giovedì 2 dicembre 2021

RECENSIONE | "La biblioteca dei sussurri" di Desy Icardi

«Tra il frusciare leggero delle pagine e i passi cauti e ovattati in biblioteca, Dora fa la conoscenza del “lettore centenario”, l’avvocato Ferro, che i miei lettori hanno già avuto modo d’incontrare nei due precedenti romanzi della pentologia sensoriale, “L’annusatrice di libri” e “La ragazza con la macchina da scrivere”; e nel racconto natalizio “Il fantasma del lettore passato"».

Con queste parole la scrittrice Desy Icardi ci introduce nel mondo del suo nuovo romanzo, “La biblioteca dei sussurri” (Fazi Editore). La storia è dedicata al senso dell’udito e all’amore per i libri.

 
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
La biblioteca dei sussurri
Desy Icardi

Editore: Fazi
Pagine: 350
Prezzo: € 16,00
Sinossi

Nella periferia di Torino, c’è una casa sul fiume dove ogni cosa viene fatta il più rumorosamente possibile: le pentole sbatacchiano sui fornelli, i passi riecheggiano nei corridoi, la radio gracida, i mobili scricchiolano. Siamo negli anni Settanta e la piccola Dora vive in questo ambiente chiassoso insieme a tutta la sua famiglia, fra cui spicca l’eccentrica prozia. Un giorno, però, questo equilibrio bizzarro ma confortante viene incrinato dal lutto; la casa, di colpo, si fa triste e silenziosa e, altrettanto improvvisamente, Dora comincia a udire dei rumori sinistri. Per sfuggire a questa atmosfera opprimente, la bambina trova rifugio in un luogo dove il silenzio regna sovrano ma non è espressione di malinconia bensì di rispetto e raccoglimento: la biblioteca. Qui Dora farà la conoscenza del “lettore centenario”, l’avvocato Ferro, che ha dedicato l’intera esistenza ai libri e che decide di prendere la ragazzina sotto la sua ala per educarla al piacere della lettura. Nella vita di Dora, però, continuano a susseguirsi eventi inaspettati; la sua famiglia si divide inevitabilmente e la casa sul fiume diventa solo un ricordo. Sarà proprio grazie agli insegnamenti dell’avvocato Ferro e al grande amore per i libri che Dora deciderà di far pace con il proprio passato per riavvicinarsi a coloro che ama di più.







Siamo negli anni Settanta a Torino. Mentre la città vive mutamenti politici e sociali, una casa sulla Dora ospita una numerosa e rumorosa famiglia. Vi abita la piccola Dora con i genitori, la zia Maddalena con suo marito Bruno e il loro figlio Fulvio e l’eccentrica e misteriosa prozia Dorina, la padrona di casa. Tra le regole, che tutti dovevano rispettare, c’era quella di fare il maggior baccano possibile. Le pentole sbatacchiano sui fornelli, i passi riecheggiano nei corridoi, la radio gracida, i mobili scricchiolano.

Eravamo gente comune, che nella casa sulla Dora faceva cose comuni, solo che le facevamo emettendo il maggior fracasso possibile: sbattevamo le porte, ci lanciavamo lungo le scale facendo rimbombare ogni gradino, trascinavamo le sedie sul pavimento costringendole a gemere e ci chiamavamo a voce spiegata da una camera all’altra come se una sterminata distanza ci separasse.

La piccola Dorina ha un dono, è “una che sente”. Anche la prozia Dorina, pur essendo sorda come una campana, è  “una che sente”, riesce a percepire suoni che ai più sfuggono. Il resto della famiglia non sentono nel modo di Dora e della prozia, ma sono abili nel far tanto rumore.

Un giorno, però, questo equilibrio bizzarro ma confortante, viene incrinato dal lutto. In casa arriva inaspettata zia Catlina, figura incorporea, che solo Dora e l’anziana prozia riescono a percepire.

L’aspetto di Catlina non era spaventoso come ci si potrebbe immaginare; il suo querulo sospirare e il crepitio della sottana mi restituivano l’immagine di una donnetta dal viso paffuto e mansueto, con folti capelli castani e un dimesso anito scuro che la faceva sembrare una via di mezzo tra una vedovella e una novizia. Addosso a lei splendevano però decine di gioielli, quelli che -  diceva la prozia - gli avari avevano tenuto nascosti con cupidigia, pensando di serbarli per sempre, senza fare i conti con la propria mortalità.

Catlina, che rappresenta la morte, porta via con sé un componente della famiglia e la casa, prima rumorosa, diventa triste e silenziosa. Dora è turbata da questa trasformazione, dal lutto, dall’atmosfera opprimente e dalle voci che sembrano attirarla in un mondo oscuro e pauroso. Per sfuggire a questi pensieri opprimenti, la bambina si rifugia nella biblioteca. Qui il silenzio regna sovrano ma non le fa paura perché non è espressione di malinconia bensì di rispetto e raccoglimento. Qui Dora fa la conoscenza del “lettore centenario”, l’avvocato Ferro (che noi lettori abbiamo già conosciuto ne “L’annusatrice di libri” Fazi 2019).

