martedì 7 maggio 2013

RECENSIONE "Il corvo e lo scorpione" di Francesca Civiletti

Il corvo e lo scorpione

Autore: Francescca Civiletti
E’ nata nel 1976 a Milano, ma il suo cuore è ancora a Dublino dove ha vissuto per un anno nel 2004 e iniziato la stesura de “Il corvo e lo scorpione”. E’ copywriter freelance, e “Il corvo e lo scorpione” è il suo primo romanzo.

Casa Editrice: Rogiosi
Pagine: 384
Prezzo: € 14,00

Trama: Quale destino attende la giovane Rowan, unica superstite dell’incendio di Ynys Mon da parte delle Legioni di Nerone? Incontri sorprendenti, rivelazioni inaspettate e una difficile missione da compiere: impedire che l’Uroboro, un antico manoscritto di inestimabile valore, cada nelle grinfie dell’ordine nero di Roma. Gli Scorpioni Neri. Significherebbe immenso potere per una setta votata al male che, da tempo immemorabile ha l’obiettivo di rompere il Patto di Equilibrio tra il Bene e il Male, sulla Terra e nell’Aldilà. Nella sua lotta contro il tempo e terribili forze oscure, dalla Britannia alla verde Erin, dalla Gallia al cuore dell’Impero, Rowan potrà contare sulla sua sapienza druidica e la sua abilità di guerriera; ma anche sulla solidità di un veterano della Ventesima Valeria Victrix, la furbizia di un pirata dal sangue nobile, gli occhi vigili di un misterioso Guardiano, e una buona dose di coraggio. Saranno sufficienti per riuscire nell’impresa?


