sull’enorme vuoto affettivo che nessun uomo potrà più colmare. Daisy, pur indipendente e diffidente verso il prossimo, desidererebbe essere amata ancora una volta. Quando Henry si offre come giardiniere, lei è inizialmente diffidente poi pian piano l’uomo riesce a insinuarsi nella sua vita quotidiana. Daisy ha bisogno di attenzioni e affetto, Henry userà questo bisogno come un cavallo di Troia per entrare nella sua vita, nel suo cuore e nel suo letto. La scrittrice si lascia conquistare dall’uomo e non riesce a vedere l’uomo per quello che realmente è, un truffatore. Ormai Daisy è caduta nella trappola di Henry e non ascolta i consigli dei suoi amici e di sua figlia che, perplessi e sospettosi, continuano a metterla in guardia.

Come avrete compreso i due protagonisti di “Perdersi” sono Henry e Daisy.

Henry si presenta, a noi lettori, come un uomo abbandonato dalla donna amata. Inizialmente, per le primissime pagine, sembrava un personaggio simpatico poi tutto è cambiato nel volger di un battito di ciglia. L’uomo si è mostrato cinico, senza scrupoli, pronto a calpestare i sentimenti di chiunque pur di trovare una donna, con una buona situazione economica, per sposarsi e sistemarsi. Henry conta sul suo fascino per far breccia nel cuore delle sue prede ma non lesina attenzioni e premure condite da una buona dose di menzogne costruite a tavolino. Lui sapeva ciò che voleva!

Negli anni ho imparato che se da un lato non bisogna mai smettere di cercare le opportunità, dall’altro è necessario avere ben chiaro il genere di opportunità che vale la pena trovare.

La sua opportunità rispondeva al nome di Daisy. La donna, nella sua vita, aveva dovuto affrontare momenti difficili. A causa del suo passato infelice, la donna vedeva la fiducia come una debolezza ma, in cuor suo, sperava di trovare qualcuno che le desse ancora amore.

Henry, complice un giardino che necessita di cure, comprende subito la fragilità di Daisy e con pazienza e mille attenzioni mette in atto il suo piano di conquista. Riesce a farsi assumere come giardiniere per poi diventare l’amante della donna. C’è però un piccolo problema: lui vorrebbe convolare a nozze, lei no.

Nel romanzo, a voci alterne, i due protagonisti danno la loro versione dei fatti mostrando due diverse prospettive della storia. Lui è intento a mescolare la verità, giusto una goccia, con un mare di bugie per dare di sé la visione di un uomo bistrattato dalla vita che per sua fortuna, ma per disgrazia di lei, incontra una donna capace di risvegliare l’amore che, ben nascosto anzi introvabile, è in lui.

I capitoli in cui Henry  espone i fatti sono in prima persona, mentre quelli di Daisy sono narrati in terza persona. Completano la narrazione delle lettere, fulgido esempio di manipolazione della parola, e annotazioni di diario.

Procedere nella conoscenza di Henry e Daisy vuol dire camminare su un terreno fragile e pericoloso reso infido dalla solitudine, dal desiderio, dalla vulnerabilità, dalla fiducia e dall’invecchiamento. Ci ritroveremo ad esplorare il tema dell’amore, nelle sue gioie e pericoli, avendo libero accesso sia alla vita esteriore che a quella interiore dei due protagonisti. Appare evidente la natura truffaldina, narcisista e bugiarda di lui. Lei, dopo un iniziale tentennamento, accetta, senza alcun dubbio, tutto ciò che lui le dice. Beata ingenuità!

Quando il gioco sporco di Henry verrà scoperto, sarà evidente come ogni sua azione sia stata  falsa volta a ottenere la collaborazione della sua preda. L’uomo sa come farle credere di essere la persona più importante del mondo, sa come convincerla ad ascoltarlo, sa camuffare la verità e confondere le idee. Lui è un manipolatore emotivo, non si assume mai alcuna responsabilità, capisce cosa la sua vittima vuole e si comporta di conseguenza dandole quello che vuole. Quando cade la maschera indossata da Henry, Daisy dovrà affrontare un’amara verità.

Non c’è niente per te lì. Non c’è cuore. Niente tra la testa e i genitali.

La prosa raffinata è il segno distintivo della scrittura di Elizabeth Jane Howard che spesso, nei suoi romanzi, racconta storie basate sulle relazioni malate tra uomini e donne, sulle dinamiche familiari  e sul ruolo della figura femminile. Il fallimento dei matrimoni e il conseguente abbandono sono esperienze che la scrittrice, come la protagonista di “Perdersi”, conosce in prima persona. Narra di errori e delle persone che li commettono. Gli sbagli che si ripetono, i matrimoni che mescolano infelicità e amore, la voglia di scappar via, l’orgoglio ferito.

“Perdersi” è la storia di un inganno crudele in cui la vera vittima è l’amore. È la storia di una manipolazione   e di un reinventare la propria vita per dare di se stessi un’immagine migliore. È la storia di una tattica di conquista in tre atti: scelta accurata della preda, assedio emotivo per far breccia nel cuore della donna, conquista. Le armi? Una profonda fede nei sentimenti, comprensione, pazienza e un mostrarsi come un inguaribile romantico desideroso di compagnia, assetato di intimità.

Nessuno è felice di essere solo, l’amore attira come la luce attrae le falene. Volare verso l’amore è bellissimo ma attenzione a non bruciare le ali della libertà.

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