L’avvocato Ferro ha dedicato la sua secolare esistenza ai libri e decide di portare a buon fine un ultimo compito: educare Dora al piacere della lettura e offrirle un rifugio dalle paure che, da quando zia Catlina ha visitato la casa sulla Dora, le si manifestano in forma di tetri richiami. Crescere non è mai facile e Dora dovrà affrontare varie difficolta nate da eventi inaspettati che la porteranno lontano dalla casa natale e dalla sua amorevole famiglia. L’infanzia appare ormai lontana e dimenticata. Il presente farà sentire Dora estranea a tutto, anche a se stessa. Nella confusione e incertezza, sarà proprio grazie agli insegnamenti dell’avvocato Ferro e al grande amore per i libri se Dora deciderà di far pace con il proprio passato. Una voce benevola e famigliare le farà ritrovare la via di casa e ravvicinare a coloro che ama di più.

“La biblioteca dei sussurri” è la creazione di un mondo, segnato da piccole crepe e circondato da un alone di mistero, in cui si muovono personaggi che diventano subito cari al lettore.

Tra i personaggi ho provato tanta simpatia per la prozia Dorina e una profonda adorazione per il mentore avvocato Ferro, un uomo dal cuore grande e dall’amore infinito per i libri. Pensate che la sua casa è invasa dai libri che hanno colonizzato ogni spazio dell’abitazione.

La prozia Dorina era nota come “Dorina degli Spifferi” perché riusciva a sentire gli Spifferi, guai a chiamarli fantasmi o presenze. Per lei questi erano i suoni che nascevano dai sensi di colpa, dai rimpianti, dalle ansie e dalle tristezza che le “case lamentose” trattenevano tra le loro mura.

L’avvocato Ferro, uomo saggio e gran lettore, è un personaggio straordinario che impiega tutto il suo tempo a leggere. Non vuol essere mai distratto dalla lettura perché il tempo è tiranno e i bei libri da leggere sono un mare infinito.

L’avvocato Ferro è una vera leggenda tra i lettori della biblioteca, di lui si dice che abbia incominciato a leggere a soli tre anni e che sia risoluto a non morire prima di averne compiuti centotrè, cioè un secolo tondo di lettura.

Io ho letto i primi tre libri della pentalogia e ho ritrovato elementi comuni tra i romanzi. In tutti predomina l’amore per i libri e la lettura, l’ambientazione novecentesca, un pizzico di mistero e di magia e, ovviamente, l’avvocato Ferro. In tutte le storie  c’è “un dono” che caratterizza la protagonista.

"L’annusatrice di libri" ha come protagonista Adelina che ha “il dono” di leggere i libri attraverso l’olfatto, annusando tra le righe il profumo delle emozioni provate dai lettori del passato.

Nel secondo romanzo, "La ragazza con la macchina da scrivere", l’anziana Dalia ritrova i ricordi svaniti grazie al tatto.

Leggere i romanzi di Desy Icardi è come iniziare un volo ad ali spiegate nel mondo della fantasia creato con la sua vivace immaginazione e raccontato con uno stile vivace. Si è subito coinvolti dalla narrazione ed è affascinante camminare al fianco dei personaggi che si muovono in ambienti che rispecchiano il loro modo di essere. Affascinante il ruolo dei libri come terapia. C’è sempre un libro adatto a ogni situazione e il lettore ne ricava l’aiuto per acquisire consapevolezza della propria condizione e dei propri disturbi, rendendoli più facile da affrontare. La lettura, lo sappiamo bene noi lettori, genera empatia, una simulazione del reale che crea rilassamento e apre la mente a nuovi paesaggi indotti dalla narrazione. Naturalmente il tutto è da affiancare a un percorso psicoterapeutico. I libri tengono in allenamento la mente e favoriscono l’attività cognitiva.

“La biblioteca dei sussurri” è una storia intensa in cui, tra sorrisi e riflessioni, si muovono personaggi che vivono, sbagliano e tentano di riscattarsi dagli errori commessi. Guardare al futuro è farsi carico di progetti, di emozioni e di passioni. Non si sa che strada prenderemo  ma una cosa è certa: a volte, basta restare in ascolto con attenzione per ritrovare quel luogo del cuore che si chiama casa. Ascoltare la voce delle proprie radici è fondamentale, nella notte della vita ci guideranno verso l’alba della speranza.

1 commento:

  1. Ho nella mia libreria L'annusatrice di libri, conto di leggerlo durante le vacanze; anche questo mi attira e non potrebbe essere diversamente visto che l'amore per i libri è fondamentale in questi romanzi!

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