STILE: 9
STORIA: 9
COPERTINA: 8



Recensione


Quando mi sono ritrovata tra le mani una copia del libro “Il corvo e lo scorpione” di Francesca Civiletti, ho pensato che avrei fatto fatica a leggerlo perché il genere fantasy non è ciò che amo di più. Tuttavia fin dalle prime pagine ho capito che questo romanzo è diverso dal fantasy che conosco. Man mano che la storia si delinea, appare  chiaro che c’è tanto amore e tanta poesia nella costruzione dei periodi, nelle descrizioni, nelle presentazioni dei personaggi. Si percepisce la presenza, tra le righe, dell’anima della scrittrice che permea tutto il libro perché chi scrive mette sempre tutto se stesso nelle sue creazioni. Per essere un’opera prima è davvero un romanzo coinvolgente, che si nutre delle antiche leggende e della storia d’Irlanda. Ma procediamo con ordine. Siamo nel I secolo d.C. all’epoca di Nerone, la piccola Rowan vive sull’isola di Ynis Mon affidata alle cure di Amergin anziano druido. L’isola viene distrutta da soldati romani che “calpestano, distruggono, danno alle fiamme chiunque e qualsiasi cosa fosse sulla loro strada”. Amergin scompare e per Rowan inizia un viaggio, in compagnia della guerriera Skatha, che la condurrà all’isola di Erin. All’Accademia di Skatha, Rowan viene addestrata nell’arte del combattimento dimostrandosi, fin dal principio, una fanciulla forte e simpatica ma alla costante ricerca del suo passato. Rowan si rivela una giovane sacerdotessa-guerriera, custode di un antico sapere celato tra le pagine dell’Uroboro che sparirà nel nulla. Inizia così l’eterna lotta tra il Bene e il Male. Vedremo la nostra eroica fanciulla innamorarsi del Principe Oscuro e compiere  un lungo viaggio che la porterà fino a Roma . Durante la navigazione Rowan conoscerà Pantera, legionario romano; ritroverà Dylan e……..
Adesso basta raccontare, la magia non può essere spiegata ma vissuta e leggendo il libro si diventa partecipi di questa ricerca che mescola odio e amore in maniera perfetta. La  lettura di questo romanzo mi ha dato, inizialmente,la possibilità di conoscere un mondo a me sconosciuto: l’Irlanda.La scrittrice deve amare molto questo Paese perché lo descrive e lo racconta con dolcezza e poesia, accarezzando le figure dei druidi, delle sacerdotesse dell’arte magica. Con una perfetta padronanza dell’argomento trattato, la scrittrice ci porta a compiere un viaggio che dalla verdeggiante Erin ci conduce a Roma. Che bello leggere il racconto di storie nelle storie, che emozione ricordare la Roma Imperiale ai tempi di Nerone. Nomi come Agrippina, l’Imperatore Claudio, appartengono alla nostra Storia e ci riportano alla nascita del mito di Roma “caput mundi”. Molto interessante, poi, è la descrizione dell’equipaggiamento dei legionari romani e, il più volte citato, ganglore delle spade sugli scudi. Si anche le spade, in questo romanzo, hanno un loro fascino. Rowan  combatte utilizzando la Gae Bolg e la Cleeda Ruth. La prima è una lancia presente nella mitologia irlandese, fu ricavata da un osso di un mostro marino morto in combattimento con un altro leviatano; la seconda è una spada indistruttibile che si potrebbe identificare con Excalibur, la spada di Re Artù. Rowan, a Roma,  ammira le bellezze della Domus Aurea, di cui Pantera dice: "Potrei parlarvi a lungo di questo gioiello, ma solo con gli occhi sapreste trarre il massimo piacere dalla magnificenza della sua superba meraviglia”. Bellissime parole che si  fondono con una descrizione ammirevole del tempio costruito nei sotterranei della Domus Aurea: "Tempio a pianta circolare con dodici nicchie, dentro ognuna delle quali alloggiava una fontana sormontata da una statua che rappresentavano dodici divinità femminili, lo sguardo fisso verso il centro per sorvegliare l’ingresso del Mundus”. Sembra di essere lì con loro, di partecipare in prima persona all’apertura del portale tra il nostro mondo e ... 
Molto “magiche” sono le figure del corvo Guardiano e dell’Uroboro, pura invenzione della scrittrice perché i Celti non conoscevano la scrittura affidandosi alla tradizione orale. In questo romanzo, Francesca Civiletti, ha lasciato molte storie in sospeso; ha  seminato dei semi che germogliando potrebbero portare alla realizzazione di un ciclo di romanzi che potremmo definire di “formazione”, cioè romanzi che accompagnano le fasi di crescita della protagonista, dalla sua adolescenza alla maturità, evidenziando le difficoltà e gli ostacoli che è costretta a superare ma che sono alla base di un’esperienza che la renderà matura. Mi piacerebbe, infatti, sapere come verrà accolto Dylan “il pirata” nell’isola di Erin. I romani continueranno a seminare dolore e distruzione? Skatha vedrà in Pantera un alleato o un nemico? Il corvo Guardiano subirà una metamorfosi? Bisogna, anche, decifrare e spiegare il messaggio che, sul finire della storia, Rowan riceve: "Il Guardiano della Soglia ha il dono di cavalcare i secoli. Un tempo troppo lungo e a volte troppo freddo da passare senza il tuo mantello”.
Parafrasando una frase del romanzo sarei tentata di dire:” No. Non ora, Agnese. C’è un momento e un luogo per tutto”.
Ma io non posso aspettare, sono curiosa di leggere l’evolversi delle avventure di Rowan. Francesca Civiletti è stata, per me, colei che ha aperto il portale tra il mio mondo e il mondo fantasy. Ho oltrepassato il confine in punta di piedi pensando che il sogno è una parte importante della nostra realtà, pensando che l’uomo nasconde la magia sotto l’indifferenza. Ma il lato magico  che è presente in noi può riemergere. A volte basta poco….un foglio, una penna e tanta fantasia. Quindi brava  Francesca, non ti fermare e continua a scrivere perché la magia è in te!

Nessun commento:

Posta un commento